
Redazione TirrenoNews
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Alcuni giovani Carabinieri di Lago e di Amantea salvano un uomo.
Venerdì, 22 Giugno 2018 14:32 Pubblicato in CronacaSi! E’ vero c’è tanto male in giro! Ma c ‘è anche tanto bene.
Eccovi uno straordinario esempio della grande umanità e del coraggio che da sempre mostrano i Carabinieri nel loro quotidiano.
Anche giovani carabinieri come nel caso!. Eroi del nostro tempo.
Giovani carabinieri della Caserma di Lago e di quella di Amantea, carabinieri di cui i comandante e le le due cittadine possono andare orgogliosi ed a cui i sindaci( Li invitiamo in tal senso) potrebbero( anzi dovrebbero) dare la opportuna attenzione politica e sociale indicandoli quali esempi agli altri giovani calabresi.
Un carabiniere vede un’auto e si ferma.
Era stata appena segnalata la assenza di un uomo ed il milite ha immediatamente avuto, sembra, il sospetto che potesse trattarsi dello scomparso.
Si avvicina e scopre che l’uomo aveva tentato il suicidio.
Riesce a farsi aprire lo sportello e tenta di calmarlo, prima, per soccorrerlo subito dopo.
L’uomo tenta di mettere in moto l’auto e di scappare ma il carabiniere gli toglie la chiave dal cruscotto.
Il giovane militare capisce di avere di fronte a se un uomo disperato.
Intanto allerta le altre caserme ed il 118.
Ma l’uomo improvvisamente prende la seconda chiave, mette in moto l’auto e scappa su una delle stradette secondarie nel tratto da Potame verso Domanico.
Riesce a far perdere le proprie tracce, ma nel mentre arriva una pattuglia di Carabinieri da Amantea.
Abilmente e forse fortunatamente i CC riescono ad individuare la strada interpoderale ed a raggiungere l’auto e l’uomo che si era chiuso dentro e non intendeva aprire.
Nella zona non funzionavano nemmeno i cellulari e quindi l’autoambulanza del 118 non riusciva ad intervenire non potendo essere guidata sul luogo della necessità.
Ma per fortuna i giovani carabinieri della caserma di Amantea per salvare l’uomo che si stava dissanguando, prima forzano lo sportello, poi, con una provvidenziale e felice intuizione ,caricano il suicida sull’auto di servizio e “volando” per i tornanti delle piccole strade di montagna e della SS 278 lo portano nel vicino nosocomio di Cosenza dove i medici riescono a salvarlo.
Si scopre dopo la drammatica lettera che il disperato e povero uomo aveva indirizzato alla moglie per anticipare il drammatico gesto.
Sembra che il gesto sia figlio dello stato di bisogno dell’uomo.
Ora gli investigatori stanno accertando quanto altro necessario per capire se il quarantasettenne avesse problemi anche di altra natura.
Sembra che ci si possa trovare di fronte ad un dramma della solitudine e del bisogno.
Ora che i giovani Carabinieri hanno adempiuto al loro dovere salvando questo giovane uomo si impone che lo Stato, in tutte le sue espressioni, e la Società facciano la loro parte.
I bisogni, ricordiamocelo ogni giorno, non sono solo in Africa ed in Asia ma anche nella nostra Italia!
Ai giovani carabinieri i complimenti del nostro sito e gli auguri di continuare ad essere sempre disponibili per chi ha bisogno.
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False assunzioni di persone disabili. Sequestro beni, coinvolti dirigenti Regione Calabria
Venerdì, 22 Giugno 2018 13:13 Pubblicato in CalabriaTruffa a Lamezia. Incredibile quello che accade in Calabria
L'operazione, coordinata dalla Procura della Repubblica del Tribunale di Lamezia Terme è frutto di un'inchiesta relativa ad una truffa ai danni dell'Ue e dello Stato in danno di lavoratori disabili e svantaggiati.
Secondo l'accusa, la società coinvolta avrebbe sfruttato gli incentivi previsti per l'assunzione di persone svantaggiate attestando falsamente la disabilità di persone prive dei requisiti richiesti.
Beni per oltre 2 milioni 500.000 euro sono stati sequestrati dalla Guardia di Finanza in esecuzione di un provvedimento emesso dalla Procura della Repubblica di Lamezia Terme, a carico di una società che opera nel settore del call center e di otto persone individuate come responsabili di una truffa.
