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Redazione TirrenoNews

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Ecco cosa scrive Wanda Ferro consigliere regionale del Gruppo Misto.

“La decisione del presidente Oliverio di nominare un nuovo Commissario Straordinario del Consorzio di Bonifica ex Valle Lao di Scalea ha suscitato diverse perplessità e, a partire da quelle dei sindaci di sei comuni: Orsomarso, Belvedere Marittimo, Santa Maria del Cedro, Grisolia, San Nicola Arcella e Cetraro.

Perplessità legate soprattutto alla scelta di sostituire la guida dell’ente consortile dopo l’intenso lavoro di concertazione con le organizzazioni sindacali Cisl e Uil messo in campo dal commissario Macrì, che in una dettagliata relazione ha portato alla luce la gravissima situazione finanziaria del Consorzio, che non può che ripercuotersi sui diritti dei lavoratori.

Nella relazione del Commissario, di cui immagino sia al corrente il governatore, si parla di una ”progressiva ingravescenza dei conti” di cui non è mai stata data “corretta informazione agli Uffici Regionali né mai particolari forme di controllo sono state esercitate sull’Ente.

Sicchè come conseguenza automatica e scontata si è determinato il blocco degli stipendi per mancanza di cassa”.

Secondo il commissario “le cause del complesso stato contabile sono da ricercare in molteplici fattori.

Tra questi occorre fare necessario riferimento per importanza e quantità allo stato elefantiaco del contenzioso, di cui neppure gli uffici hanno fornito un’esatta determinazione.

Attraverso condotte amministrative censurabili e continue cause si è determinato un quadro di inesigibilità dei diritti sindacali dei lavoratori”.

Più avanti nella relazione il commissario descrive “uno stato deficitario delle finanze che ha portato alla lenta ma progressiva erosione di ogni risorsa per l’insopprimibile esigenza di pagamento degli stipendi” ed evidenza “la completa erosione delle risorse accantonate come TFR dei dipendenti e delle somme derivanti dalla forestazione.

Ciò depone per un quadro reale di bilancio particolarmente allarmante unito alla sostanziale incapacità di determinare i debiti fuori bilancio”.

Mentre qualche sindaco parla addirittura dell’ipotesi di portare in tribunale i libri contabili del Consorzio, i lavoratori chiedono chiarezza sul loro futuro e sul destino di un ente che ha un ruolo importantissimo nella salvaguardia del territorio e nel sostegno all’economia agricola.

Non entrando nel merito delle polemiche e delle posizioni delle diverse sigle sindacali, ritengo necessario che il presidente Oliverio faccia chiarezza, come chiedono i sindaci del comprensorio, sullo stato finanziario ed economico del Consorzio di bonifica, chiaramente ereditato dalle precedenti gestioni, e chiarisca le ragioni che lo hanno spinto a decidere per un nuovo commissariamento”.

Riceviamo la risposta del sindaco sul problema della Scuola media

“ Carissime cittadine e carissimi cittadini,

dopo tanti incontri, sopralluoghi e verifiche siamo giunti ad offrire una soluzione temporanea al problema dell’ubicazione delle classi della scuola Media G. Mameli.

Una soluzione a garanzia della sicurezza di alunni e personale e dell’adeguatezza dei luoghi di formazione.

Teniamo a precisare che la Scuola Media sarà ricostruita.

Il Comune, infatti, è in posizione utile per un finanziamento di circa 6 milioni di euro destinati esclusivamente a tale scopo.

Risorse, tuttavia, incompatibili con un altro finanziamento, di circa 625.000 euro, per l’adeguamento sismico destinato al medesimo edificio.

Si tratta di un chiarimento necessario in quanto, come erroneamente è stato scritto e detto nei giorni scorsi, non vi è stata alcuna revoca da parte della Regione Calabria.

Anzi, è doveroso da parte nostra ringraziare pubblicamente il Governatore Oliverio e i suoi Assessori per la vicinanza e la disponibilità all’ascolto sin qui sempre dimostrati.

In questi giorni, oltre che con la Regione, diverse sono state le interlocuzioni anche con la Provincia di Cosenza.

Il Presidente Iacucci ed i Dirigenti competenti in materia sono stati sensibili alle istanze da noi partecipate; e, ad oggi, siamo in attesa della documentazione relativa all’adeguatezza dell’ex ITC C. Mortati, ancora in fitto all’ente Provincia.

Stiamo, inoltre, vagliando tutte le possibilità in essere per la ristrutturazione dell’edificio precedentemente destinato ad ospitare il Giudice di Pace.

Ne stiamo discutendo con gli uffici della Regione.

Tuttavia, con l’anno scolastico che sta iniziando è doveroso da parte nostra individuare una soluzione temporanea per consentire l’avvio delle attività nelle migliori condizioni possibili. Venerdì mattina abbiamo incontrato una rappresentanza dei genitori degli alunni della prima classe. Nella mattinata di oggi abbiamo ricevuto un’altra delegazione.

Incontri che consideriamo costruttivi perché, come spesso ripetiamo, il confronto rappresenta l’elemento essenziale per maturare consapevolezza ed individuare soluzioni ai problemi.

