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Amministrative: I candidati che girano i sepolcri.

Martedì, 28 Gennaio 2014 22:56 Pubblicato in Cronaca

Ad Amantea ( e non solo) c’è l’usanza il giovedì Santo di girare i sepolcri.

Obbligatoriamente a piedi, di notte, da soli od in gruppo.

Si visitano tutte le Chiese e ci si ferma a pregare davanti ai tabernacoli ornati di fiori.

Non sia di offesa a nessuno, ma mi sembra che questa usanza sia stata recuperata anche da alcuni candidati alle prossime elezioni.

Li vedi di notte, laddove possibile a piedi per evitare che si riconosca la loro auto . Tutt’al più si fanno accompagnare e poi riprendere.

Ma ci sono differenze.

La prima differenza è che le “chiese elettorali” vengono visitate una per volta e non tutte insieme

La seconda è che normalmente non si va a pregare ma ad essere pregati da parte del candidato sindaco, in primis di accettarne l’auto candidatura, in secundis di entrare nella lista

La risposta è si alla prima domanda, è devo pensarci o devo parlarne con gli amici alla seconda

Ovviamente prima di rispondere ci si informa su chi altri è imbarcato sulla nave, e questo non solo perché ad Amantea esistono rilevanti ed insuperabili incompatibilità tra persone, ma anche perché in una lista con troppi avversari forti si rischia di essere solo un numero. E ben si sa che il consigliere non eletto è un signor nessuno.

Poi viene chiesto quale ruolo gli sarà riconosciuto.

Ed in relazione a quanto sopra si presentano le richieste minimali

E si aspetta la risposta

Si esce tranquilli dalla “chiesa” come ci si è entrati ma il pensiero è rivolto al prossimo incontro

La terza differenza è che il Giovedì Santo si cammina compunti ed un tempo, anche, con gli occhi bassi. Oggi invece gli occhi son ben aperti per evitare fregature

La cosa più simpatica è quando le sere successive si incontrano altri candidati che hanno partecipato ad altri incontri , in altre “chiese” . Spesso basta una strizzatina d’occhi ed il rinvio ad un successivo chiarimento.

La quarta differenza è che non ci sono problemi di religione. Le chiese vanno sempre e comunque bene, qualunque religione politica professino e per farlo capire ci si sveste degli abiti talari e si diventa a parole uomini buoni per tutte le stagioni, per qualsiasi viaggio, e la cosa importante diventa solo il posto.

Ma qualcuno, si sa, è destinato a restare fuori. E questo in onore del detto che “chi troppo vuole, nulla stringe”.

E chissà che non ci sia qualcuno che osservi e registri e poi a tempo debito parli di voti inquinati..

Abbiamo ricevuto ieri sera poco prima di mezzanotte il seguente comunicato del Comitato Genitori. Stamattina le locandine dei principali quotidiani vantavano ( titolavano) il disagio dei genitori verso la corrente amministrazione comunale.

Abbiamo letto più volte il comunicato e lo abbiamo trovato garbatissimo, ma, nel contempo, forte nel partecipare, a chi è sordo per abitudine ( o fa il sordo per difendersi), il diritto-dovere dei genitori di chiedere, ed infine pretendere, le risposte a sollecitazioni che invero non sarebbero state nemmeno necessarie se il “mondo della scuola” avesse avuto la necessaria sensibilità.

Ci riferiamo alla palestra di Via Baldacchini che è stata depositaria di tante iniziative importanti e che da molti anni è abbandonata a se stessa ( l’ultima volta che è tornata alla ribalta è stata quando si è tagliato il bellissimo pino marittimo che le faceva da cornice).

Ci riferiamo alle lavagne multimediali senza collegamento internet in una città che si vanta il WIFI pubblico.

Nel presentare il comunicato vogliamo comunque e concludendo rappresentare ai nostri lettori un passo di straordinaria novità nella nostra cittadina.

E’ quello in cui il comitato scrive : “Tacere non serve , si diventa piuttosto complici dello status quo, e se pure prevale la triste abitudine alla rassegnazione, vogliamo dare ai figli un esempio diverso anche perchè il silenzio diverrebbe connivenza , e l’inefficienza della classe dirigente dovrebbe essere imputabile a tutta la società” .

Mi sembra il più intenso e straordinario messaggio sociale e politico degli ultimi decenni. Un messaggio da tenere in conto quotidianamente ed in ogni occasione della nostra esistenza. In specie se con la eleganza che contraddistingue il passo.(Staff Tirrenonews).

Amantea. 28 gennaio 2014. E’ con un certo rammarico che ci apprestiamo a scrivere tale comunicato. E anche dopo avere a lungo atteso un’auspicata ed anche più volte sollecitata inversione di tendenza.

Ma questa inversione non c’è stata! Come tanti in sede di assemblea già presagivano. E non perché capaci di prevedere il futuro, ma solo perché ormai amaramente abituati ad osservare il presente ed il passato.

Per cui nella riunione di venerdì scorso si è deciso di non indugiare oltre ,di denunciare pubblicamente lo stato di abbandono da parte dell’amministrazione comunale nel quale le nostre scuole sono lasciate, e soprattutto la circostanza che le nostre richieste civilmente palesate in un incontro con il Presidente con delega all’ istruzione Monica Sabatino e l’assessore Sante Mazzei il 2 dicembre scorso sono rimaste inevase.

