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Riceviamo e pubblichiamo la nota di Gigi El Tarik.

“ Per molti giorni ho sperato di non dovere scrivere un atto quarto sull’affare Coreca e il demanio, ed invece rieccomi ad informarvi che non vi è stato nessuno sviluppo sulla faccenda della rivendicazione di un proprietario alberghiero di circa 2000 metri quadri di una area appartenente al Demanio marino.

Addirittura, ho dovuto registrare atteggiamenti arroganti e prepotenti inauditi.

La prepotenza è un fattore che pone le sue radici nel periodo corrispondente alla nascita dell’uomo e al suo successivo inserimento nella società.

Si è sviluppata nel corso dei secoli in modalità al quanto differenti e ha manifestato coinvolgimenti di vario genere. È un problema che riguarda soprattutto la specie umana, perché determina alcuni aspetti del comportamento i quali gestiscono la personalità.

Sempre la prepotenza è la caratteristica di chi impone agli altri con forza e arroganza la propria volontà, impedendo la divulgazione delle idee e delle ragioni altrui. Si possono definire prepotenza atti che hanno avuto luogo in tempi antichi o passati, oppure atti che hanno avuto luogo precedentemente o che si svolgono ancora oggi, come la delinquenza organizzata sia privata che amministrativa.

Se fossi un bravo ragazzo della porta accanto sarei portato ad esprimermi con toni e parole adeguate e direi, per esempio: “La prepotenza trae origine dal "cuore cattivo"che desidera dominare e sottomettere il prossimo.

Il prepotente è avallato di solito da persone deboli, che non sanno fronteggiarlo e per quieto vivere,gli diventano succubi.

Non è vero che gli altri ignorano la sua inferiorità,lo sanno che è inferiore almeno dal punto di vista psicologico e riesce a dominare, il prossimo,sfoderando la forza bruta e la favella tagliente. Se il prepotente venisse lasciato sbattere nel suo brodo,l' arroganza e la prepotenza,sbollirebbero a nostro vantaggio.

Infatti l' arrogante e il prepotente vivono bene solo quando sono al centro dell' interesse e nella loro cattiveria credono di poter fare il buono e il cattivo tempo.

Diamo troppa importanza a chi non merita e a chi va "scesa la cresta"per il bene della collettività...

Invece, forse per codardia, li lasciamo impuniti, anzi a volte li assecondiamo per nostra disgrazia. Ma io non sono un bravo ragazzo, anzi sono un rompiballe.

Dopo questa lunghissima prefazione, eccoci al IV Atto, scena prima.

Qualche giorno fa, erano circa le 22, un giovane marito con moglie e figlia decisero di fare una passeggiata su Via Coreca a Coreca.

Si avviarono lungo questa strada dove abitano per arrivare sul piazzale antistante l’albergo “La Scogliera” appartenente, come ho già avuto modo di documentare negli articoli che hanno preceduto questo, al Demanio marino.

All’improvviso, come proveniente dall’oltretomba, una voce ammoniva la famigliola e a malo modo li buttava fuori da ciò che la voce, appartenente al proprietario del su citato albergo, dichiarava di essere un’area di sua proprietà.

Onde evitare discussioni, il buon padre di famiglia, insieme a moglie e figlia, si allontanò. Questa stessa scena, mi dicono, si è ripetuta decine e decine di volte negli ultimi anni. Questa sua prepotenza trae forza dal narcisismo.

Il narcisista proprio come il neonato ha interesse solo per i propri bisogni, naturalmente per il neonato questo è indispensabile. Pensate se non piangesse ad ogni malessere, egli a quell'età non è autonomo e morirebbe di inedia senza che la madre o chi svolge questo ruolo se ne accorgesse. Naturalmente esistono individui che, per ragioni che non stanno in un post, hanno sviluppato una scarsissima empatia con il mondo esterno, lo usano solamente e non hanno nessun interesse per le problematiche altrui.

Una parte di loro è rimasta nella fase neonatale anche se sono adulti, potenti e prepotenti.

Ora me ne viene in mente qualcuno anche tra i nostri “politici” ma non voglio scatenare polemiche inutili e fuorvianti.

E così si arriva alla eventuale prepotenza e arroganza di chi amministra la cosa pubblica che nel caso specifico, non ottempera all’esecuzione di vari mandati di sgombero , ultimo del 2012, di quell’area demaniale alla quale ho accennato all’inizio di questo scritto.

