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Al suo posto il 27 marzo entrerà in Consiglio regionale Mario Magno, vicecoordinatore provinciale di Forza Italia a Catanzaro

Il Consiglio dei ministri ha sospeso e “congelato” dalla carica di consigliere regionale, Nazzareno Salerno (Forza Italia), di Serra San Bruno,

 

arrestato il 2 febbraio scorso nell’ambito dell’inchiesta denominata “Robin Hood” con l’accusa di truffa e di essersi appropriato di parte dei fondi destinati al Credito sociale.

Il politico vibonese, uno dei principali protagonisti dell'operazione con cui sarebbero stati distratti i fondi destinati al Credito sociale, è stato sospeso dal Consiglio dei ministri l'1 marzo scorso, con effetto a decorrere dal 27 gennaio

Altre accuse riguardano il voto di scambio ed una tangente da 230mila euro. Il 27 marzo verrà così sostituito in Consiglio regionale da Mario Magno, vice coordinatore provinciale di Forza Italia a Catanzaro.

La sospensione – secondo quanto prevede l'articolo 8 del decreto legislativo 235 del 2012 – sarà efficace fin quando Salerno sarà sottoposto a misure di custodia cautelare.

Attualmente si trova in carcere, avendo il Tribunale del Riesame di Catanzaro rigettato l’istanza di scarcerazione avanzata dalla difesa.

Il Tribunale del riesame di Catanzaro ha rigettato l'istanza di scarcerazione presentata dall'ex assessore e confermato la detenzione in carcere.

Si tratta del secondo avvicendamento dalle elezioni del 2014.

Lo scorso 20 febbraio Wanda Ferro, al termine di un percorso giudiziario lungo più di due anni – con pronunce favorevoli del Tar e della Corte costituzionale, che ha abrogato la parte della legge elettorale che prevedeva l'esclusione del miglior candidato presidente perdente – è subentrata a Giuseppe Mangialavori.

Quest'ultimo si è già appellato al Consiglio di Stato affinché venga riconosciuto il suo diritto a sedere nel parlamentino calabrese al posto dello stesso Salerno.

L'udienza è già stata fissata per il prossimo 27 aprile.

Non sono da escludere, dunque, ulteriori staffette da qui al termine della legislatura.

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Operazione “Coast defense”, così è stata chiamata l’attività di vigilanza esercitata lungo la Costa degli Dei.

 

Questo il comunicato che ci è stato inviato:

“Prosegue incessante l’attività di controllo a tutela del demanio marittimo e dell’ambiente marino costiero, effettuata congiuntamente da parte dei militari della Guardia Costiera di Vibo Valentia della Stazione Navale della Guardia di Finanza di Vibo Valentia.

 

Nell’ambito dell’attività di vigilanza esperita lungo la Costa degli Dei, la pattuglia interforze ha accertato che, in località Grotticelle del Comune di Ricadi (VV) su un’area di proprietà privata di mq 1500 circa era in corso d’opera la realizzazione di un manufatto con struttura portante in laterizi, esternamente rivestito con perline in legno ed internamente con pannelli in cartongesso, lo stesso ancorato su una platea in cemento di circa mq. 27,00.

 

Nella predetta area confinante con il demanio marittimo, è stata altresì riscontrata la presenza di ulteriori manufatti prefabbricati adibiti a deposito, gazebo in legno, verricello per alaggio natanti, pedalò, canoe e lettini, presumibilmente utilizzati durante la stagione estiva.

L'area in questione, situata nella zona sottostante il noto faro di Capo Vaticano, risulta essere sottoposta a vincolo Paesaggistico Ambientale, S.I.C. (Sito di Interesse Comunitario) e rientrante nel P.A.I. (Piano di Assetto Idrogeologico) come area ad elevata pericolosità.

Al momento del controllo, effettuato dai militari della Guardia di Finanza e Guardia Costiera, erano evidenti i segni di deturpamento e alterazione delle bellezze naturali dei luoghi soggetti a vincoli mediante la realizzazione di terrazzamenti e sbancamenti del terreno.

Al fine di evitare che il reato venisse portato ad ulteriori conseguenze i militari, in coordinamento con la Procura della Repubblica di Vibo Valentia, hanno eseguito il sequestro preventivo dell’area di mq. 1500 circa e dei beni ivi presenti, rilevando la commissione dei reati di cui agli Artt. 55 del Codice della Navigazione - Artt. 31, 44, 94 e 95 del D.P.R. 380/2001 (Testo Unico sull’Edilizia) - Artt. 142, 146 e 181 del Decreto Legislativo n° 42/2004 (Sito di interesse paesaggistico in quanto territorio costiero compreso nella fascia di profondità di 300 metri dalla linea di battigia) - Art. 734 del Codice Penale (Deturpamento di bellezze naturali),

 

I beni posti sotto sequestro sono stati affidati al proprietario del terreno, che dai primi accertamenti risulterebbe estraneo ai fatti.

Continueranno, spiegano i Comandanti della Capitaneria di Porto di Vibo Valentia e della Stazione Navale della Guardia di Finanza di Vibo Valentia, le attività di verifica sul demanio marittimo da parte dei militari lungo il compartimento marittimo per prevenire/reprimere eventuali illeciti in danno all’erario e all’ambiente marino costiero.

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Il commerciante Zangari dopo l’ultimo interrogatorio crolla e confessa l’omicidio.

 

Giuseppe Zangari era compare d’anello della vittima.

E nella notte i carabinieri della Compagnia di Serra San Bruno hanno arrestato

 

Giuseppe Zangari, commerciante di 46 anni, di Spadola, che ha confessato l’omicidio dell’amico il commercialista Bruno Lacaria, di 52 anni.

 

Il cadavere è stato rinvenuto nei boschi del monte "Lacina" non distante da Vibo Valentia.

Il corpo era stato gettato in un dirupo.

Lacaria era scomparso lo scorso 8 febbraio.

Giuseppe Zangari, era stato l’ultimo ad aver incontrato Lacaria prima che scomparisse.

Il commerciante Zangari all’indomani della scomparsa di Lacaria era stato ricoverato, con prognosi riservata, nel Reparto antiveleni dell’ospedale di Locri dopo avere denunciato di essere stato costretto, sotto la minaccia di una pistola, ad ingerire del pesticida.

 

Un episodio che sin da subito non aveva convinto gli inquirenti.

Una versione di Zangari, secondo quanto emerso, messa in scena per sviare l’attenzione.

Ancora da capire le ragioni dell’omicidio.

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