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Tutta l'inchiesta sul clan Mancuso è inscritta nel cerchio della “zona grigia”, abitato da insospettabili colletti bianchi. Al centro di un reticolo di interessi che mescola rituali mafiosi e massonici c'è “Zio Luni”, al secolo Pantaleone Mancuso, potente boss 66enne del clan di Limbadi. La rete su cui può contare il capoclan sarebbe vastissima. Nel corso delle intercettazioni effettuate dal Ros di Catanzaro sono emerse alcune conversazioni che coinvolgevano anche magistrati in servizio nel distretto calabrese: da qui l'invio degli atti a Salerno. Ad agosto gli inquirenti campani hanno chiesto l'interdizione per il giudice Giancarlo Bianchi e i pm Paolo Petrolo e Giampaolo Boninsegna con le ipotesi di rivelazione di segreti d'ufficio e abuso d'ufficio. Accuse che il gup di Salerno ha ritenuto insussistenti, rigettando la richiesta della Procura. Il provvedimento vergato dai pm salernitani ha però portato a una parziale discovery dell'indagine in corso a Catanzaro nei confronti della 'ndrina di Limbadi. Si è così scoperto che il fascicolo aperto nel capoluogo calabrese ha già tra gli indagati alcuni nomi eccellenti che avrebbero fatto parte di quello che viene definito l'“ingranaggio”. Negli atti di “Purgatorio” è finito anche il nome dell'ex vicesindaco di Vibo Valentia, l'esponente dell'Udc Antonino Daffinà che, secondo il Ros, sarebbe il commercialista dell'azienda agricola di Pantaleone Mancuso. E poi ci sono gli uomini delle forze dell'ordine: due dirigenti di polizia, un finanziere, un funzionario della Prefettura.

Il clan dei Mancuso, d'altra parte, brigava anche per liberarsi di chi si opponeva alla sua ascesa senza freni. È il caso di Angela Napoli, ex parlamentare del Pdl e di Fli, da sempre impegnata sul fronte dell'antimafia. È sempre Mancuso a dire ciò che pensa del deputato in una conversazione con Francesco Barbieri, imprenditore calabrese trapiantato a Milano. Il “casus belli” è un'interrogazione parlamentare presentata sul provvedimento del Tribunale di Vibo Valentia che dispose il trasferimento in ospedale di Pantaleone Mancuso detenuto all'epoca nel carcere di Tolmezzo. Sei giorni dopo l'intervento della deputata l'autorità giudiziaria revocò l'ordinanza di ricovero provvisorio. Mancuso lo ricorda bene: «La puttana della Napoli voleva mandargli l'ispezione... perché a me mi aveva mandato all'ospedale senza... a ruota libera! Potevo fare quello che volevo. Dopo la Napoli l'ha saputo, ha fatto un'interpellanza parlamentare e gli stavano mandando l'ispezione». E l'amico lo rassicura: «Si... si sta lavorando anche per togliere di mezzo questa scema qua...».

I servizi integrali, a firma di Gaetano Mazzuca, sono sul numero 82 del Corriere della Calabria, in edicola fino a giovedì 17 gennaio

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Sono 17 gli avvisi di conclusione indagini firmati dal pm, Santi Cutroneo – nell’ambito di un’attività investigativa condotta sul campo dai carabinieri della stazione di Vibo guidati dal luogotenente Nazzareno Lopreiato – nei confronti di medici veterinari ed impiegati dell’Asp.

Truffa e falso ideologico i reati, a vario titolo, ipotizzati con contestazioni che coprono un arco temporale ricompreso fra il 2009 ed il 2011.

Questi gli indagati: Isabella Campisi, 55 anni, di Soriano; Domenico Cocciolo, 47 anni di Vibo; Domenico Piraino, 61 anni, di San Costantino Calabro; Stefania Mazzeo, 48 anni, di Vibo; Enzo Carnovale, 56 anni, di Piscopio; Chiarina Cristelli, 49 anni, di Sant’Onofrio; Giuseppe Loiacono, 63 anni, di Montalto (Cs); Mario Mazzeo, 63 anni, di Vibo; Domenico Mazzitelli, 56 anni, di Briatico; Saverio Paglianiti, 64 anni, di San Calogero; Giuseppe Parisi, 58 anni, di Polia; Maria Parisi, 56 anni, di Vibo; Domenico Pisani, 60 anni, di Vibo; Giuseppe Pugliese, 57 anni, di Vibo; Damiano Romano, 53 anni, di Simbario; Antonio Teti, 55 anni, nativo di Filogaso, residente a Vena di Ionadi; Salvatore Fiorillo, 58 anni, di Vibo.

L’inchiesta nasce da una delega di indagine ai carabinieri da parte del pm Santi Cutroneo e del procuratore Mario Spagnuolo, al fine di accertare la compatibilità degli itinerari effettuati da alcuni veterinari.


