
Redazione TirrenoNews
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E’ vero i truffatori sono sempre dietro l’angolo
Tutti dobbiamo tutelarci dai falsi dentisti ma anche dai falsi avvocati.
Uno di essi tale A.S., 51 anni è stato denunciato dai Finanzieri della Compagnia di Paola per i reati di truffa, falso, millantato credito, possesso e fabbricazione di documenti di identificazione falsi.
Allora il consiglio prima di rivolgervi a un avvocato di controllare se il suo nome si trova nell’elenco dell’ordine è un consiglio altamente valido.
Un falso avvocato del tirreno cosentino si spacciava per avvocato e prometteva assistenza e trattamenti di favore a persone che avevano debiti con l’Erario.
La Guardia di Finanza ha scoperto che negli anni dal 2013 al 2014 non ha presentato alcuna dichiarazione dei redditi pur avendo conseguito compensi per 170mila euro proprio grazie a una serie di truffe perpetrate ai danni di oltre 20 persone.
L’uomo in particolare, sceglieva le sue vittime fra quanti avevano posizioni debitorie (anche verso l’Erario) o che necessitavano di assistenza in pratiche di ”concessioni pubbliche” in diversi settori statali e si presentava loro come avvocato, millantando crediti e conoscenze di vario tipo presso Tribunali o altri Enti.
Prometteva quindi la risoluzione delle varie problematiche dietro lauti compensi che percepiva ovviamente senza effettuare la relativa (illecita) prestazione, truffando i malcapitati.
Per le sue truffe, si serviva anche di timbri ufficiali e documenti intestati a Giudici o Cancellieri realmente esistenti e dietro lauti compensi prometteva la risoluzione delle varie problematiche.
L’esame dei flussi finanziari e le dichiarazioni delle vittime hanno permesso alle Fiamme Gialle calabresi di ricostruire l’ammontare dei proventi annui illecitamente percepiti dal professionista, che sono stati segnalati all’Agenzia delle Entrate per i recuperi a tassazione, in applicazione della normativa che disciplina la ”tassazione dei proventi illeciti”
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Un ringraziamento ai Vigili di Amantea per la lotta al parcheggio selvaggio
Mercoledì, 02 Agosto 2017 09:21 Pubblicato in CronacaLi abbiamo visto ieri pomeriggio sulla SS18 alle prese con i parcheggi selvaggi delle auto sulla zona riservata ai cicloamatori.
Sappiamo bene che ad Amantea il problema dei parcheggi è gravissimo.
Ne mancano migliaia ma nessuno sembra preoccuparsene.
Anzi quei pochi esistenti sono spesso utilizzati per attività totalmente estranee alla circolazione stradale!
Non vogliamo dissertare sulle origini e cause della mancanza di parcheggi, né se esse sottendano il mancato rispetto della vigente normativa.
Ma il problema esiste . Eccome se esiste.
Non possiamo, però, a costo di essere chiamati ipercritici non evidenziare che il problema dei parcheggi folli, in particolare sulla SS18, crea vere e proprie condizioni di pericolo per tutti coloro che si muovono in bici.
Tra questi le centinaia di profughi che usano la SS18 per muoversi , magari per andare a lavorare nei vari campi e nei cantieri che li sfruttano senza che la questione venga rilevata e sollevata.
Tutti i ciclisti, comunque , anche quelli sportivi, quando trovano le auto parcheggiate come quelle nelle foto si vedono costretti ad invadere la carreggiata con grave rischio di essere travolti dal forte traffico estivo.
Bene, allora, che i Vigili Urbani contestino queste palesi ed inaccettabili irregolarità.
Tanto più che dall’altro lato della strada esistono parcheggi a sufficienza.
Al più il comune( o l’Anas ) può far apporre apposite strisce pedonali.
Bene, ancora, se queste infrazioni saranno rilevate anche dalla Polizia Stradale e dai Carabinieri pur se oberati da tantissimo lavoro.
