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C’erano troppi topi e troppe serpi ed allora probabilmente qualcuno ha dato fuoco alle canne che crescono incolte e numerose sotto le mura del centro storico.

Il crepitio delle canne che scoppiavano sotto l’azione del fuoco è diventato impressionante e quasi tutti coloro che abitano nella zona marina nord di Amantea si sono affacciati per vedere il brutto incendio.

La volta del ponte su via Indipendenza era vivamente illuminata come non lo è stata mai.

Una volta c’era l’autobotte comunale e la protezione civile, questa volta, invece, si è dovuto attendere l’intervento dei Vigili del Fuoco dalla lontana Paola.

Sono intervenuti alcuni giovani( vedi foto) tra cui il nostro corrispondente Riccardo Clemente( al quale dobbiamo alcune foto ed il presente articolo) anche se hanno potuto fare ben poco, tra cui l’accompagnamento dei Vigili del Fuoco che erano andati sotto le mura un posto non idoneo per affrontare l’incendio, in via Indipendenza.

Dall’alto l’autobotte è riuscita a controllare in breve l’incendio ed a stemperare la paura degli abitanti della zona sottostante le mura civiche.

Cogliamo l’occasione per sollecitare l’attenzione della nuova amministrazione verso l’aumento dei servizi nella città

E tra questi i pompieri non sono certamente l’ultimo

Riteniamo che si debba ricostruire la rete tra i comuni come era stata costituita con il famoso consorzio dei comuni del Basso Tirreno Cosentino per avere una voce più forte e che sia sentita da chi di dovere

Anche per la sanità, eccetera.

Riccardo Clemente sul posto

Giovani volontari amanteani

Simone Vairo

I Vigili in azione

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Dottrina e giurisprudenza sono pacifici sulla questione: il procedimento elettorale si conclude con la proclamazione degli eletti.

La proclamazione compete ad un organo di matura temporanea e neutrale quale è l'Adunanza dei presidenti delle sezioni elettorali.

 

L’adunanza è presieduta dal presidente dell’ufficio elettorale della prima sezione (articolo 67, primo comma, del testo unico n. 570) e le funzioni di segretario sono affidate al segretario dell’uffi-cio elettorale della prima sezione (articolo 67, seconda comma,del testo unico n. 570).

Si tratta di un organo di notevole importanza considerato che ove un presidente di sezione sia impossibilitato a intervenire alle operazioni dell’adunanza, in sua vece dovrà partecipare alle operazioni il vicepresidente (articolo 67, primo comma, del testo unico n. 570).

I presidenti dei singoli uffici elettorali di sezione, insieme al presidente dell’adunanza, compiono tutte le operazioni necessarie per il riepilogo dei risultati degli scrutini delle varie sezioni e per la proclamazione degli eletti.

E’ da supporre che questa operazione sia stata compiuta sulla base dei dati comunicati dal comune alla Prefettura senza la reale trascrizione dei risultati delle singole sezioni elettorali, operazione questa che avrebbe potuto ben far rilevare l’errata trascrizione.

L’adunanza dei presidenti delle sezioni si deve pronunciare su tutti gli incidenti relativi alle operazioni di sua competenza (articolo 67, primo comma, del testo unico n. 570).

Purtroppo, anche per la assenza dei candidati delle liste del M5s e di Una città nel Cuore, nessuna contestazione è stata formulata, nemmeno verbalmente.

E così l’adunanza ha provveduto alla proclamazione degli eletti.

Il verbale di proclamazione degli eletti assume grande rilevanza anche ai fini del contenzioso elettorale.

Infatti, è tale documento che deve essere impugnato, davanti al giudice amministrativo o a quello ordinario a seconda dei casi, in quanto ultimo atto del procedimento elettorale (Consiglio di Stato – V Sezione, 12 agosto 1991, n. 1114).

Per effetto della proclamazione, il sindaco neoeletto si insedia immediatamente e da quel momento è abilitato a compiere tutti gli atti di sua competenza (Consiglio di Stato - V Sezione, 31 luglio 2006, n. 4694).

Il Sindaco, poi, entro tre giorni dalla data del verbale di proclamazione degli eletti, rende noti i risultati delle elezioni mediante un avviso da pubblicare all'albo pretorio comunale (articolo 72, legge regionale 19/2013).

Ora per assurdo il sindaco dovrà rendere noti i risultati pur se sbagliati.

Si impone allora il ricorso al TAR.

