Perché parliamo di donne di serie A e di serie B?
Ma perché in Calabria le donne sono rispettate in modo diverso.
Per esempio se le donne abitano a Paola, Cetraro, Cosenza, Castrovillari, Rossano, eccetera, o nei pressi, possono effettuare le mammografie d’urgenza o di routine accedendo, con evidente facilità, nel relativo ospedale o poliambulatorio.
Ben diversa la questione per le donne che abitano in Aiello Calabro, Cleto, Serra d’Aiello, San Pietro in Amantea, Lago, Belmonte Calabro, Longobardi o nella stessa Amantea la cui popolazione è pari a quella di tutti gli altri comuni del comprensorio, tanto per fare un piccolo esempio.
Esse devono raggiungere l’ospedale di Cetraro.
Parliamo di almeno 50-70 km
Come?
Con il treno no, perché poi dalla stazione all’ospedale non ci sono mezzi di linea disponibili.
Con il pullman no, perché sulle relative tratte non ci sono mezzi di linea disponibili.
L’unico modo è l’auto.
E non tutte le donne di questi paesi hanno un’auto propria o per la tarda età sono idonee a guidarla.
E così non resta che il marito od il figlio od un parente, se non un’auto a noleggio.
Ovviamente pagandone i costi.
E poi le nostre donne sono ancora più di serie A e di serie B perché –incredibile ma vero-devono andare a ritirare il referto incontrando lo stesso problema della visita.
Possibile che in questa Calabria di m…, con questa sanità di m…., non ci sia un dirigente che disponga la possibilità di chiederne l’invia a casa a mezzo posta?
Possibile che nessuno difenda questi elementari diritti delle donne?
Dove sono le associazioni femminili? E che fanno?
E’ questa la sanità pubblica?
Perché non si usa SEMPRE il camper mobile?
Perché non si dispone la possibilità di fare le mammografie nel poliambulatorio di Amantea?