
Il Consorzio di Bonifica ex Valle Lao ha un debito di oltre 8 milioni.
Ora interviene la politica.
Il Consigliere Regionale Mauro D’Acri ha incontrato i sindaci ed ha annunciato nuovi interventi
Ecco cosa ha affermato il Consigliere Regionale Mauro D’Acri, delegato del Presidente Oliverio per le politiche agricole, al termine di un incontro con i sindaci del Consorzio ex Valle Lao, che ha visto anche la partecipazione di rappresentanti di alcune organizzazioni sindacali e dei cittadini.
“Il Consorzio di Bonifica integrale dei Bacini del Tirreno Cosentino, noto come ex Valle Lao di Scalea, si trova in una situazione particolarmente difficile, ma è bene ricordare come la sua condizione attuale sia la diretta e pesantissima conseguenza di amministrazioni che, nei decenni passati, sono state in grado di causare un disequilibrio gestionale ed economico di immani proporzioni”.
Come a dire : La colpa è di quelli di prima.
Poi ha proseguito : “Gli ultimi dati finanziari mostrano, ad esempio, come a fine 2017 l’ente consortile abbia registrato un disavanzo pari ad oltre un milione e mezzo di euro per un debito complessivo del Consorzio che supera gli 8 milioni e mezzo.
Il Consorzio di Bonifica integrale dei Bacini del Tirreno Cosentino è un caso limite, si tratta di un ente nel quale le storture del passato hanno raggiunto l’apice ma non c’è dubbio che quella dei Consorzi di Bonifica sia una materia ben più vasta e che va affrontata in un’ottica di insieme.
Senza considerare le quotidiane richieste di pignoramenti che aggravano ulteriormente una situazione già tragica.
Con un disavanzo consistente, 52 dipendenti ed una gestione annuale che supera il milione e quattrocentomila euro ci troviamo, insomma, di fronte ad un classico caso di insostenibilità.
I numeri, che hanno una loro drammatica evidenza, impongono a tutti coloro i quali hanno ruoli e funzioni in materia un surplus di responsabilità; ecco perché ho partecipato alla riunione chiesta e convocata dai sindaci dei Comuni che ricadono nel comprensorio consortile e procederemo alla nomina del nuovo Commissario.
Infine ha aggiunto: “ La strada che abbiamo tracciato prevede, infatti, l’indizione delle elezioni consortili e la predisposizione di un sostenibile piano industriale; nelle more di questo percorso, a testimonianza di un approccio che non potrebbe essere più rigoroso ed attento, sarà operativo e costante un tavolo tecnico che monitori la situazione complessiva del Consorzio e preveda la partecipazione di tutti i soggetti coinvolti”
Ovviamente si tratta di un tavolo miracoloso nei cui cassetti saranno trovati i milioni di euro necessari per sanare il bilancio del consorzio
Ove non funzionasse il tavolo tecnico proposto Consigliere Regionale Mauro D’Acri e dai suoi cassetti non uscissero i soldi necessari, saranno attivati i cassetti della giunta regionale.
Conclude D’Acri “Nello specifico è bene evidenziare, tuttavia, che la Regione – ed il Dipartimento Agricoltura in particolare – hanno fatto fino ad ora quanto nelle loro possibilità; l’approvazione dei Piani di Classifica, ad esempio, ha rappresentato e rappresenta uno strumento fondamentale ed insostituibile per regolamentare il contributo di bonifica ed il perimetro di contribuenza. Ecco perché sui Consorzi sono necessari un ragionamento complessivo, un’attenzione costante, il contributo di tutti, una collaborazione fattiva che impedisca il nascere di contrapposizioni che accendono gli animi e poco o nulla hanno a che fare con la soluzione concreta dei problemi”.
Insomma dopo il 4 marzo sarà trovata la miracolosa soluzione.
E tanti dipendenti comunali aspettano lo stesso miracolo politico.
