
Redazione TirrenoNews
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Ma se il pedone è costretto ad usare la carreggiata e si infortuna di chi è la colpa?
Venerdì, 15 Giugno 2018 10:29 Pubblicato in CronacaMa i marciapiedi non dovrebbero restare sempre liberi?
Un nostro lettore, e non è la prima volta, ci segnala la perdurante occupazione del marciapiede di Via Vittorio Emanuele che si vede nella foto.
Una occupazione che costringe i fruitori a scendere sulla carreggiata dove tra l’altro possono esserci auto in sosta.
Chiuso il marciapiede, cioè, non viene creato un percorso alternativo garantito per i pedoni.
E quando ci sono le auto i pedoni rischiano sul serio.
Tanto più se sono mamme con le carrozzelle.
Eppure come si nota si tratta di uno dei marciapiedi più ampi della città, così che ben si potrebbe chiuderne una parte ma lasciando la restante alla libera fruizione da parte dei pedoni garantendone la sicurezza.
E non solo.
Il nostro lettore segnala anche che l’area stessa è diventata ricettacolo di “tutto”.
Abbiamo già segnalato la vicenda ma inutilmente.
Come tante altre cose.
Segno evidente questo che o i nostri articoli non sono letto da chi di dovere( eppure si tratta di problemi reali e seri) o non interessa che a pochi avere una città civile.
Spesso ci poniamo la domanda su che cosa succederebbe se chi è costretto a usare la carreggiata subisse danni.
Qualcuno sarebbe chiamato a risponderne?.
Ma quando?.
Ad Amantea, normalmente, la colpa non esiste.
O se esiste comunque non è di nessuno.
E se proprio è di qualcuno si tratta di una colpa lieve.
E poi che c’entro io?.
E’ un fatto vecchio, una abitudine sociale, diffusa, accettata, quindi possibile.
E poi non c’è nessuna norma che vieta ai pedoni di circolare sulla carreggiata.
Eh, no! Siamo noi che non conosciamo il codice della strada, e se lo conosciamo ce lo dimentichiamo o vogliamo dimenticarcelo .
Ecco cosa dice l’art 190 del Cds che prevede anche una sanzione.
Già una sanzione ad una impossibile contravvenzione.
Perché impossibile?.
Semplice, perché posto che mai venga fatta una contravvenzione il cittadino immediatamente denuncerebbe il comune e giù di li:
Art. 190. Comportamento dei pedoni.
1. I pedoni devono circolare sui marciapiedi, sulle banchine, sui viali e sugli altri spazi per essi predisposti; qualora questi manchino, siano ingombri, interrotti o insufficienti, devono circolare sul margine della carreggiata opposto al senso di marcia dei veicoli in modo da causare il minimo intralcio possibile alla circolazione. Fuori dei centri abitati i pedoni hanno l'obbligo di circolare in senso opposto a quello di marcia dei veicoli sulle carreggiate a due sensi di marcia e sul margine destro rispetto alla direzione di marcia dei veicoli quando si tratti di carreggiata a senso unico di circolazione. Da mezz'ora dopo il tramonto del sole a mezz'ora prima del suo sorgere, ai pedoni che circolano sulla carreggiata di strade esterne ai centri abitati, prive di illuminazione pubblica, è fatto obbligo di marciare su unica fila.
2. I pedoni, per attraversare la carreggiata, devono servirsi degli attraversamenti pedonali, dei sottopassaggi e dei sovrapassaggi. Quando questi non esistono, o distano più di cento metri dal punto di attraversamento, i pedoni possono attraversare la carreggiata solo in senso perpendicolare, con l'attenzione necessaria ad evitare situazioni di pericolo per sé o per altri.
3. È vietato ai pedoni attraversare diagonalmente le intersezioni; è inoltre vietato attraversare le piazze e i larghi al di fuori degli attraversamenti pedonali, qualora esistano, anche se sono a distanza superiore a quella indicata nel comma 2.
4. È vietato ai pedoni sostare o indugiare sulla carreggiata, salvo i casi di necessità; è, altresì, vietato, sostando in gruppo sui marciapiedi, sulle banchine o presso gli attraversamenti pedonali, causare intralcio al transito normale degli altri pedoni.
5. I pedoni che si accingono ad attraversare la carreggiata in zona sprovvista di attraversamenti pedonali devono dare la precedenza ai conducenti.
6. È vietato ai pedoni effettuare l'attraversamento stradale passando anteriormente agli autobus, filoveicoli e tram in sosta alle fermate.
7. Le macchine per uso di bambini o di persone invalide, anche se asservite da motore, con le limitazioni di cui all'articolo 46, possono circolare sulle parti della strada riservate ai pedoni, secondo le modalità stabilite dagli enti proprietari delle strade ai sensi degli articoli 6 e 7. (1)
8. La circolazione mediante tavole, pattini od altri acceleratori di andatura è vietata sulla carreggiata delle strade.
9. È vietato effettuare sulle carreggiate giochi, allenamenti e manifestazioni sportive non autorizzate. Sugli spazi riservati ai pedoni è vietato usare tavole, pattini od altri acceleratori di andatura che possano creare situazioni di pericolo per gli altri utenti.
10. Chiunque viola le disposizioni del presente articolo è soggetto alla sanzione amministrativa del pagamento di una somma da euro 25 a euro 99.
