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Il Consiglio Provinciale della Provincia di Cosenza ha approvato all’unanimità il rendiconto di gestione dell’esercizio finanziario 2014, gestito per dieci dodicesimi dalla precedente Giunta Oliverio.

Ma il bilancio , presenta problematicità legate, si dice alla riduzione dei trasferimenti economici della Legge Del Rio e del taglio operato dalle Leggi di Stabilità.

Ben 79 milioni di euro in meno nel triennio 2011-2014.

Secondo il Presidente della Commissione Bilancio Nicola Tenuta, il conto ha evidenziato un risultato positivo per 21 milioni di euro in gestione competenze cui fa da contraltare un disavanzo di amministrazione di circa mezzo milione di euro che preoccupa.

Tenuta ha anche precisato che ci si trova, nel complesso, di fronte ad un risultato positivo, con una percentuale del 67% fra riscossioni e accertamenti sul Titolo Primo ed un buon tasso di riscossione delle Entrate Extratributarie del Titolo Terzo.

Alta la spesa del personale proprio a causa del calo dei trasferimenti.

Luci e ombre che per Nicola Tenuta «non possono esimere la Provincia dal dare risposte al territorio, perché deve poter operare con dignità e quindi pretendere risorse, assumendosi comunque la responsabilità dell’approvazione del rendiconto 2014 per la necessaria continuità amministrativa».

In sostanza l’unica opportunità per garantire i servizi è quella di trasferire velocemente il personale delle funzioni regionali.

La sostanza è che le risorse per scuole e strade non ci sono più perché le Province sono state chiamate a contribuire in modo abnorme al riequilibrio della finanza pubblica, al punto che molti Enti sono già in dissesto.

Insomma i debiti ci sono e sarà difficile ripianarli senza ulteriori sacrifici per gli amministrati.

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“Continua, su disposizione del Comandante Provinciale del Corpo Forestale Giuseppe Melfi, il controllo del territorio mirato all’attività di repressione delle discariche abusive ed al controllo dello smaltimento dei rifiuti.

Nei giorni scorsi l’ennesimo sequestro ad opera degli uomini del Nipaf, Nucleo Investigativo del Corpo Forestale di Cosenza che a Roggiano Gravina hanno posto i sigilli ad una area di circa 1000 metri quadri adibita a discarica aziendale da una ditta che opera nel campo dell’edilizia e che usava tale area per smaltire illegalmente ingenti quantitativi di rifiuti costituiti principalmente da residui, fanghi e scarti provenienti dalla lavorazione del marmo, rifiuti ferrosi, rifiuti plastici provenienti da imballaggi nonché rifiuti provenienti da attività di demolizione edile, tutti miscelati tra loro.

I rifiuti erano dislocati sull’area in cumuli, con un’altezza media di due metri

Nel corso delle indagini è stato accertato che il titolare dell’impresa, un uomo del luogo di 68 anni attraverso i suoi dipendenti smaltiva, bruciandoli ingenti quantitativi di materiale plastico derivante da imballaggi.

Per tale reato l’uomo dovrà rispondere del reato di discarica abusiva e combustione illecita di rifiuti.

Il sequestro è stato convalidato dalla Procura della Repubblica di Cosenza”.

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Sembra che il tavolo ex Massicci abbia avanzato dubbi sulla legittimità dei contratti ai 133 precari della sanità perché non presenterebbero “alcuna qualifica professionale”.

Lo avrebbe ipotizzato il Tavolo ex Massicci, che nell'ultima riunione del 7 aprile ha letteralmente fatto le pulci al provvedimento con cui l'ex dg Scarpelli ha cooptato 133 precari in possesso dei requisiti previsti dalla legge Guccione-Orsomarso (la 12 del 2014), per un contratto a tempo determinato di due anni.

Tutto nasce dalla convenzione sottoscritta dall'Azienda sanitaria provinciale e dal dipartimento regionale Lavoro.

Un caso che aveva fatto discutere, perché tra i beneficiari dell'invito firmato da Scarpelli figuravano molte persone vicine a personaggi politici di primo piano, il tutto a poche settimane dal voto regionale dello scorso 23 novembre.

L'ex Massicci – oggi guidato dalla dirigente del Mef Angela Adduce – non analizza, ovviamente, il dato politico. Si limita a valutare la legittimità di un atto sottoscritto in una regione dove vige ancora il blocco del turnover per il personale sanitario. I rilievi sono diversi e tutti circostanziati.

Il primo aspetto sottoposto a valutazione è la convenzione che regola i rapporti tra i beneficiari della legge Guccione-Orsomarso e l'Asp.

Un documento, evidenziano i tecnici dei ministeri della Salute e dell'Economia, firmato da «un dirigente aziendale delegato dal direttore generale pro-tempore dell'Asp di cui è stata dichiarata la decadenza» (subito dopo il voto regionale, con un provvedimento dell'ex commissario alla Sanità, Luciano Pezzi).

Ma sempre secondo il Tavolo non sarebbe specificato l'istituto giuridico che regola il rapporto tra i precari e l'Asp.

Ed è scritto nel verbale che :”In tal senso l'utilizzo funzionale dei lavoratori di cui trattasi non è contemplato nell'ambito del vigente Ccnl del comparto sanità”

Questo il motivo delle perplessità.all’ato della immissione in servizio i 133 lavoratori “non presentavano alcuna qualifica professionale”.

E ad abundantium “ la convenzione non specifica i termini di inizio e fine dell'attività oggetto della convenzione stessa”.

Secondo l'articolo 7 della convenzione l'utilizzo del personale “non comporta la costituzione di alcun tipo di rapporto di lavoro” e per questo “ non appare percorribile la prevista iscrizione degli stessi all'ente di previdenza, il versamento delle ritenute erariali e la stessa iscrizione all'Inail, atteso che dette amministrazioni hanno l'obbligo di individuare il datore di lavoro”.

Abbiamo l’ impressione che tutto finirà in una bolla di sapone!

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