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Oltre le chiacchiere ! Questo sarebbe potuto essere ( e forse è) lo slogan che sembra guidare l’azione politico-sociale della Cgil.

Una Cgil che si muove in vista delle prossime elezioni elettorali che appaiono sempre più una”disfida” tra una antica destra ed una sinistra alla ricerca della propria futura anima, e forse soltanto per cercare una distinta posizione sociale lontana dalle approssimazioni parapolitiche che ammorbano Amantea senza indicare gli obiettivi anzi quasi muovendosi al buio.

Un regalo alla città!

Almeno la CGIL fa una scelta ed indica 5 primari obiettivi: Lungomare, Porto, Temesa, Viabilità ed Ambiente.

Conoscendo Massimiliano Ianni ci sembrano, in verità, 5 PRIMI OBIETTIVI, ma non certamente gli unici. Affatto!.

Sembra dica questo convegno che ponti e pontini non portano sviluppo!

Il rilancio della città passa per il lungomare che significa turismo, forse anche “ mini turismo” nel senso che dall’Europa e dall’Italia non si viene ad Amantea perchè c’è il lungomare (certamente se non c’è è ben peggio!) ma da Cosenza e da Lamezia certamente si”

Forte valenza turistica, invece, si trova nel Porto ed in Temesa.

Ma almeno nel titolo la Cgil non si sottrae ad una valutazione sulla stato pessimo delle strade( e dei marciapiedi) interne e soprattutto esterne( parliamo delle strade interpoderali) verso le quali ben si potrebbe e dovrebbe impegnare anche parte del mutuo del lungomare ove non ci siano altri fondi.

Comunque trattandosi di un unico momento di confronto politico è impossibile mancare ed ascoltarla proposta e gli interventi di Giovan Battista Nicoletti, Massimiliano Ianni, Antonio Perricone, Monica Sabatino, Ferdinando Aiello, Umberto Calabrone, Nino de Gaetano e Miche Gravano.

Appuntamento allora a venerdì 29 maggio ore 17.30 presso l’Hotel palace Mediterraneo di Amantea.

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Queste le amare riflessioni de “Le donne scelgono”. Ve le partecipiamo perché sono il senso di una Calabria che muore, e sa di morire, ma vuole morire e che non reagisce nemmeno con le sue forti donne che in ogni tempo sono state la guida del popolo calabrese e che sono le prime vittime.

 

“Questo comunicato è frutto della discussione avvenuta nel Consiglio Direttivo dell’Associazione.

Da dove ripartire in Calabria?

Per superare la disuguaglianza nell’accesso ai servizi, il Progetto-Calabria prevedeva la realizzazione di una Unità Diagnostica di Senologia a Fiumefreddo e Amantea.

La proposta tendeva ad intervenire, in un territorio a forte migrazione sanitaria, affinché il cancro della mammella potesse essere contrastato attraverso un percorso specifico di anticipo diagnostico che faciliti l’accesso delle donne ai servizi di diagnosi precoce.

L’Associazione si propone di fornire i livelli di qualità nel campo della diagnosi dei tumori della mammella in una regione con lunghe liste di attesa.

L’obiettivo era mettere a disposizione delle donne una struttura dedicata alle malattie del seno che soddisfi il bisogno ed il diritto alla diagnosi precoce evitando il peregrinare da uno specialista all’altro e spesso fuori regione.

La scelta sull’ubicazione, Amantea e Fiumefreddo, era legata a fattori logistici con la certezza dell’impegno e la condivisione di tutte le forze in campo impegnate nella lotta al tumore della mammella (medici, amministratori, donne. associazioni e responsabili della salute ad ogni livello). Così non è stato.

Volevamo essere tante per combattere la battaglia contro il tumore al seno impegnando energie senza disperdere risorse.

 

I nostri appelli non hanno avuto risposta ne da parte delle donne, nè da parte dei medici, nè da parte degli amministratori.

Non ci basta più una pacca sulle spalle senza alcun coinvolgimento partecipativo alla vita dell’Associazione.

Abbiamo presentato la nostra attività, segnalato bisogni e necessità, effettuato convegni, donato un mammografo, sprecato un ecografo (sottoutilizzato), lasciati vuoti i locali dell’Associazione.

Il tutto impegnando risorse ingenti ma siamo rimaste sole, abbiamo lasciato solo il dr. Leuzzi e scoraggiato la sua dedizione, confidando unicamente sulle sue risorse economiche, sul suo tempo e sulla sua professionalità.

Evidentemente era poco, senza partecipazione e sensibilità non poteva bastare… , insieme al dr. Leuzzi abbiamo capito che non ci saremmo mai riuscite a realizzare quello che era un sogno anche di Lalla.

Si è considerata l’Associazione semplicemente come una benefattrice che elargiva un servizio, mentre quel servizio è un diritto.

Volevamo tutelare le donne in materia di anticipo diagnostico, in una regione, non certo un modello, che nei numeri di mortalità va in controtendenza a causa del ritardo diagnostico.

 

Nel comprensorio tutte e tutti conoscono la nostra attività e la volontà di creare un servizio di diagnosi precoce ma poche/i si sono poste il problema delle risorse, dei locali, delle utenze, delle strumentazioni, dei viaggi, dei convegni.

Nessuno/a poi, se non Caterina, ha formulato proposte per risolvere le problematiche e poche hanno partecipato alla vita dell’Associazione, come ai corsi e ai convegni.

Da tre anni, da quando abbiamo avviato con grande entusiasmo il Progetto-Calabria, sapevamo di esserci infilati in una battaglia appassionante ma costosa e del tutto incerta. Adesso le risorse sono finite.

