
Riccardo Clemente
Collaboratore dal 2009, da tempo ormai realizza insieme alla redazione articoli su Amantea, ma di fondamentale importanza è il ruolo di "informatore".
Splendidamente, infatti, raccoglie informazioni preziose su vicende locali ed in numerose occasioni ha permesso la realizzazione di veri e propri scoop di cronaca locale realizzati dallo Staff del portale TirrenoNews.Info
Email: Questo indirizzo email è protetto dagli spambots. E' necessario abilitare JavaScript per vederlo.
Amantea, i Vigili del Fuoco incontrano i bambini delle scuole
Martedì, 05 Maggio 2015 19:48 Pubblicato in Primo PianoImparare a comportarsi in caso di incendio e soprattutto riuscire a mettere in pratica quelle direttive che, in caso di emergenza, possono fare la differenza tra la vita e morte.
Nasce da questo presupposto la felice sinergia tra il Corpo nazionale dei Vigili del Fuoco, l’amministrazione comunale guidata dal sindaco Monica Sabatino, l’associazione “Stefano Medaglia 78” e la dirigenza delle scuole dell’obbligo del comprensorio nepetino.
I Vigili del Fuoco, con la consueta maestria e professionalità, proporranno dei percorsi didattici che consentiranno agli alunni, ma anche agli insegnanti, di apprendere i comportamenti idonei da tenere quando si ha che fare con le fiamme, evitando così che il panico e l’ansia prendano il sopravvento.
Questo particolare corso di sicurezza, intitolato “Non scherziamo con il fuoco lo domiamo con un gioco” si terrà il prossimo 8 maggio, a partire dalle ore 09.15, presso il parco della Grotta. Qui verranno create delle simulazioni che consentiranno di passare con immediatezza dalla teoria alla pratica.
«L’iniziativa – spiega l’assessore all’istruzione Emma Pati – è stata fortemente voluta dall’associazione “Stefano Medaglia 78” nella persona di Massimo Ragusa, che ha seguito l’iter organizzativo passo dopo passo, facendo in modo che i Vigili del Fuoco potessero promuovere un incontro proprio ad Amantea. Il progetto in questione si è già svolto in molte città italiane, sotto la direzione dei comandi provinciali dei Vigili del Fuoco, raccogliendo ovunque approvazioni e consensi. Lo scopo principale è “regalare” ai bambini un vero e proprio corso semplificato, mostrando loro, ma anche ai genitori, le principali tecniche di prevenzione in materia di incendi. Le attività, poste sempre sotto forma di gioco, sono finalizzate a comprendere come bisogna comportarsi di fronte alle fiamme o a un incidente, cosa bisogna fare in caso di terremoto, come avviene l’evacuazione di una scuola o di un luogo pubblico e come si può aiutare un diversamente abile nel caso in cui si presenti una situazione di pericolo. L’auspicio è che l’iniziativa, realizzata anche con il supporto della Protezione civile, possa essere replicata anche negli anni successivi, nella piena consapevolezza che attraverso la giusta informazione è possibile contribuire alla crescita di persone migliori».
Etichettato sotto
Amantea, l’amministrazione comunale sostiene la partecipazione al contest del giovane Daniele Marano
Lunedì, 04 Maggio 2015 20:29 Pubblicato in CalabriaAncora una volta Amantea mette in mostra le proprie eccellenze. Daniele Marano, giovane dj e producer nato e cresciuto nel comune tirrenico, è stato selezionato per partecipare ad un importante contest di portata nazionale.
Per i frequentatori delle discoteche e per chi ascolta questo tipo di musica i termini utilizzati non sono di certo sconosciuti. Un contest, infatti, è una selezione ristretta ad un limitato numero di correnti che consente al vincitore di prendere parte ad eventi e manifestazioni ancora più importanti. Insomma una sorta di lasciapassare verso l’Olimpo.
Nel caso specifico Daniele Marano, unico calabrese in concorso, è entrato a far parte di un ristretto numero di trenta dj che si contenderanno l’accesso all’”Ultra Europe” che avrà luogo in Croazia nel prossimo mese di luglio. Si tratta di un evento di musica elettronica unico nel suo genere dove è prevista la partecipazione di oltre 50 mila persone.
«Il contest – spiega lo stesso Marano – è stato organizzato dalla “Ultra2travel”: un'agenzia Italiana affiliata alla “Ultra”, la casa discografica che organizza l’intera kermesse. I primi quattro classificati del contest avranno l'opportunità di esibirsi all'”Ultra Europe” insieme ai più grandi talenti della dance. Un palcoscenico ed un pubblico che non conoscono eguali. I partecipanti saranno intervistati dai network di tutto il mondo e da parte mia sarò fiero di poter veicolare l’immagine di Amantea al meglio».
Le operazioni di voto sono quanto mai semplici: basta recarsi sulla pagina Facebook di Daniele Marano (https://www.facebook.com/Marano89Daniele?fref=ts) e da li seguire le indicazioni per poter esprimere la propria preferenza. Daniele Marano, dal punto di vista artistico, si presenta al grande pubblico con l’appellativo di Marwek. Dalla sua pagina è anche possibile ascoltare il brano che ha consentito al giovane amanteano di essere selezionato e di partecipare al contest.
«Siamo vicini a Daniele – spiega il sindaco Monica Sabatino – nella convinzione che è necessario sostenere tutte le iniziative finalizzate a far conoscere l’energia positiva della nostra città e soprattutto della nostra gente. Non resta dunque che attivarci tutti per fare in modo che Daniel Marano, al pari di tanti altri giovani, possa raggiungere il suo sogno».
