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Amantea. Mameli-Manzoni. La scuola sollecita il comune e la regione
Giovedì, 01 Marzo 2018 22:38 Pubblicato in Comunicati - Sport - GiudiziariaRiceviamo e pubblichiamo:
"Il Consiglio di Istituto, unitamente al dirigente scolastico dell’IC Mameli Manzoni di Amantea, si sentono in dovere di richiamare l’attenzione della comunità di Amantea sulla situazione strutturale dei nostri istituti scolastici.
Un anno fà circa, veniva decretata la chiusura del plesso della scuola media Mameli determinando ovviamente una situazione di notevole, quanto conclamato, disagio per gli alunni e per il personale della scuola costretto a vivere una ripetuta ricollocazione logistica in varie strutture alternative con ogni conseguenza sul piano didattico e amministrativo nonché in termini di spostamenti.
In tutta onestà riteniamo che l’amministrazione scolastica possa rivendicare il merito di aver gestito una situazione di estrema criticità con senso di responsabilità e con professionalità, garantendo, comunque, un servizio di qualità e implementando, nonostante tutto, l’offerta formativa con attività extra curriculari di un significativo spessore culturale ed educativo.
La sistemazione più critica attualmente è quella degli uffici, divisi tra Lago ed Amantea, sia per quanto concerne il personale sia per quanto riguarda gli archivi con tutta la documentazione che l’amministrazione scolastica ha il dovere di conservare e custodire.
Inutile dire che lavorare in queste condizioni è realmente molto difficile e, soltanto grazie al buon senso e al sacrificio del personale, si è riusciti ad arginare problemi e difficoltà.
Ora è tempo di programmare l’anno scolastico 2018/2019 ed è tempo che le amministrazioni locali, Comune e Regione, dalle quali purtroppo la scuola dipende per i servizi accessori (strutture, trasporti, mensa) si assumano finalmente le proprie responsabilità rendendo noto alla comunità scolastica, e soprattutto alle famiglie, quali siano i loro progetti sulla scuola nell’immediato futuro, ammesso che un progetto vi sia.
Fino ad oggi, infatti, l’Amministrazione comunale, nostro diretto referente, nonostante le reiterate richieste ed i ripetuti incontri risalenti all’inizio del corrente anno scolastico, non è stata in grado di fornire indicazioni programmatiche certe e tempistiche definite circa la collocazione della popolazione scolastica per il successivo ed, oggi, imminente, a.s. 2018/2019.
Nei detti incontri avuti con il Sindaco di Amantea nei mesi scorsi, si è sempre fatto riferimento ad un imminente decreto di finanziamento regionale per il rifacimento dell’ex ufficio del Giudice di pace, decreto cui, da mesi, mancherebbe solo la firma di qualche dirigente regionale. Nessuna comunicazione ufficiale e formale è stata, però, inoltrata alla scuola. Attese tutte queste perplessità; Considerato:
-il preoccupante silenzio dell’Amministrazione Comunale sulle modalità di superamento dell’attuale situazione di emergenza per il nuovo anno scolastico;
- che i tempi di azione della scuola non coincidono con quelli delle amministrazioni locali;
- che trattasi di garantire continuità, efficienza e organizzazione di un pubblico servizio;
Tutto ciò valutato, si chiede, con forza, che il Sindaco di Amantea e il presidente della Regione Calabria diano risposte chiare, pubbliche e tempestive alle famiglie di Amantea che hanno tutto il diritto di avere un servizio scolastico efficiente.
L’amministrazione scolastica, dal proprio canto, è pronta a programmare il prossimo anno scolastico e di fatto lo sta già facendo immaginando, come è probabile che sia, che l’attuale situazione di emergenza della scuola media resti immutata anche per il prossimo anno contrariamente alle promesse e agli impegni presi dal Sindaco e da tutte le forze politiche, di maggioranza e di opposizione, nella seduta del consiglio comunale del 27.8.2017.
f.to Il Consiglio di Istituto f.to Il Dirigente dell’I. C. Mameli Manzoni
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Eccovi il pregevole contributo di Ferruccio Policicchio sulla storia di Amantea
Giovedì, 01 Marzo 2018 21:54 Pubblicato in Economia - Ambiente - EventiRiceviamo e pubblichiamo la seguente nota dello storico Ferruccio Policicchio
Egr. Sig. Direttore,
spero che questo scritto possa trovare spazio nel suo Blog e perciò La ringrazio in anticipo.
La presente per dare seguito, augurando di aggiungere una pietruzza, ai suoi articoli dal titolo: “Amantea e gli antichi miracoli di S. Vito” e al successivo: “Papa Francesco ha eletto Vescovo della sede titolare di Amantea il Reverendo Mons. Alfred Xuereb”.
Perché Amantea, anticamente, fu sede vescovile e successivamente sede di emirato arabo?
Perché la sede del sedile dei nobili di Amantea aveva sede nell’ex cenobio di S. Basile e da qui il nome del sedile?
