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DirezioneNazionaleAntimafiaLa Dna nel febbraio 2016 ha pubblicato la relazione annuale sulle attività svolte dal Procuratore nazionale e dalla Direzione nazionale antimafia e antiterrorismo nonché sulle dinamiche e strategie della criminalità organizzata di tipo mafioso nel periodo1° luglio 2014 –30 giugno 2015.

 

2.1.3. - Circondari di Cosenza e Paola.

Una prima valutazione generale attiene, ancora una volta, alla situazione, assai particolare, relativa agli apparati di polizia giudiziaria, evidentemente sottodimensionati rispetto al territorio in esame, alla sua conformazione, alle gravi infiltrazioni criminali ed ai preoccupanti collegamenti con ambienti politici locali e regionali emersi nel corso delle indagini.

 

§ 2.1.4. - Zona Tirrenica (Paola, Amantea, San Lucido, Fuscaldo, Cetraro e Scalea).

COSCA MUTO E GRUPPI CRIMINALI ATTIVI IN SCALEA

 

In Cetraro (CS) esercita la propria influenza la cosca “MUTO”, che è stata costituita e retta da Francesco MUTO e da suo figlio Luigi MUTO, considerato dagli investigatori l’unica persona in grado di reggere la struttura di ‘ndrangheta al posto del padre. Luigi MUTO è stato scarcerato il 4 aprile 2013.

L’associazione esercita una propria notevole influenza, altresì, nei comuni della fascia costiera dell’alto tirreno cosentino, primo fra tutti Scalea, avvalendosi, in questa circostanza, delle cosche degli “STUMMO” e dei “VALENTE”, ad essa subordinate.

La struttura criminale ha raggiunto un elevato livello di penetrazione anche nelle istituzioni locali,come è stato accertato nell’ambito del procedimento penale n.4991/09 R.G.N.R. (convenzionalmente denominato “PLINIUS”) che, nel luglio 2013, ha condotto all’esecuzione di un provvedimento cautelare nei confronti di 38 persone per associazione mafiosa, tra le quali il Sindaco di Scalea ed altri amministratori e funzionari dell’ente comunale che, così come evidenziato nel relativo capo d’imputazione associativo, avevano subordinato la politica locale ai voleri degli esponenti di vertice delle cosche, spesso determinando l’aggiudicazione degli appalti alle imprese indicate dagli esponenti della ‘ndrangheta.

Il procedimento penale ha ricevuto già un primo riscontro giudiziario con la sentenza emessa il 3 settembre 2015 dal Tribunale di Paola, che ha condannato –fra gli altri –l’ex Sindaco di Scalea, BASILE Pasquale, alla pena complessiva di 15 anni di reclusione.

Allo scopo di definire ulteriormente le condotte realizzate dai gruppi criminali operanti in Scalea, sono state richieste ed ottenute due distinte ordinanze cautelari emesse, lo scorso 15 maggio 2015, nell’ambito dell’indagine convenzionalmente denominata “PLINIUS 2”.

Le ordinanze di custodia cautelare sono state eseguite nei confronti, complessivamente, di 21 indagati, per delitti di associazione di tipo mafioso, finalizzata alle estorsioni, alla turbata libertà degli incanti, per calunnia, violazioni di domicilio ed usura. L’attività investigativa, rappresenta, evidentemente, una naturale prosecuzione di quanto già evidenziato nella precedente attività,“PLINIUS”.

E’ stata individuata una pluralità di estorsioni in danno di diversi commercianti ed imprenditori del luogo, costretti ad elargire, senza alcun titolo, sotto la pressione di atti intimidatori, somme di denaro che variavano in relazione al tipo di attività commerciale o imprenditoriale vessata.

 

Di rilievo, altresì, la turbativa delle aste giudiziarie -in numero considerevole, visto il particolare periodo di crisi economica -finalizzata ad accaparrarsi immobili di rilevante valore, inibendo la partecipazione di altri concorrenti sgraditi all’associazione criminale.

L’indagine ha confermato il livello di infiltrazione raggiunto dai sodalizi ndranghetisti locali, caratterizzati ormai da tempo da un’organizzazione interna strutturata ed efficiente, in grado di

gestire con modalità tipicamente mafiose diversificate attività illecite, in particolare nei remunerativi settori dell’estorsione, dell’usura nonché del reimpiego di capitali illeciti. Ha dimostrato, altresì, l’immediata e purtroppo efficiente riorganizzazione della ‘ndrina scaleota, sotto le direttive di esponenti di spicco del locale ‘ndranghetistico dei “MUTO ”.

Sempre nello stesso ambito, sono in corso indagini circa le responsabilità di numerosi soggetti facenti parte di un sodalizio dedito allo spaccio di stupefacenti che si avvale della collaborazione nelle vesti di canali di approvvigionamento di soggetti contigui alla cosca di ‘ndrangheta “MUTO” di Cetraro.

 

Sono altresì in corso indagini relative alle cointeressenze della criminalità organizzata in ordine al tessuto politico-amministrativo del comune di Santa Domenica Talao.

