
Un anno fa – più o meno di questi tempi – le esigenze giornalistiche avevano giustamente richiesto la ribalta e la cosiddetta “prima pagina” per i tre arrestati eccellenti dell’operazione “Robin Hood” contro i papponi di Calabria Etica e così le fotografie di Pasqualino Ruberto e Nazzareno Salerno e le accuse contro il dirigente regionale Vincenzo Caserta hanno girato per tutta Italia.
Era passato in secondo piano invece il ruolo fondamentale del “bancomat” di questi papponi. tutti affamati di tangenti e soldi sonanti. Si chiama Ortensio Marano e viene da Belmonte, costa tirrenica cosentina, ad un passo da Amantea.
I dieci milioni di euro di fondi comunitari stanziati per le famiglie bisognose sono stati trasferiti alla Fondazione Calabria Etica, e da qui girati attraverso un bando ad hoc ad una società privata, la Cooperfin spa dell’imprenditore Ortensio Marano, che in parte li distraeva dalla loro finalità facendoli girare su conti di gestione in modo da utilizzarli per la propria attività finanziaria, in parte li trasferiva direttamente all’ex assessore Nazzareno Salerno, mascherandoli sotto forma di prestito.
Duecentotrentamila euro: un prestito fittizio, secondo gli inquirenti, perché a fronte delle rate pagate dal politico, la società restituiva le stesse cifre per l’acquisto di quote di una società riferibile alla famiglia dello stesso Salerno.
Tutto questo un anno fa. Oggi, a distanza di poco più di un anno – appunto – scopriamo che il “bancomat”, pardon la Cooperfin, ha chiesto e ottenuto il pignoramento dello stipendio alla Regione di Nazzareno Salerno, quasi a voler dimostrare che quel “prestito” non è fittizio… Ovviamente sappiamo tutti che trattasi di mazzetta mascherata da prestito e questa mossa della Cooperfin potrebbe essere la spia di una forma di collaborazione con la magistratura e quindi con la DDA che non promette niente di buono per Nazzareno Salerno e gli altri suoi compari “papponi”.
Ricordiamo infatti che all’epoca hanno ricevuto un avviso di garanzia anche Maria Vincenza Scolieri, 41 anni, Cristiano Giacinto, 43, e Licia Soreca, 34 anni. I tre sono accusati di abuso d’ufficio in concorso “in qualità di componenti la commissione esaminatrice nominata in relazione alla gara indetta dalla fondazione Calabria Etica, per conto della Regione Calabria, in relazione a un partner di service finanziario connesso alla gestione del fondo a favore di coloro che versano in una situazione di temporanea difficoltà economica di cui al progetto “Credito Sociale”, dunque di pubblici ufficiali o comunque incaricati di un pubblico servizio”.
In estrema sintesi, Scolieri, Giacinto e Soreca avevano aggiudicato la gara alla società Cooperfin Spa nonostante fosse palese che non avesse i requisiti per poterla vincere.
Per raggiungere i propri obiettivi, Salerno ha estromesso quei funzionari che volevano escludere Calabria Etica dal progetto, tra cui l’ex dirigente Bruno Calvetta, che subì minacce e forti pressioni riprese anche dalle telecamere del Ros, e infine venne sostituito con Enzo Caserta, finito in manette nell’operazione.
Ruberto allora ha sottoscritto un avviso funzionale a quella selezione del tutto privo dei requisiti minimi per poter essere considerato un bando pubblico, non facendo alcun riferimento al valore del servizio da appaltare e individuando un termine di appena 7 giorni per la presentazione delle candidature, termine, “oltre che illegittimo anche inadeguato, in relazione alla richiesta di presentazione di un “progetto” che contenga proposte migliorative della gestione del servizio”.
Caserta ha poi omesso – pur avendo l’obbligo giuridico di intervenire – qualunque forma di controllo sulle modalità di selezione predisposte da Ruberto, mentre Marano ha concorso in questo in quanto “beneficiario della condotta illecita e negoziatore con Salerno, soggetto, a sua volta, ideatore ed istigatore della complessiva vicenda delittuosa, nonché in ultimo anche beneficiario del prezzo corruttivo che la Cooperfin Spa verserà in suo favore”.
