
Questo incredibile fatto di cronaca, questa vicenda davvero scioccante, ci è stata riferita dal quotidiano indonesiano Detik: un pitone di oltre sette metri di lunghezza ingoia una donna di 54 anni mentre si trovava nel suo campo a fare dei lavori.
Il fatto verificatosi sull’isola di Sulawesi non è il primo.
Infatti lo scorso marzo un uomo, un coltivatore di 25 anni, venne ingoiato per intero da un altro pitone della stessa specie.
La donna che lavorava nei campi non era più tornata a casa e gli abitanti del villaggio insieme alle forze dell’ordine, preoccupati, sono andati alla ricerca della donna scomparsa.
Durante le ricerche hanno rinvenuto i suoi sandali ed una torcia e 50 metri più in là un grande rettile con la pancia gonfia, immobile, e subito hanno capito che quel grande rettile aveva ingoiato la donna per intero, di corporatura minuta, che loro andavano a cercare.
L’animale è stato subito catturato, portato al villaggio e il suo corpo è stato subito inciso con dei lunghi coltelli.
Il corpo della povera disgraziata era ancora intatto con tutti i suoi vestiti addosso, all’interno della pancia del pitone che ancora non l’aveva digerito.
I pitoni sono molto diffusi in Indonesia e di solito attaccano scimmie, maialini e animali di piccole dimensioni, di raro attaccano esseri umani.
La notizia si è subito diffusa in tutto il mondo e ha fatto in breve tempo il giro del Web.
Anche noi abbiamo appreso questa vicenda shock e ne vogliamo dare notizia ai nostri cari lettori di Tirreno News.
Non ci dobbiamo allarmare perché i pitoni, grazie a Dio, ancora non sono arrivati in Italia.
E qualcuno gli augura la morte e si impegna a far festa
"Mentre la nave della Ong Aquarius naviga verso la Spagna (arrivo previsto domani mattina) altre due navi di Ong con bandiera dell'Olanda (Lifeline e Seefuchs) sono arrivate al largo delle coste della Libia, in attesa del loro carico di esseri umani abbandonati dagli scafisti.
Sappiano questi signori che l'Italia non vuole più essere complice del business dell'immigrazione clandestina, e quindi dovranno cercarsi altri porti (non italiani) dove dirigersi".
E' quanto scrive su Fb il ministro dell'Interno, Matteo Salvini.
"Da ministro e da papà, possono attaccarmi e minacciarmi quanto vogliono, ma io non mollo e lo faccio per il bene di tutti", rimarca il leader della Lega.
Diceva Deng Xiaoping. “ Non importa se il gatto è bianco o nero, l’importante è che acchiappi i topi”.
Saggezza popolare cinese? Forse.
O piuttosto saggezza indotta dall’estremo numero di topi?.
Potrebbe essere.
In particolare se si pensa che anche Parigi deve affrontare il problema dei topi, quelli che chiamano rat.
Belle journée pour être un rat. Dice un aforisma francese, ma forse non è così.
Tanto più se si pensa che il presidente del 17esimo arrondissement di Parigi, la città degli innamorati, ma invasa dai ratti, Geoffrey Boulard ha dichiarato guerra, su internet, a questi fastidiosi roditori.
Sul sito Signalerunrat.paris, Geoffroy Boulard ha chiesto ai residenti della zona di aiutare le istituzioni locali a localizzare i topi che avvistano nel quartiere, sottolineando che «ogni denuncia sarà portata all'attenzione della presidenza della Camera di Parigi».
Boulard ha accusato, inoltre, la presidente della Camera di Parigi, Anne Hidalgo, di aver sottovalutato il problema e i ratti, a suo dire, si sono moltiplicati.
Il presidente del 17esimo arrondissement sta tentando di sensibilizzare le autorità con questa iniziativa online, coinvolgendo anche i residenti della zona, prevedendo che il numero dei roditori aumenterà ulteriormente con l'arrivo dell'estate e delle alte temperature.
Sin dal primo giorno della pubblicazione su internet dell'iniziativa sono arrivate decine di segnalazioni dei residenti, che hanno denunciato la presenza dei roditori nelle strade, nei parchi e persino nelle scuole.
«Nei prossimi anni ci troveremo a vivere, mangiare e dormire con i topi, sarà un inferno, se nessuno farà niente», ha scritto allarmato un cittadino.
Parigi ha già affrontato altre volte questo problema, e nel marzo del 2017 sono stati stanziati oltre 1,5 milioni di euro per liberare la capitale francese dai ratti.
Su internet sono stati pubblicati numerosi video che documentano la situazione, ma è stata lanciata anche una petizione contro il “genocidio” dei topi nella capitale francese.
Certo se Atene Piange,Sparta non ride.
Simile problema lo hanno anche altre città nel mondo
Nel mondo Chicago, New York, eccetera.
In Italia parliamo di Roma, di Taranto, di Ancora, di Messina, Catania, Caserta, Brindisi, Milano, eccetera.
Qualcuno argomenta che si è finito per turbare l’equilibrio fra le specie animali, privando i topi dei loro nemici naturali.
Un tempo Roma era una città invasa dai gatti da strada, soprattutto nel centro storico.
Il Colosseo era il loro regno, così popolari i felini randagi da meritarsi anche un ruolo di prima fila nel grande schermo.
Chi non ricorda gli Aristogatti di Walt Disney, dove il protagonista che nell’edizione originale è un gatto irlandese (Thomas O’Malley) in quella italiana diventa «Romeo, er mejo der Colosseo»?
E’ sicuramente vero. Ma noi riteniamo che questo problema sia alimentato dai rifiuti e sia presente soprattutto nei comuni dove ancora si raccoglie la spazzatura con i cassonetti.
Allora forse ha ragione Geoffroy Boulard quando dice che pranzeremo e dormiremo con i topi!