Nel corso della nottata odierna, 22 maggio 2016, gli uomini e le donne della guardia costiera di Vibo Valentia hanno condotto un intervento di soccorso in
favore di un motopesca.
Alle ore 02:30 circa, la sala operativa della Guardia Costiera di Vibo Valentia Marina riceveva una segnalazione relativa ad un motopesca alla deriva nei pressi dell’imboccatura del porto di Vibo Marina.
Immediatamente mollava gli ormeggi la motovedetta CP 808 , in servizio 24\24h nel porto di Vibo Valentia Marina, al fine di recuperare il motopesca ed evitare possibili danni.
La MV CP 808 recuperava il motopesca, alla deriva senza alcun occupante a bordo, prima che lo stesso andasse ad urtare sugli scogli vicini al fanale rosso del porto di Vibo Valentia e lo rimorchiava fino a riormeggiarlo in banchina in sicurezza.
Se non fosse per la Guar dia di Fi nanza sa rebbe ben diffi cile verifi care il corretto utilizzo dei fondi comunita ri in agricol tura.
E’ di questi giorni il risultato di 160 controlli eseguiti in provincia di Vibo Valentia.
L’ attività ha consentito di rilevare la percezione illecita di 2,2 milioni di euro di contributi e di segnalare all’autorità giudiziaria 77 soggetti responsabili, a vario titolo, dei reati di truffa aggravata per il conseguimento di erogazioni pubbliche, soppressione, distruzione e occultamento di atti veri, falsità materiale in atti pubblici.
Sono diverse le tipologie di reato riscontrate.
Sono state, infatti, scoperte istanze di accesso ai contributi firmate da persone decedute; contratti di affitto di terreni in cui una delle parti contraenti è risultata deceduta in epoca antecedente alla stipula; finanziamenti ottenuti grazie all’utilizzo di falsi titoli su particelle catastali di terreni pubblici e, addirittura, finanziamenti ottenuti da soggetti sottoposti a misure di prevenzione antimafia o utilizzando terreni agricoli confiscati alla criminalità organizzata.
Tra gli indagati figurano 12 soggetti che operano, con varie qualifiche, nei centri di assistenza deputati ad istruire le pratiche.
Per esempio nei casi in cui i finanziamenti sono stati concessi su particelle pubbliche non hanno effettuato i controlli preliminari di pertinenza.
Oltre alle violazioni penali, in relazione alle quali sono state avanzate proposte di sequestro preventivo per oltre 2 milioni di euro, sono stati altresì segnalati alle autorità amministrative 32 soggetti, per violazioni amministrative quantificate in oltre 113 mila euro, ed alla Corte dei Conti 40 responsabili di danni erariali quantificati in circa 150 mila euro.
Un intero quartiere costruito abusivamente.
Secondo le indagini delle Fiamme Gialle, le costruzioni sono state realizzate in zona a rischio idrogeologico ed in violazione della normativa urbanistica.
Contestata la lottizzazione abusiva a scopo edificatorio, la realizzazione di costruzioni in totale assenza o in difformità dalla concessione edilizia e l'omessa denuncia di lavori.
Le tredici persone raggiunte da un avviso di garanzia sono:
Rosario Russo, 55 anni;
Gabriele Corrado, 59;
Domenico Crudo, 82;
Antonio Fusca, 42;
Domenico Fusca, 53;
Elio Fusca, 43;
Leonardo Fusca, 50;
Vittoria Fusca, 51;
Pietro Macrì, 52;
Francesco Ramondino, 66;
Salvatore Ramondino, 60;
Raffaele Russo, 82;
Antonietta Soriano, 65.
Secondo l'indagine, avviata a suo tempo dal pm Santi Cutroneo, l’area dove sono state realizzate le costruzioni sequestrate è da considerarsi, peraltro, a rischio idrogeologico in quanto la stessa insiste su una zona che, secondo una perizia tecnica commissionata dalla Procura della Repubblica, è interessata da un movimento franoso in atto.
Un rischio che non può essere ulteriormente sollecitato da interventi edilizi abusivi.
Il procuratore capo Mario Spagnuolo ha detto che:«L'inchiesta odierna si inserisce in un discorso più complessivo che riguarda problematiche sulla tutela dell'ambiente e del territorio della città. Un territorio che ha già in passato mostrato tutti i suoi segni di fragilità».
Poi ha aggiunto che «Si è scoperto che l'area in questione era destinata ad uso agricolo ma col tempo è diventata una delle zone residenziali più importanti della città. Il problema è che la maggior parte era privo di titolo abilitativo. Non avevano, cioè, le concessioni edilizie e quelle poche in possesso avevano ottenuto la sanatoria che ci ha impedito di porle sotto sequestro».
Risulta ancor oggi che l’area è del tutto priva delle opere di urbanizzazione primaria e secondaria e, in particolare la rete pubblica di fognature ( c.d. acque nere e di un sistema di raccolta e canalizzazione delle acque meteoriche (cd. acque bianche).
La GdF ha poi scoperto che molti residenti non pagavano neanche le tariffe su casa o immondizia ed erano completamente sconosciuti al fisco comunale.
Ora il comune, una volta ricevute le carte dell'indagine, dovrà adottare i correlati provvedimenti amministrativi e recuperare i tributi dovuti.