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Nei giorni scorsi abbiamo scritto che è finito “il calvario giudiziario dell’architetta Concetta Schettini un tempo responsabile dell’ufficio tecnico del comune di Amantea”.

E questo perché Concetta Schettini è stata dichiarata non colpevole dei reati a lei ascritti per il processo Nepetia.

“Il fatto non sussiste” hanno dichiarato i giudici.

Ora deve aver fine l’altro calvario subito dall’ex dirigente, un calvario quale quello della sua emarginazione.

L’architetta, infatti, solo per via della vicenda per la quale è stata totalmente e definitivamente assolta, venne trasferita dal municipio del capoluogo al municipio di Campora San Giovanni.

Non solo, ma venne anche trasferita dall’ufficio tecnico alla biblioteca.

Quella biblioteca che era nel capoluogo e che venne anche essa trasferita in Campora san Giovanni.

Una vera e propria punizione civile per una funzionaria ex 285, peraltro, oggi, quasi prossima alla pensione.

Oggi noto con piacere le due locandine di quotidiani sulle quali è scritto:

Gazzetta del Sud: “Proposta di Morelli dopo Nepetia: Schettini torni dirigente”;

Il Quotidiano: “Assoluzione” Ora ridiamo dignità alla Schettini”

Una sorta di eco a quanto da noi scritto.

Bene.

Ma vogliamo ricordare che la Schettini non ha mai perso la propria dignità e lo dimostra il fatto che ha accettato la punizione che le è stata comminata da chi ha pensato pilatescamente, in questo modo, di lavarsi le mani dalle proprie responsabilità.

Il silenzio della donna oltre che della funzionaria è l’emblema non della sua passività, ma della sua eleganza.

Ma ora se esiste giustizia oltre che da parte della magistratura anche da parte della politica bisogna rimediare .

Lo si deve alla donna.

Lo si deve alla dirigente.

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Riceviamo e pubblichiamo il seguente comunicato stampa del circolo del PD

Si terrà nella giornata di domenica 17 settembre – nella splendida cornice di piazza Calavecchia - la Terza Festa de l’Unità Città di Amantea Circolo “Moro-Berlinguer”.

 

Filo conduttore dei diversi momenti di discussione e confronto organizzati nel corso dell’evento sarà “l’azione di governo”.

Le attività avranno inizio alle ore 11.00 con un tavolo tecnico dei Giovani Democratici - dal titolo “Il contributo dei GD al Governo della città” – al quale parteciperanno, tra gli altri, il Segretario cittadino e membro dell’Esecutivo regionale Stefano Spina, il Segretario provinciale Michele Rizzuti, la Presidente provinciale Giovanna Buffone e il Segretario regionale Mario Valente.

Alle ore 16.30 è, invece, convocata la Direzione del Circolo sul tema “La funzione del Partito al Governo”.

Con inizio alle ore 17.30 è previsto il dibattito centrale dal titolo “Il PD al governo (anche) per cambiare Amantea” al quale parteciperanno il Segretario dei GD Amantea Stefano Spina, il Segretario PD Amantea e Capogruppo di “Progetto Democratico” Enzo Giacco, il Sindaco di Amantea Mario Pizzino, il Segretario provinciale PD Luigi Guglielmelli e la Deputata Enza Bruno Bossio.

L’incontro sarà moderato dal giornalista Antonio Chiappetta.

La serata continuerà con il concerto degli Open Sound Group e l’intrattenimento enogastronomico. Fino alle ore 21.00 sarà, inoltre, possibile iscriversi e rinnovare la tessera al Partito.

«Anche quest’anno – ha dichiarato il Segretario cittadino Enzo Giacco - il gruppo dirigente ha inteso organizzare la Festa de l’Unità, la terza edizione dopo il Congresso di giungo 2015, per dare continuità ad un momento di discussione e riflessione pubblica che per noi rappresenta, da una parte, l’anello di congiunzione con l’eredità di cui il nostro Partito e custode e, dall’altra, l’opportunità di chiamare a raccolta i nostri militanti, ma anche di comunicare la nostra proposta politica mettendo a nudo idee, proposte, valori e confrontarci con i cittadini sui problemi dei nostri tempi per poterli affrontare e risolvere con le politiche.

Perché è nostra convinzione che i populismi si sconfiggono con il buon governo e riteniamo che sia nostro compito filtrare il disagio e le criticità presenti nella società per poterli rappresentare nelle istituzioni e porvi rimedio.

Solo in tal modo sarà possibile ovviare a certi sentimenti negativi avversi alla politica e far capire che la politica è una cosa bella, perché rappresenta lo sforzo collettivo per migliorare le condizioni di vita innanzitutto di chi vive una condizione di fragilità.