Per tale ragione ci teniamo a ringraziare tutti i genitori.

I continui contatti con la Dirigente scolastica, che dal primo momento si batte con tenacia per risolvere questa triste criticità, ci hanno consentito di concordare una soluzione temporanea capace – come richiesto dai comitati dei genitori – di garantire la sicurezza degli alunni e del personale, di realizzare condizioni adeguate per svolgere le attività formative e, non ultimo, di salvaguardare i posti di lavoro.

In attesa della ricostruzione e delle ulteriori risposte da parte della Provincia e della Regione, 9 delle 14 classi saranno ubicate al primo piano del Campus “Francesco Tonnara”, dotato del sistema di climatizzazione caldo/freddo e per il quale esiste il documento di valutazione rischi regolarmente adottato e approvato dal Responsabile del servizio Prevenzione e Protezione della scuola.

Le ulteriori 5 classi saranno, invece, momentaneamente ospitate presso l’istituto delle scuole elementari A. Manzoni.

Precisiamo che continueremo a tenere alta l’attenzione sulla tematica al fine di consentire ai nostri ragazzi di poter disporre di luoghi sempre più consoni all’esperienza scolastica.

Amantea, dove il troppo silenzio, fa troppo rumore.

Domenica, 06 Agosto 2017 23:40 Pubblicato in Cronaca

Se vi fermate all’ingresso del bosco potete ascoltare il silenzio della foresta arricchito dai suoi piccoli rumori, dalle sue piccole voci.

Lo stormire delle foglie, il cigolio dei rami piegati dal vento,

il fruscio di foglie secche sul suolo, il rumore di rami secchi, le foglie e le pigne che cadono a terra, il rumore di un uccello notturno che si alza in volo, il rumore degli scoiattoli, il ticchettio degli insetti che camminano sui tronchi.

E quando il bosco dorme in tutte le sue parti puoi sentire lo spessore del suo silenzio.

Un silenzio che ti turba, ti sconvolge.

Un silenzio che ti impedisce di sentire, di vivere il bosco.

Ma se decidi di camminarlo, allora tutto rivive.

Senti il fruscio delle foglie secche sotto i tuoi piedi, un fruscio che vive quando tu vivi, che si ferma quando ti fermi , come se tu fossi la sua voce e forse lo sei davvero.

Strano vero! Il bosco vive se tu lo fai vivere, muore se tu lo fai morire.

Similmente alle porte di una città, magari all’alba o poco prima, quando la gente dorme, le saracinesche dei negozi e dei bar, dei ristoranti, sono abbassate, i cani non abbaiano, le caffettiere ancora non sono sul fuoco a borbottare.

È ancora notte e la città dorme.

Non ci sono parole in giro per le strade, solo silenzio, pensieri, ricordi, forse idee notturne, quelle che poi di giorno ti sembrano illuminate.

Sei solo non ci sono altre persone a farti compagnia.

Sei solo non c’è musica o parole a farti compagnia.

Ma non sei totalmente solo, ti fanno compagnia i ricordi, le memorie .

Grazie alle quali la identità della città è sempre viva, palpabile, palese.

La vedi nelle mura dell’antico castello, almeno fino a che non cadranno.

La vedi nelle vecchie mura del centro storico, almeno fino a che le vecchie case non verranno giù, da sole o guidate dalla follia dell’uomo.

La vedi nei fantasmi delle ombre silenziose delle mogli dei pescatori che hanno lasciato i loro pargoli nelle calde coltri del letto matrimoniale vuoto e raggiungono la riva per attendere i coniugi che sono sulle barche con le lampare ancora accese, lì nel buio del mare infinito, nemmeno illuminato dalla luna già andata oltre l’orizzonte.

È una notte che ti frega se non fate sentire almeno la vostra voce, se non cantate dolcemente la fine della nenia che usate cantare quando addormentate l’ultimo vostro nato, il figlio del maltempo, che vi ha lasciato nel letto insieme al vostro amore, fosse anche solo a ricordare la vostra giovane età passata a guardarvi da lontano mentre andavate a prendere l’acqua alla vicina fontana seguite da colui che sarebbe stato poi il vostro amato sposo.

Una notte che ti frega se alzi gli occhi alle stelle che hanno visto ogni momento della tua vita, che conoscono tutti i tuoi segreti, tutte le tue gioie, tutti i tuoi dolori, quelle stelle da cui come fili d’argento scendono ricordi e memorie, i tuoi ricordi, le tue memorie.

Quelle stelle che hanno ascoltato le tue preghiere quando inginocchiata ti affidavi alla madonna perché salvasse il tuo uomo dal mare in tempesta.

Quelle stelle che hanno colto i vagiti dei bimbi di Amantea raccolti dalle mani delle indimenticate “Mammane”.

Come è bella questa città!

Come è indimenticabile!

Ma il silenzio è eccessivo; sembra che Amantea stia morendo.

Una città che forse sta morendo anche se è troppo orgogliosa per dichiararlo.

Strano vero! Amantea muore se insieme non la facciamo rivivere, muore solo se la facciamo morire.

Basta allora.

E’ ora di parlare, adesso anche il silenzio ha fatto il suo tempo.

Peppe Marchese

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