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Redazione TirrenoNews

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Siamo in Grecia. Alle 13.55 un fortissimo terremoto di 6.3 gradi della scala Richter ha sconvolto l’isola di Cefalonia.

E peraltro dopo pochi minuti altre due scosse di 4,4 gradi e di 4,3 gradi viaggianti verso ovest, cioè in direzione della Calabria, la cui popolazioni li ha avvertiti.

Cefalonia è più grande delle isole ioniche dalla Grecia

Famosissima in Italia per essere stata teatro dell'eccidio della Divisione Acqui dell'Esercito italiano per mano dei soldati tedeschi tra il 15 e il 26 settembre 1943, cioè poco tempo dopo l'annuncio dell'armistizio fra l'Italia e gli Alleati, l'8 settembre.

Le scosse hanno interessato soprattutto la zona di Argostoli

L’epicentro,infatti, si trova a 7 chilometri a ovest di Argostoli e 2 chilometri a ovest di Lixouri.

Secondo quanto riferisce la stampa locale, al momento non ci sarebbero danni a cose o persone.

Il popolo di twitter, invece, parla di gravi danni alle cose, in particolare edifici e strade.

Ci sarebbe stata anche una completa interruzione della corrente elettrica su tutta l’isola, su cui vivono almeno 40mila persone.

In questo momento, oltretutto, ad Argostoli è in atto una forte ondata di maltempo.

La città di Argostoli fu rasa al suolo proprio da un terremoto nel 1953.

In realtà gran parte dell’isola subì enormi danni, tanto che ad oggi l’unico paese rimasto intatto e “sopravvissuto” a quella scossa è Fiskardo, che si trova nella parte nord ed è un noto centro turistico

Il primo ministro Antonis Samaras sarà nelle prossime ore sull’isola di Cefalonia insieme al ministro dell’Interno Yiannis Michelakis .

Vi terremo informati

La domanda sorge spontanea, avrebbe detto Antonio Lubrano nel suo famoso programma “ Mi manda Lubrano “, ormai storia della TV pubblica italica.

Quale domanda?

Ma è semplice: “Ma in Calabria si viene assunti ( si dice “stabilizzati”) soltanto, e, se precari?

Cioè l’articolo 97 della costituzione è stato forse cambiato da “Agli impieghi nelle pubbliche amministrazioni si accede mediante concorso...", in “Agli impieghi nelle pubbliche amministrazioni si accede soltanto mediante concorso al quale vengono chiamati solo i precari da stabilizzare “?

Ed è stato modificato anche l’art 3 della costituzione da “Tutti i cittadini hanno pari dignità sociale e sono eguali davanti alla legge, senza distinzione di sesso, di razza, di lingua, di religione, di opinioni politiche, di condizioni personali e sociali”, in “Tutti i cittadini hanno pari dignità sociale e sono eguali davanti alla legge, senza distinzione di sesso, di razza, di lingua, di religione, di opinioni politiche, di condizioni personali e sociali, salvo che i precari che precedono tutti gli altri nelle assunzioni nei ruoli dello Stato e degli enti pubblici”?.

Sembrerebbe di si! Anzi è certamente così!

Ed ora “Intelligenti Pauca” ( alle persone di intelletto basta poco per capire) lo hanno compreso anche gli stagisti calabresi che “rivendicano” lo stato di “precari ” quale condizione per essere stabilizzati.

Mai visto uno che è “entrato” nella regione che sia stato poi mandato via, cioè, che non sia stato prima o dopo stabilizzato!

E molti dei politici che vogliono le stabilizzazioni sono stati loro stessi “stabilizzati” o sono “padri putativi” dei precari!

Ma nessuno che li arresti!

Ed allora perché le eccezioni con gli stagisti?

Se si tenta di stabilizzare gli LSU ed LPU perchè si mandano via gli stagisti?

Sarebbe ingiusto! Anzi una porcheria !

Anzi sarebbe pure ingiusto far tornare gli emigranti! Anche loro dovrebbero essere stabilizzati!

Perché mai dovrebbero ritornare in Calabria? Sono fuori e che vengano anche loro stabilizzati in questa condizione!