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Alunno bocciato, Professore pestato di Francesco Gagliardi
Venerdì, 15 Giugno 2018 09:49 Pubblicato in ItaliaAncora una volta ci dobbiamo occupare di un atto di violenza commesso ai danni di un Professore avvenuto in una scuola di Roma e precisamente nell’Istituto Tecnico Industriale di Via Teano.
Il Professore, giovanissimo di appena 24 anni, è stato aggredito dal padre di un alunno quando ha saputo che il figlio era stato bocciato.
Apriti cielo!
Si è scagliato contro il Preside dell’Istituto e contro gli altri insegnanti presenti insultandoli pesantemente.
Il giovane Professore, alla sua prima esperienza lavorativa, è intervenuto prontamente cercando di difendere e proteggere il proprio dirigente scolastico.
A questo punto il padre del ragazzo bocciato ha sferrato un pugno in pieno volto all’insegnante facendolo cadere per terra.
L’aggressore, non ancora soddisfatto, ha continuato ad infierire sulla vittima con calci e pugni.
Sono state subito avvertite le forze dell’ordine ed è stata chiamata finanche un’ambulanza che ha portato il malcapitato Professore all’ospedale per essere visitato e medicato per le ferite riportate.
E’ stato ricoverato per un trauma cranico e per un principio di soffocamento.
Infatti nella colluttazione il padre del ragazzo bocciato oltre a calci e pugni ha cercato di strangolarlo.
Questo è l’ennesimo caso di violenza nelle scuole italiane e che purtroppo continuano a moltiplicarsi.
Sono lontani i tempi in cui le istituzioni e i maestri e i professori venivano da tutti rispettati e riveriti e i nostri genitori ci educavano a farlo.
Se a scuola si commetteva qualche marachella o si mancava di rispetto verso i maestri a casa erano botte e punizioni.
A Roma il Professore finisce all’ospedale perché un alunno è stato bocciato ( e i genitori sapevano che il figlio non andava bene a scuola perché durante l’anno scolastico erano stati varie volte informati), a Padova per un brutto voto, a Siracusa per aver rimproverato un alunno.
E potrei continuare a lungo, tanti sono i casi di violenza commessi ai danni dei maestri e dei professori colpevoli perché fanno il loro dovere.
Oggi,purtroppo, queste scene sono all’ordine del giorno, anche se non sempre così violente.
Così facendo, però, i genitori danno una visione distorta del mondo ai propri figli.
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Ragazza muore di crepacuore a soli 26 anni Di Francesco Gagliardi
Venerdì, 15 Giugno 2018 09:34 Pubblicato in ItaliaOggi, amici carissimi di Tirreno News, vi voglio raccontare di una triste storia, di un dramma sconvolgente che ha lasciato nel dolore e nella tristezza l’intera cittadina di Legnano.
Una bellissima ragazza di appena 26 anni si è lasciata morire dal dolore dopo aver perso tutte e due i genitori in pochissimo tempo colpiti da un male incurabile.
A poco a poco è stata consumata. E’ morta di crepacuore. Triste destino il suo.
Morire a soli 26 anni quando aveva una intera vita davanti e le incominciava sorridere.
E così lei non ce l’ha fatta, non ha resistito al grande dolore e li ha seguiti a ruota.
Silenziosamente se ne è andata Alice, così si chiamava questa ragazza solare.
Non ha dato fastidio a nessuno.
L’hanno trovata senza vita l’altro giorno nel suo appartamento di Legnano.
Fino ad alcuni anni fa era una famiglia felice, unita, conosciuta e benvoluta da tutti.
Poi, un destino crudele, dopo un lungo calvario e sofferenze indicibili, ha portato via il padre della ragazza.
Nel frattempo, però, la giovane si era laureata lo scorso luglio all’Università di Verona.
Però la morte del padre che amava ed adorava tanto, tanto è vero che fece tatuare il nome papà sulle sue braccia, le aveva procurato tanto dolore e sofferenza sia fisica che psicologica.
A dicembre dello scorso anno arriva un’altra mazzata.
Un’altra tragedia si è abbattuta sulla sua famiglia. Anche la mamma, falcidiata dal cancro, se ne è andata a soli 49 anni.
Anche la giovane mamma era molto conosciuta ed apprezzata in città.
Per Alice è stata un’ulteriore tragedia.
Ha reagito, ha lottato, però alla fine si è dovuta arrendere anche lei.
Rimasta sola non ce l’ha più fatta a vivere. In pochissimo tempo aveva perso gli affetti più cari al mondo.
Le erano rimasti solamente gli amici e le amiche che le volevano un gran bene e che erano rimasti sempre a lei vicini.
Però il dolore per la perdita della mamma, colpita dallo stesso male del padre, è risultato questa volta insopportabile e così a soli 26 anni, questa ragazza bellissima e solare, è volata in cielo accompagnata dagli Angeli e dai Santi dove certamente i suoi genitori la stavano aspettando e così li ha potuti abbracciare ancora una volta e per sempre.
Della sua dipartita se ne sono accorti i suoi amici i quali non ricevendo risposte alle varie telefonate hanno dato l’allarme.
Sono stati i Vigili del Fuoco che hanno dovuto abbattere la porta del suo appartamento ad arrivare per primi.
L’hanno trovata distesa sul suo lettino senza vita. Il medico legale così ha scritto: morte naturale.
Sì, amici, Alice è morta di crepacuore. E’, purtroppo, una morte naturale.
Su Facebook rimbalzano tanti messaggi di saluto:- Finalmente potrai riabbracciare i tuoi genitori.- Ciao, Alice, ti accompagnino i Santi e gli Angeli nella Santa Gerusalemme.
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