Tra sessanta e settanta anni circa.
Cappellino per il freddo, foulard al collo per ripararsi dal freddo, grossi occhiali neri per la privacy ( difficile riconoscerlo), un giubbino catarifrangente giallo per essere visto dalle auto in transito.
E’ passato stamattina lungo la SS18 diretto verso sud.
Camminava a piedi e portava tutte le sue ricchezze con un carrello di supermercato, un carrello che spingeva stando ad esso di lato per poter avere il passo più lungo.
Davanti al carrello un giubbino catarifrangente rosso ( scolorito).
Camminava senza fermarsi, volgendo ogni tanto lo sguardo intorno alla ricerca di qualcosa di suo interesse.
Nel carrello tutto il suo universo.
Dove vada non si sa.
Cammina.
Chi sia non si sa.
Nessuno glielo chiede.
Mi fa venire in mente “L'insostenibile leggerezza dell'essere” di Milan Kundera, ed esattamente il suo contrario , cioè l’insostenibile pesantezza dell’essere vecchio in questa nostra Italia.
Non si sa nemmeno da dove viene.
Certamente non dalla Siria e quindi non può chiedere il riconoscimento di status di rifugiato e quanto da esso deriva compresa l’assistenza sociale ed economica.
Nè viene da altri paesi in guerra e quindi non può chiedere la solidarietà dei popoli più ricchi, ma nemmeno essere chiuso in un centro di identificazione ricevendone in cambio un letto , le sigarette ed i pasti quotidiani.
No! Lui è italiano .Non rientra in questi casi.
Peraltro il suo carrello non somiglia nemmeno lontanamente ad un barcone della speranza e tantomeno la SS18 somiglia al canale di Sicilia.
Purtroppo per lui non è nemmeno ROM.
A meno che non stia andando verso l’Africa per poi imbarcarsi, sbarcare in Italia senza documenti per avere quello che, attenzione compresa, oggi non ha da connazionale.