Antonio Pappaterra (IDM Scalea): non staremo a guardare stagnazione e abbandono, appoggeremo ogni iniziativa contro la precarietà.
Ritorna lo stato di agitazione per gli ex lavoratori e percettori di mobilità in deroga di tutta la Regione Calabria. Riappare l'incubo delle incertezze senza fine per gli oltre 5000 lavoratori delle politiche attive promosse dall'ex governo Renzi, che di fatto ha aumentato il livello di precarietà del mezzogiorno d'Italia, lasciando a casa e nella strada, con lo spartiacque delle politiche passive , oltre 25.000 disoccupati calabresi ed ex dipendenti di aziende fallite per la crisi e di multinazionali emigrate in altre zone del mondo. Dopo gli interventi del Presidente Oliverio, su richiesta dei consiglieri regionali ed in particolare dell'on. Orlandino Greco, la Regione Calabria si è mossa in tempi record per l'aggiornamento della banca dati degli aventi diritto al lavoro di 6 mesi all'interno dei comuni partecipanti al bando, ma tutto si è fermato a Roma. Da settimane si attendono risposte sul futuro degli ex percettori di mobilità in deroga e ancora nulla è dato sapere, in tempi certi, delle soluzioni che si andranno ad adottare per riavviare la nuova stagione di collaborazione di queste figure nei vari enti locali. All'appello manca, di fatto, ancora una mensilità da percepire da parte degli stessi lavoratori che hanno espletato il loro servizio nei comuni, ma anche la conferma che attraverso la banca dati redatta dalla Regione, ferma al Ministero del Lavoro e all'INPS Nazionale, e il rimanente stanziamento di 15 milioni di Euro gia previsto, verranno attivati i nuovi bandi. Preoccupazione è stata dichiarata da parte di tutti i gruppi sindacali che seguono la vicenda e soprattutto dal sindacato autonomo degli ex tirocinanti recentemente costituitosi sotto la sigla “CSA FIADEL ex Mobilità”. Un chiaro segnale questo che rappresenta un monito nell'eventualità di un perpetrarsi delle incertezze sulla questione. Noi di Italia del Meridione sul caso non staremo a guardare stagnazione e abbandono da parte degli apparati dello Stato e da chi lo rappresenta, - ha detto il coordinatore di Scalea, Antonio Pappaterra - e non esiteremo ad appoggiare ogni iniziativa ritenuta utile contro la precarietà e la povertà. Insieme agli ex percettori in deroga esprimiamo preoccupazione sui ritardi di questa vicenda e non permetteremo, cosi come si paventa, che si allunghino i tempi di risposta e di attuazione dei decreti e dei bandi fino alle prossime elezioni. La dignità delle persone non si può comprare e non deve essere merce di scambio. Per tale motivo solleciterò lo stesso leader IDM, Orlandino Greco, ad alzare la guardia sul tema e gli apparati della dirigenza a prepararsi all'evenuale ritorno in piazza a sostegno dei tirocinanti”.
Scalea 12/04/2018
Per la Stampa
Antonio Pappaterra
“Tu mi rimpatri?. Ed io scappo!. Od almeno ci provo”
Potenza, La notte ha coperto la loro fuga di gruppo, e che nutrito gruppo: ben ventidue stranieri di varie nazionalità sono scappati prima
che facesse giorno dal Centro di permanenza per i rimpatri di Palazzo San Gervasio, in provincia di Potenza, un luogo particolare destinato all’accoglienza temporanea di immigrati espulsi e in attesa di essere rimpatriati.
I 22 migranti fuggiti e, al momento almeno, sono introvabili…
E così, tra l’ospitalità in scadenza e il ritorno a casa definitivo, 22 di loro hanno pensato bene di sparire: le ricerche, scattate tempestivamente, sono tuttora in corso, affidati agli uomini della polizia e delle altre forze dell’ordine che, al momento, sono riusciti a rintracciare 3 dei fuggitivi.
Gli altri 19 ex inquilini del Cpr di Palazzo San Gervasio – che ospitati in attesa di rimpatrio perché già espulsi, ma con procedure definitive in corso di formalizzazione – risultano ancora irreperibili, volatilizzatisi nel nulla.