Le indagini sono state avviate a seguito di atti intimidatori, denunciati in concomitanza con le ultime consultazioni elettorali per il rinnovo del consiglio comunale dell’ente locale, ipotizzando

l’esistenza di un contesto criminale, contiguo alla cosca di ‘ndrangheta “MUTO”, il quale, anche mediante tali atti intimidatori, avrebbe realizzato condotte volte ad ottenere il controllo dell’amministrazione comunale anche con propri “referenti”.Sono in corso, ancora, indagini relative a delitti in materia di armi realizzati nell’area territoriale dell’alto Tirreno cosentinoe ulteriori accertamenti relativi all’infiltrazione della cosca MUTO in altri settori della pubblica amministrazione

 

COSCA SERPA E GRUPPI CRIMINALI ATTIVI IN PAOLA E NEL SUO HINTERLAND.

In Paola (CS) e Fuscaldo (CS), è presente la cosca “ SCOFANO –MARTELLO –DITTO –LA ROSA ”, contrapposta, in Paola, alla storica cosca dei “ SERPA ” ed, in Fuscaldo, al gruppo “

TUNDIS ”.

La cosca “ SCOFANO –MARTELLO –DITTO –LA ROSA” era retta, originariamente, da SCOFANO Mario, referente sulla costa per i clan cosentini.

Attualmente è invece diretta dai fratelli Alessio MARTELLO e Francesco MARTELLO, entrambi figli del defunto Luciano MARTELLO.

Nella sola Paola (CS) opera, inoltre, la cosca dei “SERPA”, contrapposta a quella appena indicata. La cosca “SERPA” era collegata, dal punto di vista criminale, a quella dei “BRUNI” di Cosenza.

Tale ultima associazione criminale è stata tuttavia depotenziata per effetto del provvedimento cautelare emesso, nell’ambito del procedimento penale n.3278/00 R.G.N.R. (convenzionalmente denominato “TELA DEL RAGNO”), il 16 marzo 2012, dal G.I.P. Distrettuale di Catanzaro nei confronti di ben 62 soggetti appartenenti, oltre che al citato sodalizio, anche a gruppi criminali ad esso collegati, primo fra tutti la cosca “BRUNI” di Cosenza ma anche le cosche “LANZINO/RUA’” e “GENTILE” e “BESALDO”, attive in Amantea.

Tale procedimento penale ha ricevuto un riscontro giudiziario di primo grado, con la sentenza resa a seguito di rito abbreviato, il 29 luglio 2013, (attualmente in appello) e con quella, emessa a chiusura del rito “ordinario”, l’11 marzo 2015; è pendente, innanzi alla Corte d’Assise di Cosenza il “ troncone” per i reati di competenza.

Contestualmente è stata altresì proposta una misura di prevenzione personale e patrimoniale nei confronti di SERPA Nella, individuata quale personaggio di vertice dell’omonima cosca, poi condannata l’11 marzo 2015, a 18 anni di reclusione.

La misura è stata disposta, il 15 settembre 2014, dal Tribunale di Cosenza, con provvedimento n.66/14 R.M.P.

In conseguenza di tale provvedimento, la cosca “RANGO/ZINGARI”, come già sopra accennato e come emerso nell’ambito del proc. penale n.484/13 R.G.N.R., ha tuttavia esteso la sua influenza in Paola, demandando il compito di insediarsi sul territorio a FOGGETTI Adolfo, poi divenuto collaboratore di giustizia.

 

COSCHE ATTIVE IN AMANTEA

Il territorio di Amantea (CS) è interessato dalla presenza di due gruppi criminali distinti, “ GENTILE -GUIDO-AFRICANO” e “ BESALDO”, attualmente non in conflitto per effetto di un tacito Accordo e, anzi, in cointeressenza in numerosi settori illeciti.

Le due associazioni criminali sono state indebolite per effetto di alcune misure cautelari e delle conseguenti condanne pronunciate nell’ambito del procedimento penale n.527/06 R.G.N.R. (convenzionalmente denominato “NEPETIA/ENIGMA ”), tanto che gran parte degli esponenti di vertice del sodalizio risulta tuttora detenuta, primi fra tutti GENTILE Tommaso e BESALDO Pasqualino.

 

Ulteriore momento di contrasto si è avuto, altresì, nell’ambito del proc. penale n.3278/00 R.G.N.R. già sopra menzionato, che ha visto coinvolti personaggi appartenenti al sodalizio.

Sono in corso attività che si prefiggono l’obiettivo di individuare le nuove “leadership” sul territorio e, nel medesimo contesto, si stanno verificando le dinamiche conseguenti ad una serie di atti intimidatori subiti dagli amministratori comunali del centro.

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Una equipe di circa 30 persone (vedi elenco a piè dell’articolo), ha redatto il “Piano regionale amianto calabria” presentato nei giorni scorsi.

 

Le aree inquinate sono state definite con il metodo della rilevazione iperspettrale fatta sulle aree regionali più esposte (parlano di dati certi con un livello di attendibilità molto elevato).

 

Secondo quanto dichiarato oltre il 10% dei tetti calabresi presentano materiali contenenti amianto.