E così nulla è cambiato per ciò che riguarda la sicurezza davanti ai cancelli,per la quale avevamo persino presentato(sin dal febbraio 2013) per il plesso Pascoli un progettino per separare l’ingresso pedonale da quello con le auto, che pur essendo a costi bassissimi non è mai stato preso in seria considerazione . Così come nulla è stato fatto , nonostante una relazione dei vigili risalente a metà dicembre, per evitare che i minori scavalchino il muro perimetrale durante gli orari di chiusura della scuola provocando danni alle cose e mettendo a rischio la propria incolumità. Mentre al Manzoni era stato richiesto di realizzare un raccordo nel marciapiede laddove l’anno scorso erano posizionati i cassonetti, sempre per ragioni di sicurezza dei minori.

E così le lavagne multimediali presenti in ogni aula, vero fiore all’occhiello del nostro Istituto, continuano a non avere almeno in un plesso il collegamento internet e questa situazione tante volte lamentata va avanti da circa un anno.

Non parliamo poi dell’incuria e della mancanza di decoro che contraddistinguono gli spazi esterni della cui responsabilità si fa a gara per rivendicare non la propria ma la altrui spettanza, almeno nei plessi Pascoli e Manzoni, mentre per il plesso “Don Giulio Spada” si provvede addirittura a fare un bando per la manutenzione del verde esterno.

Nessuna risposta per le figure necessarie e pure promesse di assistenti all’infanzia che per parere unanime erano ritenute necessarie nella misura di una per ogni plesso di scuola materna, e per le quali le relative associazioni si erano rese disponibili.

Una cosa si è appresa durante l’incontro, in modo peraltro del tutto casuale e poco trasparente, e cioè che forse c’era una somma stanziata successivamente precisata nella misura di euro 600 per ogni scuola per le spese di prima necessità, somma non pervenuta almeno fino alla settimana scorsa,pare per problemi bancari legati alle conseguenze di quell’altra triste vicenda relativa al dimensionamento scolastico. E qui potrebbe aprirsi un altro capitolo, perché anche la recente delibera del 18 novembre ci costringerà, a quanto pare, ad un altro anno di reggenza, visto che lascia la Direzione Didattica Manzoni sola con un numero di alunni che verosimilmente non ci garantirà l’autonomia.

Cosa dire poi della raccapricciante vicenda della palestra della scuola Pascoli, chiusa da circa 8 anni ? Sottratta, per motivi non del tutto precisati, non solo all’uso dei bambini della scuola ma all’intera comunità.

Se scriviamo è perché dato il passato che non si può cambiare e constatato il presente con amarezza e rammarico , si vuole intervenire per modificare il futuro. Tacere non serve , si diventa piuttosto complici dello status quo, e se pure prevale la triste abitudine alla rassegnazione, vogliamo dare ai figli un esempio diverso anche perche il silenzio diverrebbe connivenza , e l’inefficienza della classe dirigente dovrebbe essere imputabile a tutta la società.

Noi genitori non taciamo più, né tolleriamo che la classe dirigente cada dalle nuvole quando si chiede il conto delle politiche per l’istruzione e per i minori, come se queste si riducessero al trasporto e alla mensa, né accettiamo che questi servizi minimi ed essenziali vengano definiti come “voci a perdere “ del bilancio comunale. Perché un’Amministrazione che non investe sulla scuola e sui minori è un’Amministrazione che non costruisce futuro. Noi facciamo la nostra parte con l’auspicio che ognuno faccia la propria e a queste condizioni, come sempre fatto, diamo la nostra motivata collaborazione.

Tra sessanta e settanta anni circa.

Cappellino per il freddo, foulard al collo per ripararsi dal freddo, grossi occhiali neri per la privacy ( difficile riconoscerlo), un giubbino catarifrangente giallo per essere visto dalle auto in transito.

E’ passato stamattina lungo la SS18 diretto verso sud.

Camminava a piedi e portava tutte le sue ricchezze con un carrello di supermercato, un carrello che spingeva stando ad esso di lato per poter avere il passo più lungo.

Davanti al carrello un giubbino catarifrangente rosso ( scolorito).

Camminava senza fermarsi, volgendo ogni tanto lo sguardo intorno alla ricerca di qualcosa di suo interesse.

Nel carrello tutto il suo universo.

Dove vada non si sa.

Cammina.

Chi sia non si sa.

Nessuno glielo chiede.

Mi fa venire in mente “L'insostenibile leggerezza dell'essere” di Milan Kundera, ed esattamente il suo contrario , cioè l’insostenibile pesantezza dell’essere vecchio in questa nostra Italia.

Non si sa nemmeno da dove viene.

Certamente non dalla Siria e quindi non può chiedere il riconoscimento di status di rifugiato e quanto da esso deriva compresa l’assistenza sociale ed economica.

Nè viene da altri paesi in guerra e quindi non può chiedere la solidarietà dei popoli più ricchi, ma nemmeno essere chiuso in un centro di identificazione ricevendone in cambio un letto , le sigarette ed i pasti quotidiani.

No! Lui è italiano .Non rientra in questi casi.

Peraltro il suo carrello non somiglia nemmeno lontanamente ad un barcone della speranza e tantomeno la SS18 somiglia al canale di Sicilia.

Purtroppo per lui non è nemmeno ROM.

A meno che non stia andando verso l’Africa per poi imbarcarsi, sbarcare in Italia senza documenti per avere quello che, attenzione compresa, oggi non ha da connazionale.

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