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La seduta è domani 3 dicembre 2013 ore 14.30.

Sarà sentito il dott. Bruno Zito Direttore Generale Dipartimento Tutela della Salute e si discuterà delle problematiche relative al Registro Tumori.

A seguiresaranno sentiti l’Associazione "1000 Firme" Africo (RC), l’ Associazione "Nausica" Reggio calabria, l’ Associazione "Calabria e Calabresi" Villa San Giovanni (RC), l’Associazione "LILT-Lega Italiana Lotta Tumori" (RC, Cz, Cs, Kr.,VV), l’Associazione "Nuvola Rossi" Villa San Giovanni, l’ Associazione "Franco Nisticò"(RC, KR,CZ,CS), l’Associazione "ANCADIC" Motta San Giovanni (RC), l’Associazione "Pro Loco Bagnara" Bagnara (RC), l’Associazione "Fabbrikando l'avvenire" Crotone, l’Associazione Lotta contro i tumori "Marisa Lavorato", il Comitato "Natale De Grazia" Amantea (CS), il Comitato Civico "Valle dell'Oliva" Aiello Calabro (CS), il Comitato per "le bonifiche dei terreni, fiumi e mari della Calabria", Praia a Mare (CS), il Comitato "La Piana di Gioia ci mette la faccia" Gioia Tauro (RC), il Comitato spontaneo contrada Aracri, Cinquefrondi (RC), il Comitato promotore "Articolo 32 Calabria",l’ Osservatorio per il diritto alla vita, Gioiosa Marina (RC), l’ AIL Reggio Calabria, l’AIRC Calabria, il Circolo Lega Ambiente Crotone

Anche loro discuteranno delle problematiche relative al registro tumori.

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Riceviamo e pubblichiamo:

“Parliamo di legalità” è il titolo dell’incontro che si è tenuto il 28 novembre alla Chiesa Parrocchiale di Santa Veneranda in Pavigliana (RC). Protagonista il Dott. Federico Cafiero de Raho, Procuratore Capo della Direzione Distrettuale Antimafia (DDA) di Reggio Calabria.

Più che eloquente l’introduzione di don Aldo Ripepi, il parroco di questa comunità, al dibattito: “Dobbiamo chiamare bene ciò che è bene e male ciò che non lo è. Fare attenzione all’atteggiamento mafioso che si muove sotto sotto. Dobbiamo fare scelte coraggiose, non lasciarci trascinare in certe ‘associazioni che conducono attività sbagliate’. Questo incontro è stato organizzato per far capire alla nostra comunità che le istituzioni ci sono vicine.”

Prende la parola il Procuratore Capo e, contento della presenza dei giovani, li esorta a continuare a tirare fuori la parte migliore. “Una scelta difficile, lo riconosco” sostiene Cafiero de Raho “in quanto secondo taluni vivere nella legalità quasi non è un bene”.

A quel punto il Procuratore ha tracciato un brevissimo excursus dell’inizio della sua carriera. I suoi colleghi preferivano occuparsi di altro ed hanno lasciato a lui tutto il lavoro sulla questione clan Casalesi in quanto all’epoca poco conosciuti.

“Le ricchezze fatte con il sangue della brava gente devono essere soppresse e destinate per scopi benefici. ABBATTERE CHI SOPPRIME”.

Fortissimi segnali ai giovani da parte sua ai presenti, più che moniti paterni consigli soprattutto rivolgendosi ai ragazzi e alle ragazze: “Voi giovani dovete fare il possibile per credere in voi, voi siete persone e godete di diritti e di doveri, dovete avere la consapevolezza che ciascuno di voi merita rispetto. Nessuno si deve permettere di violare la vostra libertà. DOVETE AVERE IL DIRITTO DI ESSERE LIBERI. Ed a voi ragazze vi dico che dovete essere in grado di reagire ad ogni sopruso. Don Aldo, il vostro parroco ha un’alta percezione della vita, fidatevi, avete lui ed avete anche me. Non sopportate in silenzio, ma PARLATE. Rivolgetevi quindi a chi tutela il vostro diritto. Quando votate non pensate che dovete dare la vostra preferenza a chi vi può essere di aiuto, è sbagliato. Abituatevi a ragionare, rispettate interessi e diritti di tutti. Noi tutti dobbiamo avere un modello, l’esempio di chi è abituato a pensare agli altri. Dobbiamo pensare, quando lo votiamo, essere certi che il suo bene è anche quello degli altri.”