E l’interesse della Cooperfin “non era certo la remuneratività del servizio, ma la disponibilità delle ingenti somme di cui poi avrebbe disposto in maniera assolutamente illecita”.
In definitiva, per il giudice, la predisposizione del “bando” risulta “essere stato chiaramente il frutto di una collusione fra chi lo ha formulato (Ruberto), chi ne ha affidato indebitamente la predisposizione (Caserta), chi aveva interesse a che fosse la Cooperfin ad aggiudicarsi il servizio (Salerno) e chi ne ha beneficiato, non tanto aggiudicandosi il servizio, ma appropriandosi concretamente addirittura della maggior parte (ben l’80% circa) delle somme gestite (Marano).
I 230.000 euro che sono stati trovati a Salerno sono palesemente il ricavato di una tangente. Euro versati al mafioso Salerno in due rate: la prima da 148.484 euro del 02.02.2015, la seconda da 82.255,46 euro, del 17.07.2015.
Le date dei versamenti, specie la prima, sono significative perché corrispondono allo stesso periodo (inizio 2015), quando Calabria Etica versa i soldi alla Cooperfin di Ortensio Marano. Come a dire: non appena i soldi sono stati accreditati e l’affare concluso, si passa al pagamento della mazzetta.
Dicono i magistrati: siamo di fronte ad una chiara mazzetta pagata a Salerno, in quanto ideatore del piano criminale che ha permesso alla Cooperfin di gestire il denaro del Credito sociale. E per giustificare la mazzetta, la cricca capeggiata da Salerno si inventa un prestito. E per “avallare” la tesi del prestito, Salerno versa fittiziamente anche qualche rata del presunto prestito alla Cooperfin. Denaro che Salerno riceveva attraverso versamenti, addirittura superiori all’importo fittizio della rate da pagare, guarda caso, dalla società M&M Management. E di chi è la società M&M Management? Guardo caso di Ortensio Marano, lo stesso che ha ricevuto la gestione attraverso la Cooperfin del denaro destinato al Credito sociale.
Sì, propio lui, Ortensio Marano da Belmonte, il bancomat dei papponi di Calabria Etica ma anche di Calabria Verde, per come abbiamo già documentato (http://www.iacchite.com/calabria-verde-principale-campanaro-le-grandi-manovre-cooperfin-tfr-dei-lavoratori/). Un uccellino ci aveva detto che presto ci sarebbero state novità. Ed aveva ragione. Buona fortuna a tutti!
Da Iacchite- 29 marzo 2018
uoLa tradizione del dono di uova è documentata già fra gli antichi Persiani dove era diffusa la tradizione dello scambio di semplici uova di gallina all'avvento della stagione primaverile, seguiti nel tempo da altri popoli antichi quali gli Egizi, i quali consideravano il cambio di stagione una sorta di primo dell'anno, i Greci e i Cinesi. Spesso le uova venivano rudimentalmente decorate a mano.
Il Cattolicesimo riprese le tradizioni che vedevano nell'uovo un simbolo della vita, rielaborandole nella nuova prospettiva del Cristo risorto.
L'uovo infatti somiglia a un sasso e appare privo di vita, così come il sepolcro di pietra nel quale era stato sepolto Gesù.
Dentro l'uovo c'è però una nuova vita pronta a sbocciare da ciò che sembrava morto.
In questo modo, l'uovo diventa quindi un simbolo di risurrezione.
Oggi l’uovo significa soprattutto sorpresa.
Non ha voluto mancare a questa tradizione Enzo Scanga il sindaco di Lago.
Ed ecco cosa ha nascosto nell’uovo di Pasqua 2018.
“In questa domenica delle Palme, in piena concordia con l’Amministrazione comunale, voglio partecipare a tutti che attraverso la rinuncia a due mensilità della mia indennità di Sindaco, si procederà a restaurare le due statue, realizzate dal compianto Artista Girlando Politano e che appartengono, da oltre settant'anni, al nostro patrimonio artistico, culturale e religioso,
FRA BERNARDO e CRISTO RE.
