
Amici, oggi vi voglio raccontare un episodio esilarante e curioso che non si è verificato però nella nostra Italia ma in Irlanda. Era in corso una funzione religiosa. In chiesa si stava celebrando il funerale di una persona morta da pochi giorni. Tutti raccolti in preghiera, il sacerdote stava celebrando la Santa Messa per il defunto, un ex militare morto dopo una lunga malattia. La bara era posizionata in mezzo alla navata centrale e dall’interno di essa che era stata ben sigillata in precedenza si è sentita una voce. Era la voce dell’ex militare deposto nella bara. Il morto aveva parlato? Sì, aveva parlato. Tutti avevano riconosciuto la sua voce. Implorava aiuto. O mio Dio, cosa era davvero accaduto? Avevano messo nella bara sigillandola una persona ancora in vita? La sua voce usciva davvero dalla bara. Si sentiva benissimo che chiedeva aiuto:- Fatemi uscire da qui: è buio, non vedo niente, ascolto soltanto la voce del sacerdote che recita le preghiere. Non sono morto. Per favore, fatemi uscire. Dove diavolo mi avete messo?- Il sacerdote è diventato bianco in faccia e per poco non è caduto per terra e tremava dalla paura. Tutti hanno avuto paura e c’è stato un fuggi fuggi generale. Si sentiva benissimo che il morto nella bara non era davvero morto e chiedeva insistentemente aiuto.- Sono io dentro questa cassa -. Poi, però, improvvisamente, cambia il tono della voce e assicura i presenti che li ha chiamati per l’ultima volta per dire loro addio per sempre. Li ha voluti salutare per l’ultima volta in un modo scherzoso e particolare. Ma davvero era il morto che aveva parlato? Sì, era proprio la sua voce inconfondibile. Solo che era la sua voce registrata quando ancora era in vita e poi diffusa da amplificatori nascosti nella bara. Ci è voluto un po’ per capire che si era trattato di una burla ben orchestrata che l’ex militare, persona particolarmente gioviale e scherzosa, ha voluto organizzare per dare l’ultimo addio a parenti e amici. Gli sono sempre piaciuti gli scherzi ha affermato la figlia. E così lo spavento, la paura, il terrore, si sono trasformati in lunghe risate.
Il sospetto aggressore è stato già arrestato dalle forze dell'ordine, che hanno utilizzato il taser per bloccarlo
Almeno cinque persone sono rimaste ferite per accoltellamento nella giornata di oggi, venerdì 11 ottobre, a Manchester in Inghilterra.
L’episodio si è verificato nei pressi di un centro commerciale. Sull’accaduto, oltre che la polizia, indaga l’antiterrorismo.
Secondo quanto riporta ‘Ansa’, il sospetto aggressore è un uomo sui 40 anni, che è già stato arrestato dalle forze dell’ordine.
Gli agenti hanno bloccato l’uomo utilizzando la scarica elettrica di un taser.
Diversi testimoni hanno raccontato di aver assistito a scene di paura, testimoniate anche da alcuni video, e di un attacco condotto coltello alla mano contro persone e clienti scelti apparentemente in maniera casuale.
La polizia britannica, secondo quanto riportato da Ansa, ha incriminato l’uomo arrestato di terrorismo.
Nella zona, che è stata transennata, sono intervenute diverse pattuglie e alcune ambulanze.
Il transito dei tram, stando a quanto aggiunge la ‘BBC’, è stato fermato all’altezza della centrale Exchange Square.
L’Italia non è speciale.
E’ sola!
E la sentenza della Corte Europea di Strasburgo ne è la palese ed ultima dimostrazione
La Corte ha chiesto all’Italia di rivedere l’ergastolo ostativo.
Vuole che si perdoni chi ha ucciso con efferatezza decine e centinaia di persone in nome del “buonismo” e del “perdonismo”.
Nella sentenza della Cedu infatti lo Stato viene invitato a riformulare la normativa che prevede l'ergastolo ostativo in modo da non tener conto esclusivamente della mancanza di collaborazione con la giustizia.
Dal 22 ottobre la situazione potrebbe registrare un'accelerazione: la Corte Costituzionale è chiamata a decidere se la norma è legittima o meno.
Per il presidente emerito della Consulta Valerio Onida, che ha fatto parte del collegio di difesa di Viola, il carcere duro è «incostituzionale: bisogna che il legislatore modifichi la norma, se non lo facesse permarrebbe una violazione strutturale della Convenzione europea e si aprirebbe la strada a nuove condanne».
Una vergogna.
All’Italia non viene riconosciuto il dovere di combattere la mafia secondo le modalità che solo l’Italia può determinare!
Ed ecco cosa dice Gratteri.“È stata demolita la lotta alle mafie”.
’ durissimo il giudizio del procuratore di Catanzaro, Nicola Gratteri, dopo la sentenza con la quale la Corte Europea di Strasburgo ha chiesto.
Per un magistrato che da anni lotta in prima linea contro la ‘ndrangheta, la sentenza è illogica e irrazionale, “perché un boss non smette mai di essere tale, per cui l’idea che un giorno possa comunque uscire dal carcere diventa, comunque, la prospettiva per tornare a essere un capo a tutti gli effetti, mantenendo in maniera sempre più forte i contatti con l’esterno”.
Rispondendo alle domande dell’Agi, Gratteri non esprime dubbi: “Con questa decisione passa l’idea che si possa commettere qualunque crimine, tanto prima o poi potrai uscire dalla galera, conservando la caratura criminale che deriva dalla forza di non collaborare, ma di chiudersi nell’omertà assoluta”.
Rischia di scomparire, dunque, a parere del magistrato, un punto cardine nella lotta alle mafie: “Il regime del 41 bis e quello dell’ergastolo hanno rappresentato fino ad oggi – ha affermato il procuratore Gratteri – la garanzia che il boss sarebbe rimasto in carcere senza poter più esercitare il suo potere, anche per questo molti di essi hanno deciso di collaborare, cosa che adesso rischia di non avvenire più”.
Gratteri è preoccupato per gli effetti che potranno esserci non solo in Italia: “I mafiosi tireranno ora un grande sospiro di sollievo, perché quello espresso dalla Corte di Strasburgo è un principio devastante per il nostro sistema antimafia che – ha aggiunto - non può essere paragonato o uniformato a quello di altre realtà perché qui ci sono specificità assolutamente diverse”.