Bene, infine, se la questione dei parcheggi “privati”di tutta la città viene affrontata anche dall’amministrazione che è obbligata a garantire un ordinato vivere civile e la sicurezza dei residenti, in particolare per le auto dei proprietari di abitazioni poste sulla SS18 e che devono avere i loro parcheggi.
Intanto ci complimentiamo con i Vigili urbani ed il loro comandante.
Siamo certi che si tratti di un impulso di dovuta attenzione emanato dal Comandante di concerto con l’amministrazione comunale e conseguente al dibattuto sulla sicurezza sulla SS18.
Un dibattito, crediamo, dal quale , pur essendo stata mancante l’Anas,stanno derivando nuove ed importanti attenzioni.
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Che fine fara' la fondazione di Natuzza Evolo? Tre sacerdoti si dimettono
Mercoledì, 02 Agosto 2017 08:45 Pubblicato in Vibo ValentiaIntanto il vescovo di Mileto-Nicotera-Tropea, Luigi Renzo ha revocato il decreto di culto emesso nel 1999
Sempre il vescovo Renzo ha imposto diversi divieti ed ha emesso l’obbligo di attenersi alle nuove disposizioni
Praticamente il vescovo Renzo ha disposto la revoca del decreto di religione e di culto data anni fa dall’allora vescovo Domenico Cortese.
Una presa di posizione drastica che fa sì che all’interno della Fondazione sia da oggi stesso vietato:”
Organizzare pubbliche attività di religione e di culto di qualsiasi natura, dentro e fuori la sede; di utilizzare per qualsiasi attività di pastorale e culto pubblico la chiesa “Cuore Immacolato di Maria Rifugio delle Anime”, non ancora consacrata;
-raccogliere offerte in eventuali pubbliche celebrazioni liturgiche che, in ogni caso, dovranno organizzarsi solo ad opera della parrocchia “Santa Maria degli Angeli” in Paravati, unica ad essere titolata per qualsiasi attività di religione e culto (processioni, sante messe, e quant’altro) nel proprio territorio;
-conservare il Santissimo Sacramento e di celebrare la santa messa nella casa per anziani “Monsignor Pasquale Colloca”, compresa l’annessa aula polifunzionale, revocando ogni facoltà precedentemente concessa”.
Sembra che tutto sia nato dalle recenti disposizioni di Papa Francesco “Maiorem ac dilectionem” (11 luglio 2017) in cui, all’articolo 36, è stabilito che sono proibite nelle chiese le celebrazioni o i panegirici sui "servi di Dio", la cui santità di vita è tuttora soggetta a legittimo esame.
Ma anche fuori dalla chiesa bisognerà astenersi da quegli atti che potrebbero indurre i fedeli a ritenere a torto che l’inchiesta, fatta dal vescovo sulla vita e sulle virtù, sul martirio o sull’offerta della vita del Servo di Dio, comporti certezza della futura canonizzazione dello stesso Servo di Dio”.
Un chiaro riferimento a Natuzza Evolo, di cui è in corso la causa di canonizzazione.
Nel decreto di revoca, monsignor Renzo sottolinea che entro 30 giorni dalla data di oggi provvederà a trasmetterlo al Ministero dell’Interno per gli opportuni adempimenti civili, alla Nunziatura in Italia e alla Segreteria di Stato Vaticano, “già coinvolte nella vicenda, e infine alla Segreteria Generale della Cei “per la dovuta informazione”.
Intanto per evitare la scomunica a divinis del vescovo re sacerdoti si sono dimessi
Parliamo di don Pasquale Barone, padre Michele Cordiano e don Francesco Sicari.
Don Pasquale Barone e padre Michele Cordiano sono stati per decenni vicini a Natuzza Evolo, la mistica con le stigmate morta nel giorno di ognissanti del 2009 a cui la Fondazione si ispira, il terzo è invece giunto a Paravati solo un paio di anni fa, per rivestire l’incarico di parroco di “Santa Maria degli Angeli” proprio al posto di don Barone.
A paravati ora si attende l’arrivo della Congregazione dei Padri Rogazionisti
I parroci sono costretti alla obbedienza, ma cosa ne penseranno i fedeli?
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