
Mi riferisco a quel tipo di politica che, soprattutto in vista delle elezioni, scientemente, prende in giro i lavoratori al fine di accaparrarsene i voti .
E’ vero che in passato nello Stato, nelle regioni, nelle province, nelle comunità montane, nei consorzi e nei comuni hanno potuto fare di tutto ed assumere tantissimi dipendenti
Dovunque ce ne sono tanti che lavorano con dignità, impegno e professionalità, ma anche tanti che passano il tempo ieri leggendo i giornali , oggi girando sulla rete con i telefonino
Ma oggi che lo Stato sta fallendo, le regioni sono “mbraccio a maria”, le province in attesa di chiudere, le comunità montane già chiuse, i consorzi falliti e/o pronti a chiudere, i comuni in dissesto o pronti ad entrare in similari e terribili buchi neri, oggi dicevamo, non appare più possibile fare nuove assunzioni
E’ vero che la situazione economica delle famiglie è difficile ma altrettanto difficile è la situazione finanziaria degli enti pubblici.
Però scherzare con i lavoratori non è onesto, né bello, né serio.
Eppure sembra che lo si stia facendo.
Lo sta facendo il governatore Oliverio quando dice che” Il 31 dicembre 2017 circa 5mila lavoratori Lsu-Lpu calabresi hanno maturato 36 mesi continuativi di rapporto di lavoro, regolato da contratto, acquisendo così il diritto a poter avere un lavoro stabile.
Ciò è stato possibile grazie alla scelta che abbiamo compiuto, assieme ai sindaci ed agli amministratori locali, tre anni fa, quando ho assunto la responsabilità della guida della Regione. Ora bisogna andare avanti con coerenza e senza tentennamenti nella direzione intrapresa.
La stragrande maggioranza dei Comuni calabresi, ad oggi, ha già deliberato la proroga dei contratti per un altro anno condividendo assieme a noi la responsabilità di fare un ulteriore passo avanti in direzione della stabilizzazione dei lavoratori e della progressiva fuoriuscita dal precariato.
Il diritto ad un lavoro stabile, in particolare in una regione come la nostra segnata dal grave fenomeno della disoccupazione, richiede una forte iniziativa unitaria ed una chiara assunzione di responsabilità.
Ringrazio per questo i sindaci e gli amministratori locali che ancora una volta hanno dimostrato di essere uniti, in un impegno collettivo che coinvolge la quasi totalità dei Comuni calabresi, a difesa dei lavoratori e delle proprie comunità, anche al fine di garantire i servizi necessari altrimenti messi in discussione.
Il 2017 si è chiuso così con un importante atto di responsabilità, positivo e costruttivo delle Istituzioni.
Il futuro si costruisce passo dopo passo con atti concreti.
Buon 2018 con l'impegno, prima ancora che l'auspicio, a realizzare obiettivi di crescita economica e sociale ed opportunità di lavoro, in primo luogo, per i nostri giovani e le nostre ragazze”.
Il presidente della Giunta regionale sembra voler far credere ai 5000 lavoratori LSU/LPU che i sindaci possano , se non debbano, stabilizzarli.
Incredibile.
I “grillini” scrivono: “Piuttosto che rivolgere accorati appelli, per la proroga dei contratti in scadenza, ai Comuni non in grado di stabilizzare gli Lsu-Lpu, il governatore Mario Oliverio indichi con quali provvedimenti concreti si possano tutelare gli amministratori locali dal sicuro danno erariale che deriverebbe dalla riferita proroga.
Come avevamo già osservato, si è creata una situazione per cui la proroga di quegli specifici contratti comporta conseguenze personali per gli amministratori dei Comuni, questione su cui registriamo l'irresponsabile ostinazione di Oliverio, che non ha inteso attuare la soluzione indicata dal Movimento 5stelle, cioè il ritorno, previsto dalle norme vigenti, di quei lavoratori al rapporto originario con la Regione Calabria e la proroga delle convenzioni contemplata dalla Legge di Stabilità.
Siamo tutti d'accordo sul fatto che quei lavoratori debbano essere tutelati, ma questo deve avvenire con atti certi e non con promesse od intenzioni che sanno di puro annuncio, in assenza di strumenti normativi reali.
Pertanto Oliverio e tutto il Partito democratico si assumano la responsabilità di chiarire in che modo intendano assicurare la continuità lavorativa al personale interessato e la doverosa tranquillità agli amministratori degli enti locali, che non possono rischiare per errori, adesso manifesti, della maggioranza in parlamento”.
