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Redazione TirrenoNews

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Longobardi. La Dia sequestra Villa Adelchi di Citrigno.

Martedì, 28 Gennaio 2014 14:25 Pubblicato in Longobardi

La Dia ha sequestrato beni del valore di 100 milioni di euro all'imprenditore cosentino Piero Citrigno, di 61 anni.

Tra questi beni anche 37 fabbricati, tra cui due cliniche, “Villa Adelchi”, a Longobardi, e “Villa Gioiosa”, a Montalto.

La Dia scrive che :«Le inquietanti ombre rilevate sull’origine del cospicuo patrimonio (...), unitamente alla pendenza presso il Tribunale di Paola di un procedimento penale per estorsione, hanno indotto gli investigatori della Direzione investigativa antimafia di Catanzaro a ritenere tali obiettivi accadimenti come seri indizi da cui desumere che avesse condotto un tenore di vita superiore alle proprie possibilità economiche».

Piero Citrigno è l’editore del quotidiano “L’Ora della Calabria”.

Ma il gruppo editoriale non risulta colpito dal provvedimento.

Piero Citrigno Citrigno è attualmente agli arresti domiciliari dopo una condanna in via definitiva a quattro anni e otto mesi di reclusione per il reato di usura aggravata nell’ambito dell’operazione Twister.

Ecco l’elenco dei beni sequestrati:

5 terreni

35 fabbricati

Villa Adelchi in Longobardi accreditata dalla regione

Villa Gioiosa in Moltalto Uffugo accreditata dalla regione

La ditta e tutti i beni della "Edera srl" con sede a Cosenza e dedita alla costruzione e commercializzazione di immobili;

La ditta ed i beni della "Meridiana srl", con sede a Cosenza e dedita alla realizzazione e gestione di strutture ricettive alberghiere, ospedali e case di cura;

La ditta ed i beni della "Riace srl" con sede in Cosenza e dedita alla costruzione di strutture ricettive, sanitarie e socio-assistenziali;

Il 23,33% del capitale sociale della "Monachelle srl" con sede a Rossano (CS) e dedita a realizzazione e gestione di case di cura, di laboratori, di centri diagnostici, di stabilimenti termali Rsa;

Il 25% del capitale sociale della "San Francesco srl" con sede a Cosenza e dedita gestione di strutture pubbliche e private per ogni forma di assistenza riabilitativa per anziani e di tipo socio-assistenziale. 

Il provvedimento di sequestro è stato emesso dal Tribunale di Cosenza su proposta del direttore della Dia, Arturo De Felice.

La Dia ha effettuato consistenti accertamenti patrimoniali, per un arco temporale compreso tra il 1988 e il 2011, dai quali è risultata la «presunta origine illecita dei beni basata sulla sproporzione tra i redditi dichiarati e il valore dei beni posseduti anche mediante intestazione fittizia».

Un lavoro reso più arduo per il fatto che «alcuni immobili, in precedenza di proprietà dei familiari di Citrigno, siano stati successivamente alienati a società pur sempre riconducibili al nucleo familiare del medesimo, e ciò nell’ambito di una fitta trama di partecipazioni societarie chiaramente finalizzate ad evitare la riconducibilità di tali beni proprio al Citrigno…».

Non solo ma secondo la Dia «I componenti la famiglia di Citrigno Pietro hanno sempre dichiarato, almeno fino al 2005, redditi non elevati; tuttavia essi sono risultati possessori di beni immobili e aziende di valore oltremodo rilevante e cospicuo».

In sostanza per gli investigatori, «mai dal 1981 al 2005 il nucleo familiare Citrigno ha prodotto lecitamente un reddito pari o prossimo al valore dei beni entrati nel suo patrimonio»

Gli “amici” amanteani dell’ex commissario Sperti

Martedì, 28 Gennaio 2014 09:42 Pubblicato in Politica

Non vi dico le telefonate di complimenti al sito per l’articolo sul dr Sperti .

Siamo gli unici a porgere la notizia agli amanteani

Tra le telefonate molte a ricordare gli amici

Poi alla domanda :ma possibile che oltre a……..nella sala consiliare….in occasione della…… nessun altro abbia criticato il dr Sperti nella sue esternazioni?

