
Le indagini della Procura di Paola riguardano raccolta rifiuti, servizio di assistenza scolastica per disabili, tributi e mense scolastiche. Coinvolti un amministratore pubblico e due imprenditori
Tre persone sono state arrestate dalla Guardia di Finanza di Scalea nell’ambito di un’indagine su gare d’appalto in alcuni Comuni della provincia di Cosenza.
L’inchiesta della Procura di Paola riguarda un pubblico amministratore e due imprenditori, implicati nella gestione di diversi appalti pubblici a Buonvicino, Maierà e altri centri dell’alto Tirreno cosentino, per la raccolta dei rifiuti, il servizio assistenza scolastica per persone diversamente abili, il servizio di supporto dell’Ufficio Tributi, le mense scolastiche.
Nei provvedimenti cautelari, emessi dal gip di Paola, Rosamaria Mesiti, su richiesta del procuratore Pierpaolo Bruni e dei sostituti Antonio Lepre e Teresa Valeria Grieco, vengono contestati i reati di corruzione e turbativa d’asta.
Sono state eseguite varie perquisizioni presso vari Comuni e altri enti nella provincia di Cosenza. Alle ore 10.30 si terrà una conferenza stampa nei locali della Procura di Paola.
COSENZA 2 luglio 2018 – I militari della Stazione Carabinieri Forestale di Orsomarso hanno denunciato alla Procura della Repubblica di Paolo, un uomo di Praia a Mare per il reato di incendio colposo.
I militari nei giorni scorsi, unitamente ad una pattuglia della Polizia Locale di Praia a Mare, sono intervenuti in Via Gavoni di Praia a Mare per una segnalazione di incendio di vegetazione. Incendio che ha interessato una superficie incolta, un cumulo di rifiuti di vario genere e una carcassa di autovettura.
Il cattivo odore e il fumo intenso sprigionato dall’incendio ha destato parecchia preoccupazione nei residenti della zona che hanno chiamato i soccorsi.
Sul posto era presente anche il proprietario del terreno intento a spegnere alcuni focolai. Dall’Attività di indagine espletata mediante l ‘applicazione del MEF (Metodo delle Evidenze Fisiche) , che consente di ricostruire l’evoluzione del fuoco attraverso i segni e le tracce che lo stesso rilascia è stato individuato il punto di innesco del fuoco ubicato a valle dell’area percorsa dalle fiamme.
Dall’attività d’indagine è emerso che la sera prima il proprietario del terreno interessato dall’incendio ha bruciato dei residui di pulitura di giardini e l’indomani mattina a causa del vento e delle temperature elevate le fiamme si sono propagate alla superficie sovrastante interessando anche i rifiuti e l’autovettura abbandonata.
Si è pertanto denunciato all’Autorità Giudiziaria per il reato di Incendio colposo di vegetazione non boschiva e getto pericoloso di cose il proprietario del terreno ed elevato allo stesso una sanzione amministrativa di euro 2000 per il deposito incontrollato di rifiuti e l’abbandono dell’autovettura.
I ladri di presente e di futuro, approfittando della inerzia se non della ignavia degli organi di vigilanza anziché smaltire come per legge trovano comodo sversare a mare i liquami ed i rifiuti di produzione.
Ne parla, per fortuna, almeno, Legambiente.
Secondo gli ambientalisti qualcuno avrebbe approfittato del maltempo dei giorni scorsi per smaltire illecitamente i fanghi dei depuratori.
Legambiente Calabria segnala la «situazione deprecabile che riguarda il mare di Paola che nei giorni scorsi, a seguito delle giornate di pioggia, si è presentato sporco con evidenti e presumibili sversamenti di fanghi di depurazione».
Lo si legge in un comunicato.
«Probabilmente – scrive Legambiente – si è davanti ad un illecito e se è tale ne va accertata la responsabilità per la sua gravità e vanno puniti quanti si sono resi rei di tale atto criminale, in quanto non è ammissibile continuare a guardare ed essere inerti ed inermi innanzi a tali scempi e devastazioni.
Sembrerebbe infatti che approfittando del maltempo i fanghi dei depuratori non vengano smaltiti correttamente, ma semplicemente buttati a mare».
Per tale motivo Legambiente Calabria chiede alle Capitanerie di Porto, alle Procure ed alle forze dell’ordine «di vigilare, controllare e reprimere questi illeciti, si chiede di lavorare anche sulla prevenzione facendo sentire una forte presenza sul territorio in modo che i “ladri di futuro” ci pensino bene prima di agire».
Il presidente regionale di Legambiente Calabria, Francesco Falcone, evidenzia come «sia inammissibile che taluni imprenditori-gestori degli impianti di depurazione, ladri di futuro, approfittando delle condizioni meteo, quali piogge e mareggiate, sversino i fanghi nel mare non smaltendoli correttamente ottenendo così sempre più profitti ed eliminando i costi di smaltimento dei fanghi di depurazione a danno della salute del mare e dei cittadini, con conseguenze anche sulla già fragile economia turistica e sull’immagine stessa della nostra terra».
Legambiente Calabria invita la Regione e i Comuni «affinché si attuino pochi e semplici accorgimenti nella gestione degli impianti depurativi: si eliminino dalle voci del capitolato d’appalto quelle inerenti allo smaltimento dei fanghi di depurazione in modo da evitare queste irregolarità vadano a discapito del bene comune e quelle inerenti alle spese energetiche.
Misure ed azioni a “costo zero” – scrive l’associazione – ma di oculatezza e di salvaguardia dell’interesse generale di una sana e buona amministrazione della cosa pubblica.
Noi crediamo lo si possa fare, ma agli inquinatori va dato un messaggio forte: non saranno impuniti e lo Stato controlla e reprime».
Ndr. Eppure sarebbe facilissimo reprimere questi reati!
Lo avevamo proposto diversi anni fa redigendo( insieme ad altri amanti del mare tirrenico calabrese ) di apporre panne galleggianti davanti ai fiumi ed immissione onde accertare quanto veniva scaricato nei fiumi.
Ma chiunque ha visto il progetto anziché sposarlo ne ha avuto paura!
Ed i ladri di futuro continueranno a rubarlo alla nostra terra, ai nostri figli e nipoti.