Come arriva ad Amantea il culto di S. Elia il giovane essendovi una Chiesa all’interno della città, ed avendo una frazione con lo stesso nome dove si pratica il suo culto?
Perché nella frazione limitrofa a S. Elia (Gallo) nacque e si sviluppò il culto dell’Arcangelo Michele?
Perché la toponomastica orale ad Amantea, ancora oggi, conserva l’appellativo «Pantalia» ch’è la deformazione di Pantaleo?
Perché fino alla metà del secolo XIX Amantea ha conservato un Eremo che era abitato?
Sciogliendo questi interrogativi si capirebbero la motivazione per cui le reliquie di S. Vito, da quel religioso, furono portate e donate alla città.
Agli studiosi si rivolge l’invito di occuparsi maggiormente del monachesimo orientale e della Calabria bizantina (nel nostro caso Amantea) nel periodo anteriore alla conquista araba della Sicilia. Periodo che, per la verità, le notizie sono scarse; ma che, invece, per il X e XI secolo esiste una documentazione abbastanza ricca.
Uno studio simile lo stava portando avanti, ed era quasi alla fine, il compianto Enzo Fera, attraverso fonti bibliografiche ed esplorazioni dei luoghi dell’entroterra amanteota.
Peccato che non ne abbiamo visto la luce.
Saluti. Ferruccio Policicchio”
Carissimo Ferruccio , senza anticipare nulla ritengo però utile evidenziarti che qualcosa si muove e tra breve vedrà la luce.
Per esempio grazie ai Lyons sarà presentato il bellissimo libro su Gli arabi in Calabria al quale sei già invitato.
Con altre associazioni amanteane stiamo concordando ricerche su San Nicola di Myra.
Con l’amministrazione comunale stiamo definendo un programma di ricerche e studi talmente ardito da sorprendere anche chi ci sta lavorando.
Le tue domande , ti assicuro, non cadranno nel vuoto. Stanne tranquillo.
Peppe Marchese.
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Vi presentiamo l’articolo di Vocidallestero di Malachia Paperoga
Di Zero Hedge, 27 febbraio 2018
Finalmente la Merkel ammette l’esistenza delle zone “No-Go” tedesche e promette di eliminarle.
Dopo che il mainstream ha fatto di tutto per negarne l'esistenza, la Cancelliera tedesca Merkel è costretta a parlare delle zone "no-go" tedesche, riconoscendone la pericolosità e impegnandosi ad eliminarle.
Ormai perfino coloro che hanno propagandato la politica delle "porte aperte" sono costretti a riposizionarsi politicamente, sposando le iniziative degli stessi governi che loro criticavano, come il governo ungherese, polacco e bulgaro.
A seguito della nuova cooperazione tra i conservatori tedeschi e i Social Democratici (SPD) su diverse questioni politiche, la Cancelliera tedesca Angela Merkel ha concesso un'intervista alla trasmissione TV tedesca RTL Aktuell, dove ha discusso di molte posizioni politiche – inclusa l’ammissione dell’esistenza di zone “no-go” in Germania, e la necessità di fare qualcosa a riguardo.
A causa di un aumento dei reati commessi da immigrati, i funzionari tedeschi hanno iniziato lentamente ad ammettere l’impatto negativo causato dall’ondata di immigrati accolta a seguito dei disordini in Libia e nelle regioni circostanti – fino al punto di offrire migliaia di euro a coloro a cui veniva rigettata la richiesta di asilo.
Questo programma, che il governo ha chiamato “Il tuo paese. Il tuo futuro. Adesso!” continuerà fino a febbraio del prossimo anno. I singoli immigrati possono ricevere fino a mille euro se scelgono volontariamente di tornare a casa, mentre le famiglie possono ricevere fino a tremila euro per fare la stessa cosa. Questo aiuto è pensato per aiutare i richiedenti asilo la cui richiesta viene rigettata ad integrarsi nuovamente nel loro paese di origine – Quartz
Mentre parlava di voler mantenere la Germania un posto sicuro, la Merkel ha detto che “per me è sempre importante che la sicurezza interna sia compito dello stato, lo stato ha il monopolio del potere, lo stato deve assicurarsi che i cittadini abbiano il diritto di essere al sicuro, in qualsiasi momento si incontrino o si muovano in un posto pubblico”.
Poi la Merkel ha discusso l’esecuzione della politica “tolleranza zero” tedesca:
“Questo significa, per esempio, che devono essere eliminate le zone “no-go”, e che non è accettabile che vi siano posti dove nessuno si azzarda a entrare. Questi posti esistono, vanno chiamati col loro nome e bisogna fare qualcosa a riguardo. E io penso che Thomas de Maizière abbia fatto un ottimo lavoro come Ministro dell’Interno, ma ora diciamo anche che vogliamo una legge per la polizia, non possiamo avere differenti standard di sicurezza in diverse regioni e le regole devono essere piupi uniformi possibile”.