Questo modo di agire dell’Amministrazione comunale e delle autorità competenti è tipico di chi con arroganza si sente padrone delle cose; dimenticando che è stato chiamato a gestire una città ed un territorio che appartiene a tutti noi e dei quali nessuno è proprietario.

C’è di più. Non più tardi di una decina di giorni fa mi è capitata nelle mani una lettera dell’Avvocato Gino Perrotta di Paola inviata al Dirigente del Settore Demanio, al Sig. Sindaco del Comune di Amantea e al segretario Generale del Comune di Amantea. Oggetto della lettera “Impugnativa e contestuale richiesta di annullamento del verbale redatto in data 29/5/2015 relativo al Bando di Gara mediante procedura aperta per ‘assegnazione Lotti Liberi del piano spiaggia’. Il motivo che mi porta ad accennare a questa lettera è presto detto.

Il proprietario dell’albergo “La Scogliera” ancora una volta è il “protagonista” della richiesta di “ “annullamento del verbale” sopracitato, in quanto veniva escluso ufficialmente per il “lotto 29” perché la sua richiesta di partecipazione era sprovvista del “requisito della garanzia bancaria”.

Il giorno successivo venivano riammesse alcune ditte, fra queste la SIDAFRA srls del proprietario dell’albergo “La Scogliera”. “Dalla lettura, (continua l’avv. Perrotta) del citato pseudo-verbale è facile rilevare la mancanza di motivazione per la riammissione….. Dal momento che le norme che regolano gli atti della Pubblica Amministrazione sono ispirati alla trasparenza e prevedono rigidi protocolli procedurali che, ….non consentono di riammettere, a distanza di 24 ore, un soggetto escluso da una gara pubblica …….constatato che trattasi di un documento privo di qualsiasi valenza giuridica ……..” .

Ammetto di sentirmi un po’ stanco e amareggiato ma sarebbe quasi un sogno, svegliarmi e scoprire che un qualsiasi cittadino, quale io sono, può, a volte essere fortunato e trovare dall’altra parte dello “sportello” pubblico un funzionario, che aiuti la cittadinanza a fare chiarezza. Tuttavia, se il funzionario non ha questa sensibilità civile, il cittadino è completamente indifeso davanti all’arroganza, alla prepotenza e alla grettezza: il problema è, quindi, non personale, ma di “Sistema”.

E qui la sorpresa! Si fa per dire! La ditta estromessa il 28 maggio 2015 e riammessa la mattina del 29 cm., con un atto arbitrario da parte del responsabile dell'ufficio Demaniale del Comune di amante, senza il consenso della Commissione, si è poi aggiudicata il "lotto" 29!! Complimenti!!!

Gigino A Pellegrini & G el Tarik

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Ecco cosa risponde il neo segretario del PD alla mia lettera con la quale gli chiedevo di intervenire su aspetti importanti della vita cittadina, di cui- certo- il lungomare è parte sostanziale.

 

Caro Giuseppe, viviamo un tempo in cui purtroppo i Partiti vedono depotenziata la loro capacità di farsi rappresentanti dei desideri, delle ansie, dei problemi, degli interessi della collettività. Hanno perso quella abilità di mobilitare le popolazioni che li caratterizzava un tempo, stentano a stimolare forme di partecipazione alla vita pubblica.

Quello che può apparire come mero avvilimento delle organizzazioni partitiche – il cui ruolo potrebbe, anche legittimamente, essere sostituito da altre forme associative – si traduce, invece, in una riduzione della tensione critica e in un minore controllo del proprio ambiente politico, ovvero della possibilità di partecipazione alle scelte politiche che governano la propria vita.

Una degenerazione che ha condotto all’affermazione di un modello culturale in cui i cittadini possono trovare addirittura difficoltà nell’orientarsi fra le categorie di bene e male, ovvero di ciò che è giusto e ciò che invece non lo è. Questo decadimento – che produce i suoi effetti anche in quella che in democrazia dovrebbe essere una naturale attitudine al confronto, al dibattito, alla ricerca di soluzioni condivise ai problemi – rappresenta una delle principali sofferenze della nostra società.

Viviamo una crisi, infatti, che prima che economica è di valori e di ideali.

Una premessa per me doverosa, altrimenti – temo – non si capirebbe bene il senso delle mie parole e – soprattutto – delle mie intenzioni. Chi, come me, crede ancora nei Partiti - e desidera restituire loro un ruolo ed una funzione pubblica - non può permettersi di non essere realista, ovvero di non sapere qual è la situazione di partenza.

