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Santi Cutroneo , PM della Procura di Vibo Valentia, ha chiesto il rinvio a giudizio di 7 indagati fra ex presidenti, dirigenti dell’ente, avvocati vibonesi e componenti delle commissioni esaminatrici di alcuni pubblici concorsi.

I reati a vario titolo contestati sono falso ideologico in atti pubblici ed abuso d’ufficio.

La richiesta di rinvio a giudizio interessa:

Gregorio Paglianiti, 52 anni, di San Calogero;

Giuseppe Preiti, 46 anni, di San Calogero, attuale presidente dell’Ordine dei geometri di Vibo; Sonia Lampasi, 37 anni, avvocato, di Vibo Valentia;

Daniela Lampasi, 37 anni, di Vibo, anche lei avvocato;

Gabriella De Marco, 40 anni, di Vibo Marina;

Donatella Garrì, 46 anni, avvocato, di Vibo Valentia;

Silvio Silvaggio, 60 anni, di Maierato.

Le investigazioni sono state condotte dai carabinieri della sezione di polizia giudiziaria della Procura, diretta dal luogotenente Stefano Marando e dal maresciallo Vincenzo Spadaro.

L’inchiesta riguarda alcuni concorsi sarebbero stati "pilotati" per favorire determinati candidati

ma sarebbero emerse irregolarità anche nelle stabilizzazioni

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Il trucco è ormai diffusissimo. Si piazza un magnete ( spesso al neodimio, liberamente in vendita di Ebay) sul contatore( non solo quello Enel, ma qualsivoglia) e si rallenta il suo movimento.

Sui contatori Enel a seconda della potenza del magnete si può modificare in diminuzione il consumo da poco meno del 50% a poco meno del 100%.

Sei persone sono state arrestate dai carabinieri a Tropea per furto di energia elettrica.

I controlli sono stati effettuati in circa 60 esercizi commerciali dal personale dell'Enel e dai carabinieri. Tra questi macellerie, bar, alimentari.

In quattro esercizi commerciali veniva utilizzato il magnete. Uno era nascosto in un profumatore per ambiente.

In alcuni casi i magneti erano poco potenti ed abbattevano i consumi del 47%. In altri magneti più potenti riduceva il consumo di circa il 95%.

Trovato anche un allaccio illecito alla pubblica rete elettrica.

Tra breve il processo.

In altri casi a seguito di patteggiamento le condanne sono state di sei mesi di reclusione e 200 euro di multa con pena sospesa.

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Arriva il caldo. Cominciano i bagni. Ed ecco il primi annegamenti.

Probabilmente una congestione la causa del decesso di un giovane marocchino di 19 anni Abdul Abderham.

Il giovane lavorava in un albergo di Vibo

Alcuni bagnanti vedono il corpo del giovane galleggiare e danno l’allarme

Il fatto è avvenuto nello specchio di mare davanti alla caserma dei pompieri

Arrivano i Vigili del Fuoco, la Guardia Costiera ed il 118.

Il corpo del giovane viene tirato a terra e coperto da un lenzuolo.

Resta lì alcune ore in attesa del medico legale che deve stabilire le cause del decesso( come e le cause del decesso le stabilisse sulla spiaggia).

Giornali e televisioni però contestano che i presenti abbiano continuato a fare il bagno come se nulla fosse.

In questi casi cosa deve fare un cittadino per non essere giudicato negativamente?

Chiudere l’ombrellone raccogliere il tutto ed andare via?

O semplicemente raccogliere tutto e spostarsi più in là, dove la gente non ha nemmeno saputo del fatto?. ( Ma informandosi , informerebbe e dovrebbe ancora spostarsi?)

Semplicemente raccogliere il tutto e spostarsi più in là ad una distanza acconcia? Già ma quale è la distanza acconcia?

O forse sarebbe bastato raccogliersi in preghiera sotto l’ombrellone recitando qualche preghiera per il giovane marocchino?

Difficile rispondere. Ai giornali ed alle TV una sola domanda. Come mai nessuno di loro si è perché per far giungere un medico legale dalla stessa Vibo ci sono volute ore? E come mai il giovane è stato lasciato lì sulla spiaggia per ore?.Non è che come al solito si è guardato il dito e non la luna?

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