Dopo il drammatico afflusso di immigrati in maggioranza nordafricani, molte pubblicazioni tedesche hanno documentato il problema crescente delle zone “no-go” – zone dove è pericoloso viaggiare per i cittadini non musulmani.
Il quotidiano Bild, la rivista Focus, e altri, hanno identificato (qui, qui e qui) più di 40 “aree problematiche” (Problemviertel) in Germania. Si tratta di zone dove l’alta concentrazione di immigrati, l’alto tasso di disoccupazione e la dipendenza cronica dallo stato sociale, combinata con la decadenza urbana, sono diventate incubatori di anarchia.
In un articolo intitolato “Rapporto sui ghetti in Germania”, la Bild descrive queste aree come “ghetti in espansione, società parallele e zone no-go”. Queste includono: Berlin-Neukölln, Bremerhaven-Lehe/Bremen-Huchting, Cologne-Chorweiler, Dortmund-Nordstadt, Duisburg-Marxloh, Essen-Altenessen, Hamburg-Eidelstedt, Kaiserslautern-Asternweg, Mannheim-Neckarstadt West and Pforzheim-Oststadt.
Il problema delle zone no-go è particolarmente grave nella North Rhine-Westphalia (NRW), la regione più popolosa della Germania. Secondo il Rheinische Post, le zone problematiche della NRW includono:
Aachen, Bielefeld, Bochum, Bonn, Bottrop, Dorsten, Duisburg, Düsseldorf, Essen, Euskirchen, Gelsenkirchen-Süd, Gladbeck, Hagen, Hamm, Heinsberg, Herne, Iserlohn, Kleve, Cologne, Lippe, Lüdenscheid, Marl, Mettmann, Minden, Mönchengladbach, Münster, Neuss, Oberhausen, Recklinghausen, Remscheid, Rhein-Erft-Kreis, Rhein-Sieg-Kreis, Solingen, Unna, Witten and Wuppertal. -Gatestone Institute
Il Presidente del sindacato dei Poliziotti tedeschi, Rainer Wendt, ha dichiarato che: “A Berlino o nel nord di Duisburg ci sono quartieri dove i colleghi non si azzardano nemmeno a fermare la macchina – perché sanno che verrebbero circondati da 40 o 50 uomini.” Questi attacchi equivalgono a una “sfida deliberata all’autorità dello stato – attacchi durante i quali gli autori esprimono il loro disprezzo per la nostra società”.
Ci sono un sacco di altre storie che a quanto pare non riescono mai ad uscire sui media mainstream europei, ma che sono state documentate da gruppi come il Gatestone Institute.
“Una volta il Duisburg-Marxloh era una zona residenziale e commerciale molto popolare. Ora i clan si sono impossessati delle strade. La polizia è impotente. Inoltrarsi nel distretto è da incubo” – dice il canale TV N24.
La polizia dice di essere in allarme per la brutalità e l’aggressività dei clan, che sembrano considerare il crimine come uno svago. Se la polizia interviene, centinaia di membri del clan si attivano per affrontarla.
Un rapporto di 17 pagine preparato per il consiglio regionale dell’NRW ha rivelato che i clan libanesi di Duisburg si dividono i quartieri per esercitare le loro attività criminali, come la rapina, lo spaccio di droga e l’estorsione.
“Altre raccolte di dati non sono legalmente ammesse. Sia internamente che esternamente, ogni distinzione che possa essere usata per svalorizzare gli esseri umani deve essere evitata. In quest’ottica, l’uso del termine “clan di famiglia” è vietato alla polizia” – Ralf Jager, Ministero degli interni, North Rhine-Westphalia.
Due ufficiali di polizia hanno fermato un guidatore che era passato col rosso. Il guidatore è uscito dalla macchina ed è scappato. Quando la polizia l’ha raggiunto, è stata affrontata da più di 50 immigrati. Un ragazzino quindicenne ha attaccato un poliziotto dalle spalle e ha iniziato a strangolarlo, fino a fargli perdere i sensi.
Duisburg, che ha una popolazione totale di 500.000 abitanti, ospita circa 60.000 musulmani turchi, il che la rende una delle città più islamizzate della Germania. Negli ultimi anni, tuttavia, migliaia di Bulgari e Romeni (inclusi i Sinti e gli “zingari”) sono apparsi a Duisburg, creando un mix esplosivo etnico-religioso.
Pertanto, mentre gli europei sono stati ingannati per fargli accettare un esercito di immigrati con il pretesto dell’aiuto umanitario, i leader liberali dell’Unione europea stanno finalmente rendendosi conto del fatto che l’aumento del crimine associato ai loro nuovi “vicini” non viene accettato serenamente dalla popolazione locale.
E mentre l’Unione europea si è spinta a criticare la Polonia, l’Ungheria e la Bulgaria per non aver accettato gli immigrati – la Germania, nel frattempo, sta infine occupandosi delle zone “no-go” che hanno reso un inferno la vita dei cittadini tedeschi che osano entrarci.
Muro di Monaco
Profughi che attaccano la Polizei
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