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Riceviamo e pubblichiamo

Roma. “In un momento così delicato per l'economia italiana, esiste pericolo che le tematiche ambientali vengano relegate in second'ordine con serio rischio per il territorio e per la salute pubblica, per cui è necessario rafforzare e allargare la presenza degli ambientalisti in parlamento, specialmente dei sostenitori di un ambientalismo responsabile e sostenibile”.

Questo l'appello del comitato scientifico di FareAmbiente – Movimento ecologista europeo al presidente e al segretario del pdl Silvio Berlusconi e Angelino Alfano.

“Inoltre, proprio dalle tecnologie 'green' possono venir fuori nuove opportunità di lavoro e di sviluppo per l'economia italiana, basti pensare all'opportunità per l'industria automobilistica con la diffusione delle auto elettriche, la cui legge attuativa è stata promossa proprio da membri di FareAmbiente, o dall'applicazione delle nuove tecnologie cosiddette 'smart' per il risparmio energetico, prima di tutte la domotica”.

Questo appello è firmato da intellettuali e da illustri accademici delle università di Napoli, Pavia, Bari, della Calabria, del Sannio, di Palermo, dell'Aquila e di Roma come Domenico Amirante, Andrea Buondonno, Giovanni Cordini, tra l'altro presidente del club giuristi dell'ambiente, Giuseppe Scialla, Nicolò Costa, Orazio Mainieri, Donato Forenza, Girolamo Cusimano, Gianfranco Totani, Francesco Gallo, Francesco Sisinni, rappresentanti della società civile, come Salvo Iavarone, presidente Asmef e il noto filosofo e scrittore Marcello Veneziani.

Il coordinatore regionale della Calabria di FareAmbiente Antonio Iaconetti poi afferma che

“La prossima classe dirigente del Paese dovrà mettere le problematiche dell’ambiente ai primi punti dell’agenda politica. Per questo auspichiamo che i partiti spieghino nel loro programma elettorale quale tipo di modello ambientale intendono promuovere, se quello sostenibile, supportato da dati scientifici ma che non pregiudica lo sviluppo e la creazione di nuove opportunità occupazionali, o quello del diniego a tutti i costi che rallenta la ripresa dell’economia e inibisce la crescita.

In Calabria in particolare investire nell’ambientalismo sostenibile può essere una delle chiavi per la promozione dello sviluppo e la valorizzazione delle risorse naturali e paesaggistiche del territorio. Su questi temi è necessario aprire un dibattito preventivo, per capire quali siano le posizioni in materia da parte degli aspiranti parlamentari calabresi, affinché gli elettori abbiano gli elementi necessari per costruirsi un’opinione e regolarsi di conseguenza al momento di esprimere la loro preferenza”.

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Una delle informazioni utili eppure sconosciute è quella che le persone di età pari o superiore a 75 anni con reddito basso possono essere esentati dal pagamento dell’iniquo canone RAI.

Lo prevede l’art. 1, comma 132, legge 24 dicembre 2007, n.248.

Per avere diritto all'esenzione occorre:

- aver compiuto 75 anni di eta’ entro il termine di pagamento del canone;

- non convivere con altri soggetti diversi dal coniuge titolari di reddito proprio;

- possedere un reddito che unitamente a quello del proprio coniuge convivente, non sia superiore complessivamente ad euro 516,46 per tredici mensilita’ (euro 6.713,98 annui).

Per reddito si intende la somma:

• del reddito imponibile (al netto degli oneri deducibili) risultante dalla dichiarazione dei redditi presentata per l’anno precedente; per coloro che sono esonerati dalla presentazione della dichiarazione, si assume a riferimento il reddito indicato nel modello CUD;

• dei redditi soggetti ad imposta sostitutiva o ritenuta a titolo di imposta, quali, ad esempio, gli interessi maturati su depositi bancari, postali, BOT, CCT e altri titoli di Stato, nonché i proventi di quote di investimenti;

• delle retribuzioni corrisposte da enti o organismi internazionali, rappresentanze diplomatiche e consolari e missioni, nonché quelle corrisposte dalla Santa Sede, dagli enti gestiti direttamente da essa e dagli enti centrali della Chiesa cattolica;

• dei redditi di fonte estera non tassati in Italia.

Viceversa, sono esclusi dal calcolo:

1) i redditi esenti da Irpef (ad esempio pensioni di guerra, rendite INAIL, pensioni erogate ad invalidi civili);

2) il reddito dell’abitazione principale e relative pertinenze;

3) i trattamenti di fine rapporto e relative anticipazioni

4) altri redditi assoggettati a tassazione separata.

NB.: Il requisito del reddito deve essere riferito all’anno precedente a quello per il quale si intende fruire dell’agevolazione.

La domanda di esenzione per il 2013 deve essere presentata utilizzando il modulo rinvenibile sul sito dell’Agenzia delle Entrate

www.agenziaentrate.gov.it

oppure chiedendo via email al ns sito il Modulo tv 1

La domanda deve essere spedita tramite raccomandata al seguente indirizzo:

Agenzia delle Entrate

Direzione Provinciale I di Torino

Ufficio territoriale di Torino 1

Sportello S.A.T.

