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Continua su più fronti l’attività congiunta svolta dalla Capitaneria di Porto di Vibo e dal Reparto Aeronavale della Guardia di Finanza che stanno eseguendo una intensa attività di controllo del territorio demaniale marittimo della Provincia di Vibo.

 

 

In particolare nei giorni scorsi, due pattuglie, una del Servizio Operativo della Guardia Costiera e una della Stazione Navale della Guardia di Finanza di Vibo, impegnate in attività di controllo sull’abusivismo edilizio, giunte in località Bivona del comune di Vibo Valentia, notavano che all’esterno di un fabbricato in muratura vi erano in corso lavori di manutenzione straordinaria.

All’esito di approfondimenti investigativi, si accertava che l’immobile oggetto di lavori di manutenzione ricadeva interamente su suolo demaniale marittimo senza che il proprietario nonché committente dei lavori, avesse ottenuto la prevista concessione demaniale.

Veniva, pertanto, contestato il reato di occupazione abusiva di suolo demaniale marittimo e sequestrata l’intera area di cantiere, nella quale ricadeva il manufatto in cemento armato, di oltre 500 metri quadri, composto di un piano fuori terra, munito di solaio di copertura e serrande metalliche di accesso.

Il responsabile, veniva, quindi, denunciato a piede libero alla competente Procura della Repubblica di Vibo Valentia per la violazione degli Art. 54 ed 1161 del Codice della Navigazione.

I controlli della Capitaneria di Porto e della Stazione Navale della Guardia di Finanza di Vibo Valentia a tutela del bene pubblico proseguono incessanti per evitare che cittadini onesti possano essere danneggiati da comportamenti illegali che agevolano economicamente chi decide arbitrariamente di violare le regole.

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Nei mesi di dicembre e gennaio, il Compartimento Marittimo di Vibo Valentia Marina, è stato interessato dall’operazione complessa denominata “Labyrinth”, disposta a livello nazionale dal Comando Generale del Corpo delle Capitanerie di Porto e coordinata a livello Regionale dal Reparto Operativo della Direzione Marittima – Guardia Costiera - di Reggio Calabria, per la verifica del rispetto delle varie normative comunitarie ed italiane che riguardano l’intera filiera pesca.

 

L’operazione si è svolta a partire dai primi giorni di dicembre 2014 e si è intensificata proprio in prossimità del periodo natalizio, in corrispondenza del quale aumenta la vendita ed il consumo delle specie ittiche, coinvolgendo 60 militari, destinati nei Comandi Guardia Costiera di Maratea, Praia a Mare, Diamante, Cetraro, Paola, Amantea, Lamezia Terme, Pizzo, Vibo, Tropea e Nicotera.

 

L’attività di controllo è stata svolta mediante l’impiego di mezzi navali e terrestri della Guardia Costiera, impiegati in operazioni sia diurne che notturne, secondo l’ormai collaudato sistema di pattuglie operanti congiuntamente sia via mare che via terra.

 

Nella prima fase dell’operazione le verifiche si sono concentrate sulla parte iniziale della filiera, svolgendo controlli ai punti di sbarco che hanno permesso di ispezionare visivamente il pescato presente a bordo, di controllare la regolare tenuta della documentazione prevista dalle norme che regolano la pesca professionale, nonché il lavoro marittimo e la sicurezza della navigazione con conseguente elevazione di verbali amministrativi che regolano anche queste materie.

 

Le verifiche si sono, poi, concentrate sulla successiva fase della filiera, quella del trasporto del prodotto. Si è, pertanto, proceduto ad effettuare controlli su strada, specie nei giorni che hanno preceduto le festività natalizie, operando anche congiuntamente alla Polizia Stradale di Vibo e di Lamezia Terme ed accertando numerosi illeciti amministrativi per violazione delle specifiche norme di settore che numericamente hanno rappresentato la parte più rilevante dell’intera attività di controllo dell’operazione in argomento.

 

Di seguito, l’attenzione si è spostata sulla parte finale della filiera che conduce il pescato dal venditore al consumatore con numerosi controlli a varie realtà commerciali quali ristoranti, pescherie, supermercati, centri di distribuzione che hanno permesso di rilevare un sostanziale rispetto della normativa di settore, soprattutto quella relativa alle informazioni obbligatorie da rendere al consumatore finale.

 

Infine, non è stata tralasciata l’attività di repressione di fenomeni tipici del territorio di giurisdizione quali la pesca di specie sottomisura con particolare riferimento al novellame di sarda o al pescespada, l’attività di pesca realizzata da diportisti con attrezzi non consentiti, nonchè l’endemica attività di commercializzazione su strada di specie ittiche da parte di ambulanti abusivi in violazione delle normative sia sulla tracciabilità che igienico-sanitarie.