Le aree oggetto d’indagine di rilevazione della presenza di amianto ammontano complessivamente a 453.550 ettari su base regionale.

In questo quadro si è estesa l’ indagine che ha riguardato il 94% delle superfici coperte regionali.

Sono rimaste escluse dalla rilevazione le aree a densità edilizia molto bassa, ossia le case sparse. Sono stati analizzati ben 1.044, 251 edifici su un totale di 1.205.951.

Da questi dati si evince che almeno un tetto su dieci in Calabria presenta amianto.

Diversificata la presenza sul territorio regionale

 

Dal lavoro fatto settore, diretto da Domenico Modaffari sono emersi casi di forte criticità come quelli riscontrati nel comune di Lamezia Terme, dove sono presenti circa 88 ettari di territorio inquinati da amianto , nel comune di Crotone con circa 57 ettari e nel comune di Reggio con oltre 30 ettari.

Diversificata anche la situazione da comune a comune

Non è dato sapere se il comune di Amantea abbia già avuto( o se richiesti) i dati relativi al suo territorio ( superficie inquinata, abitazioni inquinate, stato di usura dell’eternit, tipologie di inquinamento, eccetera)

Non sorprende, trattandosi della calabria, il fatto che i dati non siano stati posti un rete .

Ne sappiamo se lo saranno in futuro, così come previsto dalla stessa legge regionale.

 

Da sperare che trattandosi di dati ottenuti con soldi pubblici (parliamo di €489.418,80) qualche politico “buono”, posto che ancora ne esistano nella nostra regione, pretenda la pubblicazione.

Una pubblicazione che si impone, anche, per verificare la attendibilità del lavoro fatto.

Ognuno di noi sa se il fabbricato prossimo al suo sia o meno inquinato da eternit così che la pubblicazione dei dati generali permetterebbe di scoprire se sia o meno stato censito!

Ma soprattutto per permettere al comune( ove intenda farlo!) di controllare chi abbia tolto l’amianto senza rispetto della legge!!

 

Il nostro sito ha chiesto i dati cartografici e generali al competente ufficio regionale e se ci verranno dati li pubblicheremo!

Unità speciale Amianto (U.S.A.) (DGR. 201/2012):

Ing. Salvatore Epifanio (Dipartimento Politiche dell’Ambiente)

Dott. Edoardo Malacaria (Dipartimento Tutela della Salute)

Dott. Franco Falco,

Dott. Teresa Oranges,

Dott. Alessandra Spadafora (ARPACal)

con la collaborazione di:

ASP:

Dott. Curzio Ceniti (SPISAL ASP Catanzaro)

Dott.ssa Emma Anna Rita (SPISAL ASP Catanzaro)

Ispettore Mezzotero Ugo (Igiene Ambientale ASP Crotone)

Dott. Martino M. Rizzo (UOISP ASP Cosenza)

Dott. Sandro Giuffrida (UOISP ASP Reggio Calabria)

Amministrazioni Provinciali:

Dott.ssa Serinuccia Procopio (CZ)

Dott. Francesco Toscano (CS)

Ing. Giuseppe Germinara (KR)

Ing. Carmelo Barbaro (RC)

Dott. Giuseppe Postorin0 (RC)

Ing. Gianfranco Comito (VV)

Dott.ssa Teresa Valelà (VV)

Dipartimento Politiche dell’Ambiente:

Ing. Anna Garasto

Progetto Ambiente (DDS 1706/2013):

Dott.ssa Nicoletta Boldrini

Dott.ssa Antonella Costa

Dott.ssa Anna Maria Curcio

Ing. Mariangela Cristofaro

Ing. Giampiero De Stefano

Ing. Nicoletta M. Diano

Dott.ssa Alessia Filippone

Dott.ssa Loredana Lo Faro

Dott. Gianluca Pizzonia

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Ignote –ufficialmente- le ragioni della mancata presenza del Direttore Generale ASP Cosenza dott. Raffaele Mauro, dal poliambulatorio di Amantea, anche se sembra che la sua assenza sia dovuta ad indisponibilità per ragioni di salute.

 

Come ben sappiamo anche i medici si ammalano ed oltre!

Non sono mancati, invece, la dottoressa Bernaudo e gli amici della Rete per la casa della Salute che hanno promosso queste nuove attenzioni verso i problemi della sanità del comprensorio di Amantea.

 

La presenza del dr Mauro, infatti, era stata sollecitata proprio in occasione dell’incontro avuto nei giorni corsi presso gli uffici della regione con il dr Fatarella e con il dr Mauro.

Non mancherà un’altra occasione a breve per fare il necessario sopralluogo finalizzato, intanto, alla conoscenza diretta della struttura poliambulatoriale e come evidenziato alla conoscenza della parte di struttura da completare e che versa da molti ( troppi) anni nelle condizioni di cui alla foto.

 

Sollecitiamo una nuova presenza magari con una giornata di lavoro così che il dr Mauro possa nel corso della giornata avere un incontro con la rete e le sue associazioni e le amministrazioni più attive del distretto di Amantea.

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