
La vicenda del mare giallo di Paola diventa sempre più incredibile.
Le abbiamo sentite tutte.
Una versione diceva che si trattava di una colorazione figlia di una fioritura algale.
Una ipotesi molto difficile da accettare.
Una seconda versione che si trattava dello sversamento in una zona localizzata del mare di Paola di pittura gialla.
Una ipotesi, questa, credibile sia per il fortissimo colore giallo che per la ridotta localizzazione.
Ora esce una terza versione.
Questo è quanto pubblicato dall’Arpacal:
"Chiazze giallastre sul litorale di Paola: e' polline di conifere.
L’esame microscopico eseguito sui campioni di acqua prelevata dalla Guardia Costiera sabato mattina a Paola, avvisata da numerose segnalazioni di cittadini presenti sul litorale, hanno dato esito negativo per ciò che riguarda i due parametri microbiologici che si misurano in occasione del monitoraggio della balneabilità delle coste. (Enterococchi intestinali ed Escherichia coli).
Nei campioni, però, è stata riscontrata “un’elevata quantità di polline di Conifere, famiglia delle Pinacee”.
Lo dichiara a conclusione delle analisi il Dipartimento provinciale di Cosenza dell’Arpacal (Agenzia regionale per la protezione dell’ambiente della Calabria) che proprio sabato mattina era stato allertato dalla Capitaneria di Porto per la presenza di una vasta chiazza di colore giallastro che galleggiava sul litorale di Paola”.
Le immagini del video non mostrano “chiazze giallastre”. Affatto. Semmai una sola macchia di un giallo intenso.
Ma il personale dell’agenzia non era presente a Paola donde la descrizione “confusa”
Una domanda ce la permetteranno, però!
Posto che il polline delle conifere sia davvero il responsabile della colorazione violentemente gialla del mare come c’era finito, e tutto insieme, questo polline in un unico posto del mare paolano?
Lui era già stato allontanato dal tetto coniugale dalla moglie.
Una storia, la loro, che non funzionava più.
Lei era stanca e tormentata dalle continue minacce e dai continui comportamenti violenti del marito nei suoi confronti.
La donna, proprio a causa del verificarsi dei primi episodi di violenza, aveva deciso di separarsi dal marito, decisione non accettata da quest’ultimo il quale ha reiterato i comportamenti in un escalation di violenza sempre maggiore.
Le violenze si sarebbero manifestate con una serie di lesioni personali procurate alla donna, minacce di morte e addirittura in un caso con un coltello da cucina puntato alla gola.
Tutti comportamenti che, oltre la moglie, avrebbe visto coinvolti anche i figli minorenni, vittime dei soprusi dell’uomo.
L’ultimo episodio si è verificato circa una settimana fa quando l’indagato, approfittando dell’assenza da casa della moglie, si è fatto trovare all’interno dell’abitazione.
Al rientro della donna l'avrebbe ancora minacciata: si sarebbe vendicato nel caso avesse proseguito con l'interruzione della convivenza coniugale.
La donna ha così raccontato il proprio dramma familiare ai carabinieri della Stazione di Diamante.
Con il coordinamento del comandante della compagnia di Scalea, Tenente Daniele Nardone, e della Procura della Repubblica di Paola, ha permesso al Gip di emettere l’ordinanza di misura coercitiva ai danni dell’uomo.
L’ uomo è un incensurato, originario di Diamante
E così il Gip del Tribunale del centro paolano ha emesso l’ordinanza di misura cautelare nei confronti del 53enne.
L’uomo è stato così tratto in arresto e tradotto presso la Casa Circondariale di Paola.
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Dice Franco Iacucci: «la Provincia “Casa dei Comuni” non è uno slogan, ma una scelta politica.
Nonostante le scarse competenze dell’Ente dopo la Riforma Delrio, questo Ente può e deve svolgere un ruolo politico e di vicinanza con le Amministrazioni locali».
E la riprova sarebbe nella decisione del Consiglio Provinciale dello stanziamento : “di mille euro per ogni chilometro di costa ricadente in ogni singolo Comune colpito dalla calamità”
E di più, la Provincia esonera dal pagamento della TEFA (pari al 5%) le attività ricadenti su ogni lungomare!
Non è dato sapere se solo quelle che hanno subito danni od anche tutte le altre.
Hanno preso la parola gli Amministratori dei Comuni di Cetraro, Acquappesa, Scalea, Tortora, Amantea, Longobardi, Belmonte e Diamante.
La discussione è stata appassionata e partecipata.
Fra gli ospiti in aula il Responsabile della Protezione Civile regionale Carlo Tanzi, che si è detto preoccupato dell’abusivismo edilizio presente sulle coste.
Sempre Carlo Tanzi ha aggiunto che : «gli abusivismi sull’alveo dei fiumi occupano e restringono le fiumare e c’è uno stretto rapporto fra il restringimento dei corsi d’acqua e l’arretramento delle spiagge».
Mah!
Strano che un esperto tecnico come Tanzi non abbia pensato che l’arretramento delle spiagge dipende soprattutto dal mancato apporto alle stessa del materiale litoide e che questo dipende, da un lato, dalla minore piovosità che riduce la entità delle piene e, dall’altro, dalle dighe trasversali che creano salti e riducono la forza di trascinamento delle piene.
Ed infine la provincia si scopre evidenziando che l’Ente può svolgere un importante ruolo di interfaccia dei Sindaci con la Regione e il Governo, mettendo a disposizione competenze e professionalità che i piccoli e medi Comuni non hanno».
Ed inoltre chiedendo di far parte del costituendo Tavolo Tecnico presso la Regione Calabria.
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