Per capire bene la gravità del dato sarebbe come se ad Amantea ci fossero 765 ammalati di tumore accertati!
Il dato non è inventato ma diffuso dall’associazione ambientalista Peacelink.
Un numero l’associazione ha ricavato analizzando i dati sull’esenzione dal ticket sanitario per “malattie tumorali” (codice: 048), riconosciuta a 8.916 individui su 191.848 residenti (dato ultimo Censimento).
In particolare, sottolinea Peacelink:
-Nel distretto sanitario 3, che comprende i quartieri più vicini all’area industriale (quartiere Tamburi, Paolo VI, Città Vecchia e parte del Borgo), c’è un malato di cancro ogni 18 abitanti. Per la precisione 4328 malati su 78mila abitanti.
Migliora, ma non di molto la diffusione nelle altre zone di Taranto: nei quartieri più lontani dal polo industriale si registra 1 caso di tumore ogni 26 abitanti. ( ad Amantea sarebbero 529)
La cosa grave è che si tratta di numeri stimati al ribasso perché non comprendono i possibili casi di tumori latenti (non ancora manifestatisi) o non diagnosticati.
Avere un situazione aggiornata sui tumori è quindi possibile con i sistemi informatici in rete.
Chiediamo per questo al comune di Amantea di chiedere e diffondere i dati dei tumori nel nostro comune.
E’ un dato indispensabile per spingere l’amministrazione sanitaria a dotarsi in fretta di strumenti di rilevazione più rapidi ed efficaci.
Ed ancora, è un dato indispensabile per il formarsi di un sistema sanitario di base necessario e capace di dare risposta ai recenti allarmi su pandemie tumorali, o , se si tratta di allarmismi, a dare maggiore serenità alla comunità amanteana
Peraltro il proposto accertamento permetterà di evidenziare anche la zonizzazione per quartiere dei tumori, eccetera.
Giuseppe Marchese
Erano centinaia le persone che si sono avvicinate al luogo dell’incidente, guardando i particolari, discutendo anche animatamente del finissimo filo che ci lega alla vita e che talvolta si spezza distruggendo vite giovani ancora nel fiorire della loro esistenza.
Ognuna di esse aveva la propria ricetta per evitare fatti similari.
Ognuna cercava se non la ragione quantomeno la causa ed ognuno scopriva la propria verità
Tutte discutibili, tutte da provare.
Una cosa però ha attratto la attenzione di molti che sono giunti vicino alla moto. La moto, una TMAX 530 della Yamaha, era distrutta , spezzata, al punto che la ruota anteriore era verticale e quella posteriore quasi orizzontale. Ci voleva un miracolo perché il povero giovane si salvasse e non c’è stato.
Un’altra giovane vita spezzata, una famiglia distrutti da una incredibile angoscia, tanti parenti ed amici addolorati , tanti estranei rattristati per fatti che non dovrebbero succedere
A tal punto forse poco importa di chi sia la colpa ed in quale concorso.
Siamo di fonte ad un ennesimo incidente, di fronte ad una ennesima vittima della strada. Forse dovremmo tutti pensare un po’ più alla bellezza della vita di ognuno di noi e comportarci in modo tale da poterla vivere il più serenamente ed a lungo possibile.
C’era un tempo in cui Amantea era sicuramente se non la culla, una delle culle, della cultura sull’irraggiungibile tirreno cosentino. Era il tempo dei premi letterari “ Città di Amantea”, delle prime estemporanee di pittura, dei circoli culturali che proponevano perfino il teatro, dell’Arena Sicoli e della sua intensa rassegna del cinema estiva che mostrava il senso ed il valore nella nostra mediterraneità , il tempo dei salotti buoni nei quali la cultura veniva almeno conservata.
Era il tempo in cui la biblioteca di Amantea non solo esisteva ma veniva perfino frequentata a differenza di oggi che è sbrindellata, dilaniata e scomparsa.
Poi il declino. E’ questa l’ immagine della cultura che emerge da una prima lettura attuale.
Ma si avvertono i prodromi di una rinascita
Ci prova “Lo Scaffale” che è partito da poco e che sta provando semplicemente a riscoprire e riaggregare chi ama la cultura.
E lo fa aprendosi a nuovi amici che possono integrane le visioni interne agli obiettivi che man mano stanno emergendo al suo interno.
Auspice una serata di agosto ed il giardino di Gregorio Carratelli ecco la giornalista Adele Sammarro, felice new entry del laboratorio culturale voluto da Sergio Ruggiero in memoria del fratello Massimo.
Ma chi è Adele Sammarro?.
Ci sono almeno tre risposte.
La prima vera ma fredda fatta di tratti biografici:
“Docente di lettere in servizio presso scuole superiori di Paola ma residente a Castrolibero, laureata presso l'università della Calabria in lettere classiche.
Vincitrice di varie borse di studio , di cui una conferita per la migliore tesi di laurea. Attualmente ricopre la carica di dirigente sindacale Anief e dirigente regionale Confedir per l'Università, la Ricerca e l'Istruzione.
Esperta nella formazione professionale. Con esperienze consolidate nel campo della normativa e della legislazione scolastica. Lavora, altresì, come corrispondente presso L'Ora della Calabria, ha scritto varie recensioni letterarie. Autrice di un saggio storico dal titolo "Storia di Macchia albanese". Carattere estroverso e sensibile con ottime capacità comunicative, nutre particolare attenzione per i fatti che riguardano la cultura in generale”
La seconda fatta di percezione: Adele è una “donna” colta dalla intelligenza pronta e comunicativa . A tanto aggiunge una forte ed indomabile sensibilità pienamente femminile al cui interno ella muove sia nel lavoro, che nelle passioni, che nelle relazioni umane . Caratteristiche arricchite da una personalità ricca, aperta e sincera, gioiosa.
La terza esprimibile da due aggettivi “ affascinante e solare”.
Tre risposte tutte vere. Poi occorre conoscerla. Solo allora, ognuno, a seconda della personale sensibilità, può accettarne una o più di quelle espresse o farsene un’altra.
Certo è che Adele Sammarro non passa inosservata. Non lo è stata certamente nell’incontro di conoscenza di ieri l’altro!