Stando alla ricostruzione dei fatti trapelata fin qui, sembra che gli immigrati siano saliti sui tetti dell’immobile durante la notte e che per guadagnarsi l’uscita dalla struttura abbiano lanciato delle tegole verso gli operatori.
Nessuno è rimasto ferito, ma il diversivo violento improvvisato ha impedito che il personale della struttura si mettesse, da subito, all’inseguimento dei fuggitivi.
Dei migranti, però, fattivamente ricercati nelle zone limitrofe – dato che si ritiene, e a ragione, che siano in un raggio di pochi chilometri, essendo allontanatisi a piedi – ancora nessuna traccia…
Ritrovati 12 dei 22 migranti fuggiti dal Cpr di Palazzo San Gervasio
Palazzo San Gervasio 10 aprile
Sono stati rintracciati 12 dei 22 migranti, fuggiti il 10 aprile scorso dal Centro di Permanenza per il rimpatrio di Palazzo San Gervasio.
Ad annunciarlo è la Questura di Potenza che fa sapere in una nota che le ricerche, avviate tempestivamente, sono state effettuate con l’impiego di uomini di tutte le forze dell’ordine territoriali.
I 22 cittadini extracomunitari nella mattinata di ieri, 10 aprile, avevano inscenato una protesta ed erano poi riusciti a fuggire scavalcando il muro si cinta che delimita la struttura.
I dodici uomini ritrovati sono stati riaccompagnati nel Centro di Permanente di Palazzo San Gervasio.
Le ricerche proseguono per rintracciare gli altri migranti fuggiti.
Palazzo San Gervasio. 11 aprile 2018
L’altro giorno ci siamo occupati di un gallo canterino che con i suoi chicchirichì dava troppo fastidio ai vicini di casa. E’ dovuta intervenire la Polizia Municipale perché secondo quanto sostenevano il gallo disturbava la quiete pubblica. Ora vi voglio parlare di un cane che è diventato una “Star” sul Web grazie alla petizione lanciata dalla proprietaria e dalle apparizioni in televisione su RAI 1 e Canale 5. Siamo questa volta a Trento e qui c’è un bel cane, un pastore maremmano, che specialmente durante la notte abbaia troppo e disturba i vicini di casa e non li fa dormire. Dopo alcune querele presentate dai vicini i Carabinieri sono stati costretti a sequestrare il cane e portarlo nel canile della Pan Eppa di Rovereto. Però, ora, dopo 20 giorni il cane di nome Miro è tornato a casa dalla sua padrona che lo stava aspettando con ansia. Il Tribunale di Trento ha così deciso: Il cane Miro può tornare definitivamente a casa. Ha disposto il dissequestro, però la padrona di casa dovrà tenerlo chiuso in casa dalle 21 di sera fino alle 7 della mattina seguente. Ha festeggiato il Movimento Animalista:- Abbiamo vinto una battaglia di libertà contro una detenzione illegittima e illogica. Abbaiare è un diritto esistenziale dei cani. Miro tornerà a casa, tra i suoi affetti e nella sua famiglia -. La vicenda del cane allontanato dal suo padrone ha suscitato grande emozione e migliaia e migliaia di animalisti si sono mobilitati sul Web, poi, però, quando viene allontanato un bambino dalla sua casa e dai suoi affetti, da una mamma o da un papà che ha perso il lavoro e non ha una casa e non ha i soldi per comprargli il latte, tutti noi ci voltiamo dall’altra parte. Per un cane si sono mobilitati oltre 250 mila persone, per un bimbo silenzio assoluto. E questa non è una bella cosa. Gli animali meritano rispetto, ci mancherebbe, lo stesso rispetto, lo stesso interesse, lo stesso amore, però meriterebbero i bambini quando vengono sottratti con la forza dai genitori e richiusi in una casa famiglia. Se abbaiare è un diritto esistenziale dei cani, per un bimbo è un suo legittimo diritto vivere in casa con mamma e papà.