Fra i destinatari della misura, oltre alla società Infocontact srl, con sede legale a Roma e sede operativa a Lamezia Terme, figurano tre dirigenti della Regione Calabria: Concettina Di Gesu, nata a Cessaniti (VV), 66 anni, dirigente pro tempore del settore 1 del dipartimento 10 dell'ente, Cosimo Cuomo, 59 anni, dirigente di servizio del settore 1 del dipartimento 10 e Michelina Ricca, 69 anni, dirigente pro tempore dello stesso dipartimento, che avrebbero attestato la sussistenza dei requisiti previsti ai fini dell'erogazione dei finanziamenti alla società.
Stesso provvedimento a carico di Giuseppe Pane, 42 anni, amministratore della Infocontact, e Paolo Braganò, 39, responsabile dell'ufficio risorse umane della stessa società.
Altre tre persone destinatarie della misura sono decedute.
Si trattava di rappresentanti della Infocontact e di un dirigente della Regione.
L'impresa avrebbe incassato, nell'ambito del Por Calabria, di sovvenzioni per complessivi 2.953.280 euro, risorse comunitarie e nazionali che sarebbero dovute servire all'assunzione e alla successiva retribuzione di 207 lavoratori disabili o classificati come "svantaggiati" e, come tali, facenti parte di categorie "protette".
I finanzieri di Lamezia Terme avrebbero accertato responsabilità penali nei confronti dell'amministratore e dei dirigenti della società, nonché dei funzionari regionali preposti al monitoraggio ed al controllo della corretta erogazione degli incentivi.
Dalle indagini sarebbe emersa, tra l'altro, una serie di artifici documentali e contabili tramite i quali i responsabili della società erano riusciti, con la complicità dei funzionari pubblici, ad attestare falsamente le condizioni di "svantaggio" e di disabilita' dei lavoratori assunti, indispensabili per l'ottenimento degli incentivi, nonché a far sembrare, sempre attraverso falsi documentali, come "neoassunti" 163 lavoratori da tempo alle dipendenze della stessa impresa, molti dei quali non appartenenti a nessuna categoria svantaggiata.
La truffa avrebbe permesso all'impresa di ottenere indebitamente due delle tre rate dell'importo di incentivo assegnato, per un totale di 2.589.113,72 euro. L'incasso della terza rata, che avrebbe incrementato l'importo percepito indebitamente, è stato impedito dall'intervento della procura e dei finanzieri che hanno proceduto alla denuncia di 8 persone per i reati di truffa aggravata finalizzata al conseguimento indebito di ingenti erogazioni pubbliche, falsità ideologica commessa da privato in atto pubblico e falsità ideologica commessa dal pubblico ufficiale in atti pubblici oltre alla società beneficiaria dell'incentivo.
Le fiamme gialle lametine hanno, quindi, dato esecuzione al decreto di sequestro preventivo per equivalente, emesso dal Gip del tribunale di Lamezia Terme per l'intero importo indebitamente percepito(ByQuotidianodelsud)
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Sei chili di marijuana nascosti in un garage, due arresti a Soriano
Giovedì, 21 Giugno 2018 22:59 Pubblicato in Vibo ValentiaI carabinieri della Stazione di Soriano Calabro, supportati dai militari di Monterosso Calabro, Polia e dell’Aliquota Radiomobile della Compagnia di Serra San Bruno, hanno eseguito questa mattina una serie di perquisizioni domiciliari.
In particolare, a Soriano, all’interno di un garage, è stato rinvenuto un bidone in plastica contenente circa 6 chilogrammi di marijuana già essiccata e confezionata in vari pacchi di cellophane, suddivisi nelle diverse grammature, pronti per essere immessi sul mercato.
Nel contempo è stata ritrovata una bilancia ed una scatola contenente varie bustine e cellophane utile per il confezionamento futuro di altro materiale.
La sostanza avrebbe fruttato un illecito guadagno di circa 60.000 euro nella vendita al dettaglio. L’attività si è conclusa, quindi, con l’arresto di due persone, Antonio Criniti, 28 anni, e Filippo De Marco, 39 anni, entrambi utilizzatori abituali del garage in questione.
Gli arrestati, espletate le formalità di rito, sono stati condotti agli arresti domiciliari in attesa delle disposizioni dell’autorità giudiziaria di Vibo Valentia mentre tutto il materiale è stato posto sotto sequestro
La sostanza stupefacente, già essiccata e pronta per essere immessa sul mercato, è stata trovata dai carabinieri dentro un bidone.
Avrebbe fruttato circa 60mila euro