Gli investigatori hanno quindi acquisito i fogli di marcia delle auto nel parco macchine dell’Asp e nell’ufficio veterinario ed accertato così come diversi medici veterinari, pur utilizzando i veicoli dell’Azienda sanitaria di appartenenza avrebbero avanzato, ottenendole, richieste di rimborso per indennità chilometriche come se avessero invece utilizzato il mezzo


Tra indagati anche capogruppo pdl comune Vibo


C'e' anche l'attuale capogruppo del Pdl nel Consiglio comunale di Vibo Valentia fra i 17 indagati nell'inchiesta sull'assenteismo nel reparto di veterinaria dell'Azienda sanitaria provinciale.


Si tratta di Mario Mazzeo, 63 anni, di Vibo Valentia, nei cui confronti il pm Santi Cutroneo, sulla scorta di un'informativa dei carabinieri della Stazione di Vibo, contesta i reati di truffa e falsita' ideologica in atti pubblici. Nei confronti di Mazzeo l'accusa parla di "corresponsione da parte dell'Asp di Vibo di benefici economici a fronte di prestazioni in realtà non effettuate".


Il cartellino di entrata o uscita del veterinario Mario Mazzeo, secondo i carabinieri, sarebbe stato timbrato in18 giorni diversi dall'impiegata Maria Parisi, 56 anni, di Vibo, pure lei indagata.

Mazzeo e' inoltre accusato di aver partecipato fra il maggio 2010 ed il febbraio 2011 per oltre 60 volte ai lavori delle Commissioni consiliari del Comune di Vibo in giorni ed orari in cui sarebbe risultato contemporaneamente in servizio quale veterinario dell'Asp.

 

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L’accusa è di falso e peculato per avere distribuito 100 mila euro non dovuti ai gruppi sottraendoli da altre poste di bilancio compresa quella delle spese antiracket. Tra gli indagati, l'ex presidente De Nisi, la giunta e i componenti del Consiglio che è stato sciolto nei giorni scorsi Ormai la Procura di Vibo ci ha abituato agli tsunami. E questo lo è! Stamattina, infatti, il personale del Nucleo di Polizia Tributaria della Guardia di Finanza, su disposizione del sostituto procuratore Michele Sirgiovanni, ha provveduto a notificare una pioggia di avvisi a comparire, che di fatto equivalgono ad avvisi di garanzia, 33 in tutto, all’ex presidente della giunta, a quasi tutta la sua squadra di governo, ai componenti di maggioranza ed opposizione del consesso nonché a due funzionari. La somma, secondo l’ipotesi investigativa della procura vibonese, rasottratta da altre poste di bilancio compresa quella delle spese antiracket. Il dato temporale dei fatti contestati va dal luglio del 2010 al febbraio del 2012. Gli avvisi sono stati notificati contestualmente ad un’attività di perquisizione avvenuta nei locali di palazzo ex Enel, sede dell’ente, da parte dei finanzieri agli ordini del tenente colonnello Michele Di Nunno. GLI INDAGATI. 1) Francesco De Nisi, 44 anni, in qualità di presidente della Provincia 2) Giuseppe Barilaro, 33 anni, in qualità di presidente della conferenza di capigruppo del Consiglio provinciale. 3) Domenico Antonio Crupi, 63 anni, consigliere 4) Giuseppe Raffele, 44 anni, consigliere 5) Francesco Fillippis, 60 anni, consigliere 6) Giuseppe Condello, 38 anni. 7) Bruno Rosi, 50 anni, consigliere 8) Barbara Citton, 66 anni, consigliere 9) Carlo Salvatore Brosio, 68 anni consigliere 10) Renato Savio Arone, 58 anni, consigliere 11) Aurelio Maccarone, 46 anni, consigliere 12) Gianluca Callipo, 30 anni, assessore 13) Martino Porcelli, 39 anni, ex assessore 14) Paolo Barbieri, 54 anni, ex assessore 15) Pasquale Fera, 52 anni, assessore 16) Giuseppe Barbuto, 54 anni, assessore e vicepresidente della Provincia 17) Rosa Olimpia Valenzisi, 50 anni, assessore 18) Carmine Mangiardi, 45 anni, consigliere 19) Nicola Altieri, 58 anni, consigliere 20) Sergio Francesco Rizzo, 42 anni, consigliere 21) Stefano Soriano, 36 anni, consigliere 22) Salvatore Di Sì, 62 anni, consigliere 23) Giuseppe Grillone, 43 anni, consigliere 24) Domenico Fraone, 41 anni, consigliere 25) Francesco Pititto, 35 anni, consigliere 26) Giovanni Macrì, 42 anni, consigliere 27) Rocco Pistininzi, 41 anni, consigliere 28) Giuseppe Rodolico, 58 anni, consigliere 29) Francesco Antonio Bilotta, 55 anni, consigliere 30) Francesco Miceli, 70 anni, vicepresidente del consiglio provinciale 31) Antonio Vinci, 60 anni, dirigente del settore organi istituzionali 32) Armanda De Sossi, 59 anni, dirigente del settore affari finanziari 33) Nicola Crupi, 49 anni, consigliere
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