E in tutto questo, per noi, la piazza ha ancora un valore».

PD AMANTEA

Circolo “Moro-Berlinguer”

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Amantea , purtroppo, è una cittadina che non sfugge alla regola di dimenticare la propria storia e la storia degli uomini migliori che vi sono vissuti.

Tentiamo di salvarne qualcuna.

E restiamo disponibili a raccogliere quella di altri uomini e donne che sono da considerare grandi nella loro semplicità

A Belmonte Calabro il 10.11.1892 nacque Narciso Gallo, possidente- ingegnere-imprenditore di costruzioni ed edilizia.

Di lui resta una memoria raccolta da donna Maria Mirabelli, coniugata con don Rocco Cavallo, a lei pervenuta dal marchese De Luca di Lizzano e consegnata a Santa Gallo.

Una domenica mattina il signor Giacinto uscì di casa per fare due passi.

Poco dopo trovò seduta su un gradino di casa una donna che piangeva disperatamente.

Non passò oltre, si fermò e chiese alla donna perché piangesse.

“ Ho partorito da poco ma non ho una goccia di latte- disse toccandosi con le mani i due seni senza latte. Mio figlio, ora, morirà!”

Il signor Giacinto le chiese se non ci fosse, come avveniva spesso allora, un’altra partoriente che potesse dare al figliolo appena nato una parte del proprio latte.

“ NO, no, no- disse la donna scuotendo la testa e continuando a piangere -. Quelle poche che ci sono hanno tutte già preso impegno con altre mamme ed altri bambini!”

“ E non puoi darle un po’ di latte di capra?- continuò il signor Giacinto”

“Don Giacinto non ce l’abbiamo una capra da latte e siamo così poveri che non possiamo certo comprarne una!”

E poi continuando a piangere e scuotendo la testa aggiunse “Mi muore, mi muore…..”e rientrò in casa sentendo il figliolo piangere disperatamente.

Non era uso piangere facilmente Giacinto Gallo ma si era visibilmente commosso.

E così ritornò a casa fece mettere in moto la sua auto e partì alla volta del mercato domenicale di Amantea che era poco distante.

Vi giunse poco dopo e si diresse nel quartiere superiore dove, sull’attuale Corso Umberto primo, si svolgeva il mercato domenicale.

Una presenza inusuale la sua.

Tanto inusuale che attrasse immediatamente l’attenzione di tanti.

Tra essi una guardia municipale che gli chiese se potesse in qualche modo aiutarlo.

Raccontò la storia che gli era appena capitata e gli disse“Voglio comprare la più bella capra da latte che c’è nel mercato per salvare il bambino della povera signora!”

“La più bella” aggiunse.” Da portare subito via!”

“Venite” gli disse la guardia che ben sapeva dove andare.

Andarono verso Piazza Croce dove si teneva il mercato degli animali e comprarono la più bella capra che c’era.

Il contadino che aveva avuto pagato il prezzo richiesto, senza la benchè minima trattativa, come pur era uso fare, accompagnò il signor Gallo fino alla sua auto parcheggiata davanti alla chiesa Madre facendo salire a bordo l’animale .

E così il signor Giacinto, con la capra belante che anelava il vento e si affacciava dal finestrino aperto, partì alla volta di casa

Molti videro la scena di questa capra belante che viaggiava sulla bella auto dell’ imprenditore, quell’auto dove loro avrebbero volentieri voluto salire.

Alcuni bambini seguirono l’auto fino a quando si fermò davanti alla vecchia casa della partoriente.

La donna si affacciò sorpresa e scorse la capra nell’auto.

Don Giacinto la guardò e le disse “ Ecco è tua. Ora tuo figlio non morirà! Ti ho preso la più bella”.

Poi accorgendosi quanto ella fosse scarna e lenta le disse “ Se ne resta un po’, di latte, bevilo tu. D’ora in avanti devi essere in salute se vuoi crescere il tuo bambino”.

Nella lettera che racconta il fatto non si dice niente della scena.

Se cioè piangesse più la donna che aveva ricevuto la speranza di vita per se ed il figliolo od il signor Giacinto per la opportunità che il Signore gli aveva donato quella mattina di fare del bene.

Abbiamo solo letto che ambedue si recarono appena possibile in chiesa per ringraziare Dio di questo piccolo miracolo quotidiano di bontà e di amore.

Giacinto Gallo visse ad Amantea dove morì il 3.3.1937 pianto dai suoi cari e da tanta gente che aveva avuto modo di conoscerlo ed apprezzarlo.

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