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Longobardi il comune delle opere incompiute
Martedì, 27 Febbraio 2018 17:00 Pubblicato in LongobardiNon molla la minoranza di Longobardi.
Ecco cosa scrive oggi: "Longobardi potrebbe avere un duplice triste primato: quello di comune delle incompiute e di beni inagibili".
La denuncia viene dai consiglieri di minoranza Franco Cicerelli e Nicola Bruno.
Dopo la legittima battaglia per "scuole sicure", il gruppo consiliare "Progetto Longobardi" passa in rassegna l'anagrafe delle opere incompiute e degli immobili inagibili.
"Non accettiamo -continua il capogruppo di minoranza Nicola Bruno- che ancora, oggi, a distanza di tanti anni, vi siano nel nostro territorio comunale troppe opere incompiute ed inagibili, alcune delle quali, addirittura, realizzate e mai entrate in funzione, come il mercato coperto.
Tali opere, inutile dirlo, portano la firma della maggioranza.
Tra le incompiute figura il cosiddetto "casermone", come certificato dall'ufficio tecnico comunale, prot. n° 670 del 23/02/2018, in pieno centro storico, vero e proprio monumento allo spreco di denaro pubblico che sta per essere trasformato in 4 alloggi popolari, il cui costo complessivo, ahimè, ammonterà ad € 613.464,93 (prot. n° 4138 del 21/12/2017 - Utc + appalto).
Inagibili risultano, invece, sempre secondo l'ufficio tecnico, "il mercato coperto", sito all'ingresso del comune, nei pressi della ex stazione ferroviaria, "palazzo Miceli", posto in via Indipendenza, il "teatrino comunale" di viale san Francesco, "il convento di S. Francesco" e "la tribuna del campo sportivo comunale" (prot. n° 709 del 26/02/2018).
Il mercato coperto, poi, oggetto di continui atti vandalici, è stato adibito a "discarica".
Ma non è tutto qui.
"Alcune opere -conclude il consigliere Bruno- sono state realizzate dal comune, con finanziamenti pubblici, ma, badate bene, non sono di proprietà dello stesso ente.
Infatti, il teatrino comunale è in comodato d'uso al comune, come pure l'ex convento paolotto, oggetto, tra l'altro, di un finanziamento pari a 400 mila euro, realizzato da circa 10 anni e mai utilizzato.
Dulcis in fundo, l'amministrazione comunale paga l'affitto, pari ad euro 2.200 all'anno, per la casa delle culture, sempre ristrutturata dal comune, con finanziamenti pubblici, ma di proprietà di privati".
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Papa Francesco ha eletto Vescovo della sede titolare di Amantea, il Rev.do Mons. Alfred Xuereb
Martedì, 27 Febbraio 2018 16:36 Pubblicato in CronacaIl Comunicato dell' Amministrazione comunale conferma il nostro articolo sul vescovo di Amantea. Eccolo, integrale:
Carissime cittadini e carissimi cittadini, domenica 25 febbraio – a conclusione della Missione Popolare tenutasi in onore di San Francesco di Paola ed iniziata con la presenza di S.E. Mons. Nunnari, Arcivescovo Emerito di Cosenza-Bisignano - è stato ufficialmente annunciato il ritorno dell’Antica diocesi di Amantea a sede titolare, a cui la Segreteria di Stato vaticana ha assegnato il nome latino di Curia Mantheanensis.
La nostra cittadina era già stata sede dal V secolo al 1094.
La circostanza della riconsegna della dignità di sede valorizza il prestigio della nostra antica e storica città, e deve rappresentare motivo di orgoglio per tutta la nostra comunità.
L’annuncio di S.E. Mons. Francescantonio Nolè - Arcivescovo della Diocesi di Cosenza-Bisignano - è arrivato a coronamento di una intensa settimana durante la quale i cittadini di Amantea hanno alimentato, grazie alla presenza della Missione, il senso comunitario cittadino stringendosi intorno, non senza emozione e trasporto emotivo, agli ideali di vita del Santo di Paola.
Nella giornata di ieri è così giunta l’attesa notizia della nomina – da parte del Santo Padre – del Vescovo della sede titolare di Amantea.
Si tratta del Rev.do Mons. Alfred Xuereb, Segretario Generale della Segreteria per l’Economia, nominato anche Nunzio Apostolico in Corea del Sud e in Mongolia, e già membro della Segreteria particolare di Benedetto XVI prima e successivamente, a partire dal 2013, di Papa Francesco.
Ringraziamo il Santo Padre per questo meraviglioso dono che ha voluto fare alla nostra comunità, nella speranza di poter presto ricevere la visita di Mons. Xuereb.
Con i più cari saluti, L’Amministrazione comunale
Ah. Sia chuiaro che nella foto non c'è il nuovo vescovo. Le sue foto le trovate però su nostro sito!
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«Adesso la deputata del Pd Enza Bruno Bossio e i suoi megafoni chiedano scusa ai lavoratori socialmente utili e di pubblica utilità, nonché agli amministratori locali, cui hanno mentito vendendo la favoletta della risoluzione del precariato per l’intera categoria e della proroga universale dei contratti».
Lo afferma, in una nota, la deputata M5s Dalila Nesci, a seguito della circolare con cui la Funzione pubblica ha chiarito la vicenda della proroga dei contratti per gli Lsu-Lpu, che aveva messo in allarme sindaci e segretari comunali della Calabria.
Poi prosegue la parlamentare 5stelle «Al netto della spregiudicata caccia al voto da parte della Bruno Bossio, la Funzione pubblica ha spiegato che sono prorogabili soltanto i rapporti di lavoro con i soggetti, che abbiano superato i 36 mesi lavorativi, interessati alle procedure di stabilizzazione».
«La Funzione pubblica ha specificato che gli enti territoriali con vuoti in organico per determinate qualifiche procedono all’assunzione a tempo indeterminato dei soggetti collocati in un apposito elenco regionale, ancora da stilare.
Tali assunzioni da parte degli enti territoriali sono però subordinate alla compatibilità con il loro fabbisogno e soggette ai pesanti vincoli finanziari di legge».
«In merito alle risorse stanziate, la Funzione pubblica ha confermato che i 50 milioni dello Stato servono soltanto alla compartecipazione agli oneri derivanti dai contratti a tempo determinato dei lavoratori, per perseguire l’obiettivo, non ancora raggiunto nei tre anni precedenti, dell’avvio di percorsi assunzionali a tempo indeterminato».
«Infine – conclude Nesci – la Funzione pubblica ha esplicitato il ritorno al bacino regionale degli Lsu-Lpu per quei lavoratori che gli enti territoriali non possano assumere.
Morale della favola, tanti resteranno fuori dalle stabilizzazioni e saranno appesi alle scelte ignote della Regione a causa di questo pasticcio di Bruno Bossio e sodali, che, carte alla mano, si è rivelato un inganno elettorale, proprio come avevamo denunciato.
Ora la Regione ha il dovere di dare risposte rapide agli esclusi dalle stabilizzazioni, per i cui diritti ci batteremo con determinazione»
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