Casella postale 22

10121 - Torino (To)

oppure consegnata agli uffici territoriali dell’Agenzia delle Entrate.

Per avere diritto all’esenzione annuale per l'anno 2013 e’ necessario aver compiuto 75 anni (o un età superiore) entro il 31/01/13.

Per avere diritto all’esenzione del secondo semestre del 2013 è necessario compiere i 75 anni di età entro il 31/07/13

L’Agenzia delle Entrate effettuerà i dovuti controlli per verificare le condizioni di età e di reddito.

La domanda di rimborso per gli anni 2008-2009-2010-2011-2012, nel caso in cui siano presenti i requisiti, dovrà’ essere effettuata tramite l’apposito modulo rinvenibile sul sito dell’Agenzia delle Entrate

www.agenziaentrate.gov.it

oppure chiedendo via email al ns sito il Modulo tv2

La domanda deve essere spedita tramite raccomandata al seguente indirizzo:

Agenzia delle Entrate

Direzione Provinciale I di Torino

Ufficio territoriale di Torino 1

Sportello S.A.T.

Casella postale 22

10121 - Torino (To)

oppure consegnata agli uffici territoriali dell’Agenzia delle Entrate.

 

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Un prefetto, l’ex provveditore regionale per le opere pubbliche e alcuni alti dirigenti di società partecipate o controllate da Finmeccanica. In tutto otto persone (ma quelle coinvolte sono 12) in carcere o ai domiciliari con le accuse di associazione a delinquere, corruzione, abuso di ufficio, turbativa d’asta, rivelazione del segreto d’ufficio, falso e frode in pubbliche forniture. Per aver favorito alcune società ‘amiche’ negli appalti e nell’acquisto di apparecchiature obsolete e inutilizzabili destinate al Centro elettronico nazionale della polizia di Stato con sede a Napoli. L’inchiesta della procura partenopea oggi è arrivata ad un punto di svolta, con la guardia di finanza che ha eseguito otto ordinanze di custodia cautelare e un sequestro preventivo di oltre 50 milioni di euro nei confronti delle compagnie finite nell’inchiesta. Gli indagati sono accusati a vario titolo di associazione a delinquere, corruzione, abuso di ufficio, turbativa d’asta, frode in pubbliche forniture, rivelazione del segreto d’ufficio e falso.

 

Gli arrestati: nei guai anche Intini, l’amico di Gianpi Tarantini

Le presunte irregolarità riguardano il trasferimento del Cen della polizia dalla vecchia sede di via Conte della Cerra, nel quartiere Arenella a Napoli all’interno della Reggia di Capodimonte. Le aziende coinvolte sono la Elsag Datamat e la Electron del gruppo Finmeccanica, per cui la procura ha deciso il sequestro preventivo di 50 milioni di euro. Tra i destinatari delle ordinanze dei magistrati, invece, ci sono l’ex direttore delle specialità della polizia, prefetto ed ex questore di Napoli Oscar Fiorolli (ai domiciliari) e l’ex provveditore alle Opere pubbliche di Campania e Molise, Mario Mautone, già condannato nel processo per l’appalto Global Service. Ordinanze di custodia notificate anche ai manager di Elsag, Carlo Gualdaroni (ora amministratore di Telespazio) e Francesco Subbioni. I provvedimenti notificati sono in tutto 12: 4 ordinanze di custodia cautelare in carcere, 4 ai domiciliari e 4 obblighi di presentazione alla polizia giudiziaria. La Procura di Napoli, inoltre, ha chiesto l’interdizione dai pubblici uffici dei prefetti Nicola Izzo e Giovanna Iurato. Izzo, ex vice capo della Polizia, è stato anche protagonista per la vicenda dell’esposto che denunciava un sistema illegittimo degli appalti in Viminale. Da tempo indagato nell’inchiesta napoletana sul Cen, Izzo aveva rassegnato le sue dimissioni, respinte in un primo momento dal ministro dell’Interno, dopo che l’esposto era diventato di dominio pubblico. Il coinvolgimento di Izzo e Iurato si riferisce alla presunta turbativa d’asta per la fornitura di apparecchiature elettroniche al Cen. Il primo è indagato nella sua qualità di autorità di gestione dei fondi Pon sicurezza, mentre la Iurato è chiamata in causa nella qualità di direttore dell’asse 1 dei fondi Pon sicurezza.