La ristrutturazione sarà affidata alle sapienti mani del Maestro Nicola Scanga.
Il progetto prevede anche un’adeguata illuminazione delle due statue e della villa dedicata al Frate Agostiniano in Via Pantanello.
C’è anche la ferma intenzione di bonificare l’area e trasformare i ruderi del monastero del 1600 in un luogo di attrazione culturale di Lago e ci adopereremo per riuscire anche in questo intento.
Buone festività Pasquali a tutti. Enzo Scanga”
E’ vero. Pasqua non è sempre e dovunque la stessa!
ESTATE 2018, ASSEGNATE DAL COMUNE 4 NUOVE AREE DEMANIALI PER ATTIVITA’ TURISTICHE.
LA COMMISSIONE COMUNALE, ALL’UOPO CREATA E DIRETTA DAL RESPONSABILE DELL’UFFICIO TECNICO, ING. SALVATORE CARNEVALE, IN
ESECUZIONE DELL’AVVISO PUBBLICO PUBBLICATO IL 4 DICEMBRE 2017, E VISTO IL VIGENTE PIANO DI SPIAGGIA COMUNALE, HA PROVVEDUTO AD ASSEGNARE QUATTRO AREE DELLE OTTO PREVISTE NEL PREDETTO AVVISO.
SORGERANNO, COSI’, DA GIUGNO A SETTEMBRE, QUATTRO NUOVE ATTIVITA’ SULLA SPIAGGIA O NELLE AREE PROSPICIENTI L’ARENILE.
QUESTE ATTIVITA’ PREVEDONO, PER COME STABILITO DALLA GIUNTA REGIONALE CON ATTO D’INDIRIZZO (DELIBERA N. 87 DEL 26-10-2017), L’INSTALLAZIONE DI CHIOSCHI, NONCHE’ LA POSA DI TAVOLINI E SEDIE A SUPPORTO DELL’ATTIVITA’ COMMERCIALE, LA POSA DI GONFIABILI E GIOCHI PER BAMBINI, PICCOLI PUNTI D’ORMEGGIO E ALAGGIO DELLE IMBARCAZIONI.
NUOVE ATTIVITA’, DUNQUE, OLTRE A QUELLE GIA' ESISTENTI, PER INCREMENTARE L’OFFERTA TURISTICA, CHE, A LONGOBARDI, SI STA RILANCIANDO CON ALTRE IMPORTANTI INIZIATIVE, LEGATE ANCHE ALLA FIGURA DI SAN NICOLA SAGGIO (PATRONO DELLA CITTADINA TIRRENICA), E GRAZIE ANCHE ALLA FATTIVA COLLABORAZIONE TRA L’AMMINISTRAZIONE COMUNALE, I COMMERCIANTI, GLI IMPRENDITORI E LE ASSOCIAZIONI PRESENTI SUL TERRITORIO, CON IN PRIMIS LA NEO COSTITUITA PRO LOCO, LA ONLUS GENS BRUTIA, L’ASSOCIAZIONE SILVIA, IL CENTRO CULTURALE SAN NICOLA SAGGIO, I GRUPPI DELLA RUZZOLA, IL CIRCOLO GIOVANNI GARRITANO, E L’ASSOCIAZIONE BRIGANTI LONGOBARDI.
LE QUATTRO NUOVE ATTIVITA’ STAGIONALI PRENDERANNO FORMA IN QUESTI MESI E INIZIERANNO AD ESSERE OPERATIVI DA GIUGNO E FINO A SETTEMBRE.
PER LE ALTRE AREE RIMASTE, E PER LE QUALI NON CI SONO STATE RICHIESTE, L'AMMINISTRAZIONE COMUNALE STA DECIDENDO SE RIMETTERLE IN "DISPONIBILITA' '' CON UN NUOVO AVVISO PUBBLICO.
Nella foto lido di Amantea danneggiato dalla recentre mareggiata