Anzi che siano stabilizzati anche i disoccupati! Perché mai anche loro dovrebbero fare concorsi “liberi”? Mica perdono lo stipendio, loro! Non ce l’hanno. Che vengano stabilizzati.

Poi vedremo come inventare un posto precario per tendere alla fine anche alla loro stabilizzazione.

Ecco che cosa dice il Comitato spontaneo degli ex stagisti.( i nuovi assunti non sono ancora ex stagisti!)

"La Regione non può scaricarci" : siamo precari a tutti gli effetti

"Sembra un’evoluzione contraddittoria e paradossale quella di noi ex stagisti: selezionati con bando di selezione pubblica (L.R. 8/2007), inseriti organicamente nella quotidiana attività amministrativa di vari enti locali con reiterati contratti di collaborazione, considerati utili e necessari dagli enti utilizzatori, posti in una successiva situazione di standby e poi scaricati, ad incominciare da quella stessa Regione che ci aveva considerati, beffardamente, eccellenze". Lo afferma, in una nota, il Comitato spontaneo di lavoratori ex art. 14 l.r. 8/2010. Il Comitato spontaneo degli ex stagisti "non intende dar adito a sterili polemiche o fomentare speculazioni politiche e gogne mediatiche per come accaduto in passato, ma vuole guardare con lucidità al presente per fare in modo che, anche per noi, vengano costruite meritate prospettive di stabilità. Per questo chiediamo di non essere esclusi dalle procedure di superamento del precariato della pubblica amministrazione, responsabilmente avviate dalla Regione Calabria, incominciando, pertanto, dal nostro inserimento nei costituendi elenchi regionali dei precari previsti dalla legge regionale 1/2014. Nei giorni scorsi, infatti, alle nostre richieste di chiarimenti ad esponenti politici e tecnici del dipartimento Lavoro della Regione, ci è stata palesemente e inspiegabilmente comunicata la nostra esclusione da tali procedure, adducendo motivazioni assai insensate. Ricordiamo, infatti, che è la stessa Regione Calabria, con D.G. 160/2013 ad inserirci nel “bacino di precariato consolidato”. Rammentiamo che è la stessa Regione ad inserirci nelle disposizioni in materia di lavoro e personale della legge regionale 8/2010 all’articolo 14. Per quale motivo, dunque, escluderci dalle procedure di cui alla legge regionale 1/2014?". "Forse - è scritto ancora nella nota - il nostro peso politico e sindacale non è forte come quello delle altre categorie di lavoratori? Non vogliamo usurpare diritti, né metterci in competizione con gli altri precari del lavoro pubblico, viviamo tutti un’eguale condizione di disagio e vogliamo tutti concorrere all’innalzamento della qualità del lavoro nella e della pubblica amministrazione. Ma rivendichiamo un'estensione delle tutele e un trattamento non discriminatorio. Chiediamo alla Regione di non scaricarci come se non fossimo mai esistiti, o come se fossimo un ingombro ereditato di cui sbarazzarsi in fretta. Chiediamo alla Regione di pianificare una strategia organica e complessiva di assorbimento del precariato da cui noi non possiamo essere esclusi, perché formalmente, nominalmente e concretamente siamo dei precari. Con senso di responsabilità, non chiediamo tutto e subito, ma pretendiamo di essere inseriti in un processo sì graduale, ma certo, neutrale e con percorsi non accidentati di stabilità. Chiediamo che il nostro assorbimento debba essere valutato all’interno del riordino complessivo del sistema delle autonomie locali, guardando anche alla Programmazione 2014/2010, ma con l’adozione di meccanismi di mappatura (del fabbisogno, delle professionalità, delle tipologie di Enti, etc) e di assorbimento definiti ed equi. Chiediamo alla Regione di non fomentare divisioni, per come, ad esempio, il requisito della scadenza contrattuale potrebbe generare, perché si rischia il cannibalismo fra lavoratori differenti ma eguali nella precarietà. Chiediamo anche alle organizzazioni sindacali di non abbandonarci, di rappresentarci perché esistono interessi comuni tra tutti quei lavoratori che subiscono la medesima condizione di precarietà, incertezza, svalorizzazione delle professionalità di cui noi ex stagisti siamo una parte. Adiremo per vie legali ed innalzeremo il conflitto, se sarà necessario, ma auspichiamo – vista la situazione generale di crisi occupazionale e sociale – che venga adottato un approccio di apertura, lungimiranza e articolata pianificazione che non ci escluda". (0050)