Da parte nostra è’ mancato il radicamento, ìl radicamento mette in evidenza il fatto che una associazione di volontariato – come tutte le iniziative di solidarietà – non può nascere in un quasi vuoto sociale, ma deve essere inserita in più ampie strutture di socialità, comunità e di economia sana. In questo senso, l’azione di radicamento sociale consiste nell’ascoltare; nella disponibilità a dare e a ricevere; nel prendere coscienza del bisogno di prevenzione; nel tessere legami nel territorio.

Essa presuppone l’esistenza di un contesto ben preciso, circoscritto ma non localistico. Presuppone, inoltre, la volontà di “stare insieme” di lavorare insieme, di mettere radici in quel particolare territorio.

La prassi del radicamento nasce dal bisogno di entrare in relazione viva con contesti, ambienti, gruppi, persone, nella fattispecie donne, che sono colpiti dalla disuguaglianza e dall’esclusione sociale.

Per avviare il radicamento, c’è bisogno di ascolto ma abbiamo ricevuto solo silenzi (dalle oltre 400 tesserate in Calabria non abbiamo mai ricevuto una email, una telefonata).

Si tratta di una scelta dolorosa ma abbiamo deciso di chiudere il Servizio di Senologia Diagnostica di Fiumefreddo nonostante abbiamo fornito conoscenze di base e strumenti operativi per essere efficaci da subito.

In ogni caso siamo pronti a riprendere il servizio quando la comunità e gli amministratori, ad Amantea? a Fiumefreddo? raccoglieranno la sfida e si faranno carico di reperire fondi, organizzare locali con apparecchiature, richiedere le dovute autorizzazioni, promuovere le attività e effettuare le mammografie.

Noi però non desistiamo, continueremo e concentreremo la nostra battaglia sui temi della prevenzione primaria e cercheremo di fornire il servizio di diagnosi precoce fuori regione, ma che sia completo e non parcellizzato, con esami magari di ultima generazione (Mammografia 3D ) in regime di convenzione. Vi faremo sapere.”

Trn-News: Da domani invitiamo le donne del Basso Tirreno cosentino, ultime ed abbandonate a scriverci ed a dire il loro pensiero che pubblicheremo. Ma sappiano che, se sapranno scuotersi da questa incredibile apatia, avranno sempre vicino il grande cuore di “ Caterina” ed il grande cuore e la grande professionalità di “Raffaele” ed insieme a loro di altre persone che sono vicini al mondo delle donne e dei giovani ma che aspettano di essere chiamate!

Ah, gli uomini non dimentichino che possono anche loro avere un tumore al seno.

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Ecco cosa scrive Francesca Menichino del M5S sulla rinegoziazione dei mutui da parte della maggioranza Sabatino:

 

”Decisa a colpi di maggioranza in consiglio comunale la rinegoziazione dei mutui, di ben 92 mutui contratti dall’Ente con la Cassa Depositi e Prestiti SpA. A nulla è valsa la proposta del M5S di aggiornare la seduta e di valutare in maniera differenziata per ogni mutuo l’effettiva convenienza dell’operazione, facendo una riflessione seria e condivisa in commissione bilancio: la nostra proposta è stata bocciata dalla maggioranza.

 

Il livello di indebitamento del comune di Amantea è elevatissimo: c’è un debito residuo che ammonta solo per il capitale a 20 milioni di euro e paghiamo rate annue per circa 2 milioni di euro. Quest’operazione prorogherà la scadenza di questi 92 mutui (ma ce ne sono altri) fino al 2044 cioè per altri 30 anni.

Come possa l’assessore alle finanze definire “altamente positiva” questa operazione davvero ce lo chiediamo, senza trovare risposte.

E non capiamo come possa dire che questo non peserà sulle generazioni future, perché questo è invece esattamente quello che accadrà: il debito residuo nel complesso aumenterà e impiegheremo altri 30 anni per estinguerlo.

E se è vero che nell’immediato le rate di mutuo si riducono, è vero pure che il minore esborso, pari quest’anno a 78.517 euro, per come previsto dalla norma dovrà essere destinato a spese di investimento o a riduzione di finanziamenti e non alle spese correnti.

In sostanza l’amministrazione compie questa operazione perché non ha liquidità e vuole utilizzare queste somme, come chiaramente ha anticipato l’assessore alle finanze, per fare ancora spese e indebitare ancora questo Ente.

Abbiamo definito scellerata questa che è una scelta politica che pensa al presente ed alla necessità di rimediare denaro liquido: il sindaco lo ha detto chiaramente affermando “non c’è un euro nelle casse comunali”.

Insomma questa amministrazione appare letteralmente strozzata: incapace di riscuotere le entrate, incapace persino di calcolarle correttamente, e nello stesso tempo incapace di ridurre e controllare la spesa il cui livello viene mantenuto o addirittura aumentato nonostante la situazione sia drammatica: pensate all’aumento delle indennità, pensate alle spese per lo staff del sindaco, pensate a 1 milione e trecentomila euro che si spendono per la manutenzione con i risultati che tutti possiamo vedere, e poi abbiamo le 25.000 euro del canile o i 155.000 euro spesi per il verde pubblico e tanto altro ancora.

Chiediamo di considerare con serietà le nostre osservazioni e di annullare in autotutela questa delibera, anche in considerazione del fatto che per 17 dei 92 mutui il tasso invece di diminuire aumenta passando dal 3,94 a 3,966 il che significa in termini di interessi un inevitabile aumento e quindi un danno erariale per l’Ente”.

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