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Abusi su una bambina di 12 anni, arrestato il prete
Sabato, 09 Novembre 2019 11:22 Pubblicato in ItaliaSi è finalmente conclusa la drammatica storia degli abusi commessi dal prete su una bambina di 12 anni
Non voleva più che il prete la molestasse, così ha registrato con il telefonino gli incontri tenuti col sacerdote nella canonica della parrocchia raccogliendo elementi rilevanti che hanno portato all’arresto dell’uomo.
Ha fatto tutto da sola la bambina di 12 anni vittima degli abusi del prete don Michele Mottola, parroco a Trentola Ducenta (Caserta) fino al maggio di quest’anno, poi sospeso dalla diocesi di Aversa.
Nei suoi confronti è stato avviato un processo canonico concluso finalmente con l’arresto del prete.
La Polizia di Stato ha infatti arrestato, su ordine del Gip del Tribunale di Napoli Nord, don Michele Mottola della parrocchia di Trentola Ducenta per abusi su una minore di 12 anni che frequentava la chiesa.
Era stata la Diocesi di Aversa a inviare la prima segnalazione alla Procura guidata da Francesco Greco sui presunti abusi commessi dal prete, che nel maggio scorso era stato sospeso dal servizio.
«Lasciami stare, non mi devi più toccare», è una delle frasi emblematiche che la piccola ha registrato mentre parlava con il prete; «è solo un gioco, non facciamo niente di male» sono le altre significative parole pronunciate invece dal sacerdote e finite nelle registrazioni consegnate dai genitori della bimba nel maggio scorso ai poliziotti del Commissariato di Aversa e fatte ascoltare alla diocesi, che ha subito sospeso don Michele dal servizio, informando la Procura di Napoli Nord. Nel frattempo gli investigatori della Polizia di Stato guidati da Vincenzo Gallozzi hanno raccolto anche delle testimonianze.
Il cerchio sulla ricostruzione della vicenda si è chiuso con l’incidente probatorio che ha messo vittima e carnefice uno di fronte all’altro; la coraggiosa bambina ha confermato che gli abusi andavano avanti da tempo, mentre don Michele si è difeso dicendo che la minore stava farneticando.
Intanto i genitori della bimba si sono rivolti al programma tv “Le Iene” perché la vicenda venisse fuori in tutta la sua drammaticità.
La Calabria, al momento, è fuori dalla Carta costituzionale.
Sabato, 09 Novembre 2019 10:08 Pubblicato in CalabriaIl Presidente di ANCI Calabria chiede un incontro urgente al Ministro della Salute
Ci è impossibile non dire grazie a GIanluca Callipo nella sua qualità di Presidente dell’Anci Calabria per il coraggio di affermare che “La Calabria, al momento, è fuori dalla Carta costituzionale”
Quanto è profondamente vero!
Ma non solo, presidente, per la sanità!
Purtuttavia ci sembra un inizio di presa di responsabilità da parte dei sindaci calabresi.
Ma eccovi la lettera rivolta al ministro della salute
“Gentile Signor Ministro, la situazione emergenziale della Sanità in Calabria è nota.
Ma forse è meno noto quanto sia alto il livello di preoccupazione nella popolazione calabrese.
Non si tratta di un timore vago, indotto da notizie falsamente allarmistiche, ma di un disagio reale e concreto, determinato dal venir meno, giorno dopo giorno, di quel diritto inviolabile sancito dall’articolo 32 della nostra Costituzione, dove si afferma che «la Repubblica tutela la salute come fondamentale diritto dell'individuo e interesse della collettività».
La Calabria, al momento, è fuori dalla Carta costituzionale, e solo l’abnegazione di medici bravissimi, di infermieri e operatori socio sanitari che quotidianamente affrontano e in parte risolvono problemi che altrove apparirebbero insormontabili, hanno consentito fino ad ora al sistema sanitario regionale di non collassare definitivamente.
Ma i calabresi non possono più sopportare oltre uno stato di cose che li costringe, quando è in gioco la loro vita e quella dei loro cari, ad andare altrove, cercando in altre regioni d’Italia l’efficienza e la puntualità nella prevenzione e nelle cure che qui non trovano.
Situazione che non solo mortifica i cittadini calabresi, ma grava enormemente sui conti della Regione, che questa emigrazione sanitaria deve sostenere con il proprio bilancio.
Le conseguenze sono devastanti, con riferimento alla qualità della vita ma anche da un punto di vista squisitamente finanziario, con infiniti rivoli di malcostume e illegalità che si diramano da questa palude di diritti negati e inefficienze.
Un considerevole numero di sindaci, che rappresento in qualità di presidente Anci Calabria, chiede un incontro urgente per poterle rappresentare di persona, attraverso una nostra delegazione, quanto accennato, avendo al contempo la possibilità di avanzare precise istanze di cambiamento espresse dai cittadini che ci onoriamo di rappresentare.
Auspicando che venga colta in pieno tutta l’urgenza che questa accorata richiesta vuole esprimere e sicuro di un suo tempestivo riscontro, le porgo i miei più cordiali saluti.
Il Presidente Dott. Gianluca Callipo
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I sindaci dell’Alto Ionio vogliono giustizia contributiva
Sabato, 09 Novembre 2019 09:28 Pubblicato in CalabriaE’ una storia che dura da una vita
I consorzi fanno pagare tutti i proprietari di terreno indipendentemente dal fatto che abbiamo servizi o meno e non i soli che ne godono.
Una vera e propria ingiustizia.
Certo minore di quella che poi a pagare i costi dei consorzi siano anche coloro che non hanno nemmeno terreni
Ma ecco che i sindaci insorgono.
Questo il comunicato stampa dei sindaci dell'Alto Ionio, che riunitisi a Trebisacce, hanno scritto al presidente del Consorzio di Bonifica dei Bacini dello Jonio Cosentino per chiedere un incontro urgente dedicato allo sgravio dei tributi richiesti dall’ente consorzio per terreni agricoli non serviti da benefici di bonifica.
Nella missiva, inviata a presidente dell'ente, all’interno della quale i sindaci hanno richiamato nel dettaglio la normativa vigente, si evidenzia che:
"In merito alle notifiche di avviso di accertamento spedite dal consorzio di Bonifica Bacini dello Jonio, i sindaci del territorio prendendo atto delle denunce e delle continue proteste dei cittadini proprietari dei terreni ricadenti nei propri comprensori, hanno preliminarmente eccepito che il tributo da parte del consorzio impositore non può essere preteso genericamente, per il fatto che i terreni ricadono nel perimetro dello stesso consorzio in base, con riferimento alla normativa attuale.
Alla luce delle esposte considerazioni, i sindaci sottoscrittori chiedono al Consorzio di Bonifica Bacini dello Jonio, una immediata revisione dei ruoli escludendo perentoriamente i terreni ricadenti nei comuni privi di interventi diretti idraulici e idrogeologici , nonché di condotte irrigue, ritenendo l’imposizione illegittima e in violazione delle norme,anche per evitare inutili e dispendiose controversie, dannose sia per i contribuenti e anche per lo stesso consorzio, Ente pubblico diretto ad applicare la legge.
In proposito, proprio per spirito costruttivo e correttezza personale, i sindaci chiedono al Presidente del Consorzio di Bonifica prof. M. Blaiotta un incontro urgente nella prossima settimana per evitare inutili azioni vessatorie e risolvere nell’interesse dei cittadini l’annoso problema bonariamente".
Trebisacce, lì 08-11-2019
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