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Redazione TirrenoNews

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C’era anche un Italiano.

Gestivano una rete della droga: per questo tredici centrafricani richiedenti asilo e un italiano sono stati arrestati dalla polizia di Trento per traffico di stupefacenti.

L'operazione ha portato alla luce un vasto traffico di droga tra Trento, Verona, Vicenza e Ferrara, gestito dall'organizzazione i cui appartenenti erano giunti in Italia come richiedenti asilo.

Gli spacciatori, per evitare i controlli della polizia, comunicavano tramite Whatsapp ed avevano costituito una rete di cui facevano parte anche italiani tossicodipendenti e donne incinte con al seguito i figli.

Le indagini avevano già portato all'arresto di altri 16 nigeriani e all'esecuzione di diverse perquisizioni e divieti di dimora nelle province di Trento, Verona e Ferrara.

L'organizzazione criminale si era assicurata quasi completamente il controllo dello smercio delle sostanze stupefacenti nelle zone più importanti.

E inoltre, utilizzava quali spacciatori anche gli stessi tossicodipendenti, che, grazie alle loro conoscenze, potevano consegnare la merce agli «amici» in luoghi diversi da quelli soggetti al controllo della polizia.

Nel corso del blitz sono stati sequestrati circa sette chili di marijuana, 600 grammi di eroina, diverse decine di grammi tra cocaina ed hashish e circa un litro di metadone, nonché diverse migliaia di euro.

Nove arresti (6 in carcere e tre ai domiliari) per il nuovo stadio della Roma a Tor Di Valle.

 

 

 

 

 

Tra le persone arrestate ci sono anche l'imprenditore Luca Parnasi (in carcere),il vicepresidente del Consiglio Regionale, Adriano Palozzi (Fi) e il presidente dell'Acea Luca Lanzalone (ai domiciliari) che ha seguito, in veste di avvocato per il Comune, il dossier sulla struttura.

Dalle prime luci dell’alba, i carabinieri del Nucleo investigativo del Comando provinciale di Roma stanno dando esecuzione alla misura cautelare emessa dal gip di Roma nell’ambito dell’indagine coordinata dalla procura della Repubblica capitolina, su un’associazione per delinquere finalizzata alla commissione di condotte corruttive e di una serie indeterminata di delitti contro la pubblica amministrazione, nell’ambito delle procedure connesse alla realizzazione del nuovo stadio della Roma.

La Zia muore. Il nipote la tiene in casa. di Francesco Gagliardi

Mercoledì, 13 Giugno 2018 08:36 Pubblicato in Italia

Una triste storia di povertà tutta Italiana.

“Quello che sto per raccontarvi è davvero accaduto in Piemonte, ad Asti in Piazza Statuto, centro storico, dove c’erano una volta tanti palazzi signorili.

E’ una triste e macabra storia che evidenzia le grandissime difficoltà in cui versano alcuni cittadini italiani, dove non ci si può permettere neppure di seppellire i propri cari per mancanza di soldi.

Una anziana donna, nonna Luigina,di oltre 90 anni che viveva con un nipote muore, ma questi la tiene per oltre sei mesi in casa perché non ha i soldi per pagare il suo funerale.

Hanno trovato il corpo della signora anziana adagiato sul letto in avanzato stato di decomposizione gli Ufficiali Giudiziari i quali si erano recati nell’abitazione per notificare uno sfratto.

Una prima notifica era già avvenuta nel maggio scorso ma nessuno si era accorto che in quella casa potesse esserci un corpo in decomposizione.

E’ stato il nipote questa volta ad avvertire gli Ufficiali che in quella casa c’era la zia morta.

Ora è stato denunciato dai Carabinieri per occultamento di cadavere mentre il Comune si sta dando da fare per dare una degna sepoltura alla anziana signora.

In questi casi intervengono sempre le istituzioni quando i parenti non sono in grado di pagare il funerale..

C’è da dire, però, che il nipote aveva denunciato regolarmente la morte della zia, avvenuta lo scorso gennaio, solo che per mancanza di soldi per poter pagare le spese funerarie se le è tenuta in casa distesa nel suo letto.

Nessuno se ne era accorto fino ad oggi, anche perché l’abitazione era all’ultimo piano e il nipote ha sempre tenuto le finestre aperte anche d’inverno e i condomini non hanno sentito nessun cattivo odore.

C’è da dire che quando la signora nel mese di gennaio si è sentita male il nipote ha chiamato i medici del 118.

Quando sono arrivati la zia era già morta e hanno regolarmente accertata la sua morte e poi regolarmente segnalata all’anagrafe del Comune di Asti e quindi all’Inps.

Il nipote, dunque, non ha occultato il suo cadavere, come spesso avviene, per intascare la pensione”.

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