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Redazione TirrenoNews

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Le spiagge di Cirò Marina erano invase da decine e decine di baracche abusive. Le stesse che cinquanta anni fa invadevano anche le altre spiagge calabresi insieme alle vecchie tende “indiane” fatte di lenzuola e canne che sostituivano gli inesistenti ombrelloni.

Costruzioni semplici, ma comunque abusive. E soprattutto costruzione indecorose , fatte di pali di legno , magari con coperture di plastica colorata( tipo agricolo) , paglia, frasche, fiancate fatte con vecchie porte o finestre, eccetera.

Anche per queste ragioni i cittadini si lamentavano con gli organi preposti ai controlli e che stranamente non avevano avvertito la descritta situazione.

Ed infatti c’erano 10 baracche realizzate abusivamente sul demanio marittimo nelle località Feudo e Cervara e ben 28 in località Marinella del Comune di Cirò.

Da qui l’intervento di Carabinieri, guardia Costiera e Polizia Municipale e la distruzione e rimozione delle baracche stesse.

Oggi scioperano per 4 ore i medici ed i veterinari .

Lunedì, 22 Luglio 2013 09:43 Pubblicato in Italia

Oggi 22 luglio sciopera la sanità

A rischio circa 30 mila interventi.

A rischio circa 500 mila visite ed esami diagnostici

Tutti interventi, visite ed esami programmati in precedenza

Uno sciopero del quale risentiranno gli ammalati

Perfettamente e totalmente ininfluenti, invece, lo sciopero dei dirigenti sanitari che sono impiegati in mansioni non mediche.

Altrettanto poco influenti le astensioni dei veterinari salvo per le macellazioni e per le visite preventive per la vendita di prodotti ittici e carnei

Lo sciopero è stato indetto dalle OOSS di categoria per protestare contro i pesanti tagli alla categoria(?), il blocco del turn over(?) ed il blocco del contratto!!

Stiamo parlando di circa 115 mila tra medici e veterinari dipendenti dal servizio sanitario nazionale ai quali si devono aggiungere altre 20 mila unità tra dirigenti amministrativi, dirigenti sanitari, tecnici e personale vario.

Speriamo in un alto senso di responsabilità della classe medica!!!

Ecco perché a Scalea è entrata la ‘ndrangheta

Lunedì, 22 Luglio 2013 09:19 Pubblicato in Alto Tirreno

Ad appena pochi giorni dall’arresto del sindaco Basile, di 5 assessori di vari funzionari e di decine e decine di ‘ndranghetisti ecco che emerge una verità finora nascosta e che può essere richiamata e forse intesa quale principale causa dell’intera vicenda

Anche se consigliere regionale Salvatore Magarò, ha consegnato al comune di Scalea la targa “Qui la 'ndrangheta non entra”, per quanto in una cerimonia poco pubblicizzata, il simbolo della lotta intensa alla ‘ndrangheta non era stato mai apposto, nè all'ingresso delle case comunali come avvenuto in tanti comuni, né all’interno del municipio.

A nulla sono valse le insistenti richieste dello stesso Salvatore Magarò.

La targa era rimasta nascosta da qualche parte, in un cassetto mai aperto o dietro qualche porta sempre aperta.

Ed ecco la dichiarazione di Magarò: “L’intreccio politica/malaffare scoperchiato a Scalea dall’autorità giudiziaria e dalle forze dell’ordine, cui non smetteremo mai di essere profondamente grati pone a chi in questa regione non intende arretrare di un solo passo dalla strada della legalità, di porsi domande puntuali sul connubio, spesso inquietante che in alcune realtà della Calabria si sedimenta, fra cattiva politica e pessima amministrazione. E’ necessario al di là dell’esito giudiziario dell’intera vicenda, focalizzare l’intreccio malefico fra politicanti ed affaristi o addirittura fra politicanti e criminali ed intervenire con ancora più efficaci provvedimenti legislativi per tagliarlo definitivamente. Ognuno faccia la propria parte: la politica stia attenta con maggiore rigore a chi mette in lista per svolgere ruoli amministrativi, ma soprattutto c’è da augurarsi che la società civile faccia di più e dia segnali di forte intolleranza verso l’illegalità diffusa”.

Noi, invece, vorremmo porgere i complimenti del blog agli investigatori che mentre continuavano silenziosi i loro accertamenti assistevano con un sorriso amaro alla consegna della targa“Qui la 'ndrangheta non entra” e si ponevano domande sulla sua utilità, magari apprezzando tutto sommato la coerenza dell’Amministrazione che ben sapeva e che magari se avesse apposto la targa si sarebbe potuta trovare scritto sotto di essa :” …. ci siete già ……!”

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