Scrive Bruno Spatara, Segretario Provinciale di FORZA NUOVA:
“ Quanto successo all’interno del centro d’accoglienza “MALGRADO TUTTO” a Pian del Duca presso Lamezia Terme, dove due immigrati iracheni si sono resi protagonisti di una vera e propria aggressione ai danni degli operatori, è di una gravità inaudita e non è che l’ultimo di analoghi episodi di violenza avvenuti a Pian del Duca e che hanno visto sempre vittime gli operatori stessi”
Poi continua :.
“Serve dunque a poco la campagna mediatica dell’amministrazione comunale che vuole dimostrare la possibilità di integrazione totale degli immigrati, quasi come opera di convincimento verso i cittadini lametini; campagna attuata forse per mascherare i fallimenti di una Giunta comunale che ha rimarcato l’affidamento a titolo gratuito di alcuni lavori di pubblica utilità (quali la pulizia degli spazi verdi e dei fiumi) piuttosto che appaltare gli stessi incarichi al considerevole numero di giovani disoccupati lametini.
In considerazione del fatto che non crediamo affatto alla gratuità della prestazione, visto che ogni immigrato costa a noi italiani ben 35 euro al giorno come rimborso per i centri di accoglienza, su tutto il territorio nazionale, e che di conseguenza tutte le risorse economiche destinate alle politiche sociali, anche da parte degli enti locali, sono assorbite da questa emergenza voluta e sostenuta dalla politica stessa”.
Forza Nuova, poi, richiamando “Mafia-Capitale”, dice:
“ Da anni noi di Forza Nuova sosteniamo che l’immigrazione più che un’emergenza sia un vero e proprio business ed i recenti fatti di cronaca di “Mafia-Capitale” ce ne danno conferma”.
Infine la richiesta:
“Alla luce dell’ultimo grave episodio di violenza, avvenuto nel centro d’accoglienza lametino che ha visto come epilogo l’ arresto dei due immigrati iracheni, chiediamo l’immediata espulsione dei due responsabili del reato e che questo possa segnare l’inizio di una serie di provvedimenti mirati a bloccare i flussi immigratori occasione da sempre di sfruttamento e permanenza illegale e di destinare tutti quei lavori di pubblica utilità ai giovani disoccupati lametini”.
Bruno Spatara Segretario Provinciale FORZA NUOVA
Una provvidenziale telefonata avverte la Centrale operativa della Compagnia dei carabinieri di Lamezia Terme di una lite in corso e di forti urla provenienti da una abitazione.
Siamo nel quartiere Bella di Lamezia est.
I Carabinieri intervengono ed ppena giunti sul posto, i militari, sentono le urla di una donna di origine marocchina che chiedeva aiuto e che alla vista dei carabinieri occorsi sotto la propria abitazione, approfittando del sonno del marito, trovava la forza di uscire con in braccio il figlio di 2 anni lasciandosi soccorrere.
La donna era in evidente stato di shock , presentava evidenti lesioni, ecchimosi sulla faccia e sulle braccia, segni delle violente azioni e dei maltrattamenti subiti.
Infatti nel corso del controllo nell’abitazione, dove veniva immediatamente bloccato il marito della donna, R.C., classe 81, venivano rinvenute delle forbici, con cui con forza aveva tagliato i capelli alla donna, nonché un bastone tipo macete che lo stesso aveva utilizzato per sferrare più volte colpi alla stessa alla presenza del loro bambino di 2 anni.
Nell’occasione nel corso delle successive attività d‘indagine, i Carabinieri aiutati dal coraggio e dalla forza della donna, riuscivano a far luce sui quasi sette anni di violenze, anche sessuali, subite dalla donna e che si verificarono anche quando era incinta.
Nel corso dell’ultimo litigio, il marito dopo averla malmenata le aveva impedito qualsiasi tipo di comunicazione con l’esterno togliendole cellulare e chiavi di casa.
Alla donna, immediatamente rassicurata dalla presenza dei militari, venivano assicurate le prime cure del caso facendo giungere sul posto personale del 118.
Il marito veniva dichiarato in stato di arresto e tradotto presso la casa circondariale di Catanzaro, così come disposto dall’Autorità giudiziaria competente.
I “baschi verdi” del gruppo della guardia di finanza di Lamezia Terme hanno inferto un ulteriore colpo al traffico di prodotti contraffatti, controllando con specifica attenzione il settore dei giocattoli, particolarmente fiorente e ad elevato rischio di frodi nell’imminenza del Santo Natale.
Questa volta, i soggetti denunciati alla magistratura dai finanzieri sono due imprenditori calabresi, che ponevano illecitamente in commercio giocattoli abilmente contraffatti, recanti abusivamente i marchi delle più note marche mondiali e nazionali del settore.
L’operazione di servizio è iniziata a Lamezia Terme (CZ), quartiere “Nicastro”, quando, a seguito di dedicata azione investigativa, i finanzieri scoprivano che un noto negozio di giocattoli metteva in commercio, confondendoli fra gli articoli genuini, anche 1.658 giocattoli apparentemente normali, ma in realtà contraffatti e, perciò, subito sequestrati penalmente.
Si trattava, appunto, di copie prodotte e importate dalla Cina – peraltro a prima vista ben riprodotte – di svariati giocattoli, che oltre ad avere apparentemente le caratteristiche estetiche di quelli “veri”, riportavano anche notori marchi di fabbrica falsificati.
Detti giocattoli, in violazione delle normative vigenti, erano anche privi di adeguate istruzioni d’uso e le poche indicazioni presenti sulle confezioni non erano in lingua italiana.
L’analisi della documentazione acquisita dai finanzieri consentiva di individuare con immediatezza il fornitore dei giocattoli contraffatti, che aveva sede nella provincia di Cosenza.
In prosecuzione dell’attività di polizia giudiziaria, i “baschi verdi” si recavano subito presso il grossista fornitore dei giocattoli falsi, al fine di reperire eventuali ulteriori quantitativi.
L’attività ispettiva permetteva di individuare e sottoporre a sequestro penale ulteriori 28.554 giocattoli, aventi le stesse caratteristiche illecite di quelli già individuati in Lamezia Terme.
Il titolare della ditta, che peraltro era gravato anche da precedenti specifici, veniva anch’egli denunciato, a piede libero, alla competente procura della repubblica, per importazione e commercializzazione di giocattoli recanti marchi di fabbrica falsi.
Si rimarca ancora una volta che l’acquisto di un giocattolo contraffatto, a fronte di un vantaggio economico – peraltro spesso esiguo -, può mettere in serio pericolo la salute dei bambini: basti considerare che le sostanze di cui sono composti sono sconosciute e prive di ogni controllo e test preventivo e successivo alla produzione.
Detti prodotti illeciti potrebbero essere, quindi, non solo qualitativamente molto inferiori al previsto, ma addirittura fortemente nocivi per l’integrità fisica e la salute di chi li adopera, specie se in età infantile.