Domani uscirà sicuramente il comunicato dell’amministrazione comunale con il quale si annuncia che la notte bianca 2013 salterà.
Diverse le ragioni.
Alcune di ordine economiche ed organizzative
Le altre, ben più consistenti e pregnanti, legate allo stato di salute del sindaco.
Per queste ultime ragioni è saltato anche il consiglio che era stato convocato per il giorno 10 agosto alle ore 19.00 e con il quale si intendeva concedere la cittadinanza onoraria allo scrittore calabrese Carmine Abate oltre che consegnare gli attestati di pubblica benemerenza del Dipartimento della protezione civile per la partecipazione all’evento “ Sisma in Abbruzzo 2009”
Si avrà modo così di capire che Abruzzo si scrive solo con una sola B anche quando c’è il terremoto!
La notizia fa il giro della città ed arriva perfino a Paola. Gli sms viaggiano nell’etere rimbalzando da una parte all’altra della città. In fondo in questa violenza comunicativa c’ è il dolore per un evento che nessuno si sarebbe aspettato, che nessuno avrebbe voluto.
Un nostro compaesano, un uomo, non più ragazzo, ma ancora giovane, si è suicidato impiccandosi nella tromba delle scale della sua abitazione.
Un lavoratore che non lasciava mai di prendere ogni giorno il pullman per recarsi nella vicina Paola dove lavorava negli uffici giudiziari.
Poi un caffè in uno dei bar vicini alla sua abitazione dove era solito scambiare qualche parola con i pochi amici che frequentava.
Una persona che in fondo nessuno “vedeva” e che ora in tanti si rammaricheranno di non aver visto.
Viveva solo, non era sposato.
Dicono che oggi Antonio non era andato al lavoro: che aveva bevuto un caffè in uno dei soliti bar e poi non si era più visto.
Un unico fratello che viveva in quel di Cosenza e che scendeva spesso con la sua famiglia ad Amantea dove si era ristrutturato recentemente una parte della casa familiare.
Ed è stato proprio lui che non riuscendo a mettersi in contatto con il fratello Antonio ha preso l’auto ed è corso nella nostra cittadina.
Un viaggio per scoprire un evento terribile, come terribile sono state le grida che hanno mobilitato l’intero quartiere, grida di dolore, di disperazione che ancora risuonavano stasera nelle orecchie dei vicini di casa.
Poi l’arrivo dei carabinieri della locale stazione per attendere agli incombenti del caso; l’arrivo del medico legale, l’autorizzazione alla rimozione del corpo, l’eventuale autopsia.
Dramma della solitudine? Forse. Ma si dice che Antonio Munno doveva operarsi in Catanzaro anche all’altra gamba e temesse questo intervento che lo avrebbe forse immobilizzato per qualche tempo. Ed allora i pensieri ed i dubbi forse lo hanno assalito: “chi mi assisterà?”; forse è la domanda che si sarà rivolto senza potersi dare risposta.
E da qui può essere partita quella dannata scintilla che lo ha portato ad un evento incredibile e che ha lasciata la città esterrefatta , la scintilla della solitudine e della paura. Addio Antonio!
Si sgonfia “Tela del ragno”. Condanne miti ed assoluzioni. Eccole.
Nove assoluzioni:
Daniele Lamanna Assolto (era stato chiesto l’ergastolo);
Luciano Poddighe Assolto (erano stati chiesti 15 anni);
Paolo Calabria Assolto (erano stati chiesti 15 anni);
Guerino Folino Assolto (erano stati chiesti 14 anni);
Alfredo Palermo Assolto (erano stati chiesti 7 anni);
Salvatore Serpa Assolto (erano stati chiesti 7 anni);
Francesco Desiderato Assolto (erano stati chiesti 7 anni);
Mario Severino Assolto (erano stati chiesti 6 anni);
Mario Attanasio Assolto (erano stati chiesti 6 anni)
Le condanne:
Mario Scofano 10 anni e 4 mesi (era stato chiesto l’ergastolo);
Pasqualino Besaldo 10 anni e 4 mesi (era stato chiesto l’ergastolo);
Domenico La Rosa 10 anni e 4 mesi (erano stati chiesti 18 anni);
Sergio Carbone 10 anni e 4 mesi (erano stati chiesti 14 anni);
Vincenzo La Rosa 10 anni (erano stati chiesti 18 anni);
Gennaro Bruni 10 anni (erano stati chiesti 16 anni);
Domenico Cicero 10 anni (erano stati chiesti 10 anni);
Ettore Lanzino 10 anni (erano stati chiesti 10 anni);
Carlo Lamanna 7 anni e 9 mesi (era stato chiesto l’ergastolo);
Giuseppe La Rosa 6 anni e 8 mesi (era stato chiesto l’ergastolo);
Michele Bloise 6 anni e 8 mesi (erano stati chiesti 4 anni);
Pier Mannarino 6 anni, 2 mesi e 20 giorni (6 anni);
Pietro Lofaro 6 anni e 2 mesi (erano stati chiesti 6 anni);
Romolo Cascardo 6 anni e 2 mesi (6 anni);
Gianluca Serpa 5 anni (era stato chiesto l’ergastolo);
Antonella D’Angelo 5 anni (erano stati chiesti 6 anni);
Fabrizio Rametta 4 anni e 8 mesi (erano stati chiesti 6 anni);
Sonia Mannarino 3 anni e 4 mesi (erano stati chiesti 3 anni);
Questa parte di processo riguardava coloro che avevano chiesto di essere giudicati con il rito alternativo che prevede un terzo di sconto della pena.
Le accuse riguardavano l’associazione mafiosa, l’omicidio e tentato omicidio, estorsione, usura, porto abusivo d’armi, munizionamento e materiale esplodente.
Per i restanti coinvolti accusati di associazione mafiosa e reati minori il processo inizierà a Paola il 29 settembre.