
Redazione TirrenoNews
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Il ponte azzurro è pronto per essere intitolato a San Francesco di Paola.
Lunedì, 19 Febbraio 2018 19:30 Pubblicato in Economia - Ambiente - EventiHanno lavorato per più giorni gli operai delle cooperative sotto il coordinamento del responsabile del comune .
Ed i risultati sembra siano arrivati.
Le foto sembrerebbero dimostrarlo.
Mai visto il ponte così pulito, da anni.
Anzi un po’ di spazzola di ferro, di carta vetrata e di raschietto hanno fatto venire alla luce il minio antiruggine che si trovava nascosto dallo splendido azzurro che aveva colorato e dato la sua identificazione al ponte.
Ora per una strana scelta non si sa di chi il ponte viene intestato a San Francesco di Paola.
Una scelta felice visto che il ponte, per le condizioni in cui versa, ha bisogno di un taumaturgo.
Abbiamo sentito dire che si tratta del ponte su cui San Francesco si tolse i calzari scuotendoli per togliersi la polvere proprio per non avere alcun rapporto con Amantea
Roba da ignoranti e per giunta in malafede.
Il ponte azzurro al tempo di San Francesco non esisteva.
Basta guardare la stampa del Pacichelli per capire che al tempo, semmai, esisteva solo l’altro ponte , quello che iniziava dalla attuale Casa Buffone.
Al più San Francesco di Paola può essere invocato soltanto perché la sua chiesa era posta proprio all’ingresso della antica Amantea.
Una chiesa che ormai non esiste più.
Anzi non resta più manco una pietra.
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Amantea. Stamattina un consiglio per la gente ma senza gente
Lunedì, 19 Febbraio 2018 18:35 Pubblicato in Primo PianoIl consiglio comunale modifica il regolamento del servizio idrico e della Tari
Un voto alla unanimità.
Raro. Anzi rarissimo.
Rarissimi anche i presenti nella sala consiliare.
Tranne me, non c’era nessuno!.
E magari domani scriveranno del consiglio comunale anche coloro che non c’erano.
Comunque in consiglio ho sentito dire che si trattava di una modifica del regolamento fatta per venire incontro alla cittadinanza.
I tributi non saranno pagati più in una unica soluzione ma in sei rate bimensili.
In questo modo non arriverà una unica grande botta che non si riuscirà a pagare, ma 6 piccole rate pagabili da tutti.
E non solo.
I tributi , infatti, saranno pagati con 6 F24 e quindi senza oneri postali per i contribuenti
In realtà in questo modo il comune incasserà i tributi gradualmente ed avrà disponibilità tali da poter evitare un massiccio ricorso al credito bancario
Tutto a posto quindi.
Tranne almeno una cosa.
Ed è il fatto che il regolamento viene modificato il 19 febbraio 2018 ma si vuole applicare per i tributi del 2017, il che ci sembra strano.
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Ora toglieranno la tessera del PD al sindaco Pd di Castel Volturno?
Ma come si permette questo sindaco PD di dire queste cose?
Ma che cosa ha detto?
Il sindaco Pd ha detto che: «A Castel Volturno sono i nigeriani a dettare le regole»
Dimitri Russo, 47 anni, sindaco Pd di Castel Volturno (Caserta) ha detto «Non ne possiamo più».
Martedì nella cittadina campana arriverà il ministro dell’Interno, Marco Minniti: «Gli dirò che non si può più andare avanti così con una percentuale di migranti che supera qualsiasi livello di tolleranza».
A Castel Volturno non ci sono solo i casalesi, ma bisogna fare i conti anche con la mafia nigeriana.
Russo intervistato dal Giornale parla di una situazione esplosiva.
A Castel Volturno vivono «circa 15mila migranti. Su una popolazione residente di poco superiore ai 25mila».
E la «maggior parte» sono irregolari.
Russo parla di «criminalità record» e difende i suoi concittadini: «Io sono solo il sindaco delle persone oneste» e di onestà «ce n’è tanta», ma stenta a venire fuori «perché c’è paura» della mafia. «La nostra e quella dei nigeriani.
Che si sono impossessati delle centinaia di villette abbandonate lungo il litorale domizio». Russo racconta ancora che i nigeriani «hanno sfondato le porte e sono entrati.
Poi le hanno depredate sistematicamente. Ora fanno da basi operative del mercato di droga e prostituzione».
«In piazza — dice ancora — si vedono pochissime persone di colore. Il Comune è come se fosse diviso in due: in paese gli italiani, in periferia gli africani».
Si sono formati ghetti: «Lì c’è uno Stato parallelo. Fatto di degrado e illegalità. Tutto mi separa da Berlusconi, ma su questo aspetto ha ragione.
E magari si trattasse solo di bomba sociale…».
Russo spiega che «esiste il rischio anche di una bomba sanitaria.
Tra i migranti si registrano molti casi di tubercolosi, malaria e Aids.
Ma nella comunità africana ci si cura con metodi tribali.
Lungo il litorale non esistono fogne e l’inquinamento ambientale è un incubo.
Le casse del Comune sono a secco.
Da settimane abbiamo in ospedale un feto partorito e abbandonato da una mamma africana.
Vorremmo garantirgli una onorevole sepoltura.
Ma non abbiamo neppure i soldi per il funerale».