Avrei, infatti, potuto esordire con frasi ad effetto e retoriche, con l’intento di esaltare il soggetto politico che mi pregio di rappresentare nella nostra città. Tuttavia, la verità è che anche il PD non è immune rispetto alla crisi ideale e valoriale che affligge il Paese.

Avverto la responsabilità della credibilità del PD di Amantea e per tale ragione so bene che la moralità è l’investimento più importante che noi tutti, che ci identifichiamo nei valori e nelle idee del Partito, siamo chiamati a fare. A pochi giorni dal Congresso, abbiamo avviato un processo organizzativo propedeutico all’azione politica. Un percorso fatto non da rigide strutture, bensì di sensibilizzazione alla partecipazione, al confronto, alla discussione, entro cui tutti coloro che lo desiderano possano realizzare il loro altruismo sociale ed occuparsi della “cura dell’altro”.

Proprio per tale ragione, non posso che salutare con entusiasmo il fatto che i cittadini si siano mobilitati per portare all’attenzione del dibattito pubblico questioni di interesse collettivo, qual è – nel nostro caso – la realizzazione del nuovo lungomare. Io stesso, più di una decina di anni fa, mi feci promotore – con l’allora gruppo dirigente della Sinistra Giovanile – di una petizione popolare (che superò le mille firme) per la realizzazione di una Mediateca.

Quando i cittadini avvertono il desiderio di partecipare è sempre un fatto positivo. Un momento di crescita in cui l’autoconsapevolezza diviene contributo al benessere collettivo.

Ritengo che la realizzazione del nuovo lungomare, con annessi gli indispensabili servizi, sia un’opera di importanza strategica per lo sviluppo del nostro territorio. Penso che gli effetti benefici, infatti, contaminerebbero l’intero sistema economico comprensoriale. Con quest’animo io stesso ho firmato la petizione del Comitato promotore.

Già due o tre anni fa, con un gruppo di cittadini, protocollammo una richiesta di interventi denunciando alcune situazioni di degrado presenti su spiaggia e struttura adiacente.

Non ne faccio solo un problema di vetrina, bensì di una più complessiva questione che concerne lo sviluppo del nostro territorio. Una riqualificazione strategica che deve – come necessario per tutte le opere importanti – essere oggetto di una seria ponderazione e valutazione.

Ho assistito con piacere – così come mi sono ripromesso di fare anche per le future sedute – al Consiglio Comunale tenutosi lo scorso giovedì. Per mia abitudine partecipo con l’orecchio sempre attento ad ascoltare le ragioni degli altri. Non mi sfugge il fatto che la convenienza all’indebitamento è tale soltanto se la redditività del capitale investito è superiore al costo del debito. Da quanto emerso dalla discussione, invece, ci si troverebbe dinnanzi a risorse prese a debito dal 2011 delle quali circa ottocento mila euro già restituite alla Cassa Depositi e Prestiti a fronte di un investimento pari a zero per l’economia di Amantea. In pratica un’operazione antieconomica.

Certo, sulle opere necessarie alla città si deve e si dovrà discutere in modo approfondito. Se l’intento è quello di aprire una stagione di crescita vera per la città e il comprensorio, perché mi pare che di sviluppo stiamo parlando, allora sarà necessario verificare tutte le leve della crescita endogena che non possono non tenere conto delle specificità del nostro territorio. In tal senso, la politica dovrà avere come orizzonte il lungo periodo, perché i grandi progetti di sviluppo, la modificazione delle caratteristiche di contesto, non seguono le tempistiche dei mandati elettorali. Non amo fare l’elenco delle cose da fare ma, se questo paese vuole sposare la crescita dovrà prima o poi porsi il problema di come ridare vita al centro storico, di come valorizzare i ritrovamenti dell’antica Temesa, dello sviluppo urbano, della sicurezza dei cittadini, della tutela dell’ambiente, dell’erogazione dei servizi, di come avere un mare limpido e cristallino.

Rilevo, comunque, l’impegno assunto per la realizzazione del nuovo lungomare da parte dell’Amministrazione durante l’ultimo Consiglio Comunale, con l’auspicio che si concretizzi il prima possibile; di conseguenza mi aspetto che venga data la giusta attenzione ad un’opera di grande rilevanza per la città e sulla quale si è giustamente creata una forte aspettativa nella nostra comunità.