Ecco la “Nuova Primavera”: Inizia la fase di ascolto

Domenica, 26 Gennaio 2014 13:35 Pubblicato in Primo Piano

La nota stampa a firma congiunta dell’UDC del consigliere Mario Pizzino

Dopo circa un mese di confronto, trascorso ad incontrare diverse personalità di Amantea e Campora San Giovanni del mondo imprenditoriale e commerciale, delle professioni, giovani studenti, gente comune e diversi amici impegnati in passato anche nell’amministrare il nostro Comune, l’UDC di Amantea e il Consigliere Mario Pizzino, ritengono conclusa positivamente la primissima fase di realizzazione del progetto politico-amministrativo per la nostra Città, da presentare in occasione delle prossime elezioni comunali.

Dagli intensi e “disinteressati” colloqui, avuti con le diverse personalità di cui sopra, si può trarre un soddisfacente ed incoraggiante bilancio. Da ampissimi settori sani di Amantea e Campora proviene una forte domanda di cambiamento della classe politica della nostra Città, da attuare mediante il coinvolgimento di uomini e donne liberi e libere, forti, competenti e, soprattutto dotate di grande umiltà e alto spirito di servizio.

Inizia ora la fase di ascolto della gente di Amantea e Campora che culminerà con la definizione di un programma elettorale finalizzato allo sviluppo sociale ed economico del nostro territorio, da perseguire soprattutto con l’inizio di una fattiva, reale e improcrastinabile attività di sostegno alle attività commerciali ed artigiane e di promozione turistica, snodo cruciale per incrementare i livelli occupazionali nel nostro comprensorio. Come preannunciato nella conferenza stampa della settimana scorsa, si ritiene di dover iniziare fin da subito un lungo e “appassionato” periodo di ascolto dei cittadini, da svolgersi con le modalità che in questi giorni saranno decise.

A tal proposito, si comunica che nel corso della prossima settimana saranno definite tre commissioni di lavoro, una per la realizzazione del programma elettorale, l’altra per la campagna elettorale e l’ultima per la composizione della lista.

Pur avendo questo gruppo di amici, al suo interno, figure “spendibili” – a partire dall’amico e attuale Sindaco f.f. Michele Vadacchino – per onorabilità, esperienza amministrativa e capacità politiche come candidato Sindaco, si ritiene di attendere qualche settimana ancora per decidere chi guiderà quest’ambizioso progetto. Ciò per dare la possibilità anche ad altri amici, oggi indecisi, di entrare a far parte di questa possibile esperienza amministrativa e condividere quindi la scelta del candidato Sindaco.

Il nome della lista elettorale che parteciperà alla prossima imminente competizione elettorale è “LANUOVAPRIMAVERA”. Dal nome individuato per la lista, è chiaro l’intento di procedere alla composizione di una lista civica per come convenuto con i tanti amici che daranno il loro contributo diretto - candidandosi per il rinnovo del Consiglio comunale – o in qualsiasi altra forma che riterranno opportuno. A scanso di ogni equivoco, si precisa, che tale decisione è presa in quanto l’intero movimento che ha deciso di convergere su “LANUOVAPRIMAVERA”, è pienamente convinto dell’utilità e dell’opportunità di proseguire su un percorso di coinvolgimento, vero e trasparente, dei nostri concittadini che in primavera saranno chiamati a esprimere il proprio voto. Non si può più rimandare la svolta democratica nella nostra Città, costituita “dall’adozione di un modello di amministrazione della cosa pubblica al passo coi tempi, in grado di favorire lo sviluppo economico e produttivo e la crescita sociale e culturale di Amantea e Campora San Giovanni!!!

Ovviamente, gli amici che hanno dato vita a “LANUOVAPRIMAVERA” sono, e saranno, sempre “aperti” e disponibili a parlare e a confrontarsi con chiunque pensi che il suddetto percorso sia indispensabile per il bene del nostro territorio, dei nostri giovani e delle nostre future generazioni.

Il Consigliere Comunale Gianfranco Suriano                 Il Consigliere Comunale Mario Pizzino

             (Portavoce UDC Amantea)       

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