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Redazione TirrenoNews

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Se stiamo insieme ci sarà un perché di Francesco Gagliardi

Giovedì, 14 Novembre 2019 08:09 Pubblicato in Longobardi

Niente alleanze col Pd in Emilia Romagna e in Calabria alle prossime elezioni regionali del 26 gennaio, così ha ribadito Luigi Di Maio.

Nel suo Movimento non c’è nessun consenso.

Anche a Roma in Parlamento non c’è nessuna alleanza, ma un governo che ha messo insieme i voti di quattro forze politiche.

Un governo per fare cosa? Nulla di straordinario.

 

 

Ma se stanno insieme ci sarà un perché, così cantava Riccardo Cocciante, ed io vorrei scoprirlo oggi.

Stanno insieme per condividere le poltrone.

Hanno la stessa voglia di governare.

Tirano a campare. Rinviano le elezioni almeno fino a dopo la elezione del nuovo Presidente della Repubblica.

Tengono lontano da Palazzo Chigi il nemico giurato Matteo Salvini.

Questo è il patto scellerato del Movimento 5 Stelle col Pd di Zingaretti.

Quel patto che in Umbria non ha funzionato e allora oggi Di Maio vuole correre ai ripari, perché non è stato ritenuto dagli elettori un segnale di cambiamento.

Ma in Calabria il M5Stelle presenterà proprie liste dopo la debacle subita nelle elezioni comunali di Lamezia Terme?

E chi sarebbe il candidato alla presidenza della regione?

Dalila Nesci si è autocandidata, ma dal suo movimento è arrivato un secco no.

E il Pd cosa fa? Anche nel Pd si litiga.

Ancora non hanno scelto il candidato alla presidenza. Oliverio,

Governatore uscente, non molla. Non ha nessuna intenzione di fare alcun passo indietro. Come non ha nessuna intenzione di mettersi da parte anche il Sindaco di Cosenza Mario Occhiuto di Forza Italia. Salvini è contrario alla sua candidatura.

E mentre nel M5S, nel Pd e in FI si litiga migliaia e migliaia di lavoratori rischiano di finire per strada.

C’è il grave rischio che il malcontento generale a questo punto, se il Governo non risolverà al più presto le crisi dell’ex ILVA di Taranto, di Whirpool di Napoli e dell’Alitalia, per citarne le più gravi, potrebbe sfociare in una protesta di piazza.

Fino ad ieri l’elettorato ha sfogato la propria rabbia contro la politica governativa votando il M5S e ora la Lega di Salvini. Ma non è cambiato un bel nulla.

A questo punto non resta che la piazza, imitare i colleghi francesi, i gilet gialli. E davvero sarebbe un bel guaio. Invito i politici a fare presto.

Rimettete il lavoro al centro della scena e meno propaganda e apparizioni in televisione. Migliaia e migliaia di lavoratori che rischiano il posto di lavoro non possono più spettare. E intanto il 13 dicembre si avvicina. L’altoforno 2 sarà spento.

Il caso ILVA, miei carissimi amici, è diventato un problema gravissimo che affolla le prime pagine dei giornali e i talk show televisivi.

Se non si troverà una soluzione, un accordo stabile tra le forze politiche per salvare l’ILVA e i posti di lavoro, il Premier Conte sarebbe costretto a salire al Quirinale per rassegnare le dimissioni.

San Pietro, il sindaco è con Fratelli d’Italia

Giovedì, 14 Novembre 2019 07:22 Pubblicato in Belmonte Calabro

Il sindaco di San Pietro in Amantea Gioacchino Lorelli ha preso le sue decisioni.

Dopo un incontro con il referente regionale Ernesto Rapani, con una missiva indirizzata agli organi nazionali del partito ha aderito a Fratelli d’Italia, il movimento guidato da Giorgia Meloni.

Una scelta in continuità, per quanto riguarda il posizionamento nel centrodestra, rispetto alle ideologie politiche che lo stesso Lorelli ha espresso nel corso degli anni,

 

ma anche una differenziazione che rivolge lo sguardo ad un ambito di identità nazionale ben diverso da quello ipotizzato da altre forze politiche, dalle quali l’attuale primo cittadino del comune collinare ha preso le distanze.

