Il Servizio centrale operativo della Polizia, la Squadra Mobile di Catanzaro, il Ros dei carabinieri ed il Gico della Guardia di Finanza di Catanzaro e Trieste, su provvedimento della Direzione distrettuale antimafia di Catanzaro hanno arrestato 24 esponenti della famiglia mafiosa “Mancuso” di Limbadi compresi noti imprenditori vibonesi impegnati nei settori siderurgici e dei servizi turistici, nonché un funzionario dell’Ufficio tecnico del Comune di Tropea. Gli affiliati alla cosca Mancuso di Limbadi sottoposti a fermo stamani, tra le altre cose, praticavano prestiti ad usura con tassi sino al 200% annuo.
Sequestrati beni per 35 milioni di euro. Tra i beni sequestrati figurano due società; un distributore di carburante con autolavaggio e bar; un supermercato; una concessionaria di autovetture; un bar nella piazza di Tropea; un panificio industriale e numerosi conti correnti bancari. A questo si aggiunge un villaggio turistico, formalmente intestato ad un prestanome di origine nordafricana, composto da decine di appartamenti, piscina, market, due ristoranti, area camper e stabilimento balneare.
Le accuse sono quelle di associazione per delinquere di tipo mafioso, usura ed estorsione, altri per sequestro di persona e armi.
Ecco tutti gli arrestati:
1. MANCUSO Pantaleone, nato a Limbadi (VV) il 30/03/1947
2. MANCUSO Giovanni, nato a Limbadi (VV) il 1.1.1941
3. MANCUSO Giuseppe, nato a Vibo Valentia (VV) il 09/10/1977
4. MACCARONE Antonio, nato a Vibo Valentia (VV) il 28/12/1979
5. CUTURELLO Antonio, nato a Taurianova (RC) il 18/02/1990
6. D’ALOI Giovanni, nato a Nicotera (VV) il 04.06.1966
7. COSTANTINO Giuseppe, nato a Nicotera (VV) l’11.06.1966
8. COSTANTINO Fabio, nato a Vibo Valentia il 3.02.1977
9. FIALEK Damian Zbigniew, nato in Polonia il 07.01.1977
10. PANTANO Antonio, nato a San Calogero (VV) il 23.03.1957
11. TAVELLA Francesco, nato a Vibo Valentia il 07.06.1968
12. CICERONE Orazio, nato a Vibo Valentia il 16/05/1973
13. DE RITO Mario, nato a Vibo Valentia il 18.10.1974
14. CASTAGNA Antonino, nato a Ionadi (VV) il 1.10.1950
15. RAGUSEO Giuseppe, nato a Gioia Tauro il 08/04/1978
16. PAPAIANNI Agostino, nato a Joppolo (VV) il 28/06/1951
17. CUPPARI Leonardo, nato a Vibo Valentia il 21.02.1974
18. MARANO Bruno, nato a Cinquefrondi il 05/04/1981
19. MAMONE Antonio, nato a Vibo Valentia il 26.08.1968
20. SCRUGLI Antonino, nato Tropea il 4.11.1976
21. BOMBAI Gabriele, nato Tropea il 29.05.1970
22. ACCORINTI Salvatore, nato Tropea il 08.09.1974
23. PAPARATTO Giovanni Antonio, nato a Vibo Valentia il 16/06/1973
24. PRESTIA Antonio, nato a San Calogero il 01.01.1968
Vibo Valentia, 19 feb. - Non luogo a procedere perché il fatto non sussiste e perché il fatto non costituisce reato.
Queste le motivazioni con le quali il GUP del Tribunale di Vibo Valentia, Gabriella Lupoli, ha prosciolto dalle accuse di concorso in truffa e falso ideologico quattro medici di base del Vibonese, tutti convenzionati col Servizio sanitario nazionale e coinvolti in un'inchiesta della Guardia di finanza con l'accusa di aver prescritto medicinali a pazienti deceduti.
I prosciolti, tutti della provincia di Vibo Valentia, sono Romeo Aracri, 61 anni, di Francavilla Angitola; Giuseppe Crupi, 68 anni, di Acquaro; Marianna Martino, 54 anni, di San Nicola da Crissa; Caterina Scaramozzino, 58 anni, di Acquaro.
Anche il pubblico ministero Vittorio Gallucci nel corso dell'udienza preliminare ha chiesto per gli indagati il non luogo a procedere ritenendo che l'azienda sanitaria provinciale non abbia aggiornato l'elenco dei pazienti cancellando le persone decedute o emigrate.
