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Paura in pieno centro a Parigi.

Tira fuori un coltello all’improvviso ed inizia ad aggredire i passanti.

È successo stasera poco prima delle 21 a Parigi, nel quartiere subito dietro l’Opéra Garnier, pieno di bar, ristoranti e teatri, molto frequentato la sera, anche da parte di turisti stranieri.

Subito il panico, la gente che gridava per strada e scappava dentro i locali..

Secondo le testimonianze di alcune persone presenti sul posto, l’aggressore avrebbe urlato «Allah akbar», almeno da quanto riportato dalla radio Europe 1, e si tratterebbe, quindi, di un attentato jihadista

L’uomo ha ferito 9 persone di cui una è morta.

Altre due persone sarebbe in gravi condizioni.

La polizia lo ha subito neutralizzato ed è terra, ucciso durante l’intervento.

L’aggressore, secondo quanto riportato sul sito del quotidiano Le Parisien, avrebbe gridato ai poliziotti : « Ammazzatemi o vi ammazzo io ».

E avrebbe in effetti cercato di assalire con il coltello un poliziotto, che ha risposto con la sua arma di servizio e l’ha freddato. 

Il ministro degli Interni Gérard Collomb su Twitter ha subito salutato «il sangue freddo e la reattività delle forze dell’ordine, che hanno neutralizzato l’aggressore».

L’ultimo attentato in Francia a sfondo islamista risale al 23 marzo scorso, quando un franco-marocchino, Radouane Lakdim, fece irruzione in un supermercato a Trèbes, vicino a Carcassonne, nel Sud del Paese.

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Uomo-perplesso-1Visitare siti internet ormai è diventata un'attività di tutti giorni, così come riuscire ad acquistare online o scaricare diversi tipi di file. Ma come si riesce a capire quando un sito sia autentico ed ufficiale?

Come verificare un sito sospetto

Non è raro e nemmeno impossibile incorrere in truffe sul web. Molti cyber criminali riescono sempre a trovare nuovi modi per raggirare le persone, sottraendo dei dati personali importanti.

E' vero che non bisogna mai giudicare qualcuno o qualcosa solo in base alle apparenze, e non è diverso per i siti internet. Solo perché c'è un logo o un nome familiare (magari quelli della propria banca) non bisogna necessariamente fidarsi.

Prima di tutto, bisogna verificare la data di registrazione di un sito: se è aperto da soli pochi giorni o poche settimane, è bene diffidare. Un altro elemento di sospetto è l'assenza di contatti o riferimenti, soprattutto se si tratta del sito di un'azienda, oppure se nessuno risponde ai contatti riportati o risultano inesistenti (come l'email o un numero di telefono).

Si deve osservare anche il tipo di connessione. Quelli che riportano il protocollo “https”, generalmente sono quelli più sicuri e affidabili. E' possibile controllare lo stato di sicurezza di un sito cliccando sulla dicitura “Secure” (ovvero il lucchetto verde) nell'URL, dove sono riportati i dettagli della pagina.

Per verificare l'autenticità di un sito, è possibile andare sull'indirizzo web www.domaintools.com, e controllare se il sito è fasullo tramite l'URL. In alcuni casi, basti digitare il nome del sito su Google, e se la pagina è pericolosa, il motore di ricerca dovrebbe segnalarlo. In casi più semplici è possibile andare su www.sito-ufficiale.com e, se il sito ufficiale in questione è presente nel portale, verificare se l’indirizzo web combacia, in tal caso le possibilità che il sito sia genuino e l’url esatto sono molto elevate.

Se ci si reca su un sito dove è possibile acquistare, e non si è del tutto sicuri della sua affidabilità, si può provare a fornirgli un numero di carta di credito falso. Se l'accetta e conferma che una transazione è stata completata, significa che il sito è fasullo. A riconoscere la validità di un pagamento sono le società delle carte di credito, e i siti di compravendita dovrebbero avere un sistema collegato ad esse, quindi è impossibile acquistare con una carta di credito fasulla, su un sito ufficiale.