Cafiero de Raho comincia a parlare della situazione di Reggio nello specifico: “Penso sempre che la gente sappia che c’è la ‘ndrangheta, è assuefatta e ci sono tante cose di cui non ci si accorge, non potrebbe essere altrimenti, a Reggio di respira un’aria fetida, opprimente. Ma non si dice che la ‘ndrangheta controlla tutto.”

Alza i toni il Procuratore Capo: “Il futuro di Reggio è nella legalità, prefissatevi degli obiettivi e raggiungeteli, ma che siano di TUTTI. Reggio è una città che si sta spegnendo, svuotandosi, tutti vanno fuori anche a studiare. Non deve succedere più, fate in modo che non succeda più ragazzi. Riunitevi in associazioni, in gruppi che pensano a costruire un futuro migliore. Non accettate più che gli altri governino il vostro futuro. Studiate, fatelo per la vostra vita, informatevi.”

Alle ragazze presenti: “Non dovete subire mai, voi siete uguali agli uomini, la donna non è inferiore all’uomo. Dovete contribuire allo sviluppo della società. Se c’è qualcuno che vuole impedire la vostra libertà venite da me ed io vi tutelerò”

Ed ancora: “Giovani, sforzatevi a capire che i veri pilastri non sono quei politici che curano i loro affari e non il bene dei cittadini. Si dovrebbe suggerire ai politici di leggere il Vangelo e prenderne esempio”

Chiede di intervenire un ex consigliere circoscrizionale che chiede al Procuratore Capo di intercedere con i politici affinché abbiano a cura la situazione del territorio in quanto nel corso degli anni passati durante le campagne elettorali sono saliti tutti loro ma nessuno ha mantenuto le promesse.

Allora don Aldo ricorda che sono stati proprio i cittadini a votare quei politici e che sono proprio i cittadini che devono svegliarsi.

Molto preciso il Procuratore Capo: “La massima espressione della libertà consiste nello riempire la scheda senza condizionamenti, vi esorto quindi a segnalarci fatti incresciosi che si verificano anche nei seggi durante le votazioni. E non dimenticate mai che dipende da voi chi verrà eletto. E sappiate che io non parlerò mai di politica. Dovete essere voi a scegliere”.

Una ragazza chiede a Cafiero de Rao perché le persone scappano da questa terra. Egli, per far capire che con la cultura si possono cambiare le cose, porta l’esempio di una bambina di Secondigliano che non potendone più dei traffici illegali che continuavano a verificarsi in quel quartiere ha organizzato una raccolta firme da portare al Presidente della Regione Campania per far costruire un polo universitario in quel sito, ce l’ha fatta.

Il Procuratore ha detto che si può fare di tutto per far capire alle persone che Reggio può ragionare, Reggio deve cambiare. In un modo o nell’altro Reggio cambierà, Come? Avendo coscienza, parlare con gli altri dei problemi, chiedendo aiuto alle istituzioni. Ai giovani di costituirsi in un movimento di mettersi a capo del Comune, nel momento in cui si ha la consapevolezza delle cose da fare le cose migliorano.

Ad un giovane che, in merito alla recente polemica tra l’Arcivescovo Morosini ed il Procuratore aggiunto Gratteri, gli ha chiesto come queste due istituzioni possono essere di aiuto a chi legge questi messaggi Cafiero de Rao ha risposto che queste posizioni nascono da un travisamento della stampa. Gratteri – aggiunge de Rao – non sbaglia quando sostiene che alcuni sacerdoti sono contigui. E l’istituzione Chiesa va avanti con i suoi insegnamenti. “Ma se vado in chiesa a pregare – dice De Raho - e c’è un sacerdote che non è il massimo io continuo a pregare in quella chiesa perché il mio rapporto è diretto con il Signore. Però spero, aspetto, che il sacerdote venga sostituito con uno migliore. A Reggio ci sono persone per bene che aspettano che qualcosa cambi. A voi giovani il compito.

A Fabio, un ragazzo che gli chiede se la mafia si può sconfiggere e come il Procuratore Capo risponde: “Si può sconfiggere, in Sicilia ed in Campania si sta indebolendo. In Calabria si rafforza perché non c’è reazione, perché la gente tace. Qua comunque si parte avvantaggiati perché avete visto le altre reazioni. Se volete sconfiggere la ‘ndrangheta cominciate a riunirvi, a parlare di legalità a interessarvi di politica, a organizzarvi il lavoro futuro, fate progetti. La forza della ‘ndrangheta è il silenzio delle persone. La ‘ndrangheta è l’ignoranza più bieca e gli ‘ndranghetisti si vergognano di essere ignoranti, per questa ragione manifestano le loro azioni con la violenza. Cominceranno a cambiare quando acquisiranno la consapevolezza di essere destinati al carcere a vita. Con il vostro aiuto in pochi anni ce la faremo a sconfiggerla.”

