Alopecia aerata, alopecia totale. Una cura per tutti i tipi di perdita di capelli.
La notizia era già nell’aria. Ma ora è pubblica.
Tutto nasce da uno studio italo-israeliano pubblicato sul British Journal of Dermatology.
In sostanza non si conoscono le ragioni dell’alopecia ma si sa che prelevando il sangue dal paziente trattarlo quindi in laboratorio, per derivarne plasma arricchito di piastrine (Prp) re-iniettarlo direttamente sul cuoio capelluto può essere la soluzione.
Lo studio è stato condotto su 45 volontari affetti da alopecia areata (una malattia che colpisce in media il 2% della popolazione, incluse donne e bambini, e contro cui non sono disponibili ad oggi trattamenti curativi o preventivi).
I volontari sono stati divisi in tre gruppi, a ognuno dei quali è stata iniettata sulla metà del cuoio capelluto la soluzione Prp o, in alternativa, un altro trattamento o una soluzione placebo. Eseguiti tre trattamenti nell'arco di 12 mesi, i ricercatori hanno potuto osservare che i soggetti trattati con Prp mostravano una "significativa" ricrescita dei capelli.
Per Fabio Rinaldi, della International Hair Research Foundation e Università di Brescia, la soluzione di plasma Prp stimolerebbe nuove cellule staminali sotto la cute, facilitando la ricrescita dei capelli.
La tecnica, commenta Giulio Basoccu, responsabile Divisione di Chirurgia Plastica Estetica e Ricostruttiva dell'Istituto neurotraumatologico italiano, "si fonda su un principio cardine secondo cui le cellule staminali presenti nel bulbo del capello sono dotate di recettori per i fattori di crescita. I fattori di crescita presenti nelle piastrine sono così in grado di stimolare le staminali dei bulbi piliferi ancora presenti, ma silenti, a produrre il capello. Questa tecnica è efficace in tutti gli stadi della calvizie e la ricrescita dei capelli comincia dopo 1-2 mesi dalla prima seduta e raggiunge il culmine dopo sei mesi".
Insomma, una reale speranza per tanti uomini, ma anche per tantissime donne. Basoccu precisa: "Sempre più numerose ci chiedono infatti di intervenire sulla loro calvizie. Molte dopo la gravidanza o, per esempio, un periodo di stress che ha determinato un'alopecia.
Caracas. Calci, pugni, spintoni, sangue. La seduta di martedì dell’«Asamblea Nacional» in Venezuela si è trasformata in una mega-rissa tra parlamentari .
Una megarissa in pieno Parlamento. Uno scontro figlio delle tensioni crescenti, tra maggioranza e opposizione, dopo le elezioni presidenziali del 14 aprile.
In sostanza entrambi gli schieramenti si accusano reciprocamente di aver dato il via alla scazzottata e non ci sono testimoni esterni: la baruffa è scoppiata durante una sessione a porte chiuse, senza che i media fossero presenti.
Tutto è cominciato quando il presidente dell'assemblea, Diosdato Cabello, ha proibito agli avversari politici di intervenire in aula finché non riconosceranno i risultati ufficiali del voto, vale a dire la vittoria di Nicolas Maduro, successore di Hugo Chavez.
L'opposizione si è ribellata, mostrando anche uno striscione sui banchi. E i due fronti sono venuti alle mani. Alla fine i feriti sono stati oltre una ventina.
Venezuela, rissa tra parlamentari L’opposizione antichavista: «Feriti 7 dei nostri»
E Julio Borges mostrando in viso i segni delle botte (nella foto) ha dichiarato– «Potranno picchiarci, imprigionarci, ucciderci, ma non svenderemo mai i nostri principi». Poi, con un rivolo di sangue dallo zigomo al mento, ha concluso: «Questi colpi ci rendono più forti».
María Corina Machado, della Mesa de la Unidad Democrática, ricorda: «Cabello rideva mentre ci aggredivano e io ero a terra».
Dal canto suo Odalis Monzon, parlamentare del partito al governo, replica che anche lei e altre sue colleghe sono state aggredite: «Oggi, di nuovo – ha detto fiera – mi trovo a dover difendere l’eredità del nostro comandante (Chávez)».
In sostanza l’opposizione dice che la loro colpa sarebbe stata quella di aver dato inizio a una protesta con uno striscione perché gli era stato negato il diritto di parola. Poco prima, infatti, il presidente dell’Assemblea Diosdato Cabello aveva dichiarato: «Finché i membri l’opposizione non riconosceranno l’autorità e le istituzioni della Repubblica, non potranno parlare in quest’aula».