Un altro motivo per sospettare che il sito sia falso, sono gli errori grammaticali e di sintassi che si possono trovare nei contenuti. C'è motivo di sospettare anche se la descrizione dei servizi offerti non è chiara. Ad esempio, quando si vuole acquistare un prodotto, sul sito dovrebbero essere indicati, in modo chiaro, le modalità del pagamento, e i tempi e modi di consegna (quanti giorni bisogna attendere, a quale corriere ci si rivolge, etc).

Si possono evitare i siti falsi anche tramite i loro domini. Se all'interno, sono presente dei domini con co. cc, co. tv, cz. cc ed uni. cc., vuol dire che la pagina web non è sicura, perché contiene un codice sospetto.

Per proteggersi dai siti, esistono diversi antivirus, e bisogna tenere presente che anche i siti ufficiali, gestiti da utenti (come eBay), possono presentare dei problemi come virus o truffe. Ad esempio, anche sui siti di compravendita ufficiale, come Amazon o eBay, è possibile trovare un venditore che si faccia mandare dei soldi (magari pochi euro) e poi il prodotto richiesto non arriva, con la scusa che potrebbe essersi perso. Per questo, in pagine del genere, sono importante le recensioni.

A chi rivolgersi quando si trova un sito fasullo?

Dopo aver individuato un sito fasullo, la domanda è: cosa fare? Occorre denunciarlo a qualcuno? La cosa migliore è rivolgersi alla Polizia Postale (www.commissariatodips.it) o alla Guardia di Finanza (www.gdf.gov.it), tramite anche il sito internet di queste due forze dell'ordine. Una volta segnalato, la denuncia scatta automaticamente.

E' possibile denunciare i siti falsi anche a Google, dove è possibile chiedere se un sito è ufficiale o meno, e specificare il tipo di scorrettezza che si trova su una pagina falsa.

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Su Vocidallestero l’articolo “Il mito della democrazia europea: alcune sconcertanti rivelazioni” di Margherita Russo.

L’articolo parte da una domanda:

“Perché l'Unione Europea vara sempre misure che vanno contro l'interesse dei cittadini, contro la volontà popolare che emerge dalle consultazioni elettorali, e come mai l'agenda Europea ricalca così pedissequamente le ideologie globaliste?

Semplice: perché nel Parlamento, nella Commissione ed in altri posti chiave siedono rappresentanti che non si curano degli interessi del loro paese, ma sono al soldo della grande finanza non-governativa internazionale, plasticamente epitomizzata da George Soros.

Queste conclusioni, che potrebbero essere bollate come semplice complottismo, emergono in realtà da un documento recentemente pubblicato dalla stessa Open Society Foundation, nel quale si può consultare in tutta libertà la lista dei deputati ritenuti "affidabili" dalla stessa, ossia certi di promuovere e sostenere gli obiettivi chiaramente enunciati dalla rete di ONG di Soros. L'annichilimento economico e culturale degli europei, insomma, non è un'ossessione di chi vede complotti ovunque, ma è sbandierata apertamente ed orgogliosamente come un obiettivo perseguito con ogni mezzo, inclusa la corruzione di pubblico ufficiale. Una dittatura che non sente neanche il pudore di mascherarsi.

Che la "rete Soros" eserciti una vasta influenza nel Parlamento Europeo e in altre istituzioni dell'Unione Europea è un segreto di Pulcinella .

L'elenco dei fedelissimi di Soros è stato recentemente reso pubblico. Il documento contiene un elenco di 226 deputati di ogni parte dello spettro politico, tra cui l'ex presidente del Parlamento europeo Martin Schulz, l'ex premier belga Guy Verhofstadt, sette vicepresidenti e un certo numero di capi commissione, coordinatori e questori. Queste persone promuovono le idee di Soros, come l’incremento degli arrivi di migranti, i matrimoni omosessuali, l'integrazione dell'Ucraina nell'Unione Europea e un atteggiamento ostile alla Russia.

Il Parlamento Europeo è composto da 751 membri. Ciò significa che gli amici di Soros rappresentano oltre un terzo dei parlamentari.

George Soros, uno speculatore ungaro-americano, fondatore e proprietario della ONG Open Society Foundations, ha avuto un incontro con il presidente della Commissione europea Jean-Claude Juncker senza "un'agenda chiara e trasparente per il loro incontro a porte chiuse" e ha sottolineato come le proposte dell'UE per ridistribuire le quote di migranti in tutta l'UE sono stranamente simili al piano pubblicato dallo stesso Soros per affrontare la crisi.

