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Redazione TirrenoNews

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Oss Cosenza, arrivano 30 lettere di licenziamento immediato.

Venerdì, 29 Novembre 2019 17:27 Pubblicato in Cosenza

A 30 dei 92 operatori è arrivata la lettera di licenziamento. La denuncia dei lavoratori: “non è stata rispettata la proroga fino al 31 dicembre.

Senza nessun criterio di scelta sono state licenziate 30 persone con effetto immediato”.

Scoppia nuovamente la grana degli 92 operatori socio sanitari esternalizzati della Coopservice. O per meglio dire una parte di loro, 30 lavoratori che si sono visti recapitare a casa la lettera di licenziamento con effetto immediato.

 

Il caso degli Oss dell’Annunziata era scoppiato un paio di mesi fa quando l’azienda di Reggio Emilia aveva comunicato l’attivazione delle procedure di licenziamento collettivo entro il 30 settembre per gli operatori socio sanitari, tutti lavoratori in servizio presso la struttura sanitaria dell’Annunziata di Cosenza, con l’impossibilità di una ricollocazione.

Dopo le dure proteste dei lavoratori, anche con azioni eclatanti e sit-in alla cittadella regionale.

Il commissario Cotticelli, il dirigente Belcastro e il prefetto di Cosenza Galeone aveva provato una mediazione con la ditta provando ad annullare i licenziamenti, ma senza esito.

Ma in soccorso dei lavoratori (alcuni anche da oltre 20 anni) era arrivata la Regione Calabria approvando la legge “salvaprecari” che manteneva salvi i posti di lavoro fino al 31 dicembre.

Ma oggi, a 30 dei 92 Oss, è arrivata ugualmente la lettera del licenziamento della Coopservice con effetto immediato.

I lavoratori protestano sia perché non è stata rispettata la proroga al 31 dicembre, ma anche perché non si sa quale sia stato il criterio scelto dall’azienda nella scelta dei 30 lavoratori licenziati a casa a cui, sottolineano gli operatori, è stata pagata anche l’indennità di preavviso. I lavoratori si sono spostati in Prefettura.

Alcuni di loro, insieme ai rappresentanti sindacali, saranno ricevuti e chiederanno di mettersi subito in contatto con l’azienda e con il Commissario dell’AO di Cosenza, la Dott.ssa Panizzoli, che dovranno fornire delle risposte immediate.

Proprio ieri il docente dell'Unical ha sciolto la riserva accettando di correre come governatore e mentre Di Maio aspetta chiarimenti comincia “la guerra”

Tar e Consiglio di Stato hanno condannato il professore e suo fratello a demolire un piano dell'abitazione.

Ma la casa è ancora lì.

 

 

 

 

Ed ecco cosa dichiara Aiello:" «Rispondo   con   serenità   alle   accuse   di   abusivismo   edilizio   rivoltemi   il   giorno successivo   all’accettazione   della   candidatura   a   governatore   della   Calabria   con   il Movimento 5 Stelle».

Lo afferma, in una nota, Francesco Aiello, candidato M5S alla presidenza   della   Regione   Calabria.

«Vengo   additato   –   precisa   Aiello,   peraltro ordinario di Politica economica nell’Università della Calabria – per una casa che non ho realizzato io.

Inoltre mi si rimprovera di non averla ancora demolita.

Nello specifico non c’è alcun ordine di demolizione da parte della giustizia amministrativa (Tar e Consiglio di Stato), che ha invece stabilito che debba essere il Comune di Carlopoli a scegliere quale provvedimento applicare».

«Negli anni ‘80 – racconta Aiello   –   furono   i   miei   genitori   a   costruire   il   fabbricato   in   questione,   con   una volumetria superiore rispetto a quanto consentito dalle norme.

A distanza di quasi 40 anni e proprio quando decido di mettermi a servizio della mia gente e della mia terra,   mi   viene   dunque   attribuita   una   responsabilità   che   non   ho».  

«Ai   tempi   – continua   Aiello   –   un   vicino   iniziò   a   produrre   esposti per   via   della  volumetria maggiorata, aspetto che mio padre aveva pensato di sanare acquistando, negli anni ’90, un terreno adiacente per asservirlo al fabbricato.

Cominciai a occuparmi del caso – sottolinea il candidato governatore dei 5 Stelle – nel 2012.

All’epoca mio padre   soffriva   di   Parkinson   e   io   dovetti   assisterlo   nel   suo   drammatico   declino, successivo alla scomparsa prematura di mio fratello Domenico.