Ma anche il loro è un annuncio.
E non basta.
Un altro annuncio è quello del capogruppo di Ap Giovanni Arruzzolo quando chiede al Consiglio di discutere dei precari calabresi al fine di trovare una soluzione che riguarda 5mila famiglie.
Dice Arruzzolo, così palesemente smentendo Oliverio che sperava di trasferire la patata bollente ai sindaci, “Ho chiesto al presidente Nicola Irto, trovando piena disponibilità, la convocazione di una seduta ad hoc di consiglio regionale sui lavoratori socialmente utili e di pubblica utilità.
Una questione che coinvolgendo quasi cinquemila lavoratori calabresi, e diritti fondamentali che non possono essere disattesi, deve trovare risposte urgenti e adeguate dal governo regionale.
La stabilizzazione, che sembrava cosa fatta, passa dalla messa a punto di un piano occupazionale a fronte di un comportamento incerto dell'amministrazione regionale che non è stata in grado di approntare la necessaria strategia di sistema.
Dietro la legittimità delle loro posizioni e la dignità del lavoro che è propria di ogni persona - conclude Arruzzolo - c'è la consapevolezza dell'importanza dell'opera che da anni svolgono i precari Lsu-Lpu, rappresentando, nel tempo, una risorsa indispensabile per la Calabria per elevare la funzionalità dei nostri enti”.
Anche Arruzzolo ci sembra che scherzi dimenticando di dire che:
-che stabilizzare i precari Lsu-Lpu comunque presuppone che i comuni abbiano i fondi necessari.
-che stabilizzare i precari Lsu-Lpu comunque presuppone che i comuni abbiano posti vacanti in organico
-che se i comuni avessero avuto posti vacanti nel loro organico avrebbero potuto e dovuto coprirli assumendo nelle forme di legge a creare precariato.
Se la regione ha i mezzi economici li assuma, li paghi e li invii ai comuni per elevarne la funzionalità dei servizi con rispetto ai loro bisogni.
Se non li ha che non li illuda. E’ indegno!
E pensare che il 31 dicembre scorso si è tenuta una riunione di Sindaci e del Presidente dell’Anci Calabria per esaminare la detta problematica al quale hanno partecipato, tra gli altri, oltre che il Presidente dell’ANCI Calabria, Gianluca Callipo, i Sindaci di Campo Calabro, Calanna, Cittanova, Galatro, Giffone, Laganadi, Melicuccà, Melicucco, Molochio, San Ferdinando, San Giorgio Morgeto, Scido, Seminara, Rosarno, Samo e Varapodio, che hanno manifestato la volontà di continuare il percorso di stabilizzazione dei lavoratori LSU e LPU nei limiti stabiliti dalla vigente normativa.
Hanno, poi, richiamato quanto previsto dal Decreto Interministeriale dell’8 ottobre 2014, registrato alla Corte dei Conti il 6 novembre 2014 al foglio 5021 che, all’art. 2, comma 5, prevede che “Nell’ipotesi in cui l’ente pubblico non proceda all’assunzione a tempo indeterminato, i lavoratori interessati, alla scadenza del contratto di lavoro tempo determinato, rientrano nel bacino dei lavoratori impegnati in attività socialmente utili e di quelle di pubblica utilità”.
Al riguardo, hanno, inoltre, restituito la patata bollente alla regine esprimendo l’intendimento di richiedere alla Regione Calabria che le attività degli LSU e LPU vengano prorogate a partire dal 1° gennaio 2018 presso gli Enti utilizzatori nelle more di individuare un’adeguata soluzione per la stabilizzazione dei predetti lavoratori.
Hanno, infine, manifestato piena solidarietà nei confronti di tutti i lavoratori e delle loro famiglie in questo momento difficile del loro percorso lavorativo, auspicando che nel più breve tempo possibile si possano trovare le necessarie soluzioni per concretizzare le loro aspettative occupazionali.
E’ quello che ha dichiarato il dipendente del comune di Aprigliano
Ma aveva intascato 120mila euro del Comune.
Parliamo di Mario Chiodo, quarantenne dipendente del comune di Rota Greca e di Aprigliano, entrambi nella provincia di Cosenza accusato di truffa e peculato.