Per fortuna tutti gli atti relativi ai procedimenti giudiziari in materia elettorale sono redatti in carta libera, sono esenti dal contributo unificato e da ogni onere fiscale (articolo 127 del d.lgs.n. 104/2010 e articolo 3, comma 2, della legge 23 dicembre 1966, n.1147).

E sempre per fortuna il ricorrente può stare in giudizio personalmente, senza l’assistenza di un avvocato, anche nei giudizi in materia elettorale innanzi al giudice amministrativo (articolo 23 del d.lgs.104/2010).

L’impugnativa è possibile soltanto alla conclusione del procedimento elettorale, unitamente all’atto di proclamazione degli eletti.

Al riguardo, deve, anzitutto, notarsi che il richiamato art. 83/11, d.P.R. 16 maggio 1960 n. 570, nel disciplinare l’impugnativa delle operazioni elettorali da parte dei cittadini elettori, davanti al TAR, prescrive, con formula perentoria, che il ricorso “deve essere depositato nella segreteria entro il termine di giorni trenta dalla proclamazione degli eletti”.

A fronte di tale categorica prescrizione, il termine in pa rola non può, quindi, che decorrere dalla data in cui la proclamazione degli eletti.

La qualità di parte pubblica necessaria nel giudizio elettorale compete solo all’ente locale interessato (articolo 130 del d.lgs. n 104/2010) e non anche agli organi straordinari a carattere temporaneo che proclamano il risultato elettorale, quali l’Adunanza dei presidenti (Consiglio di Stato – V Sezione, 8 agosto 2003, n. 4587).

Tante aberranti assurdità

Il prossimo consiglio, per esempio, dovrà accertare che non sussista in capo ai consiglieri proclamati alcuna cause di ineleggibilità.

E tale operazione dovrà avvenire anche per la consigliera che, stando alle reali risultanze elettorali, non è stata eletta.

Ma questa è l’Italia!

Ditemi voi se non siamo messi male!

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Fino a qualche giorno fa la domanda che tutti facevano era :Chi vincerà?

Ovviamente nessuno era in grado di rispondere.

Oggi, invece, la domanda è : Chi entrerà in giunta?

Ancora più difficile rispondere.

Abbiamo sentito qualcuno in giro per capire cosa pensa e cosa si aspetta la comunità.

Ecco una sintesi di quanto sentito:

Le certezze:

Gli assessori devono essere al massimo 5. Nessuno dei due sessi può essere rappresentato in misura inferiore al 40% con arrotondamento aritmetico. Le donne dovranno essere minimo 2.

-il vice sindaco sarà Andrea Ianni Palarchio. Diverse le ragioni. Intanto Campora San Giovanni non ha digerito “l’offesa” fattale dalla ex giunta Sabatino che la ha privata della carica di Vicesindaco, carica che assume il valore del rispetto della comunità camporese. E poi Andrea Ianni Palarchio è il primo eletto con ben 665 voti. La più alta cifra elettorale di tutte le liste.

-l’assessore al bilancio ed ai tributi sarà Rocco Giusta. Si tratta come evidente della carica più difficile del comune di Amantea, tanto più nelle attuali condizioni di dissesto. Sui tributi, come evidente, si giocherà la stessa tenuta della giunta Pizzino. Peraltro Pizzino ha parlato di correttezza amministrativa ed il problema della lotta alla evasione tributaria sarà il primo ad essere affrontato. Ne siamo certi e Giusta è il politico adatto , per professione ed esperienza politica

Le cariche probabili:

- il presidente del consiglio potrebbe essere Enzo Giacco. Tante le ragioni. In primis è l’unico consigliere rappresentante di un partito politico. Ha una dialettica forbita capace di dare risposta a chiunque durante i consiglio comunali. E’ anche munito della caratteristica della serenità indispensabile per ridurre tutte le fiammate che dovessero accendersi. E peraltro è autorevole.

- assessore Concetta Veltri. Diverse le ragioni. Rappresenta Campora San Giovanni e corregge l’errore della ex giunta Sabatino che ha deluso i camporesi con la unica carica di Cannata. È la seconda delle elette con i suoi 569 voti. Questa è la seconda più alta cifra elettorale di tutte le liste. E’ donna e compensa le prime tre cariche maschili. Ricordiamo che la norma stabilisce minimo 2 donne.

Restano due posti, di cui una donna, a disposizione di tutti gli altri consiglieri.

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