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Tolleranza zero. A mare ed a terra. Gli uomini della Guardia costiera di Corigliano Calabro controllano costantemente tutta la filiera del pesce.

Nei giorni scorsi, all’alba da terra hanno controllato, a breve distanza dalla costa, un peschereccio intento ad effettuare la pesca illegale.

Appena giunto nel porto di Cariati senza sospettare di essere stati controllati e seguiti gli uomini della Guardia Costiera hanno provveduto a multarli per 4000 euro per la violazione della normativa nazionale e comunitaria in materia di pesca ed a sequestrare la rete di tipo "sciabica" lunga oltre 150 metri, con sacco cieco e maglie inferiori ai 3 millimetri, attrezzo non consentito.

Gli accertamenti vengono espletati su tutta la costa dell’alto Ionio ed in particolare a Villapiana, Trebisacce, Montegiordano, Pietrapaola, Mandatoriccio, Cariati.

Ma i controlli sono stati espletati anche a terra. “In un'altra operazione, sempre finalizzata alla prevenzione dell'immissione sul mercato di prodotti non in regola con la normativa vigente, militari della Guardia costiera hanno multato un supermercato di Corigliano Calabro per oltre 3000 euro perchè aveva omesso di apporre le informazioni obbligatorie per i prodotti preconfezionati all'origine; in particolare, gamberi ed insalata di mare risultavano privi delle prescritte etichette ed informazioni”

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La Suprema Corte ha reso definitiva la sentenza emessa dalla Corte di Appello di Torino, il 6 gennaio 2012, nel processo nel quale l'ex titolare dell'agenzia 'Corona's' - fallita - era imputato per estorsione aggravata e trattamento illecito dei dati personali ai danni del calciatore franco-argentino David Trezeguet.

Dall'ex atleta bianconero, Corona si era fatto dare 25 mila euro per non pubblicare le foto che lo ritraevano in compagnia di una ragazza che non era la moglie, con la quale aveva passato una notte dopo una serata nella movida milanese. Per questa vicenda, inizialmente, Corona fu prosciolto ma la Cassazione lo rinviò nuovamente a processo ritenendo le accuse gravi e fondate.

Fabrizio Corona, agente fotografico, pertanto, ora, è stato condannato definitivamente a cinque anni di reclusione, mille euro di multa ed all’ interdizione perpetua dai pubblici uffici.

Corona da ottobre è in affidamento in prova ai servizi sociali per scontare un precedente cumulo di pene definitive per un totale di due anni e otto mesi.

Dopo aver appreso il verdetto la Procura generale della Corte di Appello di Torino, con un atto firmato dal pg Vittorio Corsi, ha subito chiesto l'arresto di Corona che non può più usufruire di alcun beneficio per evitare il carcere, dal momento che, adesso, ha sulle spalle una pena complessiva ben superiore ai tre anni entro i quali si possono ottenere le misure alternative

Da ieri quindi è attivamente ricercato dalla polizia di Milano che ne ha perso le tracce da quando venerdì pomeriggio si è infilato in una palestra in corso Como.

Il fotografo dei vip, che era in affidamento ai servizi sociali al momento della firma del mandato d'arresto, doveva rincasare entro le 21 di ieri sera nella sua abitazione, ma non lo ha fatto.

In uno dei bar nei pressi di casa sua, in via De Cristoforis, un barista riferisce di avergli fatto un caffé in mattinata.

Non è però improbabile che Corona si costituisca in serata con il suo legale.

Diversamente, se continua la irreperibilità sarà dichiarato latitante.

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Davvero l’Italia è il paese dei balocchi. Sentite questa. Si parla di TARES, acronimo di “tassa sui rifiuti e altri servizi”.Un pasticciaccio di Monti di cui non si capisce nemmeno la natura. Infatti la TARES “possiede una doppia natura di tassa e insieme di imposta: in quanto volta a coprire i costi relativi al servizio di gestione dei rifiuti avviati allo smaltimento è una tassa, mentre in quanto volta a coprire – tramite una maggiorazione della tariffa - i costi relativi ai cosiddetti “servizi indivisibili” dei Comuni, appare come un’imposta”.

Come noto la Tares decorre già dal 1 gennaio 2013 e siccome ancora i comuni non hanno normato in materia di aliquota di prelievo per i servizi si è deciso di spostare il pagamento della prima rata ad aprile, in coincidenza con la seconda rata.

Invero, sin dall’inizio i Comuni avevano tentato di ottenere un rinvio al 2014, ma senza riuscirci.

In commissione ambiente al Senato invece si era tentato di differire l’inizio della tassazione al 1 luglio, , una richiesta bocciata senza appello dalla commissione Bilancio di Palazzo Madama perché avrebbe comportato un buco nelle entrate, senza adeguata copertura. Si è così deciso per un semplice slittamento della prima delle quattro rate.

Federambiente protesta per «il miope accordo raggiunto in Parlamento che rischia di devastare, fino a un possibile default, le molto precarie condizioni finanziarie delle imprese di igiene ambientale: il rinvio a luglio dell’emissione delle bollette significa incassare a settembre o a ottobre, lasciando per dieci mesi le aziende senza le coperture economiche necessarie».

Più che soddisfatto, invece, il relatore, D’Alì, che sottolinea: «Con il differimento un governo che dovesse insediarsi ai primi di aprile, così come previsto nel nostro calendario politico-parlamentare, avrebbe tutto il tempo eventualmente per adottare in termini di urgenza ma anche di pacata discussione parlamentare, un provvedimento utile a diminuire l'incidenza della Tares sui bilanci familiari e soprattutto restituire alla Tares la sua natura di tariffa».

Non sappiamo se ridere o piangere

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