A denunciarlo il sindaco Piergiorgio Le Pera che ha portato alla caserma dei carabinieri un faldone con 24 mandati di pagamento.
A insospettire il sindaco è proprio la mole di pagamenti che sono stati effettuati nel periodo di lavoro nei confronti del funzionario.
I pagamenti non avevano – si legge nell’ordinanza – nessuna causale e i mandati di pagamento erano sottoscritti dallo stesso beneficiario.
Ad accodarsi a Le Pera c’è anche il revisore dei conti del Comune che, notate le irregolarità, ha portato i documenti al comando dei carabinieri.
Così con l’avvio delle indagini per Chiodo viene formalizzata l’accusa di truffa e peculato.
L’operazione eseguita dal comando stazione dei carabinieri di Aprigliano coordinati dalla Procura della Repubblica di Cosenza è stata molto lunga ed articolata vista la mole di documenti che sono stati esaminati per ricostruire le modalità con cui il dipendente pubblico avrebbe realizzato la sottrazione indebita di denaro pubblico.
Il meccanismo per realizzare la truffa, ricostruito dall’Arma dei carabinieri, si realizzava ponendo a fondamento un fittizio movimento di delibere comunali realmente esistenti; poi il dipendente effettuava verso i propri conti correnti, con cadenza mensile, bonifici di importo variabile, compresi tra 500 e 2.500 euro.
Il gruzzolo di soldi, prelevati da capitoli di bilancio che erano di volta in volta differenti, non potevano destare i sospetti degli organi deputati a vigilare sulle somme di denaro in entrata ed uscita dalla casse del comune, poiché celate tra migliaia di movimenti bancari.
Oltre al sequestro disposto dal giudice, l’amministrazione comunale di Aprigliano ha sospeso il funzionario, nel periodo di svolgimento delle indagini, in attesa di ulteriori provvedimenti da parte dell’autorità giudiziaria.
Il giudice delle indagini preliminari ha disposto il sequestro di una casa e di una macchina del funzionario che per valore sono equivalenti ai fondi che sarebbero stati illecitamente sottratti al solo Comune di Aprigliano: 121.158,41 euro.
Caro Dr. Bruni, da magistrato di pregevole carriera, è certamente a conoscenza che per sconfiggere la corruzione che si rintana nella pubblica amministrazione è importante il contributo di tutti i cittadini.
Lei pensi che una buona parte degli abitanti dell’Alto Tirreno cosentino, si
sentirebbero disposti a collaborare con le autorità di governo, solo quando, però, la Procura di Paola da Lei diretta iniziasse a dare dei segnali di contrasto in tale direzione.
Consideri però che, per anni, il livello di impunità è rimasto granitico ed elevato.
In questo quadro allarmante, quanti sarebbero disposti a denunciare?
Forse pochi, anzi quasi nessuno, constatato che da molti anni sull’Alto Tirreno cosentino le probabilità che un evento corruttivo trovi la giusta punizione sono pari allo zero.
Allora capirà perché nel nostro territorio ci sono così poche denunce
Probabilmente perché tutti temono le conseguenze del proprio gesto oppure lo ritengono inutile
E non hanno tutti i torti.
Una soluzione ci sarebbe e dovrebbero cercarla insieme, magistrati e cittadini: la soluzione sta anche in quei pochissimi articoli scritti da quei pochissimi giornalisti coraggiosi che denunciano gli eventi di corruttela che si nidificano nella pubblica amministrazione.
Lei, dr. Bruni, magistrato con la M maiuscola, dovrebbe lanciare un segnale forte, affinché quella parte di cittadinanza onesta trovi il coraggio, anche attraverso la forma dell’anonimato, cosi come riconosciuto dalle ultime norme dall’autorità anticorruzione, di denunciare quei disegni criminali architettati dalle menti perverse riconducibili a quei pochi stolti amministratori locali, coadiuvati da tecnici astuti e senza scrupoli, che danneggiano sistematicamente il tessuto economico di una parte della Calabria che potrebbe vivere delle proprie risorse e delle proprie bellezze paesaggistiche, solo se si ristabilisse il principio della onestà amministrativa.
Lei, dr. Bruni è stato nominato da pochi mesi alla guida della Procura di Paola, ma quello che legge adesso non è certo il primo lamento che Le giunge da questo lembo di terra e devo riconoscere che oggi i traffichini che legiferano buona parte dei nostri comuni, la temono e questo è un buon segno.
