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Arrestato un 53enne. I poliziotti della Squadra Mobile di Vibo Valentia hanno arrestato per furto aggravato di energia elettrica e di gas metano, E. P..

Nel corso di un controllo nell'abitazione dell'uomo sita nel quartiereAffaccio di Vibo, la polizia ed i tecnici dell'Enel e dell'Italgas hanno scoperto un allaccio abusivo al contatore del gas e della rete elettrica.

Attraverso la muratura della colonna del gas - mettendo fra l'altro in pericolo l'incolumità pubblica - l'uomo ha collegato fraudolentemente il suo impianto al fine di ottenere l'erogazione di gas e luce, pur in assenza di un regolare sistema di fornitura.

Il contatore che eroga l'energia elettrica sarebbe stato inoltre manomesso e collegato direttamente sul cavo Enel.

E.P. è stato posto agli arresti domiciliari in attesa delle determinazioni dell'autorità giudiziaria. (AGI)

Un boom di furti di energia elettrica, che racconta due aspetti.

Il primo è la povertà od il bisogno di salvare l’azienda.

Il secondo è la supposizione di farla franca.

Ma alla fine la questione è venuta prepotentemente a galla.

In Calabria, Sicilia ed altre parti del Mezzogiorno a migliaia i furti.

Frodi che hanno coinvolto perfino punti vendita di grandi catene di supermercati ed interi palazzi allacciati in modo abusivo, come scoperto dai commissari inviati dall’Enel.

E l’Enel ha licenziato in tronco dipendenti infedeli responsabili di allacci abusivi

Sono rari invece gli allacci abusivi alla rete idrica scoperti e denunciati mentre si suppone con forte ragione che invece siano molto più numerosi degli allacci abusivi di luce e gas.

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Fermate 11 persone. Sebastiano Cannizzaro, già alla guida della Stazione dei carabinieri di Sant'Onofrio, è accusato di concorso esterno in associazione mafiosa

I carabinieri del Comando provinciale di Vibo Valentia hanno dato esecuzione alle prime luci dell'alba a un fermo di indiziato di delitto firmata dalla Dda di Catanzaro nei confronti del clan Patania di Stefanaconi, nel Vibonese. Gli arrestati sono 11 e precisamente si tratta di: Bruno Patania, 39 anni, Alessandro Bartalotta, 23 anni, Antonio Sposato, 38 anni, Iliya Krastev, 33 anni, Maria Consiglia Lopreiato, 31 anni, Caterina Caglioti, 32 anni, Alex Loielo, 21 anni, Natale De Pace, 62 anni, Toni Mazzeo, 38 anni, Riccardo Cellura, 32 anni.

Arrestato anche il maresciallo Sebastiano Cannizzaro, già alla guida della Stazione dei carabinieri di Sant'Onofrio (Vv), centro confinante con Stefanaconi. L'ex militare è accusato di concorso esterno in associazione mafiosa. Avrebbe agevolato le attività della cosca Patania di Stefanaconi. Cannizzaro era già indagato, sospeso nel maggio 2012 e radiato nel febbraio scorso.

I reati contestati, a vario titolo, sono: associazione mafiosa, estorsione, usura, danneggiamento, detenzione di armi, possesso di segni distintivi contraffatti e favoreggiamento personale. I particolari saranno resi noti in una conferenza stampa alle ore 11 nei locali della Procura di Catanzaro.

La 'ndrangheta dei Patania. Coinvolto anche l’ ex parroco di Stefanaconi don Salvatore Santaguida

Anche l'ex parroco di Stefanaconi, don Salvatore Santaguida, fu coinvolto in uno dei filoni delle indagini della Dda di Catanzaro sulla cosca della 'ndrangheta dei Patania. Nel dicembre del 2012 il sacerdote, che è stato trasferito dal suo incarico, fu sottoposto ad una perquisizione disposta dall'allora procuratore aggiunto della Dda di Catanzaro, Giuseppe Borrelli, e dal sostituto Simona Rossi. Il parroco, secondo l'accusa, avrebbe fornito informazioni ad esponenti della cosca Patania.

La cosca della 'ndrangheta dei Patania di Stefanaconi (Vibo Valentia) aveva il potere assoluto sulla gestione di alcune processioni religiose. E' quanto emerge dal provvedimento di fermo emesso dalla Dda di Catanzaro contro 11 esponenti della cosca. A raccontare l'influenza della cosca sulle funzioni religiose è la collaboratrice di giustizia Loredana Patania le cui dichiarazioni sono state raccolte dal sostituto procuratore della Dda di Catanzaro, Simona Rossi.

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Ricadi. Liberata Mangialavori, 63enne di Ricadi, era stata trasferita a Roma per il trapianto di fegato

Liberata Mangialavori, era un'insegnante di scuola materna.

E’ morta per un'intossicazione dopo avere mangiato dei funghi che lei stessa aveva raccolto.

Il fatto è avvenuto a Capo Vaticano di Ricadi, nel Vibonese.

Soccorsa dal 118 e portata all'ospedale di Vibo Valentia, l'insegnante è stata trasferita per il trapianto di fegato in ambulanza all'ospedale Umberto I di Roma, dove è deceduta.

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