Il finanziere miliardario ritiene che l'Unione Europea dovrebbe accogliere milioni di immigrati dal Medio Oriente e dall'Africa settentrionale, fornire a ciascuno un aiuto annuale di 15.000 euro e reinsediare questi migranti in Stati membri in cui non desiderano vivere e dove non sono necessariamente benvenuti.

Il primo ministro ungherese Viktor Orbán ha accusato l'UE di "essere completamente controllata" da Soros.

A suo parere l'attivista miliardario dei confini aperti è dietro gli attacchi contro l'Ungheria.

Alla base ci sarebbero i tentativi del governo di intraprendere azioni legali relativi ad una nuova legge che richieda alle organizzazioni della "società civile" estere - molte delle quali sono finanziate da Soros - di elencare i loro finanziatori esteri in un registro pubblico e di rendere pubbliche e trasparenti le loro fonti di finanziamento. Il governo ungherese si sta adoperando per chiudere l'Università dell'Europa Centrale basata a Budapest e fondata da Soros.

"L'Unione Europea gode di pessima fama proprio perché i suoi leader e burocrati adottano decisioni simili", ha detto Orbán.

"La gente non ha nulla in principio contro gli ideali dell'Unione Europea. Ma nel contempo non può trovarsi d’accordo con la leadership dell'UE, perché questa insulta gli Stati membri con tali misure, abusando del proprio potere. Questo ormai è chiaro a tutti in Europa. Ed è il motivo per cui nessuno rispetta la leadership europea".

Il gruppo di Visegrad sta cercando di resistere alle pressioni dell'UE sulla politica dei migranti.

La Commissione Europea per la migrazione e gli affari interni sta spingendo un nuovo disegno di legge per rendere obbligatorie le quote di migranti.

Almeno 30 sostenitori di Soros lavorano per la commissione.

Molte tra le persone elencate nel documento sono note per aver attaccato la Russia.

Ad esempio, Rebecca Harms, eurodeputata del partito tedesco dei Verdi, si appella regolarmente al Parlamento europeo affinchè indurisca le sanzioni contro Mosca. Guy Verhofstadt incolpa la Russia per quasi tutte le cose che vanno storte in Europa.

L'anno scorso il suo articolo Putting Putin in his Place ha fatto molto scalpore . Nel 2012, l'ex primo ministro croato Tonino Picula, che era a capo di una missione di osservatori dell'Organizzazione per la sicurezza e la cooperazione in Europa (OSCE), ha criticato le elezioni presidenziali russe del 2012 come scorrette, affermando che erano "distorte" a favore di Vladimir Putin .

L'elenco di Soros fa emergere il dubbio di cosa possa rendere la leadership dell'UE così bendisposta ad attuare politiche in contrasto con gli interessi degli europei. La risposta è la corruzione. Corrotti da Soros, i funzionari ballano al ritmo della sua canzone.

Lottano contro i tentativi dei leader nazionali di proteggere gli interessi dei loro popoli.

Molto spesso chi si oppone a tali politiche deve scontrarsi con le resistenze delle élite politiche dei propri paesi. Lo stallo tra il PM ungherese Orbán e la rete Soros è un buon esempio che illustra come funzionano le cose.

Il Parlamento europeo sotto l'influenza degli amici di Soros sta spingendo l'Europa al suicidio lasciando entrare milioni di migranti.

Diventa così evidente che la tanto decantata democrazia europea è solo di facciata, che in realtà nasconde le attività di una struttura di potere paragonabile al sistema feudale, con un signorotto locale che tiene le redini.

Difficilmente lo si potrebbe definire un modello di “potere al popolo”. La pubblicazione dell'elenco di Soros fornisce un indizio per comprendere chi comanda in UE e chi istiga sentimenti anti-russi in Europa.

In realtà, sono gli stessi paesi membri dell'Ue, come l'Ungheria, a trovarsi nella stessa barca con la Russia, che si oppone alle basi statunitensi, cercando così di proteggere la propria sovranità e indipendenza.

È arrivato il momento per gli europei di pensare seriamente a trasformare l'intero sistema e farla finita con le pressioni esterne.

di Alex Gorka, 13 aprile 2018

 

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