Nel dettaglio l’attività di polizia marittima svolta nella sola zona di competenza del Compartimento Marittimo di Vibo Valentia ha condotto a:

245 controlli effettuati a terra con 4.022 Km percorsi;

114 controlli effettuati in mare con 230 miglia percorse;

6 sequestri per un complessivo di Kg. 165 di prodotti ittici sequestrati;

4 denunce penali di cui una per pesca abusiva di novellame di sarda “bianchetto”con relativo sequestro del prodotto catturato e un’altra per pesca abusiva con attrezzo da pesca non segnalato del tipo “palangaro” della lunghezza di mt. 3000 circa;

 

L’attività di controllo della filiera della pesca da parte di tutto il personale del Compartimento Marittimo di Vibo Valentia Marina, con tolleranza zero verso coloro che di fatto effettuano attività illecite ed in modo particolare verso coloro che vendono prodotti alterati dal punto di vista igienico-sanitario o non idonei al consumo umano, è una delle principali linee d’indirizzo dell’attività istituzionale del Corpo delle Capitanerie di porto.

 

Alla luce dei risultati raggiunti l’obiettivo di garantire la tutela del cittadino quale consumatore finale e del patrimonio ittico nazionale in generale prevenendo l’immissione sul mercato di alimenti non in regola con la normativa vigente, può dirsi compiutamente raggiunto.

Ma ancor più potranno ottenersi positivi risultati grazie alla collaborazione della collettività, invitata a prestare la massima attenzione nell'acquisto dei prodotti ittici, privilegiando quelli che rispettano le procedure di garanzia e salubrità alimentare, evitando di comprare quelli venduti illecitamente e senza garanzie per strada da ambulanti privi di qualsivoglia autorizzazioni.

Si allegano alcune fotografie dell’attività svolta.

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Così dice il PM: "l'inchiesta è partita dall'acume investigativo di un bravissimo maresciallo dell'Arma, comandante di Stazione, che è riuscito a intuire i comportamenti criminosi degli indagati, capirli e sviluppare un percorso investigativo. A questo si aggiunge il lavoro di una piccolissima unità della sezione di polizia giudiziaria della Finanza in forza alla Procura, eseguito con scrupolo e intelligenza e consultando le banche dati".

Una palese dimostrazione che:

-nei comuni c’è di tutto, anche truffaldini;

-che un buon maresciallo ( nel caso Mastrodomenico Vittorio) quando vuole può scoprire e porre fine alle truffe e far arrestare i politici responsabili;

-che intorno ai politici ci sono spesso gli interessi della famiglia.

La vicenda è successa a Nardodipace, un paesino di 1.419 abitanti nelle Serre vibonesi, noto per essere il "comune più povero d'Italia", ed i suoi abitanti con il reddito pro capite più basso del Paese.

Le persone destinatarie dell'ordinanza di custodia cautelare agli arresti domiciliari sono Romano Loielo , Romolo Tassone, di 38 anni,( figlio di un presunto boss della ‘ndrangheta, Rocco Bruno Tassone , di 69, attualmente detenuto), Fabio Rullo e Mario Carrera, quest'ultimo attualmente all'estero.

Le 12 persone sottoposte all'obbligo di firma sono Maurizio Maiolo, Graziella Tassone, Sonia Cavallaro, Immacolata Aloi, Clauia Iendo, Lucia Primerano, Marinella Iacopetta, Maurizia Maiolo, Rita Fazio, Valeria Demasi, Grazia Silipo e Sandrò Randò.

Romano Loielo, di 43 anni, appuntato della guardia di finanza in aspettativa da molti anni , è il sindaco di Nardodipace.

Nell'operazione sono coinvolti anche un assessore comunale, Maurizio Maiolo ( sottoposto all’obbligo di firma), la moglie del sindaco Loielo, Claudia Ienco.

Analoga misura cautelare è stata emessa anche per la moglie dell'assessore Maiolo, Marinella Iacopetta, di 32.

I fratelli di Marinella Iacopetta, e quindi cognati dell'assessore Maiolo, Salvatore e Maurizio Iacopetta, di 40 e 37 anni , sono stati arrestati nel novembre scorso dai carabinieri del Ros di Milano con l'accusa di avere costituito in Lombardia un "locale" della 'ndrangheta.

Secondo l’accusa, gli indagati si sarebbero appropriati di fondi pubblici finalizzati alla organizzazione di corsi di formazioneper la creazione di posti di lavoro.

Tutti sono destinatari di un sequestro di 97 mila euro ciascuno le persone coinvolte nell'inchiesta di carabinieri e Guardia di finanza che ha scoperto una truffa per i fondi Por.

"Il nostro intervento ha così impedito - ha concluso il Procuratore di Vibo Valentia dr Spagnuolo - che altre iniziative similari potessero essere reiterate, prevenendo danni per 600-700 mila euro e circoscrivendo la truffa a centomila euro". 

Dica ancora il PM “È un'indagine che mette a nudo comportamenti di tipo illecito molto gravi, anche perché commessi in un contesto particolare e da esponenti della politica».

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