Non che fosse un obbligo, intendiamoci, ma molti non persero l’occasione di mostrare il servilismo dei nani di fronte al potere, da chiunque rappresentato

E così ci è venuto in mente un articolo molto critico di fine 2009 dell’attuale portavoce dell’UDC Gianfranco Suriano.

Il tempo di reperirlo e ve lo riproporremo

Un po’ di pazienza

E chi altri( se vuole) si faccia avanti

Da ambo le posizioni

Ma per cortesia spiegando il perchè

F. S. giunse ad Amantea insieme al presidente Giorgio Criscuolo ed a Pietro Tescione nell’agosto 2008 a seguito della nomina della commissione antimafia successivamente allo scioglimento del consiglio comunale.

I tre restarono in carica fino ai primissimi giorni di aprile 2010 quando venne emessa la sentenza del Consiglio di Stato di annullamento del decreto di scioglimento del consiglio comunale disponendo la reintegrazione della intera giunta municipale.

Il vice prefetto ricompare ad Amantea in seguito alla informazione di garanzia inviatagli insieme a Pietro Tescione dal procuratore di Paola, Bruno Giordano, con l’accusa di essersi “segnati” a rimborso viaggi che realmente non sarebbero stati fatti, come emerso dall’attività investigativa svolta dai carabinieri.

Una indagine della quale non si sa dove e da chi abbia avuto origine.

Il dr S. ricompare in questi giorni su Il Tempo del 24 gennaio nel quale si legge:

Ma non ci sono solo gli studi dei commercialisti a favorire l’invasione dei Righi sul mercato romano. Una figura fondamentale è l’avvocato F. S. che passa con disinvoltura dal ruolo di commissario antimafia del comune di Amantea in Calabria (ruolo ricoperto per 18 mesi tra il 2008 e il 2009 grazie alla sua qualifica di vice prefetto dopo lo scioglimento del comune per infiltrazioni mafiose), direttamente a libro paga di Righi per il cui gruppo cura gli interessi legali. «S. – scrive il giudice per le indagini preliminari – lavora per i Righi da più di un decennio, ricevendone un compenso. ? Lo provano alcune intercettazioni e alcune fotocopie di assegni, emessi dai Righi e incassati da S. acquisiti nel corso degli accertamenti bancari». S. lavora sodo per il gruppo Righi – ricevendo un compenso di 1500 euro mensili a cui si aggiungono le parcelle per ogni singolo atto – e scalpita per avere più spazio nel sodalizio: «l’emolumento che io prendo – dice l’ex commissario prefettizio intercettato dalle forze dell’ordine – non corrisponde all’effettivo lavoro, però ne faccio un fatto anche di amicizia (...) però, se oggi noi prendiamo una bella torta, questa è per Francesco perché è un nostro convitato e sta sempre a tavola con noi, è un nostro amico che ci sta vicino, no? (...) se io invece, al momento in cui arriva la torta poi... (...) a un certo punto mi sono reso conto che prendevo lo stipendio di un cameriere. Allora ho detto ma promuovetemi, fatemi caposala almeno, no?».

http://www.iltempo.it/mobile/politica/2014/01/24/commercialisti-avvocati-funzionari-cosi-fanno-a-gara-per-gli-affari-1.1211717

Ma ed ancora da La repubblica( articolo riportato da dago spia del 23 gennaio )Si legge

“Gli affari del clan spaziavano in diversi settori, tra cui anche il calcio, e si basavano su diversi rapporti personali in cui non mancano i colletti bianchi: tra gli indagati c'è un vice-prefetto, F. S., accusato dal procuratore aggiunto dda di Napoli, Giovanni Melillo, e dai pm Marco Del Gaudio, Ida Teresi Filippo Beatrice e Francesco Curcio (questi ultimi due della procura nazionale), di aver fornito consulenza legale e appoggi burocratici ai fratelli Righi, di professione riciclatori, peraltro al servizio di un altro temuto clan campano, i Mazzarella”.

http://www.dagospia.com/rubrica-29/Cronache/pi-che-pizzerie-lavanderie-cos-i-clan-della-camorra-ripulivano-i-soldi-sporchi-impiegandoli-70546.htm

Forte la sorpresa nella città che ancora ricorda il commissario F. S. che ad Amantea annoverava tantissimi conoscenti ed amici.

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