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Ieri è stata portata via la Fiat Panda di don Piero Furci, parroco della “Sacra Famiglia” di Vibo e della chiesa di Triparni.

Sacerdote celebra la messa e nel frattempo gli rubano l’auto

Non si arrabbi don Piero Furci ma istintivamente ci è venuto in mente il detto “Parigi val bene una messa”

E lo abbiamo cambiato in “Una messa va bene una panda”

Ed abbiamo anche pensato che il ladro stava tranquillo perché ben sapeva che il parroco non poteva certo lasciare l’altare per salvare l’auto, intento, come era, semmai a salvare le anime

Il furto è avvenuto ieri intorno alle ore 19 mentre il sacerdote celebrava la messa.

L’auto – una Fiat Panda – era stata parcheggiata all’interno di una recinzione vicino al suo garage. Don Piero Furci è anche parroco della chiesa di Triparni e responsabile pastorale sociale e del lavoro.

Dopo il furto, il sacerdote ha presentato denuncia ai carabinieri che hanno avviato le indagini.

E mi raccomando non cominciate a pensare “Questa è la Calabria”

Due mesi fa, infatti in Piemonte,. nella chiesa parrocchiale di Castiglione Tinella, un ladro ha rubato il portafoglio, compreso il bancomat, ad un prete mentre diceva la messa!

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“Robin Hood” è quella inchiesta coordinata dalla Dda di Catanzaro che nel febbraio scorso ha portato in carcere l’ex assessore regionale al Lavoro, Nazzareno Salerno e Ortensio Marano, due dei principali indagati dell`inchiesta, entrambi sono accusati di essersi appropriati indebitamente dei fondi del Credito Sociale.

 

Nazzareno Salerno da ex assessore regionale al Lavoro avrebbe infatti favorito Marano e una sua società nella gestione dei fondi del Credito sociale in cambio del versamento di denaro a titolo di tangenti. 

 

Emanati nuovi avvisi di garanzia nell’ambito dell’inchiesta.

Si tratta di un troncone investigativo relativo alle assunzioni di Saverio Spasari e Damiano Zinnato, entrambi di Nicotera, in un progetto della Regione Calabria.

Indagini che già avevano portato a muovere delle specifiche contestazioni sia nei confronti di Damiano Zinnato, (cognato del boss Luigi Mancuso di Limbadi), sia nei confronti di Saverio Spasari di Nicotera in merito alla loro inclusione in un progetto.

 

I nuovi indagati sono:

Michele Parise,

Patrizia Nicolazzo e

Maria Francesca Cosco,

componenti della commissione selezionatrice di un progetto per il Dipartimento “Politiche sociali” della Regione Calabria e

Antonella Torchia,

Sonia Libico e

Eugenio Mercuri,

componenti della commissione per i progetti di verifica degli standard normativi delle strutture sanitarie calabresi.

Sono tutti accusati di aver abusato del loro ufficio per favorire determinati candidati a scapito di altri in concorso con Pasqualino Ruberto, ex guida della fondazione Calabria Etica (ente in house della Regione Calabria), dell’ex consigliere ed assessore regionale Nazzareno Salerno, dei vibonesi Claudio Isola, Damiano Zinnato (cognato del boss Luigi Mancuso di Limbadi), Vincenzo Spasari e del figlio Saverio Spasari, gli ultimi due di Nicotera.

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La ragazza ha subito un intervento nel reparto di Chirurgia pediatrica dell’ospedale “Pugliese” di Catanzaro a causa di una brutta infezione contratta dopo l’applicazione avvenuta in una nota gioielleria vibonese

È finita in ospedale, nel reparto di Chirurgia pediatrica dell’ospedale “Pugliese” di Catanzaro, dopo aver fatto un piercing all’orecchio in una nota gioielleria di Vibo Valentia.

Protagonista della disavventura una 15enne vibonese, residente a Vena di Ionadi, che, in seguito all’applicazione, ha contratto un’infezione che le ha corroso la cartilagine dell’orecchio.

La giovane si trova ricoverata da sabato scorso nel reparto ospedaliero catanzarese dove è stata sottoposta nei giorni scorsi ad un intervento chirurgico in anestesia totale per la rimozione della cartilagine corrosa e l’applicazione di un drenaggio.

L’intervento è perfettamente riuscito ma la ragazza dovrà ancora sottoporsi a chirurgia plastica per recuperare la parte danneggiata dall’infezione.

Prima del ricovero, per circa dieci giorni, la 15enne era stata visitata ambulatorialmente dai medici del presidio catanzarese, che, sabato mattina, hanno deciso di ricoverarla e di sottoporla all’intervento prima che l’infezione potesse espandersi causando problemi più gravi.

A denunciare il caso alla nostra testata, la madre della ragazza che evidenzia «la cortesia e professionalità da parte di tutto il personale, in particolare la gentilezza dei dottori Capillo, Centonze e del primario Salerno che si sono dimostrati da subito molto gentili, disponibili e sensibili con mia figlia.

Segnalo quanto accaduto a mia figlia - precisa - per evitare che il problema possa capitare a qualcun altro».

«La banalità di un semplice piercing all'orecchio poteva trasformarsi in tragedia - aggiunge la madre -. Per questo intendiamo sporgere denuncia per quanto mia figlia ha subito, anche perché il piercing è stato fatto ad una minorenne senza la presenza di un genitore.(daIlvibonese)

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