COMUNITA’ PARROCCHIALE DI PAVIGLIANA

Reggio Calabria, 29 novembre 2013

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“Prima presi a colpi di pala poi, ancora vivi, dati in pasto ai maiali. C'è tutta la ferocia della 'ndrangheta dietro il duplice omicidio di Francesco Raccosta e del cognato Carmine Putrino. Una sequenza agghiacciante. Compiuta con estrema freddezza. Fino a diventare un vanto, un piacere. Simone Pepe racconta tutto con dovizia di particolari: “...Appena ha preso le prime tre quattro botte di pala…è stata una sensazione no bella, di più…”. IlQuotidiano.

Ecco gli arrestati:

Ecco tutti gli arrestati dell'operazione "Erinni"

1. PEPE Simone, nato a Roma il 17.08.1989, residente ad Oppido Mamertina;

2. MAZZAGATTI Rocco, nato ad Oppido Mamertina il 24.08.1973, residente a Oppido Mamertina;

3. MAZZAGATTI Giuseppe nato a Cinquefrondi il 20.09.1984, residente ad Oppido Mamertina;

4. DE PASQUALE Antonino, nato ad Oppido Mamertina il 30.08.1985, residente a Oppido Mamertina;

5. RUSTICO Leone, nato a Taurianova il 03.11.1981, residente ad Oppido Mamertina;

6. RUSTICO Giuseppe, nato ad Oppido Mamertina il 18.06.1980, residente a Catanzaro;

7. RUSTICO Pasquale, nato a Taurianova il 21.02.1985, residente ad Oppido Mamertina;

8. BONINA Rocco, nato ad Oppido Mamertina il 08.10.1978, residente a Oppido Mamertina;

9. SCARFONE Domenico, nato ad Oppido Mamertina il 03.07.1957, residente a Genzano di Roma;

10. POLIMENI Cosmo, nato ad Oppido Mamertina il 25.08.1987, residente a Oppido Mamertina;

11. POLIMENI Paolo, nato ad Oppido Mamertina il 27.05.1981, residente a Oppido Mamertina;

12. RUFFA Rocco Alessandro, nato ad Oppido Mamertina il 05.08.1991, residente a Borgia (Cz);

13. MAZZAGATTI Francesco, nato ad Oppido Mamertina il 26.8.1991, residente a Oppido Mamertina;

14. ZAPPIA Diego, nato ad Oppido Mamertina il 14.06.1985, residente a Oppido Mamertina;

15. MURDICA Carmine, nato ad Oppido Mamertina il 05.02.1993, residente a Oppido Mamertina;

16. LENTINI Domenico, nato ad Oppido Mamertina il 22.05.1994, residente a Oppido Mamertina;

17. FERRARO Giuseppe, nato ad Oppido Mamertina il 06.12.1968;

18. PEPE Valerio, nato a Roma il 27.07.1991, residente a Oppido Mamertina;

19. PEPE Leandro, nato a Roma il 12.08.1974, residente a Roma;

20. SCARPONI Matteo, nato a Roma il 11.04.1992, residente a Roma;

Tra gli arresti anche un minorenne su mandato emesso dalla Procura dei Minori di Reggio Calabria. 

Uno dei 20 maggiorenni è irreperibile perché residente da tempo all’estero ed un altro è latitante da molti anni.

L’operazione denominata Erinni è stata condotta oggi dai Carabinieri ad Oppido Mamertina.

Le accuse formulate dalla DDA sono associazione per delinquere di stampo mafioso, omicidio, intestazione fittizia di beni e investimenti di denaro di provenienza illecita nel mercato immobiliare della Capitale.

Il gruppo criminale sgominato con l'operazione ruotava attorno alla figura dl boss Rocco Mazzagatti, di 50 anni, capo dell'omonima cosca, che è stato arrestato.

Mazzagatti, attraverso una serie di prestanome, avrebbe gestito un vasto giro di attività imprenditoriali a Roma ed in Calabria, tra cui attività di commercio di automobili e distributori di carburante.

Tra Roma e la Calabria, sono stati sequestrati anche 88 immobili per un valore di 70 milioni.

Eseguite fruttuose perquisizioni. Trovato materiale molto interessante e 170mila euro nascosti in intercapedini dei muri delle abitazioni.

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