Era già successo il 13 aprile 2017 quando sempre le Fiamme Gialle di Paola, nel cosentino, hanno trovato durante un controllo effettuato in un grosso esercizio commerciale della città, gli articoli vari tra cui anche numerosi articoli elettrici ed elettronici e giocattoli non a norma e senza marcatura di Conformità europea.
Questa la nota diramata dal Comando Provinciale della Guardia di Finanza di Cosenza
“Sequestrati dalla Guardia di Finanza di Paola oltre 246 mila prodotti privi di ogni etichetta, senza ogni avvertenza sulla pericolosità di alcuni materiali, con mancata precisazione della provenienza e delle indicazioni in lingua italiana, senza apposizione della marcatura CE o con marcatura non conforme.
Questo è quello che le Fiamme Gialle di Paola hanno trovato durante un controllo effettuato in un grosso esercizio commerciale della città, gestito da persone di origine cinese, finalizzato a prevenire la commercializzazione di prodotti nocivi o pericolosi per la salute.
Tra i prodotti sequestrati vi sono anche numerosi articoli di carnevale, elettrici ed elettronici non a norma, giocattoli privi di marcatura CE ovvero non conforme, senza istruzioni ed informazioni sulla sicurezza e correlate avvertenze in lingua italiana, sull’uso e sull’età minima degli utilizzatori, sulla eventuale nocività del prodotto e sui materiali utilizzati per il loro confezionamento, nonché articoli destinati all’uso scolastico e cosmetici privi delle normali informazioni sul contenuto e sulla sicurezza.
Il mancato rispetto degli obblighi imposti dalle leggi avrebbe potuto essere causa di effetti nocivi per i potenziali acquirenti, ignari delle informazioni minime che l’etichettatura di qualsiasi bene di consumo dovrebbe contenere.
In tutto i Finanzieri hanno proceduto al sequestro amministrativo di oltre 246.000 prodotti, in virtù del mancato rispetto delle norme contemplate dagli articoli 6, 7 e 9 del D.Lgs. n. 206/2005 (Codice del consumo), dal D.Lgs. n. 86/2016 e dalle Direttive comunitarie.
Il titolare del negozio in cui erano in vendita rischia ora una sanzione amministrativa fino a euro 60.000,00.
Continua l’azione delle Fiamme Gialle del Comando Provinciale di Cosenza, a tutela della salute dei consumatori e contro coloro che commercializzano prodotti violando la legge ed in sleale concorrenza, spuntando così un prezzo ridotto, a scapito di chi invece rispetta le regole.
La Corte di assise di Cosenza ha condannato alla pena di reclusione di 30 anni Paolo di Profio.
Il massimo per gli imputati che si avvalgono del rito abbreviato
La Corte di assise di Cosenza non ha riconosciuto le attenuanti generiche
proposte dalla difesa e al contrario ha ritenuto sussistenti le aggravanti della crudeltà e della premeditazione avanzate nel corso della discussione dal pubblico ministero Maria Francesca Cerchiara e dagli avvocati di parte civile Franz Caruso e Mimmo Bruno.
Di Profio ha ucciso Annalisa Giordanelli medico condotto di Cetraro e cognata colpendola con un piede di porco alla testa.
La donna stava facendo jogging sul lungomare della città tirrenica quando è stata raggiunta da Paolo di Profio.
Le ragioni dell’efferato delitto sono da ricercare nei rapporti familiari
La dottoressa , infatti, sembra avesse condiviso la scelta di sua sorella nel voler divorziare dal marito.
Questa condivisione non è stata affatto gradita da Di Profio.
Di Profio già nell’immediatezza dei fatti aveva confessato l’omicidio.
Nell’ultima settimana il presidente della Corte Giovani Garofalo con a lato Francesca De Vuono e la giuria popolare hanno ascoltato le arringhe della difesa dell’imputato gli avvocati Sabrina Mannarino e Giuseppe Fonte, dopo aver ascoltato le parti civili e l’accusa che in requisitoria aveva chiesto proprio il massimo della pena.