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Ecco la “dura” lettera del direttore dell'Ora della Calabria Luciano Regolo a Matteo Cosenza direttore de Il Quotidiano.

Caro Matteo,

ho letto il tuo editoriale odierno e desidero rassicurarti circa la prima ipotesi che tu formuli e che mi riguarda direttamente. Se ho capito bene tu ipotizzi che io avrei mentito nell'affermare che nella conversazione notturna tra Alfredo Citrigno e Umberto De Rose, che io ho ascoltato e registrato, il nostro stampatore afferma che i Gentile erano certi del fatto che le altre testate calabresi come quella che tu dirigi, non avrebbero pubblicato la notizia dell'inchiesta che coinvolge il figlio del senatore.

Ebbene De Rose non soltanto afferma questo, ma aggiunge che vi era la certezza «al cento per cento» ribadendo questa espressione per ben tre volte.

Poi dice che se non fosse stato così i Gentile non avrebbero chiamato Alfredo Citrigno nella persona di Andrea per ringraziarlo di quanto avrebbe fatto, ossia non farmi pubblicare la notizia dell'indagine che lo riguardava, dando quindi per scontato che la censura si sarebbe operata. In realtà io avevo chiuso il numero con quella notizia senza nessuna ingerenza da parte dell'editore il quale ricorda, sempre nella conversazione, che io voglio pubblicare la notizia e che sarei pronto a dimettermi piuttosto che avallare simili bavagli. Allora il De Rose insiste più volte: Citrigno dovrebbe chiamare «'stu Regulu» e dirgli di cacciare la notizia perché ci sono «persone influenti che l'hanno chiesto».

Nel corso della medesima conversazione Alfredo Citrigno fa notare a De Rose che comunque la notizia era già uscita sul sito del Corriere della Calabria e su quest'ultimo De Rose dice che si tratta di una testata online e quindi non meritevole, evidentemente, della stessa "attenzione". Aggiunge inoltre che se solo il suo giornale avesse pubblicato la notizia di certo ne sarebbe derivato a lui e alla sua famiglia un danno, ricordandogli che Tonino Gentile è in predicato di diventare sottosegretario alla Giustizia. Queste cose non mi sono state riferite perché vedo che tu metti in dubbio questo aspetto ma le ho ascoltate direttamente trovandomi nell'auto di Alfredo Citrigno mentre avveniva questa conversazione.

Mi rinfranca che anche tu, come ho fatto io nel mio editoriale di ieri, chiedi al senatore Gentile smentite chiare e non vaghe quale la dichiarazione da lui affidata alle agenzie di stampa. Come avrai notato nessuno all'Ora della Calabria ha enfatizzato il vostro silenzio sulla vicenda giudiziaria riguardante Andrea Gentile e sinceramente anche io come te mi auguro che le affermazioni che ti ho confermato fossero dovute ad una certa supponenza da parte di De Rose e dei Gentile, così come che il buco da voi preso sia nato dalla distrazione e non da altre ragioni più inquietanti. Certo non nego che mi stupisca il fatto che la vostra redazione, vedendo le notizie circolanti sia sul nostro sito, sia su quello del Corriere della Calabria già dalla mattinata, non abbia avuto modo o tempo di verificarne la fondatezza. Dico questo perché mi risulta che nella tua redazione lavorino ottimi colleghi con ottime fonti in materia giudiziaria. Ma questo è un aspetto che solo tu legittimamente avrai potuto chiarire con la tua redazione. E quindi io mi fido totalmente e serenamente del tuo giudizio e ancor più della tua buona fede. Ma spero altresì che tu mi conceda la stessa fiducia nel non ipotizzare mai più, neppure nel novero delle tante ipotesi, una mia eventuale menzogna o superficialità nel riferire gravi fatti che ho denunciato nell'interesse non soltanto della mia testata ma, credo, di un'intera comunità civile quale quella calabrese. Certi simili ingiusti sospetti mi indignano, mi offendono e non li tollererò oltre se dovessero essere di nuovo riproposti sulla mia persona dalla tua o da altre testate. Infatti ho sempre ritenuto che ognuno di noi prima che un mestiere dovrebbe essere sempre e comunque una persona e che i valori fondamentali di quest'ultima quali la dignità, il rispetto, la libertà, dovrebbero avere sempre la primazia su tutto il resto. 

Buon lavoro e a presto.