Le confesso, dr. Bruni, che spesso mi capita di leggere, come capiterà anche a Lei, articoli che richiamano le condotte degli amministratori comunali che: agiscono indisturbati, sfidando la legge nell’affidarsi appalti milionari, riconducono con le solite trame di Penelope gli incarichi a familiari e affini, favoriscono gli affidamenti alle cooperative di amici e amministratori dello stesso ente
Una vergogna senza fine, uno stillicidio di reati amministrativi perpetrati senza nessun diniego giudiziario e con un’arroganza e una presunzione senza eguali.
Ad oggi, l’unica opposizione al sistema dei malandrini, è rappresentata da qualche giornale – tra i quali “Iacchitè” – che non lesina pagine e pubblicazioni di articoli ingombranti, che potrebbero suscitare l’orticaria a qualche amministratore che indossa un colletto bianco, sporco di malaffare e corruzione.
Di recente, ho letto un articolo riguardante l’affidamento di un incarico di natura tecnica in favore di una dottoressa in chimica farmaceutica, la quale risulterebbe, secondo l’articolo, amministratore unico della società unipersonale senza che nella stessa compagine societaria figurassero soci con qualifiche tecniche e professionali.
Come dire: un medico, con tutto il rispetto per la categoria, istituisce una società e si aggiudica gli incarichi per la costruzione di un ponte
Certamente non mi sentirei sicuro di attraversarlo, considerato che il progetto o la relazione potrebbero essere firmate da un qualsiasi professionista o tecnico dietro il pagamento di una ingente somma di denaro, visto e considerato che oggi tutti sono disposti a vendersi per un pugno di euro.
Lei, dr. Bruni, è a conoscenza dei fatti, non voglio assolutamente pensare che un magistrato del suo Rango non si sia fatto un’idea sui quei pochi amministratori imbroglioni e traffichini che amministrano con fare spregevole e irrispettoso della giustizia.
Indossi per un solo istante i panni di un cittadino che non riesce ad arrivare a fine mese, suda sette camicie per garantire i pasti giornalieri ai propri figli ed è costretto ad osservare questo scempio: cooperative legate ad amministratori locali e rappresentate da membri della stessa famiglia aggiudicarsi appalti per svariate migliaia di euro; imprese edili legate a sindaci ed amministratori locali aggiudicarsi appalti per centinaia di migliaia di euro ricadenti nella stazione unica appaltante della stessa area amministrativa; professionisti che gravitano nell’utero della fertilità costante che si pongono sempre sull’ ovocito che feconda migliaia di euro in favore degli stessi tecnici legati dal cordone ombelicale ai soliti amministratori truffaldini e privi di scrupoli; amministratori comunali che, nel corso degli anni, si sono succeduti alla guida dei comuni e li hanno manovrati al fine di frodare soldi pubblici per costruire edifici commerciali in contemporanea con i lavori pubblici che si realizzavano nel comune dove amministravano
E poi, caro dr. Bruni, c’è la cupola delle imprese edili, brave a creare un cartello simile a quello colombiano per la droga. Sono stati bravi a creare un apparato di imprese edili legate ai soliti amministratori locali, basta che Lei dia un’occhiata alle gare di appalto degli ultimi 8 anni gestite sull’Alto Tirreno cosentino e riscontrerà che il 90% dei lavori sono stati indirizzati, con il metodo dell’appalto pilotato dai tecnici compiacenti, verso le stesse imprese.
Esempio: l’impresa “X” prende il lavoro “a” nel comune di Grisolia, l’impresa “Y” nel comune di aieta, l’impresa “Z” in quello di Santa Domenica Talao, l’impresa “W” a Maierà e cosi via, senza dilungarci più altrimenti la la nausea aumenterebbe a dismisura.
Come potrà verificare, sono, per la maggior parte, tutte riconducibili alla stessa associazione di prenditori legati ad amministratori locali e affini familiari, creata con lo scopo di far ruotare i lavori alle ditte che avallano il patto criminoso.
Nell’augurarLe Buone Feste, La invito a riflettere e di conseguenza adottare misure per ripulire tutto il marciume che si annida nella pubblica amministrazione così da spazzare le sacche putrefatte zeppe di malaffare e corruzione.
Lettera firmata (il nome lo faremo solo al dr. Bruni ovviamente)
Da Iacchitè 20 dicembre 2017