In Venezuela, da quando il 5 marzo è morto il presidente Hugo Chávez (leader per 14 anni), la situazione politica è incandescente: alle elezioni dello scorso 14 aprile ha vinto il delfino di Chávez Nicolas Maduro che ha sconfitto il candidato dell’opposizione Henrique Capriles con uno scarto del solo 1,5%. Capriles e i suoi da allora gridano al broglio e si rifiutano di riconoscere l’esito del voto. Il giorno dopo le presidenziali almeno otto persone sono morte negli scontri tra oppositori e chavisti.
Ma un video della zuffa è comparso, poche ore dopo il fatto, su molti siti venezuelani, da El Universal a Noticias 24. Il filmato è stato diffuso in realtà dalla televisione privata pro-opposizione Globovisio che dice di averlo avuto proprio da un parlamentare.
Il dramma della lucida follia ha visto più vittime del sistema. Da un lato un uomo che dicono non sia un folle( il PM, i parenti, la gente che lo ha conosciuto), dall’altro due Carabinieri schierati a difesa del palazzo e delle sue parti, ed ancora un sistema malato e che si avvicina alla sua fine.
Ma quella di Alemanno che dichiara : "Il sistema di sicurezza ha retto. Sono le persone in divisa che fanno da scudo e che pagano il prezzo", è forse questa lucida follia? Quella che pensa di sacrificare vite umane a fare da scudo per difendere un sistema di privilegi?
Quella di Alemanno che dichiara “Le persone in divisa pagano il prezzo per tutti anche per quella propaganda scellerata, quando si dice andiamo all'assalto del palazzo, del Parlamento, sono parole, sono messaggi politici ma bisogna dare importanza alle parole, stare attenti alle parole. E' giusto protestare e chiedere di più ma non è giusto indicare obiettivi e alimentare un clima di odio", è forse questa lucida follia?. Quella che pensa che gli uomini che perdono il lavoro, e di conseguenza il rispetto dei propri cari, e di seguito la dignità debbano comunque non odiare?
Quella di Alemanno che chiede che "anche la campagna elettorale a Roma sia una campagna politica concreta, no insulti. E mi auguro che questo governo crei nel Paese un clima diverso, più sereno", è solo paura ?.
Ma davvero la politica( quella peggiore) rappresentata nella fattispecie da Alemanno ( quello che voleva risolvere il problema della neve a Roma facendosi filmare e fotografare a far finta di spalarla) non capisce che ci troviamo in una situazione gravissima fatta di un irreversibile declino dello Stato, fatta di una altissima disoccupazione, fatta di privilegi e di povertà, di lussi e di gravissimi disagi della maggioranza del popolo da cui partono poi le assurdità degli spari contro gli incolpevoli carabinieri usati come scudi umani?
Sembra di trovarsi di fronte alla grave crisi economica francese ante rivoluzione quando lo stato viaggiava verso la bancarotta, quando il ministro delle finanze Jaques Neckern propose di far pagare le tasse anche alla nobiltà e al clero e nello stesso tempo di alleggerire il peso fiscale che gravava sui contadini, in modo da favorire l'afflusso dei loro risparmi per rimodernare l'agricoltura e acquistare manufatti, ma venne licenziato per l'opposizione di diversi Parlamenti provinciali controllati dalla nobiltà e dal clero, che non accettavano le nuove leggi fiscali.
Sembra di trovarsi esattamente a quando la soluzione venne cercata nel parlamento e si tentò di trovare inutilmente una nuova legge elettorale (la nobiltà e il clero chiedevano che si votasse per ordine, perché così avrebbero avuto due voti contro uno del terzo stato; invece i rappresentanti di quest'ultimo chiedevano che si votasse per testa, perché erano in numero superiore ai delegati degli altri due ordini, in quanto rappresentanti della maggioranza del popolo francese).
Anche allora la società era fortemente squilibrata e da un lato aveva una casta ( al tempo laNobiltà ed il clero) che godeva di numerosi privilegi ( erano esentati dal pagamento di molte imposte statali e potevano accedere a tutte le cariche pubbliche di maggior prestigio), dall’altro tutto il resto della Francia tra cui i contadini vessati da tutta una serie di corvées e tributi in natura o in denaro, i commercianti e gli artigiani le cui attività erano controllate da molteplici corporazioni di origine medioevale che frenavano la mobilità della manodopera e le innovazioni tecniche.
Fu allora che il 13 luglio Parigi insorse per l'aumento della disoccupazione e l’aumento dei prezzi .
Ieri come oggi serve a niente gridare contro chi indica negli uomini del palazzo i responsabili di quanto sta avvenendo. Ad alimentare il clima di odio sono le diversità. E se la politica non se ne rende conto, allora la fine è vicina. Molto vicina.