Luciano Regolo

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I quotidiani calabresi riportato la notizia della iscrizione di un procedimento penale a carico di Alessandro Ventura, legale di Paola, e Andrea Gentile, anch'egli avvocato, figlio di Tonino, senatore e coordinatore regionale del Nuovo centrodestra.

La Procura ipotizza i reati di abuso d'ufficio, falso ideologico, truffa ed emissione di fatture o altri documenti per operazioni inesistenti. Compare anche l'ipotesi relativa all'articolo 416 del codice penale: associazione per delinquere.

La conferma dell'iscrizione dei due è contenuta in un atto che porta la data del 24 gennaio scorso ed è stato firmato da Domenico Assumma, il sostituto procuratore incaricato dal capo della Procura di Cosenza, Dario Granieri, di seguire l'affaire degli incarichi nella sanità cosentina.

Ma l’Ora della Calabria non è arrivata alle edicole.

Ed il Direttore del quotidiano "l'Ora della Calabria", Luciano Regolo a conferma di quanto anticipato dal cdr del giornale dichiara "Ieri notte si è consumato un fatto gravissimo per la libertà  di stampa, la violazione delle più elementari regole della democrazia e del vivere civile. Ultimata la lavorazione del giornale, a tarda ora, l'Editore mi ha chiesto se non fosse possibile ritirare dalla pubblicazione l’articolo relativo all’indagine in corso sul figlio del senatore Tonino Gentile, Andrea, al quale sono contestati i reati di abuso d’ufficio, falso ideologico e associazione a delinquere nell’ambito del caso Asp".

“Di fronte alla mia insistenza, nella difesa del diritto di cronaca, ho minacciato all’Editore stesso le mie dimissioni qualora fossi stato costretto a modificare il giornale, vanificando il mio lavoro e quello dei miei colleghi”

"Mentre discutevamo di questo, - aggiunge Regolo - in mia presenza e in viva voce, l’editore ha ricevuto la telefonata del nostro stampatore Umberto De Rose, il quale, ponendosi come "mediatore" della famiglia Gentile, faceva ulteriori pressioni per convincerlo a non pubblicare la notizia, ricordandogli che "il cinghiale, quando viene ferito, ammazza tutti".

“ Avendo io ribadito all’Editore che non intendevo in alcun modo censurare ciò che era stato scritto, ci siamo salutati. Così De Rose, dopo avere chiamato insistentemente la redazione, soltanto alle due di notte ha fatto sapere che il giornale non poteva andare in stampa per un guasto alle rotative. E’ evidente - conclude - che si è trattato di un’azione intollerabile e ingiusta, e aspetto serenamente che la Procura di Cosenza mi convochi per produrre la documentazione in mio possesso riguardo alle pressioni che Gentile, per interposta persona, ha effettuato per evitare che fosse divulgata l’indagine sul conto di suo figlio".

Da parte sua, l'editore Alfredo Citrigno precisa di aver «chiesto la verifica al direttore della veridicità e della fondatezza della notizia riguardante l’indagine a carico del figlio del senatore Gentile». L'editore afferma che il direttore gli ha risposto dicendo che era in possesso dei relativi atti «e pertanto ha deciso di pubblicare ugualmente l'articolo». «Che poi il giornale non sia stato stampato e non sia dunque arrivato in edicola - conclude Citrigno - non è dipeso sicuramente da me. Anzi, la mancata pubblicazione ha rappresentato per me un danno economico»

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La procura di Cosenza “fa sul serio”.

Dopo che gli incarichi esterni sono finiti al centro delle indagini della Procura ed il direttore generale dell'Asp di Cosenza Gianfranco Scarpelli ha ricevuto nei giorni scorsi l'avviso di conclusione indagini, la Procura ha chiesto al gip del Tribunale di Cosenza la emissione di un provvedimento di interdizione dlle funzioni di direttore generale.

Ed i finanzieri del Comando provinciale di Cosenza hanno notificato un provvedimento di interdizione dai pubblici uffici per la durata di due mesi emesso dal GIP del Tribunale di Cosenza

Scarpelli ha ricevuto nei giorni scorsi l'avviso di conclusione indagini insieme ad altre otto persone tra componenti del management pro-tempore dell'Azienda sanitaria, dirigenti, uno dei quali esterno, e un libero professionista.

Ora il DG potrà adesso ricorrere contro il provvedimento.

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