Già! Ma posto che certamente i morti non si sono sottoposti a visita medica da cui la ricetta, è di tutta evidenza che il medico prescriveva ricette al morto perché richiestone dalla moglie o da un figlio.
E se anche è vero che il medico di famiglia, per quanto di un piccolissimo comune , dove magari opera solo lui, non sapeva che “tizio”era morto, ( e magari gli aveva rilasciato il certificato necroscopico), che non aveva letto i manifesti mortuari , che non aveva partecipato al funerale ( così come non lo sapeva il farmacista), è certamente vero che qualcuno ha dichiarato il falso. E se lo ha dichiarato ci sarà stata pure una ragione, vero? Quale? Forse quella che l’anziano deceduto era esente dal gravoso ticket che si paga in Calabria ?
E l’Asp perché non ha comunicato il decesso? A chi competeva? Esiste una responsabilità oggettiva di qualcuno?
Visto il proscioglimento le indagini riprendono su altri percorsi o tutto finisce a “taralluzzu e vinu”?
La vicenda dell’acqua sporca della provincia di Vibo assume connotazioni sempre più “ sorprendenti”.
Oggi 6 febbraio perviene un avviso di garanzia per l’ipotesi di reato di “omissione di atti d’ufficio” a 20 sindaci del Vibonese.
Secondo il Michele Sirgiovanni i sindaci avrebbero dovuto richiedere all'Azienda sanitaria provinciale un controllo sull'acqua che fuoriesce dalle fontane pubbliche dei rispettivi Comuni.
Un assunto che discende dal decreto lgvo 31 del 2001
Certo che la Sorical doveva fornire acqua potabile.
Certo che l’Arpacal doveva eseguire gli accertamenti sulla potabilità dell’acqua al punto di immissione nella rete gestita dal comune
Ma era altrettanto certo che i sindaci dovevano far effettuare all’Asp( od anche ad aziende private idonee) accertamenti atti a verificare la potabilità dell’acqua stessa al punto di erogazione .
Addirittura secondo il Ministero della Sanità( parere reso il 10/06/2004) “qualora vi sia motivo di ritenere che nella fase di trasporto dal contatore all'utenza le caratteristiche dell'acqua possano essere alterate, l'Amministratore non solo è tenuto a fare le verifiche del caso, ma soprattutto è tenuto ad adottare i provvedimenti necessari a ristabilire i requisiti di potabilità”. Altroche!
Il problema discende proprio dall’ultime nota dell’Arpacal che parlava dell’eccesso di presenza di Cloriti , presenza che è figlia della disinfezione dell’acqua con biossido di cloro( se si ricorre all’ipoclorito si possono generale trialometani).
Insomma se la clorazione veniva fatta dalla Sorical non si riesce a vedere la responsabilità dei sindaci.
Se invece la clorazione avveniva( come normalmente avviene) nei serbatoi comunali, allo la responsabilità dei sindaci è totale e forse va anche oltre la semplice omissione di atti d’ufficio
Ed ecco l’elenco dei sindaci ai quali sono sati inviati avvisi di garanzia.
Pasquale Fera (sindaco di San Nicola da Crissa sino al maggio 2012);
Concetto Roda' (sindaco di Sant'Onofrio);
Francesco Bartone (sindaco di Soriano);
Giosuele Schinella (sindaco di Arena sino al settembre 2011);
Alfonsino Grillo (gia' sindaco di Gerocarne);
Paolo Crispo (ex sindaco di Gerocarne);
Sebastiano Catania (gia' sindaco di Gerocarne);
Antonino Mirenzi (sindaco di Vazzano sino al maggio 2012);
Francesco Andreacchi (sindaco di Simbario);
Rosamaria Rullo (gia' sindaco di Mongiana);
Abdon Servello (sindaco di Vallelonga);
Cosmo Tassone (sindaco di Brognaturo sino al maggio 2012);
Gabriele Corrado (sindaco di Dasa' sino al 2012);
Saverio Franze' sindaco di Stefanaconi sino al maggio 2012);
Antonio Minniti (sindaco di Fabrizia);
Giuseppe Barilaro (sindaco di Acquaro);
Sergio Cannatelli (sindaco di Sorianello);
Romano Loielo (sindaco di Nardodipace sino al dicembre 2011);
Raffaele Loiacono (gia' sindaco di Serra San Bruno);
Bruno Rosi (sindaco di Serra San Bruno).