Etichettato sotto
Riceviamo e pubblichiamo scritto da Gigino A Pellegrini.
La nostra mente sembrerebbe avere in sé una forza innata, inconscia, incommensurabile. È la forza che ci permette di raggiungere i nostri traguardi, ‘volendolo’. In maniera semplicistica, se ci occorresse lo stimolo per trovare la via del nostro benessere complessivo non dovremmo fare altro che appellarci al potere mentale che è insito in tutte le persone. Con questa premessa, sarebbe possibile ottenere dei risultati affidandosi alla forza delle idee. Lo si fa riportando l'esperienza di uomini che si sono affidati alle risorse della mente creatrice e hanno preso una decisione, senza preoccuparsi degli ostacoli, abbandonando le incertezze, e puntando con tutte le forze verso il proprio ideale di autorealizzazione. Racconto dopo racconto, citazione dopo citazione, consiglio dopo consiglio, si scopre che il luogo in cui trovare le indicazioni giuste è molto più vicino di quanto pensiamo: è la nostra mente. Basta saperla ascoltare e farsi trasportare dal suo potere, fino in fondo. Se prestiamo attenzione ai discorsi che avvengono tra due persone prive di titoli accademici ma ricche di esperienza e di saggezza, restiamo incantati nel notare quanta assennatezza alberga nei discorsi di quelle persone, magari grezze nel comportamento ma di sottile discernimento. Anche lì radica il pensiero filosofico, anzi, spesso proprio lì, tra quelle persone che, a contatto con il mistero della natura, scoprono nel silenzio, scandito dai suoni della quotidianità rustica, la possibilità d’intravedere le grandi risposte. Generalizzare non si può e non si dovrebbe, ma in questo caso è proprio così. L’essere umano non è solo una macchina da condizionare-aggiustare o un ‘esser-ci’ schiavo delle sue pulsioni, bensì un soggetto attivo, autonomo e responsabile, fondamentalmente libero di creare i propri sensi, significati, scopi e valori nella vita e che dispone in sé, almeno a livello potenziale, la forza necessaria a superare le difficoltà psicologiche-esistenziali-sociali che la sua esistenza nel mondo gli riserva. Questa concezione di un soggetto attivo, libero, autonomo, responsabile, e corredato delle potenzialità auto direttive necessarie per risolvere i propri problemi, dopo averne maturato piena consapevolezza, costituisce dunque l’antropologia che sta alla base di quelle caratteristiche di autonomia, responsabilità e libertà della persona che ha come scopo quello di porre se stesso nelle condizioni dapprima, di esaminare la situazione problematica in tutta la sua complessità e quindi di uscirne in maniera autonoma, libera e responsabile.
Durante il suo percorso di vita, l’essere umano, insieme a tante altre cose complesse e meno complesse, sembra sviluppare anche un aspetto alquanto curioso di autodifesa chiamata “incomunicabilità” che si crea fra un soggetto e gli altri. Chiude, strozza, fagocita la persona nelle maglie del ‘ma cosa vuoi che sia….sapessi quali problemi ho io’ oppure ‘tutto deve funzionare perfettamente’ soprattutto agli occhi del mondo esterno. “Sai caro, mi tengo dentro tutto ma sto malissimo, non posso esprimere i miei disagi perché nessuno mi capisce”. L’incompreso riceve messaggi di chiusura relazionale, di misteriosità che conduce in meandri concettuali in cui non può far altro che pensare ‘ma come fai a non capire?’ ‘Non mescolare le carte’. Il fatto di non poter parlare liberamente li mantiene in una voragine di pena che è peggiore della situazione emotiva di coloro che tentano di parlare ma ricevono soltanto critiche, interpretazioni e denigrazioni svilenti. Sentirsi incompresi si colloca fra due necessità: la nascita come causa e obliare come effetto. Tra queste due necessità esistono molteplici possibilità che la persona che soffre ha la facoltà di scoprire in sé e fare sue. La causa, ovvero ciò che alimenta il problema, è l’atteggiamento che il mondo esterno assume (proprio non comprendendo) nei confronti delle persone che soffrono (la loro vita di relazione che condiziona con atteggiamenti di critica). La conseguenza è quasi sempre la melanconia (depressione). Come è possibile che due persone che non si sentono comprese reciprocamente possano uscire da questo tunnel? Ogni tema che implichi il passaggio di informazioni tra due o più persone, soprattutto quando esiste la necessità di capire, passa attraverso il filosofare. Questo è indubbio. Quando però la visione del mondo di ambedue non viene considerata degna di ascolto né dall’uno né dall’altro, il senso di incomprensione prende il sopravvento e chiude la comunicazione e, con essa, la possibilità di sentirsi ascoltati. Si crea un vero e proprio divario, uno scarto penoso tra le due persone che non riescono più ad interagire nel rispetto del problema ma… nemmeno nel rispetto reciproco. “L'incomprensione del presente nasce fatalmente dall'ignoranza del passato (sia di quello remoto e che da quello prossimo) . Forse non è però meno vano tentar di comprendere il passato, ove nulla si sappia del presente”. In un quadro di Paul Klee c’è un angelo che sembra in atto di allontanarsi da qualcosa su cui fissa lo sguardo. Ha gli occhi spalancati, la bocca aperta, le ali distese. Ha il viso rivolto al passato. Dove ci appare una catena di eventi, egli vede una sola catastrofe, che accumula senza tregua rovine su rovine e le rovescia ai suoi piedi. Egli vorrebbe trattenersi, destare i morti e ricomporre l’infranto. Ma una tempesta lo sospinge irresistibilmente nel futuro e verso l’oblio.
Gigino A Pellegrini & G el Tarik
Etichettato sotto