 

Non solo. Arresti domiciliari anche nei confronti di Guido Nasta, Luigi De Simone e l’imprenditore pugliese Enrico Intini. Quest’ultimo è un personaggio noto alle cronache giudiziarie. Amico personale di Gianpaolo Tarantini, il suo nome è finito nelle carte dell’inchiesta sulle ‘serate eleganti’ di Berlusconi perché facente parte del comitato d’affari pugliese (oltre a Gianpi e Intini, anche Roberto De Santis e l’avvocato Salvatore Castellaneta, questi ultimi tre da tempo considerati vicini a pezzi da novanta del centrosinistra pugliese e nazionale) che puntava a entrare nella ‘short list’ della Protezione civile, ovvero nel novero di quelle aziende chiamate a gestire le situazioni di emergenza e le grandi opere pubbliche per chiamata diretta. Secondo gli inquirenti baresi, Tarantini mirava a compiacere l’ex premier per ‘sponsorizzare’ il suo gruppo di imprenditori in modo da avere contatti con Guido Bertolaso. Tornando allo ‘scandalo Cen’, le ordinanze di custodia cautelare in carcere sono invece state emesse, oltre che per Mautone, Gualdaroni e Subbioni, anche per Lucio Carmine Gentile.

 

La Dda: “Società illecitamente favorite in gare d’appalto”

Particolarmente dure le parole utilizzate dalla Dda di Napoli, secondo cui l’indagine avrebbe delineato “i tratti distintivi di una struttura organizzata e consolidata che opera con la finalità astrattamente lecita di aggiudicarsi appalti dalla committenza pubblica in materia di sicurezza, attraverso l’utilizzo di illeciti strumenti del tutto avulsi dalla dinamica contrattuale e dal rispetto delle norme che guidano l’agire della pubblica amministrazione”. Il fulcro centrale della presunta associazione, secondo gli investigatori, sarebbe costituito dai rappresentanti di due società appartenenti al gruppo Finmeccanica, Carlo Gualdaroni, amministratore delegato di Elsag Datamat Spa (ora Selex - Elsag Spa) e Francesco Subbioni, amministratore delegato di Electron Italia Srl, oltre che consigliere della Elsag (entrambi in carcere), i quali avvalendosi dell’apporto di collaboratori della società, in particolare Guido Nasta, consigliere Elsag, e Luigi De Simone, responsabile per la Campania Elsag, (entrambi agli arresti domiciliari), attraverso l’intermediazione di Lucio Gentile (in carcere), avrebbero stretto relazioni affaristiche con esponenti istituzionali, come Mario Mautone (in carcere), nella sua qualità di provveditore alle opere pubbliche della Campania e il Molise, e Oscar Fiorolli (ai domiciliari), all’epoca questore di Napoli.

 

Dalla Dda, inoltre, hanno spiegato che “nell’ambito di tale sistema si inserisce la figura di Enrico Intini, sottoposto ai domiciliari, amministratore del gruppo Intini, che attraverso il proprio contributo rappresentato dai mezzi imprenditoriali di natura edilizia ha concretizzato il binomio tecnologia-mattone secondo un modus operandi costantemente perseguito dalle imprese della holding Finmeccanica, potenziando il margine di guadagno dell’associazione”. Secondo gli inquirenti “la materia è oggetto di interesse degli associati, è infatti costituita in primo luogo dagli appalti che le pubbliche amministrazioni di volta in volta competenti dovevano affidare per realizzare l’ambizioso progetto della creazione di sistemi di videosorveglianza del territorio cittadino e provinciale, per poi giungere alla realizzazione di un sistema informatico complesso nel quale fare confluire tutti i dati raccolti attraverso i vari sistemi di videosorveglianza provenienti dai singoli presidi di sicurezza territoriali, il cosiddetto Cen, centro elaborazione nazionale da collocare nel costituendo centro polifunzionale della Polizia di Stato”.

 

Sono cinque gli appalti nel mirino della Procura

Oltre all’associazione a delinquere, agli indagati sono stati contestati i reati di turbativa d’asta e rivelazione di segreto di ufficio, abuso di ufficio e corruzione. Sono cinque i bandi di gara che sarebbero stati truccati e riguardano, oltre a quello per “il trasferimento, consolidamento e ottimizzazione della gestione del centro elettronico nazionale del Dipartimento della Pubblica Sicurezza“, la ristrutturazione del commissariato Decumani, la videosorveglianza nel capoluogo partenopeo e in diversi comuni della provincia. Tutti gli appalti sono stati finanziati con i fondi del Programma operativo nazionale (Pon) Sicurezza. In particolare, un milione e centomila euro per il ‘Progetto per un sistema integrato di videosorveglianza territorialè dei comuni di Cercola, Massa di Somma, Pollena Trocchia, Sant’Anastasia, San Giorgio a Cremano, San Sebastiano al Vesuvio e Volla e dei quartieri di Napoli Forcella, Poggioreale, Ponticelli e Decumani; un milione e 250 mila euro sono invece andati per la fornitura di un sistema di videosorveglianza per i comuni di Arzano, Afragola, Cardito, Casandrino, Casavatore, Casoria, Frattamaggiore, Frattaminore e Grumo Nevano; 2 milioni per la fornitura di un sistema di videosorveglianza per i comuni dell’area di San Giovanni a Teduccio e Castellammare di Stabia; 3 milioni per la fornitura di un sistema di monitoraggio ambientale e videosorveglianza nell’agro nolano.

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