«Fratelli d’Italia – ha argomentato Gioacchino Lorelli – esprime lo spirito di servizio di un centrodestra che rivolge le proprie attenzioni alle esigenze del territorio e delle singole comunità.

Un’attenzione che le politiche varate dagli ultimi governi nazionali avevano di fatto offuscato.

Non va dimenticato, infatti, che l’Italia non è rappresentata soltanto da grandi realtà metropolitane operose e laboriose o da regioni che esprimono un rapporto efficienza – efficacia altissimo, vi sono anche borghi e centri storici che meritano lo stesso livello di considerazione. In Fratelli d’Italia ho trovato quella sensibilità che, pur nelle differenze, protende ad uno sviluppo unitario del Paese.

E in una regione come la Calabria che guarda tanto al mare come alla montagna, tanto all’industria quanto all’agricoltura, tanto al turismo quanto ai trasporti è necessario avere una visione d’insieme ampia e diversificata. La presenza sul territorio di Fratelli d’Italia, da questo punto di vista, è una sorta di garanzia, soprattutto nel rapporto con le istituzioni. In questo scenario, come ho già avuto modo di ribadire in più occasioni, occorre ripartire dalla base e dagli aspetti sociali delle comunità per accrescere l’interesse verso la politica e non il contrario.

Ed è in questo contesto che sono pronto a dare il mio contributo».

L’adesione a Fratelli d’Italia, da parte di Gioacchino Lorelli, diventa strategica.

Il primo cittadino di San Pietro in Amantea, infatti, da tempo ha avviato un percorso di sinergie e di alleanza con altri omologhi della costa tirrenica e dell’hinterland.

Una sorta di movimento spontaneo che accoglie i piccoli centri, chiamati ad affrontare ogni giorno mille difficoltà e problemi.

È probabile, dunque, che la geografia politica cambierà molto presto: le elezioni regionali sono alle porte.

La leggenda di San Martino di Francesco Gagliardi

Martedì, 12 Novembre 2019 19:46 Pubblicato in Italia

L’ 11 novembre è un giorno speciale perché la chiesa commemora il Santo Francese, quel Martino che quando terminò il servizio come Cavaliere, prese i voti e divenne Vescovo di Tours.

Ma oggi per i contadini è anche un giorno particolare perché secondo un antico proverbio a San Martino ogni mosto diventa vino.

Ma cosa vuol dire?

Dopo la fermentazione il mosto comincia a sapere di vino.

A questo giorno è legata però una antica leggenda.

Un giorno di freddo intensissimo il Cavaliere Martino incontrò lungo la strada un viandante tutto nudo che tremava dal freddo.

Gli chiese di aiutarlo.

Non aveva niente da dargli.

Allora prese la sua lunga spada e tagliò a metà il suo lungo mantello e metà lo donò al povero. – Dio ve ne renda merito – balbettò il mendicante e sparì.

Quel mendicante era Gesù.

Poco dopo incontrò un altro mendicante privo anche lui di vestiti e Martino, senza esitare, gli regalò l’altra metà del suo mantello.

Rimasto senza mantello incomincia a sentire freddo e così il Signore Dio venne in suo soccorso.

Il sole apparve improvvisamente e incominciò a scaldare le sua membra.

Per diversi giorni durò il bel tempo e questo breve periodo di alcuni giorni quasi estivi venne chiamato: L’estate di San Martino.

Quest’anno, a dire il vero, il bel tempo non ci ha mai abbandonato, fatta eccezione per questi ultimi giorni di pioggia intensa. In Sila è addirittura caduta la prima neve.

Cosenza, però, stamattina è stata una magnifica mattina di sole.

Quando ero ancora in servizio nelle scuole elementari non solo ricordavo ai bambini la leggenda di San Martino ma facevo imparare la bellissima poesia di Carducci, forse oggi poco ricordata: San Martino. “ La nebbia agli irti colli / piovigginando sale /….Ma per le vie del borgo /… va l’aspro odor dei vini…..

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