Mi auguro che nel frattempo l’azione del Comitato non si esaurisca e che anzi contribuisca a promuovere una “discussione informata” sulla questione. Il nostro Partito sicuramente a ciò si dedicheràanche fungendo da stimolo – sempre nel rispetto dei ruoli e delle funzioni – verso l’operato dell’Amministrazione. Ritengo, infatti, fondamentale una riflessione, rispetto alla quale cercheremo l’indispensabile contributo di tecnici in materia, sulla necessità di opere di messa in sicurezza del lungomare da realizzare preventivamente allo stesso. Ma reputo di grande importanza anche una riflessione sulle caratteristiche che dovrà avere la struttura e su come forme di finanziamento, anche private, possano contribuire alla crescita della nostra città. Su tali aspetti il PD di Amantea si interrogherà e sarà aperto al contributo di quanti hanno a cuore la crescita del nostro territorio.

Il mio desiderio – ed il mio impegno sarà volto a tale scopo – è che il PD possa avere una funzione nodale nella società, agevolandone le capacità inclusive e svolgendo un ruolo di connessione tra le istituzioni e la società per dare un contributo alla crescita economica e civile.

Il PD che abbiamo in mente vuole farsi carico delle sofferenze dei singoli e dei problemi della collettività, non riducendo il suo compito a comitato elettorale. Vorrei potesse dare un contributo alla felicità delle persone e concorrere nel migliore dei modi a scrivere un pezzo di microstoria della nostra sofferente, eppur bella comunità.

Enzo”

 

 

Ringrazio Enzo per la sua articolata risposta, e mi riservo di offrire ulteriori elementi di approfondimento e di riflessione, al solo fine di reiniziare un percorso di partecipazione democratica e popolare che non sia soltanto occasionale.

 

E’ tempo- infatti- che il governo della cosa pubblica “ritorni”ai partiti e sia sempre più sottratto agli uomini che si spacciano per suoi rappresentanti e rappresentanti del popolo.

Auguri per questo difficile percorso che ti accingi a compiere.

Giuseppe Marchese

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La Giunta Sabatino con delibera 113 dell’11 giugno 2015 dà incarico a legale amanteano di difendere l’immagine di Amantea.

 

Nella delibera richiama l’accesso negli uffici dei due senatori nonché la dichiarazione del senatore Morra il quale avrebbe affermato che il “comune di Amantea sarebbe stato sciolto 2 volte per mafia in palese contraddizione con la realtà dei fatti”.

 

Ecco il comunicato congiunto dei Senatori Nicola Morra e Luigi Gaetti, dei deputati Paolo Parentela e Dalila Nesci e del consigliere comunale di Amantea Francesca Menichino

«Il Comune di Amantea (Cs) ha deliberato di agire legalmente contro di noi, che per la giunta municipale ne avremmo leso l'immagine, chiedendo sul posto chiarimenti al sindaco, Monica Sabatino, sul ruolo effettivo del padre, pensionato ma presente negli uffici dell'ente».

Lo dichiarano i senatori M5s Luigi Gaetti, vicepresidente della commissione parlamentare Antimafia, e Nicola Morra, componente della commissione Affari costituzionali.

«L'esecutivo del Comune di Amantea – proseguono i due parlamentari – ha deliberato di spendere soldi dei cittadini per negare e silenziare il nostro controllo politico, curiosamente incaricando un avvocato già allontanato dall'attivismo del Movimento cinque stelle».

«Questa deliberazione – sottolineano i due senatori, insieme al consigliere comunale M5s Francesca Menichino e ai deputati Dalila Nesci e Paolo Parentela – giunge in un momento di dichiarata crisi di liquidità per il comune che continua da mesi a non pagare tanti lavoratori e rappresenta un boomerang per l'intera giunta, poiché fa a pugni con la dovuta trasparenza sulla gestione del municipio.

Il padre del sindaco di Amantea ha un incarico che, pur se gratuito per legge, non può valicare i limiti previsti. Avremmo voluto capire diversi punti non ancora chiari, ma la giunta di Amantea seguita, adesso con l'ennesimo insulto all'intelligenza dei cittadini, a confondere le acque».

I parlamentari M5s e Menichino concludono: «A dimostrazione della bontà delle scelte e della legittimità degli atti, ci saremmo invece aspettati un'apertura da parte del sindaco, che ai cittadini deve ancora giustificare perché il padre, ex- responsabile della Ragioneria, operi anche in assenza della segretaria comunale, e perché dopo quasi un anno dal suo pensionamento manchi ancora il sostituto”.

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