Da allora ad oggi, da figlio mi sono trovato mio malgrado davanti a questo problema, che tutti i tecnici interessati   avevano   suggerito   di   risolvere   utilizzando   il  terreno   comprato   da   mio padre   per   asservirlo   alla   casa   esistente».

«Le   sentenze   della   magistratura amministrativa   dicono   che   è   il   Comune   di   Carlopoli   a dover   indicare   la   strada alternativa.

Nel merito l’ente non si è ancora pronunciato, benché sollecitato dal Tar della   Calabria».  

«Sto   allora   attendendo   –   sottolinea   Aiello   –   l’ultima   parola,   che spetta   al   Comune.

Pertanto   nel   merito   ho   agito   correttamente:   non   ho   imposto nulla, non ho condizionato nessuno e sto pazientemente aspettando di conoscere la decisione per un fatto che non ho commesso io.

Ho voluto chiarire questa storia – conclude Aiello – per fermare lo sciacallaggio già partito contro la mia persona e in   primo   luogo   per   dovere   di   coscienza   e   di   trasparenza   rispetto   all’opinione pubblica e soprattutto ai calabresi.

Mi auguro che in questa campagna elettorale nessuno ripudi il buon senso e il ragionamento, fondamentali nella vita pubblica e in quella di ciascuno».

Omicidio Luca Sacchi, Anastasia indagata

Venerdì, 29 Novembre 2019 11:15 Pubblicato in Italia

Altri arresti per l'omicidio di Luca Sacchi, ucciso con un colpo di pistola alla testa il 23 ottobre scorso a via Latina a Roma.

Dalle prime luci dell’alba, i Carabinieri del Comando Provinciale di Roma stanno dando esecuzione ad un’ordinanza emessa dal G.I.P. presso il Tribunale di Roma, su richiesta della Procura che dispone misure cautelati nei confronti di 5 persone, per le indagini relative all’omicidio del personal trainer 24enne.

C'è anche Giovanni Princi, l'amico di Luca Sacchi, tra i destinatari delle misure cautelari. Al ventiquatrenne, ex compagno di scuola di Sacchi, finito in carcere viene contestato insieme ad Anastasia Kylemnyk, per la quale è stato disposto invece l'obbligo di presentazione in caserma, il tentativo di acquisto di un ingente quantitativo di droga.

Destinatari della misura della custodia cautelare in carcere, per concorso in omicidio pluriaggravato, rapina aggravata, detenzione illegale e porto in luogo pubblico di un’arma comune da sparo sono già i due reclusi nel carcere di Regina Coeli - Valerio Del Grosso, pasticcere di Casal Monastero e Paolo Pirino suo complice con diversi precedenti alle spalle per rapina e spaccio - perché fermati nei giorni successivi all’omicidio e un terzo ragazzo 22enne considerato colui che materialmente li ha armati di un revolver calibro 38.

L'operazione di questa mattina arriva a sorpresa mentre da giorni sono in corso gli accertamenti irripetibili disposti dalla Procura su telefoni, mazza da baseball, zainetto di Anastasia.

Ed è proprio la figura di questa giovane 25enne quella che fin dall'inizio è apparsa tra le meno chiare nell'omicidio di Sacchi.

La Kylemnyk la sera dell'omicidio si trovava in via Latina con la vittima.

Quando i carabinieri dall'ospedale San Giovanni l'hanno condotta al Nucleo investigativo di via In Selci per ascoltarla in merito alla dinamica, ha dichiarato di avere pochi soldi nello zaino e che la droga non c'entrava nulla.

La sua versione fu ritenuta inattendibile anche a fronte di quanto avvenne dopo poco: l'arresto di Del Grosso e Pirino e le deposizioni rese in Questura da alcuni testimoni e dagli intermediari del pasticcere di Casal Monastero, Valerio Rispoli e Simone Piromalli, che parlarono di una ragazza (Anastasia) che prese parte alla trattativa per l'acquisto di droga.

Trattativa che, stando alle prime ricostruzioni fu avviata da un ex compagno di scuola di Sacchi, Giovanni Princi, già alcuni giorni prima dell'aggressione grazie alla conoscenza di quest'ultimo con il Rispoli.

Questa mattina l'abitazione della fidanzata di Luca è stata perquisita.

L'attività istruttoria rientra nell'operazione che ha portato oggi all'emissione di cinque provvedimenti cautelari nell'ambito dell'indagine sull'omicidio del giovane personal trainer ucciso il 23 ottobre scorso.

Per Anastasia, che risulta indagata, è stata applicata la misura dell'obbligo di firma: è accusata di avere tentato di acquistare un ingente quantitativo di droga la sera dell'omicidio.

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