Sono circa una decina le vittime di questa banda di “cugini” lametini che da qualche giorno non mancano di raggiungere Amantea e di visitare negozi sottraendo i soldi dai cassetti e dai registratori di cassa.
Le vittime ci raccontano di ladri “centometristi”, cioè di persone esperte che in pochissimi minuti entrano, con effrazioni anche molto costose, e vanno via non dando il tempo di intervenire al sistema di sicurezza.
Questo è quanto visto dai commercianti della immagini delle telecamere.
Le stesse immagini sono state utilizzate dagli investigatori dell’arma dei carabinieri che dopo una intensa azione fatta di indagini ed appostamenti sono riusciti a catturarli.
Ci dicono, addirittura , che qualcuno di loro cambiasse il giacchettino double face nella speranza di non essere riconosciuto.
Alcuni furti sono stati inutili perché avrebbero interessato aziende non attive.
La tecnica dei furti ha escluso i beni e le attrezzature affinchè non fossero rinvenibili sugli automezzi da loro usati.
Non volevano, cioè, correre il rischio di essere fermati con la refurtiva mentre ritornavano a Lamezia Terme.
Per questo l’ obiettivo era esclusivamente i soldi, ma solo quelli di carta e non quelli spicci.
Ladri, cioè, non di poco conto al punto che le monete venivano lasciate nei cassetti o sparse per terra nel negozio.
Stando alle informazioni forniteci gli autori dei furti sono stati arrestati e sottoposti a giudizio per direttissima.
Il giudice del Tribunale di Paola ha imposto ai ladri il divieto di fare ritorno nel Comune di Amantea per un periodo di anni tre.
La misura è prevista dal D. lgs.159/2011 verso coloro che debbano ritenersi, sulla base di elementi di fatto, abitualmente dediti a traffici delittuosi e verso coloro per condotta e tenore di vita debbano ritenersi, sulla base di elementi di fatto, che vivano abitualmente, anche in parte, con i proventi di attività delittuose.
In caso di inosservanza il contravventore è punito con l’arresto da uno a sei mesi.
Nell’operare umano vi sono delle arti che richiedono un’esecuzione e sono quelle in cui l’esecuzione è una parte ben distinta dalla fase creativa; anche se a volte si dà il nome di creazione alla prima rappresentazione di un’opera teatrale, in cui l’esecutore è altro dall’autore del testo.
La differenza fra autore ed esecutore si potrebbe considerare minima nel rapporto fra coreografo-autore e ballerino.
Questo perché il balletto è risaputo che, non esiste al di fuori dalla sua esecuzione, dato che innanzitutto non dispone di un sistema di segni ben definito e, d’altro canto, la qualità dell’esecuzione è certamente più importante che in altre espressioni artistiche.
Dunque, se l’autore, il musicista o il ballerino si dicono artisti lo fanno in virtù del fatto che sono indispensabili all’opera.
La differenza fra creazione ed esecuzione è molto più e rilevante fra l’architetto e l’esecutore materiale della struttura. Potrebbe anche succedere che il capomastro abbia a sua disposizione, oltre ai manovali e artigiani, dei veri artisti come scultori, pittori, cesellatori, allora si tratterebbe di una collaborazione dove gli artisti non sono dei meri esecutori.
A tale proposito anche un regista teatrale a volte usufruisce dell’apporto artistico di pittori e compositori musicali. Secondo Aristotele, l’esecutore trova la sua volontà nell’opera, come lo schiavo la trova nel padrone. Diverso è per il pittore o lo scultore dove l’esecuzione coincide con l’autore. In questo caso la creazione è esecuzione.
Il creativo può fare a meno dell’esecutore perché ne prende il posto.
Ciò che il muratore fa con la sua cazzuola per la casa o la struttura pubblica, secondo quando richiesto dall’architetto, lo fa anche il pittore con i suoi pennelli. Il vero architetto, a questo punto, crea l’opera e contemporaneamente la conduce alla sua esistenza definitiva. L’opera, di conseguenza, non aspetta altro che l’eredità storica dallo sguardo umano la renda oggetto estetico.
L’opera per il pittore sarà “fissata” nella tela, mentre per ‘l’architetto sarà rappresentata dalla pietra e il cemento.
La sua piena realtà l’opera la ottiene attraverso gli occhi di chi l’osserva e trova anche la sua consacrazione da parte di una conoscenza obiettiva, che assicurerà che non si tratta di fenomeno illusorio. L’opera architettonica necessita un pubblico come pure l’autore. In conclusione, il pubblico partecipa doppiamente alla rappresentazione di un’opera: come comparsa in un pubblico, collabora all’esecuzione dell’opera nel momento in cui si appresta ad ‘apprenderla; e come coscienza solitaria accoglie l’opera per operarne la metamorfosi in oggetto estetico. L’opera a questo punto necessita di un testimone.
Come l’uomo vuole essere riconosciuto dall’uomo, essa ha bisogno dell’uomo per essere riconosciuta come oggetto estetico.
La struttura o il monumento muove il visitatore secondo la propria logica architettonica, facendo in modo che in ogni momento è interamente presente e tuttavia inesauribile. Questa inesauribilità si manifesta anche nello spettatore immobile di un’opera lirica o di un balletto.
Questa ‘verità’ dell’opera ci è presente non appena siamo presenti all’opera, e anche se non possiamo dirlo, l’opera agisce in noi che attraverso il gusto abbiamo la possibilità di innalzarci a quanto c’è di universalmente bello nell’umano. E, pur non essendo creativi, possiamo almeno rendergli omaggio e giustizia.
Gigino A Pellegrini & G el Tarik
Concludevamo l’articolo dal titolo “Amantea: Un arresto e due denunciati per droga. Tutti minorenni” evidenziando che “ Ora gli inve stigatori tente ranno di capire chi siano i fornitori. E non si esclude che quanto prima possano aversi nuove operazioni investigative”.
A parte lo straordinario numero di lettori dell’articolo ( quasi 10 mila ) ben poco è successo in Amantea se si esclude la presa di posizione dell’amministrazione che ha definito la vicenda come «un segnale di allarme che non può non essere ascoltato» e l’invito del vicesindaco GB Morelli a fare quadrato.
A distanza di giorni la affermazione che «la politica non può rimanere sorda» non sembra abbia sortito alcun risultati.
Anzi un si avverte un increscioso silenzio incombente.
Restano estranei a questo silenzio le scuole che sembra siano costantemente in allerta ed in rapporto diretto con le Forze dell’ordine ed un gruppo sempre maggiore di genitori( in particolare mamme) che hanno ripreso le attenzioni ed i controlli sui propri figli ( se mai li avevano allentati).
Silenziosi anche i controlli del territorio da parte degli investigatori.
A tal proposito si segnala un altro provvedimento ( purtroppo sembra un altro minorenne) per spaccio e/o consumo di droga.
Sembra inoltre che siano stati segnalati alcuni dei punti di maggiore spaccio sul territorio.